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Autore: sissi149    26/12/2010    7 recensioni
Primo anno di liceo per Julian e Amy. Il Natale. Una festa a scuola. Dedicata a tutti gli amanti di questa coppia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Comitato Studentesco

organizza

Giovedì 24 dicembre

a partire dalle h 20.30

la Festa di Natale del liceo

nella nostra palestra.

 

Vi aspettiamo numerosi

 

 

 

 

Continuo a rigirarmi tra le mani il volantino dell'invito che due giorni fa ci è stato distribuito. All'inizio ho pensato fosse una cosa carina, ma poi l'ho trovata una cosa stupida. Sono tre giorni che tutte le ragazze più oche del mio anno, il primo, del secondo e perfino qualcuna del terzo saltano fuori da tutti gli angoli della scuola per cercare di farsi invitare da me. Per fortuna oggi è l'ultimo giorno di lezioni, non dovrò più vederle.

“Ehi Julian, vai avanti a prendere un tavolo che arrivo anch'io.”

Mi giro e vedo Ralph fiondarsi sulla pila dei vassoi e mettersi in coda per il pranzo, mentre invece io mi sono già servito. Siamo usciti insieme dall'aula eppure lui è arrivato qui solo ora. Gli sorrido mentre gli rispondo.

“Ok, ti aspetto.”

Trovo un tavolo libero non proprio al centro della mensa e me ne approprio. Apro la bottiglietta dell'acqua e aspetto. Dopo pochi minuti Ralph mi raggiunge col vassoio stracolmo.

“Accidenti, vuoi mangiarti tutte le scorte?”

“Sono molto affamato. Devo dire che se avessi saputo subito che il cibo di questa mensa sarebbe stato così buono non avrei avuto dubbi ad iscrivermi a questo liceo.”

“Perché uno sceglie la suola in base alla qualità del cibo e non dell'insegnamento.”

“Dai Julian sciogliti un po'!”

“Scusa, ma questa faccenda della festa mi sta facendo impazzire.”

“Li avessi io i tuoi problemi con le ragazze.”

“Taci!” Nonostante Ralph sia il mio miglior amico qui a scuola, a volte non afferra il punto di certe situazioni. Odio essere inseguito da gruppi di oche starnazzanti. Perché è questo che sono le mie compagne di scuola, da sempre, dalle elementari.

“Ciao ragazzi, scusate il ritardo.”

Amy arriva quasi trafelata e si siede al tavolo con noi. Anche lei a settembre si è iscritta al mio stesso liceo, peccato però che lei sia finita nella sezione D, mentre io e Ralph siamo nella C, al piano di sotto. Credo che lei invece ne sia contenta, in questo modo ha evitato di ritrovarsi Sarah Brown in classe, non sono mai andate d'accordo.

“Cos'è che ti ha trattenuta?” Le chiedo per far partire la conversazione.

“Il capitano della squadra di Basket maschile.”

Sia io che Ralph le lanciamo un'occhiata interrogativa.

“Sta cercando firme per una petizione per far spostare la festa di Natale in un altro posto. Dice che si rovina il parquet. Le leggende dicono che ci provi tutti gli anni e tutti gli anni gli vada sempre male. Vi consiglio in ogni caso di evitare di passare dal corridoio della mia sezione.”

Ci spiega ridendo. Non so perché, ma la sua risata mi fa stare bene. Finisce di mangiare velocemente, poi si alza a prendere il cappotto.

“Vi saluto, Harrison è malato e saltano le lezioni del pomeriggio, così noi abbiamo il permesso per uscire dopo pranzo. Ne approffitterò per andare in centro a recuperare gli ultimi regali. Immagino che ci vedremo alla festa.”

“Non lo so – rispondo – non ho ancora deciso se venire, dipenderà dai miei suppongo.”

“Va be, fammi sapere.” Prima di andare via ci lancia ancora un sorriso.

“Dai Julian vieni, ci divertiremo: musica, cibo e ragazze, cosa vuoi di più?”

“Sinceramente Ralph, sono proprio le ragazze a farmi desistere, non sopporterei di avere quelle oche intorno per una sera intera.”

“Non sono tutte oche, alcune sono intelligenti.”

“Potresti presentarmene una allora?”

“Amy.”

“Cosa centra Amy adesso?”

Alza gli occhi al cielo e mi guarda perplesso, come se non avessi capito qualcosa di terribilmente ovvio. Non stavamo parlando di quelle oche che fanno di tutto per attirare la mia attenzione? Perché tira in mezzo Amy?

 

 

 

 

E' la sera della Vigilia di Natale, sono quasi le dieci, dopo una semplice cena con i miei genitori sono tornato in camera. Non ho proprio voglia di andare a quella stupida festa, nonostante Ralph e nonostante la mamma che continua a ripetremi che socializzare un po' mi farà bene. Mi butto sul letto e accendo la radio: sta trasmettendo l'ennesima canzone natalizia ormai sentita troppe volte. Ad un tratto mi suona il cellulare, mi alzo per recuperarlo, guardo il display e non può essere, resto qualche istante stupito prima di rispondere.

