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Autore: Euterpe_12    23/12/2010    6 recensioni
E' difficile scegliere il regalo perfetto per le persone alle quali vogliamo bene, soprattutto se si tratta di un taciturno, scorbutico ed antipatico biondino!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BUON NATALE, SHIROGANE-KUN

Piccolo progetto, fatto da one-shorts che parlano delle feste dell’anno. Spero che questa sarà di vostro gradimento… niente di eccezionale! Ne approfitto, comunque, per augurarvi un felicissimo Natale: che possiate trascorrerlo immersi da gioia e serenità e circondati dalle persone che più amate. Ichi_chan.

 

 

BUON NATALE, SHIROGANE-KUN

 

 

Fiocchi di neve cadevano silenziosi per la città. La gente camminava tranquilla per le vie affollate di Tokyo e tutti cercavano di comprare i regali entro la vigilia di Natale. Le vetrine erano cosparse di nastri rossi e dorati; agli angoli delle strade luci colorate auguravano il “Buon Natale” ai passanti. Ad Ichigo piaceva proprio tanto quell’atmosfera. Le feste natalizie erano alcune delle cose che la mettevano di ottimo umore nonostante quell’anno il lavoro fosse particolarmente pesante al Caffè Mew Mew. Keiichirou aveva dato a lei e alle altre ragazze il permesso di avere quella giornata libera prima di Natale ed Ichigo aveva deciso di utilizzare quel tempo libero per comprare i regali. Quella sera, poi, al Caffè con una bella festicciola li avrebbe consegnati a tutti. Aveva già comprato la maggior parte dei doni: un maglioncino bianco per Retasu; un paio di guanti per Purin; un bracciale azzurro per Minto ed una trousse di trucchi per Zakuro. Per Keiichirou non era stato difficile scegliere: un bel libro di ricette. Per Masaya aveva optato per un bel golf grigio che, guardandolo in vetrina, le era subito balzato all’occhio. Camminava con tutti i pacchetti tra le mani ora un po’ più triste di prima: era rimasto ancora un regalo da fare. Alzò gli occhi su un negozio di fiori dicendosi che a Shirogane certo non sarebbero piaciuti. Voltò l’angolo e il dubbio l’assalì ancora di più. Si guardò riflessa sulla vetrina di un negozio di giocattoli: un po’ di neve si era depositata sul suo cappellino rosso. Scosse il capo per farla cadere a terra poi andò avanti per la sua strada, sicura che in quel negozio non avrebbe trovato nulla. Cercò senza sosta: profumerie, giogliellerie, negozi di collezione e di vestiti ma niente da fare: per Shirogane non si trovava un bel niente!

-Come diavolo faccio?- disse in preda alla disperazione. Le sembrava tutto tremendamente imperfetto: le magliette troppo sportive, i bracciali non facevano per lui e poi non aveva la minima idea di quale musica ascoltasse. –Perfetto!- disse fra sé e agguantò il cellulare. –Pronto Akasaka-san? Sono Ichigo!- disse sicura che solo il pasticcere avrebbe potuto darle una mano.

-Veramente non sono Keiichirou…- disse un’altra voce dall’altro capo del filo. Ichigo sbarrò gli occhi dalla sorpresa sentendo la voce di Shirogane.

-Ah sei tu? Passami Akasaka-san, ho bisogno urgente di parlargli!- disse, convinta che l’unica maniera fosse chiedere consiglio al pasticcere.

-Mi dispiace.- rispose il biondino. –Ma è ai fornelli per cucinare la cena di questa sera… e non può rispondere. Mi ha chiesto se potevi parlare con me.- terminò. Uno sbuffo fuoriuscì dalle labbra della rossina.

-No, non importa.- affermò dispiaciuta.

-Ok, allora a sta sera.- Shirogane non insistette in fondo, pensò Ichigo, non era da lui. Appesero la telefonata e Ichigo ricominciò a girare per le strade. Quando si ritrovò nel bel mezzo di una piazza si chiese perché ricercasse con tanta premura il regalo perfetto per Shirogane. In fondo, iniziò a dirsi, era solo un amico. Riprese a camminare e d’improvviso, guardando un bimbo biondo che piangeva, le venne in mente il motivo. Si sedette su di una panchina gelata, guardando passare un artista di strada. Giocava con delle palline colorate, ma le sue mani erano bianche dal freddo. Provò pena per lui. E questa sensazione le ricordò tremendamente la sera precedente.

