Regalami il tuo sogno
te lo custodirò
te lo conserverò
finché ne avrai bisogno

(Regalami il tuo sogno- Ligabue)

Era un Capodanno particolarmente gelido quell’anno nell’Upper East Side.

La neve era caduta nei giorni precedenti e continuava a cadere.

Blair Waldorf, sei anni e un’intelligenza già troppo sviluppata, aveva aiutato il catering a preparare l’appartamento per la cena di quella sera, o per meglio dire aveva ordinato alle povere ragazze del catering di mettere ogni cosa al posto giusto, secondo i suoi gusti personali.

E in quel momento, mentre qualcuno aveva già iniziato con l’aperitivo aspettando che arrivassero tutti gli invitati per gustare finalmente l’abituale cenone di Capodanno a casa Waldorf, Blair, ferma in un angolo, guardava Chuck Bass.

Il bambino era fermo accanto al balcone e guardava le strade illuminate dell’Upper East Side in silenzio.

“Chuck” esclamò Blair quando lo raggiunse e lui si voltò a guardarla e la salutò con un cenno del capo.

“Usciamo fuori” esordì a quel punto il bambino sistemandosi la piccola giacca, cucita appositamente per lui, e aprendo la finestra.

Quando uscirono in balcone l’aria gelida li colpì e Blair rabbrividì.

“Cosa c’è che non va?” gli chiese lei a bruciapelo e lui si voltò a guardarla con uno sguardo vacuo.

“Lui mi aveva detto che sarebbe venuto ma non verrà” esclamò il piccolo Bass con una scrollata di spalle.

“Certo che verrà, Chuck. Quest’anno ci sarà perfino Lily. Sta arrivando con Serena” esclamò Blair con un sorriso rassicurante.

Il bambino si esibì in un sorrisetto sbarazzino per poi tornare nuovamente serio.

“Ma Bart non ci sarà, ne sono sicuro. Mi ha mandato con una limousine per portarmi qui e manderà una limousine a prendermi a fine serata” esclamò con tranquillità, come se la cosa non gli pesasse poi tanto.

Blair sospirò scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.

“Beh anche se lui non verrà io ci sarò” esclamò con convinzione e Chuck si voltò a guardarla sorpreso e un sorriso sincero si dipinse sul suo volto.

“Grazie” mormorò in poco più di un sussurro. E quello probabilmente fu il primo “grazie” della sua vita.

Blair gli sorrise.

“Dai, esprimiamo un desiderio ciascuno. Non dobbiamo per forza aspettare la mezzanotte per farlo, no?” commentò ridendo e lui non poté fare a meno di ridere con lei.

Sospirò infilando le mani nelle tasche di quei pantaloni troppo eleganti.

“Prima tu” aggiunse la bambina mentre lo guardava curiosa.

Chuck lasciò vagare lo sguardo sulla città imbiancata prima di guardarla nuovamente.

“Vorrei che Bart fosse qui sta sera” esclamò e Blair gli sorrise.

“Io vorrei avere quel fantastico vestito che Audrey Hepbourn indossava nella scena della festa in Colazione da Tiffany, vorrei avere un gatto da chiamare Gatto e vorrei avere qualcuno che mi ama come Paul ama Holly” esclamò dondolando su se stessa e Chuck non riuscì a trattenere una risata.

“Signorina Blair, signorino Chuck che fate qui fuori al freddo? Venite dentro che sono arrivati anche Nathaniel e Serena” esclamò Dorota uscendo in balcone in quel momento e li riportò dentro di fretta.

Quella sera Bart non arrivò ma Blair rimase con Chuck per tutto il tempo.