“Pronto?”

“Pronto Julian, sono Holly. Come stai?”

“Io bene, tu? Non dovresti essere in Brasile?”

“Sono rientrato per passare le feste in famiglia. Ora sono fuori con Patty e tutti i ragazzi della New Team, stiamo chiamando un po' tutti per fare gli auguri ,senti...”

All'improvviso sento uno scoppio di voci che urlano “Buon Natale, Auguri” e mi sento felice e triste allo stesso momento: felice per quella dimostrazione d'affetto, triste perché io sono solo a casa mentre loro sono tutti in compagnia tra amici.

“Spero che ti abbia fatto piacere.” Holly torna il solo a parlare attraverso la cornetta.

“Tantissimo” rispondo con un groppo in gola.

“Non pensavo di riuscire a trovarti, da quello che mi ha detto Patty dovresti essere ad una festa a scuola.”

“No sono a casa, ma Patty come sa della festa?”

“Ha parlato con Amy, sono diventate una cosa assurda quelle due, passano le ore al telefono o si scambiano mail chilometriche.”

Mi viene da sorridere. “Credo che Amy sia andata alla festa.”

“Fammi capire, Amy è alla festa da sola e tu sei a casa?” Il suo tono sembra un po' sconvolto.

“Che problema c'è?” Replico io.

“Dimmi Julian, non ti è mai passato per l'anticamera del cervello che Amy volesse andare alla festa con te?”

Rimango pietrificato. Amy che vuole andare alla festa con me? Quelle sono le oche.

“Ne sei sicuro?” Chiedo con la voce che trema. Perché trema?

“Senti, conosco Amy da quando portavamo il pannolino, l'ho vista crescere, credimi so quando vuole qualcosa o le piace..... - si ferma un attimo – qualcuno.” Conlude, ora è il mio cuore a fermarsi. Buffo, ho sempre avuto paura che il cuore mi abbandonasse per lo sforzo durante una partita di calcio e invece il solo fatto che Amy possa essere interessata a me mi lascia in questo stato. Ho bisogno di sedermi, scivolo di nuovo sul letto. Dall'altro lato della cornetta Holly sentendo il mio silenzio si preoccupa:

“Julian tutto ok?”

“Sì....... io... devo andare..... devo fare una cosa.”

“Spero sia quella giusta. Ti lascio anch'io, dobbiamo chiamare ancora un sacco di gente. Buon Natale.”

Chiudo la comunicazione. Ora so cosa devo fare. Prendo dei vestiti puliti dall'armadio, mi infilo in fretta scarpe e giacca, poi mi precipito fuori.

“Papà, mamma, vado alla festa a scuola.”

Non ho ancora finito di comunicare, direi gridare, ai miei la notizia che sono già in strada e comincio a correre, mentre comincia a nevicare.

 

 

Come diavolo ho fatto ad essere così cieco, come? Come ho fatto a non accorgermi in tutti questi anni che nelle attenzioni di Amy c'era qualcosa di più della semplice amicizia? A dire la verità, non ho praticamente mai considerato Amy come una ragazza, cioè lo so che è una femmina, ma come una ragazza con cui uscire. Scemo! Era questo che intendeva Ralph l'altro giorno. Scemo di nuovo. Continuo a correre, sempre più veloce, spero che lei sia ancora là. Sento il cuore che mi scoppia nel petto, non so se per la corsa o per l'emozione o per la paura. Ok Julian, forse è il caso che ti fermi a prendere fiato, anche se non dovresti più avere problemi, non è il caso che ti venga un infarto la vigilia di Natale. Ormai sei quasi arrivato, puoi anche camminare.

Cammino e riprendo fiato, penso a cosa dirle perché capisca che ho capito. Non voglio essere scontato. La scuola compare in fondo al viale, il cuore ricomincia a battermi forte, questa volta sono sicuro che è l'emozione, non è una sensazione così brutta. Forse il mio cardiologo la penserebbe diversamente... Entro dal cancello e mi dirigo verso la palestra. Vedo le luci e sento la musica. Ad un tratto una figura esce di corsa dalla porta, senza giacca, sembra quasi che stia scappando. La chiamo:

“Amy”

Lei si volta, la posso vedere in faccia grazie al lampione. Mi si stringe il cuore: è quasi in lacrime. Non so che sia successo, ma la mia mente formula veloce un paio di più che validi motivi, inclusa quella stronza, sì proprio stronza, di Sarah Brown. Si avvicina a me titubante, io ne approffitto per osservarla, mentre il mio cuore aumenta ancora le pulsazioni. Indossa un vestito molto semplice fino al ginocchio, di velluto verde, un bel verde natalizio, con un po' di scollatura rotonda, molto fine. Nei capelli ha un nastro tipo cerchietto dello stesso colore, mentre un nastro rosso le stringe il vestito proprio sotto il seno, mettendolo in evidenza, ma senza essere volgare. In una parola sola è stupenda. Mi domando ancora come diavolo ho fatto a non accorgermi prima di che ragazza bellissima sia diventata. E' un miracolo che qualcuno non me l'abbia portata via mentre ero addormentato. Ora è arrivata davanti a me. Le lacrime stanno per uscirle dagli occhi.