Erano giorni che vedeva Ryou strano. Ancor più taciturno, ancor più scorbutico. Stava diventando davvero intollerabile!

-Ci credo che non hai amici, sei sempre così scorbutico e taciturno!- sbottò la rossina durante l’ennesima litigata che li aveva visti protagonisti quel giorno. Il ragazzo nemmeno le aveva risposto voltando l’angolo e rifugiandosi al piano superiore. Keiichirou aveva assistito alla scena e incredibilmente Ichigo era arrossita dopo essersene accorta. –Scusami Akasaka-san, ma è davvero insopportabile in questi giorni! Sembra che tutto ciò che faccio non gli vada bene!- il pasticcere, ovviamente, aveva sorriso e le aveva poggiato una mano sulla spalla.

-Sta tranquilla Ichigo, ma tu non prendere troppo sul serio ciò che ti dice. Per lui non è un periodo facile.- e sparì dietro la porta della cucina. Ichigo aveva continuato a servire ai tavoli con aria assorta tanto che Purin e Retasu le avevano domandato cosa le stesse succedendo. La rossina, ovviamente, si era tenuta tutto dentro e si era guardata bene dal raccontare l’accaduto: sentiva di ingigantire troppo gli eventi. Quando rimase per ultima al caffè perché era il suo turno per le pulizie si precipitò in cucina per finire il prima possibile: ormai mancava solo la spazzatura da buttare. Una volta chiusi i sacchi neri andò a cercare il cappotto per andare fuori e gettare il tutto. Ma quando passò vicino alla porta qualcosa le balzò agli occhi: il calendario. Poggiò entrambi i sacchi per terra poi avvicinò il dito sotto la casellina cerchiata di rosso: il 25 dicembre. La osservò poi notò la scritta là accanto: “Compleanno di Katy Shirogane”. Gli occhi le divennero lucidi. Notò che la calligrafia era quella chiara e semplice di Keiichirou e si rese conto che era stato il modo di avvisarla di ciò che stava accadendo al biondino in quel periodo. Katy era la madre di Ryou, ne era sicura. Erano state pochissime, in quell’anno, le volte in cui i due si erano parlati del passato del biondino, ma Ichigo non aveva  mai pensato a quali potessero essere i compleanni dei suoi genitori. Si sentì una stupida.

Ed anche ora che cercava un regalo perfetto si sentiva un idiota: non aveva la minima idea di come fare! E purtroppo la soluzione  non la trovò. Si presentò vestita e truccata alla cena insieme al suo Aoyama-kun. Una cena fatta di battute e di risate, con una grande sintonia, tipica della loro squadra che, nonostante il tempo, continuava a rimanere unita ed affiatata. Si bevve lo spumante, si mangiarono i fantastici manicaretti di Keiichirou e si cantarono le meravigliose canzoni di Natale. Quando arrivò il momento dello scambio dei regali l’imbarazzo di Ichigo fu notevole: diede i propri doni a tutti meno che a Shirogane. Lui parve non badare molto a ciò che stava accadendo ma Ichigo dentro di sé si sentiva estremamente in colpa.

-Scusa Shirogane-kun, ma non avevo la minima idea di cosa regalarti.- disse sinceramente dispiaciuta mentre usciva dal caffè. Non si era minimamente resa conto che nemmeno il biondino le aveva fatto un regalo. Eppure dava per scontato che Ryou non dovesse regalarle nulla.

Il giorno seguente non si diede pace: continuava a pensare agli occhi tristi di Ryou e alla sua espressione ancora più cupa dopo lo scambio dei doni.

-Sono una stupida!- si disse la rossina mentre si ritrovava seduta sul proprio letto. I capelli scombinati, la faccia ancora colorata dal sonno. Era il 24 dicembre e quella sera lei ed i suoi genitori avrebbero festeggiato la vigilia di Natale. Aoyama aveva raggiunto alcuni suoi parenti fuori città e non sarebbe tornato prima del 26. Si rigettò sul letto, chiedendosi se si potesse rimediare al grande casino che aveva combinato: non poteva anche solo immaginare che il biondino credesse che lei non gli voleva bene!

