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Autore: TellingTales    26/12/2010    2 recensioni
E' una storia basata sulla condizione attuale nella serie televisiva (per chi è arrivato alla seconda serie) abbiamo modificato alcuni dettagli e ci saranno colpi di scena! Parla di due sorelle che hanno incontrato i Salvatore nell'epoca rinascimentale in Italia e dopo che sono state trasformate le hanno abbandonate a Firenze in preda alla nuova condizione. 400 anni dopo le ritroveremo a mystic falls che si lasciano coinvolgere dai problemi dei Salvatore con Katerine e Klaus, i lupi mannari e tutto il resto senza mai svelare che cosa hanno realmente in mente. Oltre all'intreccio della storia ci saranno le storie d'amore che interferiranno nei problemi o aiuteranno a risolverli. Ancora non è completa e i numeri dei capitoli non sono stabiliti. La parte del passato composta da 6 capitoli e completa ma verranno pubblicati a distanza di circa una settimana l'uno dall'altro. Spero che vi piaccia! Enjoy it!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Maria Silvia Sforza



Il mio sonno fu interrotto da un raggio di sole, riuscito a sfuggire alle grinfie delle pesanti tende della mia camera che non permetteva l'accesso a nessuna di quelle irritanti sveglie naturali.

Decisi di alzarmi, gli orari della corte De Medici non erano molto permissivi. Io e mia sorella eravamo state invitate a pernottare per qualche tempo alla reggia della famiglia De Medici, passavamo molto tempo lì e dato che, per arrivare, ci toccava sempre fare molta strada in carrozza il signor Lorenzo era stato molto gentile nei nostri confronti accogliendoci.

Feci qualche passo incerto sul pavimento freddo, nonostante la temperatura tiepida della primavera, e la prima cosa che feci fu aprire quelle enormi tende verde marcio con un colpo secco. La luce del giorno che tanto non tollerai quella mattina l'avrei invidiata per qualche anno. Sciacquando il viso assonnato osservai il mio colorito spento nello specchio e i lunghi capelli, ricci di un castano chiaro, rovinati per la notte. Due cose che imparai ad apprezzare con il passare degli anni erano le lentiggini sulle guance e il naso leggermente verso l'alto, tutti mi dicevano che non si notava ma per il mio difetto era lì, bene in evidenza. Per fortuna questi difetti erano compensati dai grandi occhi verdi circondati da lunghe ciglia e le labbra carnose.

Tentai di svegliarmi il più possibile e mandai ancora una maledizione ai raggi di sole che poi mi si sarebbe ritorta contro. Chiamai la domestica perché mi aiutasse ad allacciare il corpetto, parte integrante del vestito tutto fronzoli che si usava a quei tempi in qualunque ora della giornata.

Una regola non di mio gradimento era l'imposizione, per le giovani donne da mostrare come carne da macello ai poveri uomini senza moglie, di attaccare i capelli così da scoprire il viso, per mia fortuna ero sempre riuscita ad evitare quell'obbligo.

Ero decisa a non fare colazione, ormai ero in ritardo, uscii dalla stanza per cercare mia sorella Maria Anna. Alloggiavamo nello stesso piano della stessa ala quindi mi bastò attraversare un grande corridoio adornato di quadri eleganti, ma che seguiva il tema verde marcio della mia camera, per trovare la stanza di mia sorella con lei all'interno alle prese con gli ultimi ritocchi per l'acconciatura.

<< Buongiorno sorellina >> le sorrisi e con dolci movimenti mi lasciai cadere sul suo letto.

<< Oggi non ti ho vista a colazione, ti sei svegliata nuovamente tardi >> cominciò, come un paio di mattine prima, la sua ramanzina << ti ricordo che qui siamo ospiti, non siamo a casa nostra >> essendo la più grande tra le due non si era mai risparmiata, tentò di fare la parte della madre attenta.

<< Maria Anna, per favore, conosco i miei doveri e sta a me se rispettarli o meno >> replicai.

<< Mi pare una risposta inappropriata >> mi alzai e trovai il suo volto verso di me con un'espressione di disappunto << i doveri vanno onorati come nostra madre e nostro padre >> si tirò su come un manico di scopa.

