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Autore: LauMao    26/12/2010    5 recensioni
Nessun rimpianto prima di lasciare questo mondo da feccia che sei?
Ti ho già assicurato che non perderò, e in ogni caso non ho rimpianti!
Ah no?’ Sorrise malevolo Xanxus. ‘Quindi sei certo di aver sperimentato tutto ciò che volevi nella tua miserabile vita, rifiuto?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Superbi Squalo, Xanxus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una notte limpida e serena nella città di Namimori, decorata dalla presenza di stelle luminose. Nemmeno una nuvola pareva disturbare quel magnifico cielo notturno. Ma, come tutti immaginano, la calma e la tranquillità durano poco. Un penetrante grido che pareva un ‘VOOOOOOOII’, proveniente dall’interno di una villa, si stagliò alla luna, irrompendo nella quiete del momento.
Superbi Squalo pareva alquanto energico. L’eccitazione per la vittoria di Belphegor contro l’altro Guardiano della tempesta gli fremeva in corpo, rendendolo incapace di rimanere fermo e silenzioso. Xanxus, a sua differenza, ostentava la solita glaciale apatia, seduto scomposto su una poltrona e accompagnato da un bicchiere di Cointreau ghiacciato, un liquore francese.
‘Il principino sadico si è fatto valere! E domani sarò io a combattere!’ Tuonò Squalo alquanto compiaciuto. ‘Poi potremo finalmente tornarcene in Italia, Boss.’
Come tutta risposta, Xanxus si limitò a gettargli una gelida occhiata priva d’interesse, per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione al bicchiere.
Se c’era una cosa che Squalo non sopportava, quella era essere ignorato dal Boss. Ma l’irritazione svanì quasi immediatamente, lasciando posto ad un sorrisetto provocante.
‘Così finalmente potrò lasciarmi alle spalle questo tuo stupido gioco.’ Affermò con tono strafottente, pronto a lasciare il salone e raggiungere camera sua. Ma aveva fatto pochi passi quando sentì un tonfo e subito dopo un dolore acuto che gli percorreva la testa facendola rimbombare. Un liquido ghiacciato gli scorreva tra i capelli, andando a sporcare anche il giaccone in pelle nera. Subito dopo realizzò che l’artefice di tutto questo era Xanxus, che gli aveva scagliato addosso il bicchiere ricolmo, mirando alla sua testa.
Squalo si voltò più infuriato che mai. ‘VOOOOOI! Ma ti sei bevuto il cervello?? Perché l’hai fatto?’
Xanxus ripose tranquillamente ‘Ti stai lamentando?’
L’uomo dai lunghi capelli argentei digrignò i denti, e i suoi occhi color grigio perla andarono a scontrarsi contro quelli amaranto del boss. Ma fu una frazione di secondo, perché Xanxus spostò con calma il suo sguardo impassibile da un’altra parte.
Squalo rimase immobile con i pugni serrati, fissando intensamente il boss, per costringerlo ad affrontare nuovamente i suoi occhi indignati.
‘Invece di rimanere lì impalato come spazzatura ammassata, perché non fili a lavarti i capelli? Sai, quella roba appiccica.’ Disse semplicemente Xanxus mentre sembrava studiare una cornice.
Bastardo’ sussurrò Squalo tra sé e sé, ma del resto non poteva lasciare in quello stato la sua preziosa capigliatura. ‘Quando ho finito faremo i conti.’
 
VOOOIII’ Squalo fu investito da un getto di acqua gelida. ‘Dannazione, perché quel cazzo di boiler non è ancora stato riparato? Nessuno di quei fannulloni si decide mai a fare qualcosa di veramente utile qui.’ Mentre si lavava sopportando il freddo dell’acqua, lanciava imprecazioni a destra e a manca contro i suoi compagni, in primis contro il boss.
‘Non capirò mai che cosa passi nella testa di quell’individuo.’ Si rassegnò con amarezza, serrando l’acqua e avvolgendosi in un accappatoio. Era tentato di andarsene in camera sua, ma d’altronde aveva pronunciato le parole ‘Quando ho finito faremo i conti.’, e stranamente gli era tornata la voglia di rompere la scatole al boss. Così, uscito dal bagno, prese a dirigersi nuovamente verso il salone, convinto che Xanxus fosse rimasto a sorseggiare alcool sulla sua poltrona. Ma presto si rese conto che non era più lì. Dove poteva essersene andato, in camera forse? Allora per quale motivo la porta che conduceva al terrazzo era aperta? Bastò una fugace occhiata per notare il boss, appoggiato alla balaustrata del balcone. Squalo si decise a raggiungerlo e a piazzarglisi vicino.
‘Ehi Xanxus, perché il dannato boiler ancora non funziona?’ Si lamentò. ‘A chi spettava ripararlo?’
‘Non venirmi a rompere, rifiuto. Le tue insopportabili lagne non sono affatto gradite dalle mie orecchie.’
VOOOI! Quindi a te sta bene avere il boiler rotto?’
‘Francamente tu e il tuo boiler del cazzo potete anche andarvene a quel paese, per quel che m’interessa. E se proprio ci tieni, perché non muovi il culo e te lo aggiusti tu?’
