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Autore: Errors11    26/12/2010    2 recensioni
Opzione numero 1: testare la sua pazienza per scoprire fin dove fosse disposto a spingersi.
Opzione numero 2: arrendermi, dargliela vinta in modo che si levasse presto dai piedi.
Ovviamente, non prevalse nessuna delle scelte.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Lambo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA INTRODUTTIVA D:

 

Già da un po' di tempo avevo in mente questa fic, finalmente ho deciso di scriverla. Ancora un po' e si sarebbe materializzata da sola... D:

Inquietante xD

Beh, come premessa direi che...niente, la voce narrante è quella di Lambo 15enne, che si è trovato a dover sopportare una lezione di buone maniere (poveraccio). Quale insegnante migliore (si fa per dire) se non il caro, viziato, Lampo?

 

 

 

“Ma… miseriaccia! Cerca di assumere un portamento decente!”

“…c-così?”

“Sei proprio un caso disperato…”

 

Come fossi capitato in quella situazione, l’avevo dimenticato. O meglio, non volevo nemmeno ricordarlo.

 

“Mettiamo bene in chiaro le cose: tu sei purtroppo un mio erede, che ci piaccia o no. Vorrei che tu non trascinassi nel fango l’immagine e il nome glorioso del Guardiano del Fulmine”

“Tsè, glorioso…”

 

In pratica, una proiezione di Lampo stava cercando di darmi delle dritte su come dovessi atteggiarmi  e su cosa dovessi dire per non farlo sfigurare.

Perché mai qualcuno, già bello che morto, avrebbe dovuto rivelarsi così testardo da sfinire i vivi solo per un fine oserei dire narcisistico? Mistero.

Non avendo la forza di fargli notare quanto fosse ridicolo, preferii assecondarlo.

 

Intanto il tempo, quasi a fatica, scorreva.

Leeeento.

 

 

 

 

 

 

Lentissimo.

 

 

 

 

 

“Accidenti, impegnati un minimo! Ho anche altre cose a cui badare, io! Cosa credi?”

 

Ah, i fantasmi sono proprio famosi per essere indaffaratissimi.

 

“Io mi sforzo, però tu sei impossibile da accontentare” sbuffai, spostandomi una ciocca nera di capelli dalla faccia.

“Mi fai venire il nervoso da quanto sei cocciuto, razza di mucca… ora fermati e guardami attentamente”

 

Sfilò altezzosamente lungo la stanza mentre io, stanco della sua lezione di quasi 4 ore, cercavo di riprendere le forze uniformandomi al divano, sciogliendomici praticamente sopra. Ancora un po’ e avrei dato i numeri.

 

Un’overdose da etichetta. Una palla mostruosa.

 

“Questo è il portamento da assumere, Lambo! Non quella schifezza da mozzarella, da femminuccia che non sei altro”

“Femminuccia io? Parliamone. Lasciatelo dire, sembri proprio un damerino effemminato”

“Rimangiati immediatamente le parole da plebeo che ti escono dalla quella boccaccia, caro mio. Si chiama e-du-ca-zio-ne, saper stare in un ambiente senza passare per barbone. Dovresti ringraziarmi, mi sto abbassando ad un livello un po’ più simile al tuo perché mi potessi comprendere. Ah, forse sto commettendo un errore, in fondo la nobiltà non è roba per cani e porci. O mucche”  disse portandosi una mano sulla fronte, facendola scorrere successivamente tra la lucente chioma verde.

“Eh,che complicazione…” sospirai.

 

Andava bene assecondarlo, ma non volevo che calpestasse la mia dignità.

Devo ammettere che in parte mi divertivo a farlo innervosire.

Entrambi sapevamo che non appena fosse sparito, io avrei ripreso a comportarmi a modo mio, eppure lui si infastidiva nel vedere i miei scarsi risultati.

Di certo non avevo voglia di renderlo soddisfatto, perciò davo il peggio di me, spacciandoglielo per il massimo impegno che potessi metterci.

Tuttavia una cosa era sicura: finché non fossi giunto ad un risultato accettabile, Lampo avrebbe continuato a massacrarmi con le sue idiozie da aristocratico.

Le opzioni erano 2.

 

Opzione numero 1: testare la sua pazienza per scoprire fin dove fosse disposto a spingersi.

Opzione numero 2: arrendermi, dargliela vinta in modo che si levasse presto dai piedi.

 

Ovviamente, non prevalse nessuna delle scelte. Io volevo giocare, così decisi di complicarmi la giornata ancora di più.

Ignaro di cosa sarebbe successo, chiesi cortesemente a Lampo di assentarmi per un istante, che scocciato e con aria di sufficienza mi diede il permesso.

Ritornai al suo “cospetto” pochi istanti dopo, impugnando il bazooka decennale.

Sgranò gli occhi, anche quello che solitamente teneva chiuso (ecco un altro dettaglio che mi infastidiva, dato che c’ero già io a tenere la palpebra destra abbassata!), poi mettendo le mani avanti ed indietreggiando col corpo balbettò qualcosa tipo:

 

“C-cosa sarebbe quell’affare? È un giocattolo, è finto…g-giusto?! ”

 

Sorrisi, divertito dalla sua espressione sconvolta.

 

“Hmm, mi sono sempre chiesto se i fantasmi di sangue blu fossero in grado o no di sottrarsi alla mia speciale arma”

 

Con un ghigno di sottomissione si abbassò leggermente.

 

“N-non ti sarai mica offeso per ciò che ho detto prima… era s-solo per spronarti a far meglio…”

 

Ah, che pace da lì a pochi secondi.

 

“Offeso? Da uno come te?”

 

Premendo il grilletto, scoprii che nemmeno gli spiriti invocati sono immuni ai viaggi temporali.

 

Santo cielo.

 

 

 

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