24/12/2010
4 recensioniTutte cose da cui Arthur in quel momento sta cercando di fuggire.
Gira a vuoto nell'albergo dove si sta tenendo la festa, quasi di corsa, con la borsa a tracolla che continua a urtare sul suo fianco in modo quasi doloroso, cercando di allontanarsi più velocemente possibile da tutta quella confusione. È alla disperata ricerca di un luogo in cui stare seduto, tranquillo, in silenzio, lontano da tutto quel trambusto.
Schiva abilmente Feliciano che corre in cerca di Ludwig senza nemmeno guardare dove andare, si ferma un secondo a dare una mano al povero Tino che si sta dirigendo verso la sala da ballo con una traballante pila di regali tra le braccia, ignora totalmente Francis in atteggiamento romantico con qualcuno e, finalmente, raggiunge una saletta che sembra proprio fare al caso suo.
È una stanza modesta, dalle pareti chiare, provvista solo di una serie di divanetti disposti lungo i muri. Perfetta, decisamente perfetta. Entra in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle e tirando un sospiro di sollievo. Grazie al cielo!, pensa. Si abbandona sul primo divano che trova, chiudendo per un attimo gli occhi. Poi, lentamente, li riapre. Mette una mano nella borsa, frugando tra i vari oggetti al suo interno. Invece di stringersi sul "Alice oltre lo specchio", peró, le sue dita sfiorano un oggetto morbido avvolto in una carta liscia. Lo tira fuori, chiedendosi cosa sia. Quando poi lo vede, il suo viso si tinge di un rosso leggero.
Un regalo.
Ma non un regalo qualsiasi; il regalo per lui .
Non ce l'aveva fatta, prima, a darglielo. Era quasi sul punto di farlo, ma quegli occhioni azzurri, che lo fissavano sgranati mentre guardando da un altra parte, lui cercava di consegnargli il pacchetto, gli avevano fatto abbandonare l'idea. E ora... Cosa ne avrebbe fatto? Il coraggio di darglielo gli mancava del tutto. D'altronde aveva speso dei soldi, non poteva nemmeno buttarlo... E fu mentre fissava con sguardo vuoto l'oggetto, che la porta si spalancò.
-Vecchio! Ehi vecchio, sei qui?!-
"Non lui" supplicò Arthur "buon Dio, non lui."
-Yo, Arthur! Hahahaha! L'eroe ti ha cercato dappertutto!"- esclama la persona che si è appena fiondata nella stanza.
-Alfred, che gioia...- borbotta l'altro, con sguardo seccato. Alfred si lancia (letteralmente) a fianco a lui.
-E questo cos'è?- chiede con curiosità, indicando il pacchetto.
-Ehm, nulla!- esclama Arthur con una nota acuta, cercando di nascondere dietro la schiena l'oggetto incriminato quasi come se l'avesse rubato.
-Eh no! L'eroe non ci casca, hahaha! Fammi vedere!- urla, praticamente gettandosi addosso all'altro per strappargli l'oggetto dalle mani. La lotta è breve e presto l'americano, che tra muscoli e grasso peserà almeno dieci chili più dell'inglese, l'ha vinta. Si rigira trionfante il pacchetto tra le mani, mentre Arthur si lascia sfuggire un gemito dalle labbra. Lo sguardo borioso di Alfred, però, presto si trasforma in incredulità, e i suoi occhi si spalancano in modo così tenero ed infantile che l'altro arrossisce. -Qui... C'è scritto il mio nome...- mormora con stupore - Arthur... È... per me?-
-Certo, razza di idiota- sbotta lui, sempre più rosso.
Con gli occhi che brillano, Alfred scarta il pacchetto, rivelando un pelouche a forma di alieno, che l'inglese aveva visto in un negozio la settimana prima e aveva comprato senza praticamente rendersene conto. -Grazie Bro! È meraviglioso! Lo chiamerò Tony!- grida, travolgendo Arthur con un abbraccio mozzafiato.
-P-Prego- dice l'altro, sotto shock, restando immobile. Presto però torna in sè, e lo spinge via. - Non montarti la testa, ora-. Però non può negare, l'inglese, di provare una sensazione di pienezza nel vedere l'americano così felice. Grazie a lui. Arthur chiude gli occhi e sospira, aspettandosi qualche altro grido di qualche genere, del tipo "salverò il mondo insieme a Tony! hahaha!". Invece c'è solo silenzio. Si gira interrogativo verso Alfred e nota che, incredibilmente... È arrossito.
-Veramente... Anche io avrei qualcosa per te...-
-Per me?!- Questa volta è il turno di Arthur di spalancare gli occhi verdi. È così adorabile, in quel momento, che L'americano deve trattenersi a fatica dal saltargli addosso. Senza parlare, gli passa una scatola, con una carta con la bandiera americana attaccata sopra alla bell'e meglio. L'inglese scarta il pacchetto con lentezza, ancora incredulo, e apre la scatola che risulta essere di una gioielleria. All'interno, c'è un medaglione aperto. Un piccolo Alfred, avrà all'incirca 11 anni, risponde al suo sguardo felice, mentre accanto a lui sta seduto.. Un se stesso adolescente. Sorride di un sorriso stanco, ma sincero. Da quanto tempo... Non sorrideva in quel modo? - A-Alfred... Io...- cerca di dire, commosso. Nei suoi occhi cominciano ad affacciarsi timide delle lacrime. Alfred fa per aprire la bocca, ma viene interrotto da delle grida dalla stanza principale.
3... 2...1... BUON NATALE!
Sul viso di Alfred si affaccia un sorriso spavaldo, macchiato da una mal nascosta malizia. -Merry Xmas, Arthur- sussurra, per poi poggiare in un lampo le labbra sulle sue.
Arthur, sorpreso e a dir poco sconvolto, sbatte più volte le palpebre, sfiorandosi con la punta delle dita la bocca. -B-buon Natale anche a te, Alfred- balbetta.
-Forza adesso, vecchio! Andiamo a festeggiare!- esclama saltando in piedi, afferrando la mano dell'inglese e cominciando a correre.
-Idiota- è l'unico commento di Arthur, che, con un sorriso, si lascia trascinare verso tutti i loro amici, con una nuova carica nelle vene e una riaccesa voglia di festeggiare.
***Angolino di Moon***
che dire? Fic nata di getto, per festeggiare il Natale :D
Auguri a tutti voi che avete letto! Un bacio e Buon Natale!
Nyah~
_Moon