Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Cloud Atlas    24/12/2010    6 recensioni
«Apri le gambe».
John spalancò gli occhi e fissò confuso il suo coinquilino.

[John/Sherlock]
Dedicata a Federica, con i miei migliori auguri di buon Natale.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Think

Autore: Cloud Atlas

Fandom: Sherlock (BBC)

Paring: John/Sherlock

Rating: Giallo

Avvertimenti: Slash, Flash One Shot, possibile OOC

Genere: Fluff

Conclusa: sì


Disclaimers: I personaggi sotto citati non appartengono a me, bensì alla BBC, che ne detiene ogni diritto. Non scrivo a scopo diffamatorio né di lucro.





THINK





«Apri le gambe».

John spalancò gli occhi e fissò confuso il suo coinquilino.

«Come?»

Sherlock sbuffò scocciato e senza aspettare una risposta saltò sul letto del dottore, accoccolandosi a suo piacimento tra le sue gambe. John poteva percepire il calore emanato dal corpo di Sherlock scivolargli furtivamente sotto la pelle e provocargli un piacevole brivido. Era bello sentire il peso leggero dell'amico poggiato contro il petto ed immergere il naso in quell'intricato groviglio di riccioli scuri che profumavano di sapone.

«Devo pensare...» disse assorto Sherlock, lasciando la frase in sospeso, mentre chiudeva gli occhi e si perdeva ad inseguire gli infiniti pensieri della sua mente.

John improvvisamente realizzò che il suo coinquilino – sì, proprio quel pazzo psicotico che teneva teste nel frigo ed esultava appena un killer decideva di sgranchirsi un po' con qualche efferato omicidio - gli si era veramente accoccolato addosso e che ciò sembrava fargli molto - fin troppo - piacere, sgranò gli occhi e ogni suo muscolo si paralizzò dallo stupore e dall'imbarazzo. Rigido come un pezzo di legno, continuò ad osservare Sherlock in attesa che l'altro terminasse la frase o desse una qualche spiegazione sensata, ma a quanto pareva stava aspettando invano. Alla fine si decise a mormorare un perplesso «E io che c'entro?».

«Mi aiuti a pensare» spiegò semplicemente, quasi fosse la cosa più normale al mondo. Sì, certo: chi non usa la persona con cui condivide l'appartamento come comodo divano?

«E ora zitto» concluse il consulente investigativo.

Watson aveva ormai imparato che Sherlock non era di certo sinonimo di normalità, ma questo era senza logica perfino per lui.

«E i cerotti alla nicotina?» sospirò l'ex-militare. Magari Sherlock aveva finito i cerotti e quella era una nuova tecnica per spedirlo a comprarli!

Sherlock mugugnò infastidito e si rimboccò la manica della camicia, lasciando scoperto il braccio pallido dove facevano bella mostra di sé tre cerotti.

«Ma allora perché?» domandò esasperato Watson, non capendoci davvero più niente.

Sherlock riaprì gli occhi per lanciargli un'occhiata sorpresa e anche un po' divertita, come se -per l'ennesima volta- non avesse capito qualcosa di assolutamente ovvio.

«Non riesco a concentrarmi se qualcosa mi distrae. Quel qualcosa sei tu. Quindi ho deciso di estirpare il problema alla radice» spiegò semplicemente, voltandosi verso il dottore, che lo guardava interrogativamente. John si disse per l'ennesima volta che gli occhi grigi di Sherlock erano veramente intensi, profondi e, in quel momento, brillanti. In poche parole, davvero bellissimi, tanto che non riusciva a liberarsi da quello sguardo opprimente.

«John, davvero non capisci?» chiese Sherlock come se gli avessero domandato quanto faceva due più due. «Certo che avere una mente inerte dev'essere proprio noioso...»

Ma non era colpa di John se il suo cervello non era così brillante come quello dell'altro e se il suo quoziente intellettivo rientrava nella norma. Era una persona comune; non era né un genio né tanto meno uno stupido.

«Se non ti dispiace» borbottò il dottore alzando gli occhi al cielo.

Sherlock allora avvicinò il volto a quello del dottore, senza che l'altro avesse il tempo di capire cosa stesse succedendo; ora i loro visi erano talmente vicini che il respiro di Holmes solleticava dispettoso la sua bocca.

Fu solo quando Sherlock posò delicatamente le labbra sulle sue che a John la situazione divenne immediatamente chiara e, per una volta, si diede dello stupido da solo.




Note: Storia scritta per sport. Un esperimento, in pratica. Abbasserà il QI di tutto il fandom, lo so. Ma è quasi Natale, siamo tutti più buoni e spero di non venire linciata. Non ha alcun senso, tranne la prima frase che ne richiama altri. XD

Ah, se risultasse OOC, fatemi l'immenso favore di dirmelo, in modo tale che io possa metterlo tra gli avvisi. ^^

L'aria natalizia mi fa male; sono fumata e ascolto canzoni di Natale vecchie come la preistoria. Invoco venia.

Dedico queste poche righe a Federica, come regalo di Natale e per scusarmi del poco tempo che le dedico, sperando di strapparle almeno un sorriso, sebbene non abbia ancora visto la serie.

I commenti sono molto graditi, sia negativi che positivi.

Alla prossima, Leute!

Cloud Atlas

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Cloud Atlas