<< Sì sorella, avete ragione ma permettetemi di chiedervi come mai ancora non avete trovato marito >> disse lentamente e notai la sua espressione cambiare, la mettevo in difficoltà << siete di due anni maggiore rispetto a me eppure eccovi ancora qui con me >>

<< presto troverò marito>>

<< giù le armi, non voglio litigare >> sorrisi, mi alzi e prima di dirigermi verso l'uscita le diedi un bacio sulla fronte. << andrò a cercare diletto nella magnifica biblioteca, motivo principale perché noi ci siamo trasferite qui >> indugiai sull'uscio della porta << ovviamente secondo in confronto alla possibilità di trovare marito >> finii la frase ancora di spalle e cominciai ad incamminarmi per la biblioteca che si trovava nell'ala ovest.

Arrivata a destinazione mi accorsi che proprio mentre stavo entrando, Lorenzo De Medici mi veniva incontro con un sorriso incoraggiante e nessuno sguardo accusatorio al contrario di quello che si sarebbe aspettato mia sorella.

<< Maria Silvia, Buongiorno >> mi disse allargando le braccia quasi sorpreso nel vedermi, ma comunque con una voce calda e rilassante.

<< Buongiorno a voi signore >> mi inchinai tentando di non mostrare il mio imbarazzo che mi tradiva nel viso, impossibile impresa, mi limitai a non guardarlo negli occhi. << mi scuso per questa mattina, voi siete così gentile nei nostri confronti e io non vi mostro la minima gratitudine che possa essere presentarsi a colazione e apprezzare il cibo della vostra dimora >> alzai lo sguardo sul volto del mio rispettabile signore e incredibilmente intravidi stupore nel suo sguardo nell'udire le mie parole.

<< Non ha di cosa preoccuparsi, lei è mia ospite, la conosco e so che di certo il suo cuore gentile mi è grato >> sorrise ancora << colgo l'occasione per ricordarvi di stasera >>

In quel momento probabilmente era mia l'espressione sorpresa, ancora la mia disattenzione e poca partecipazione mi avevano messa in difficoltà.

<< Alla festa di questa sera >> continuò << ci saranno dei nuovi arrivati di una famiglia italiana ben nota alla nostra casa >>

<< Non mancherò, ve lo prometto >> dissi convincente.

<< Bene allora vi aspetterò >> non disse una parola di più e andò via.

 

 

**

 

La sera arrivò prima del previsto e indossai con noncuranza un vestito piuttosto elegante, anche se avrei preferito rimanere in disparte per non dare troppo nell'occhio. Le feste precedenti a cui avevo già partecipato non diedero buoni risultati. Mi ero ritrovata a parlare con persone, o meglio uomini, intellettuali che non avevano dato una minima considerazione a quello che avevo detto.

Ovviamente mi resi conto solo dopo della considerazione che avevano per la donna in quei tempi e dato che non ero considerata non vidi alcun motivo per farmi notare o intrattenere qualche uomo poco intelligente.

Scesi le grandi e belle scale in marmo bianco che conducevano all'entrata e molto lentamente arrivai all'imponente entrata per accogliere gli invitati.

Mi ritrovai a congelare di fronte la porta solo perché mia sorella mi aveva incoraggiato ai doveri di corte. Tutti, perfettamente in orario, in poco tempo si sedettero al tavolo per cenare, solo due posti erano vuoti: il mio e quello di qualcuno che inspiegabilmente non si era presentato ad una così prestigiosa festa.

Indugia all'entrata, incerta se entrare o meno. Decisi di entrare, dopotutto non mi restava altra scelta e non potevo di certo mancare a questo evento a causa di un invitato che aveva scelto di non presentarsi. Proprio quando mi girai una voce mi colse di sorpresa.

<< Vogliate scusarmi >> un uomo piuttosto affascinante era alle mie spalle, vestito bene, sembrava benestante. La cosa curiosa era che avevo controllato il viale fino a qualche secondo prima e non c'era una persona all'orizzonte e nessuna carrozza al suo seguito.

<< Che maleducato, mi chiamo Stefano Salvatore >> s'inchinò e prendendo la mia mano destra con la sua me la baciò << invitato da Lorenzo De Medici, sono nel posto giusto spero >> quell'uomo per quanto affascinante potesse essere non mi provocò particolare attrazione, piuttosto curiosità e continuava a guardarmi con uno dei suoi, supposi, sorrisi ammalianti.

<< Piacere mio, Maria Silvia Sforza >> m'inchinai << direi proprio che vi troviate nel posto giusto >>
Quell'uomo misterioso mi offrì il suo braccio con un gesto molto galante e io accettai. Con lo stupore degli zotici e della mia sorella zitella, entrai accanto a Stefano Salvatore.

  
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