I Frecciarossa sono dei treni così... signorili. Non c'è altro modo di descriverli. Come altro si potrebbero definire queste poltrone, questi finestrini limpidi, queste sale ristorante che sembrano quelle di un hotel di lusso? Sono le uniche cose di valore che anche un cieco riconoscerebbe: l'odore, i profumi, i tessuti sono nient'altro che lussuosi. E io di lusso me ne intendo. Altrochè. Uno come me si intende di tante cose: di lusso, di sigarette (anche se ormai fumo quella elettrica che mi fa sembrare un collegiale, di bei vestiti, di danza (sono bravissimo a ballare il valzer), di cibi gustosi. E di teatro. Oh, sono un abile attore. Per forza. Se non lo fossi, avrei sprecato milioni in una faccia nuova assolutamente inservibile. La maschera più precisa non è che un corpo, bisogna darle un'anima. E io ho un'anima meravigliosa da dare alla mia maschera... Un'anima capace di amare Lei. Sono le 8 e 36... è già sul treno, è già qui, e io fumo la sigaretta elettrica e mi confondo, sprofondo tra le pagine del mio romanzetto da quattro soldi. Ecco un'altra cosa di cui mi intendo: i libri. L'odore della carta tascabile è ben presto sopraffatto dal profumo più classico e ordinario del mondo, Chanel n 5. Sorrido fra me e me. Gliel'ho detto mille volte di usare qualcosa di più particolare, Dior, Lacoste... ma è l'immagine della perfetta signora. Vuole esserlo, anche quando la inseguono in venti poliziotti. è per questo che non ha altro bagaglio che una carta di credito, ed è perchè la conosco che le ho lasciato mazzi di fiori nella stanza d'albergo dove alloggerà e vestiti nell'armadio. Elise si siede proprio di fronte a me. Prevedibile. Dovrebbe cambiare mestiere, essere un'agente non le si confà per niente: troppo prevedibile. Non è dolce, non è ingenua, non è siocca, non è pura: è una donna che ha vissuto, che ha classe, che ha coraggio. L'antistereotipo per eccellenza. Ma tutti si voltano a guardarla come se fosse la Beatrice di Dante. Quando mi chiede il mio nome, comincio la mia recita. Alla bellissima Elise che mi chiede il mio nome, rispondo che sono Frank. Mi lascio spiegare come invitarla a cena, come se non lo sapessi... "Io vado a cena. Se tu volessi venire con me..." Come se io, Alexander Piers, non sapessi che a Elise non piacciono le domande ma nemmeno gli ordini. Meravigliosa figlia di Giano Bifronte...