“Te ne vai già? Il tuo cavaliere ti ha dato buca?” Cretino! Anche se l'ho detto scherzando, non potevo trovare qualcosa di più decente?

Amy mi si avvicina ancora di più, ormai piange, le lacrime le rigano la faccia. Comincia a prendermi a pugni sul petto.

“Scemo, scemo, scemo!”

Ha ragione, ha maledettamente ragione. La mia mano si muove da sola, comincio ad accarezzarle la testa e i capelli, come con una bambina. Sembra che si calmi, almeno non mi prende più a pugni. In qualche modo trovo la forza di parlare.

“Scusa il ritardo, principessa, ma non sapevo dove parcheggiare la carrozza. A dire la verità sono anni che sto cercando un parcheggio.” Spero che capisca. Forse sì, perché smette di singhiozzare e si stacca da me per guardarmi in faccia. Quegli occhi azzurri sono stupendi. Santo cielo! Il cuore mi sta di nuovo per scoppiare, credo che potrebbero sentirlo anche dentro la palestra.

“A capire certe cose sono un po' tardo.”

“L'importante è capirle.” Mi risponde così, semplicemente. Un'altra volta le mie mani si muovono da sole, le prendono il viso e con i pollici le asciugano le lacrime. Mi avvicno a lei fino a sfiorare le sue labbra con le mie, in un bacio dolcissimo. Posso sentire il suo profumo, caldo, alla vaniglia. Restiamo lì, qualche secondo, sotto la neve che cade in fiocchi sempre più abbondanti. Non appena ci stacchiamo le sussurro:

“Credo di essermi appena accorto di amarti.”

“Io ti amo da sempre.” Mi si avvicina di nuovo e mi bacia. Questo è ancora più bello del primo. La sento tremare tra le mie braccia e mi ricordo che è fuori senza giacca.

“Entriamo, o prenderai freddo e rischi di ammalarti. In più, dopo che sono venuto fino a qui praticamente di corsa avrò almeno diritto ad un ballo con la mia dama.”

Ride e si lascia guidare verso l'interno. Uno dei ragazzi del comitato mi fa segno che posso lasciare la giacca nello spogliatoio. Appena ritorno la prendo per mano e la guido verso il centro, dove è stata allestita la pista da ballo, scambiando un cenno di saluto con Ralph, che mi ha individuato subito. Cominciamo a ballare uno, due, tre, ho perso il conto dei pezzi. Sinceramente non sento quasi nemmeno la musica, le uniche cose che mi importano è che Amy sia qui tra le mie braccia e che il mio cuore abbia ripreso un battito quanto meno regolare, quanto mi è permesso dall'avere la ragazza che amo tutta per me.

 

 

Il tempo è volato, come niente siamo arrivati all'ultimo ballo della serata, è ora di rientare. Mi offro di riacompagnarla a casa. La neve cade più fitta e nessuno di noi ha l'ombrello.

“Vorrà dire che ne faremo a meno.” Mi dice ridendo, mentre ci avviamo mano nella mano. Come mi fa stare bene questo semplice contatto con lei. Mentre camminiamo, chiacchieriamo allegramente. Presto, troppo presto, arriviamo davanti a casa sua. Apre il cancelletto del giardino e mi invita a seguirla fino alla porta. Non so cosa abbia in mente. Appena arrivata si ferma e mi fa segno verso l'alto. Guardo e capisco al volo: un rametto di vischio è appeso sull'architrave. Mi avvicino e la stringo forte a me prima di depositare un altro bacio sulle sue labbra.

“Buona notte amore mio.” Le dico mentre entra in casa.

Prima di chiudere la porta mi risponde “Buona notte, mi hai fatto il più bel regalo che potessi mai sognare.”

No, tu l'hai fatto a me, il giorno in cui sei entrata in punta di piedi nella mia vita. Ti amo.











Una piccola nota: Il ruolo di Holly inizialmente l'avevo pensato per Philip, ma poi per una volta ho pensato che sarebbe stato carino togliere a Holly la parte di imbranato in amore ed anzi affidargli quella di aiutante del protagonista. Inoltre, come fa notare Holly stesso, il fatto che lui ed Amy si conoscano fin da piccoli gioca molto a suo favore.
Spero che apprezzerete e commenterete.

Sissi

  
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