Timepiece
Era
svenuto. Si era svegliato da un po' – un'ora approssimativamente –,
ma ancora fingeva di non essersi ripreso per riuscire a captare
qualcosa.
Sentiva
solo il rumore ticchettante di un orologio, probabilmente molto
vicino e molto grande.
Valutando
la situazione, decise di aprire gli occhi.
Non
cambiò molto, escluso il colore che vedeva.
Era
in una scatola, illuminata da una lampadina bianca fissata al
soffitto, un poco più grande di quelle che aveva sempre visto.
Doveva
essere di vetro.
Si
avvicinò alle pareti di quella cosa, per cercare di vedere
l'esterno. Arrivato alla seconda parete, si bloccò. Posò un palmo
sulla lastra fredda, e assottigliò gli occhi per capire se quel
qualcuno che lo aveva rinchiuso era ancora lì.
In
tutta risposta, una mano si schiacciò in corrispondenza della sua.
Il
nervosismo gli attanagliò le corde vocali, impedendogli di parlare.
Rimase ancora un poco fermo, in attesa di altri movimenti.
Il
risultato deludente lo portò a voltarsi, e ad analizzare la parte
che gli stava alle spalle.
Vide tre linee, una che si muoveva a
ritmo dei secondi, una più statica, e l'ultima quasi del tutto
ferma.
Si
avvicinò, e dopo un paio di minuti d'osservazione, comprese che
erano lancette.
Era
rinchiuso in un orologio, dunque.
Si
diresse nuovamente verso la parete sulla quale aveva visto posarsi la
mano. Le luci si affievolirono all'esterno, e il ragazzo poté
distinguere una sagoma scura, piccola.
«Cosa
ci faccio qua dentro? Chi sei?»
La
persona rispose con una sola parola. «Near.»
Yagami
sgranò gli occhi. “Quel figlio di puttana...” strinse i pugni
lungo i fianchi, cercando di mantenere il controllo.
«E
cosa vuoi da me?» chiese, una volta riacquistata sufficiente
freddezza.
«Informazioni.»
flautò, regolando le luci in modo che all'interno della gabbia fosse
possibile vedere ed essere visti – senza l'ausilio di telecamere.
«Sei
stato privato di tutti i tuoi effetti personali.» disse.
«Che
genere di informazioni vuoi?» ringhiò il bruno.
«Informazioni.
Sai dirmi che ore sono?»
Il
ragazzo sbuffò, si portò una mano ai capelli e asserì ironico che
non poteva non saperlo. Con la coda dell'occhio sbirciò alle sue
spalle, e affermò che fossero le undici e cinquantacinque.
«Esattamente.
Hai tempo fino a mezzanotte.»
«O
la mia carrozza si trasformerà di nuovo in zucca, immagino.»
replicò sardonico.
Nate
rimase in silenzio e sorrise appena, ammirando la lancetta che si
spostava di due posizioni. Si schiarì poi la voce «Ci sarà un
tempo per noi?»
«Ancora
con questa storia?»
Gliene
aveva parlato tre giorni prima, come se fossero amici di vecchia
data. Yagami pensò semplicemente che si trattasse di un metodo per
distrarlo, estorcergli qualche notizia pericolosa.
Il
bruno riprese «Non penso. Il giorno distrugge la notte.»
Nate
sorrise laconico, e prese con una mano l'orologio da polso di Yagami.
Aprì il fondo scorrevole, e ne estrasse il foglietto che risiedeva
all'interno.
Afferrò
una penna, davanti agli occhi intrisi di paura di Light. Scrisse il
suo nome, poi il suo.
«Non ci sarà più nessun tempo.»
Light Yagami
00:00 25/12/2010
Impazzisce, si dilania la gola a mani nude.
Nate River
00:00 25/12/2010
Si
addormenta.
Non
è previsto un risveglio.
***
Cancio
alle bande:
Regalino
di Natale per Frà ♥
non sono riuscita a non finire nel tragico.
Auguri,
♥ Avec amour ♥