Balzò in piedi e si infilò le prime cose che trovò nell’armadio. Girò la città per tutto il giorno. E più camminava, più immaginava il biondino versare lacrime amare al ricordo di sua madre. “Chissà che Natale triste passa ogni anno…” si diceva fra sé  Ichigo mentre camminava sulla neve dicembrina. Era ormai sera quando si fermò davanti ad un vecchio negozio di giocattoli. Si ricordò che ci andava spesso quando era piccola. E mentre osservava triste in volto un immagine la rese addirittura felice. Entrò contenta e ne uscì pochi minuti dopo con un pacco tra le mani: finalmente aveva il regalo per Shirogane-kun! Quando tornò a casa cenò con la sua famiglia. Lo scambio dei doni avvenne tranquillamente e la mamma fu contenta di ricevere dalla figlia una collana con un bel diamantino rosa. Il marito le aveva regalato una borsa che secondo Ichigo era troppo grossa.

-Mamma, Papà… io devo uscire!- dichiarò ad un certo punto quando ormai la cena era conclusa. Era passata la mezzanotte ormai e Shintaro scattò sulle punte non appena udì le parole della figlia.

-Non ci pensare nemmeno!- dichiarò risoluto.

-Ma devo dare il mio regalo ai genitori di Aoyama-kun! Mi stanno aspettando!- disse ancora. Il padre all’inizio tentennò ancora ma con le insistenze di madre e figlia finalmente si convinse.

Con la bugia che Aoyama era passato a prenderla uscì di casa diretta al caffè: fortuna che era vicino!

-Speriamo sia sveglio…- disse fra sé la rossina. Quando arrivò davanti al caffè bussò una, due, tre volte. Stava per girare i tacchi ed andarsene quando sentì il portone aprirsi. Sorrise quando vide il volto di Ryou fortunatamente non assonnato. –Non stavi dormendo!- dichiarò lei contenta. Shirogane scosse il capo.

-No, ancora no.- disse.

-Posso entrare?- arrossì lei. Anche le guance di Ryou divennero quasi rosse quando si rese conto di aver dimenticato le buone maniere.

-Sì, certo.- e si scansò. I due entrarono al caffè. Le luci erano spente ma Ryou s’affrettò subito ad accenderle. –Vuoi qualcosa da bere?- chiese lui. Ichigo notò che l’aveva preso alla sprovvista e che sicuramente non era preparato alla sua venuta: probabilmente si stava chiedendo che diavolo ci facesse lei lì.

-No grazie, sono solo venuta per darti questo.- disse sollevando il pacco con il regalo che aveva tra le mani. Ryou sorrise guardandolo. –Buon Natale, Shirogane-kun.- sorrise anche lei a propria volta, porgendo glie lo. Shirogane scoppiò a ridere. –Che succede?- domandò allora lei: si sentiva presa in giro. Eppure quel volto prima tanto triste ora le sembrava traboccasse di gioia.

-Buon Natale, Ichigo.- disse lui porgendole un altro pacco a propria volta. Ichigo arrossì mentre glie lo consegnava e quasi pianse di gioia: entrambi erano in ritardo!

Quando i due scartarono i regali quasi rimasero senza parole: Ichigo aveva comperato all’amico un gattino grigio di peluche, identico alla versione felina di Shirogane; stessa cosa aveva fatto il biondino che, invece, aveva regalato all’ormai ex mew-neko una gattina nera di peluche.

-Vedo che abbiamo avuto la stessa idea.- dichiarò Ichigo ridendo.

-Già, anche io ero molto indeciso su cosa regalarti.- affermò lui sedendosi al suo fianco.

Il silenzio cadde su entrambi. Ichigo notò che gli occhi del biondino erano molto più rilassati e tranquilli, quasi fossero finalmente felici.

-Guarda Shirogane-kun, sta nevicando!- esclamò contenta Ichigo.  Ryou poggiò  entrambi i gattini di peluche sul davanzale della finestra attraverso la quale  stavano osservando la neve cadere.

-Guardano anche loro.- li indicò il biondino, ridendo. E, finalmente, prese coraggio prendendole la mano.

Ed il biondino si rese conto che quello era il Natale più felice della sua vita.    

   
 
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