Dannato!’ Sibilò Squalo. ‘Comunque, che ci fai qui sul terrazzo da solo?’ Per quanto la domanda potesse risultare banale, aveva voglia di conversare un po’ con il boss, anche se le sue risposte consistevano per lo più in monosillabi ed insulti.
Questa volta non venne nemmeno degnato di una risposta. Così si limitò a contemplare lo sguardo di Xanxus, rivolto al cielo. Qualcosa sembrò incuriosirlo; sicuramente dipendeva dal fatto che il suo boss fosse la persona che conosceva meglio di chiunque altro, perché solo Squalo avrebbe potuto percepire pensierosità e preoccupazione, che in quel momento sembravano celarsi negli occhi inerti di Xanxus.
‘C’è qualcosa che ti tormenta, Boss?’ azzardò Squalo tentando di ostentare disinteresse nella voce.
Con questa sua uscita riuscì finalmente ad attirare su di sé l’attenzione dell’altro. I due si fissarono gelidi per un pezzo.
‘Allora ci ho azzeccato, eh?’ proseguì soddisfatto.
Xanxus si limitò a ghignare. ‘Senti un po’, rifiuto umano. Tu li conosci meglio di chiunque altro i miei principi morali, vero?’
‘Cosa intendi dire con questo?’
‘Che i deboli non meritano di rimanere in vita. Sono solo una presenza d’intralcio che va eliminata ad ogni costo. Anche tu sei d’accordo su questo, no?’
VOOOI! Ovviamente!’
‘Quindi sei anche consapevole del fatto che se domani tu dovessi fallire la missione, io sarò costretto a farti fuori, nel bene o nel male.’
‘Certo che ne sono consapevole! Ma sono consapevole anche della mia forza. Quell’incapace del mio avversario che maneggia la spada come fosse un giocattolo non sarà mai in grado di battermi!’ Tuonò Squalo.
‘Tu credi, eh?’
‘Ne sono sicuro!’
‘Nessun rimpianto prima di lasciare questo mondo da feccia che sei?’
‘Ti ho già assicurato che non perderò, e in ogni caso non ho rimpianti!’
‘Ah no?’ Sorrise malevolo Xanxus. ‘Quindi sei certo di aver sperimentato tutto ciò che volevi nella tua miserabile vita, rifiuto?’
Squalo non osò più controbattere. Ormai gli era diventato palese che il boss stava tentando di fargli capire qualcosa. Sì.. Ma cosa? Un qualcosa che non aveva mai sperimentato.. Di cosa poteva trattarsi? Che cosa gli era mai mancato? .. Possibile che..? Xanxus si stesse riferendo proprio a quello? No, era impossibile, il capo era proprio l’ultima persona al mondo che potesse mai pensare a certe cose.
‘Vedo che forse stai realizzando, rifiuto.’ Si sentì deriso da Xanxus.
E se invece i suoi sospetti infondati si stessero rivelando esatti? Ma che cosa gli prendeva al boss, così all’improvviso? Forse aveva bevuto un bicchiere di troppo?
‘Xanxus, che diavolo stai cercando di dirmi? Sono stanco dei tuoi giri di parole, vedi di vuotare in fretta il sacco!’ Tentò goffamente di minacciarlo con il cuore in gola.
L’atteggiamento timoroso che d’un tratto aveva adottato lo spadaccino sembrava divertire terribilmente Xanxus. Si limitò a rispondergli ‘Quando finalmente sarò Decimo dei Vongola, avrò bisogno di un erede in modo che diventi il mio successore. E per far sì che questo accada immagino dovrò pur trovarmi una donna.’
Squalo era rimasto sbigottito dinanzi alle sue parole. ‘Una donna?’ Ma quando mai, in tutta la sua vita, lo Xanxus che conosceva si era messo a pensare a una cosa inutile e superficiale come le donne? Forse era davvero ubriaco. Anzi, non ce n’era alcun dubbio.
‘E dimmi un po’, inutile feccia. Quando sarai un Guardiano, anche tu vorresti una donna? Ne hai mai desiderata una?’
Rimasto totalmente impietrito dallo sconvolgimento e dall’imbarazzo, a Squalo si erano impastate le parole in gola, rendendolo invalido a formulare una qualsiasi risposta. Siccome non era in grado di aprir bocca provò a riflettere sulle sue ‘esperienze’ passate. Ora che ci ripensava meglio, da giovane aveva sempre avuto un corteo di belle ragazze che desideravano conoscerlo e, perché no, magari frequentarlo. Ma Squalo si era da sempre dimostrato un individuo assai chiuso e disinteressato nei confronti di qualsiasi essere vivente, specie se si trattava del sesso opposto. A dirla tutta, Xanxus era stata l’unica persona per la quale aveva mai provato rispetto e una sorta d’interesse che non era nemmeno in grado di definire bene.
‘A cosa stai pensando ora?’ La voce beffarda di Xanxus lo allontanò dai suoi pensieri riconducendolo all’attuale situazione.
‘A niente.’ Mormorò Squalo titubante.
‘Ah, davvero? Quindi non ci sei mai stato con nessuna, eh?’ Ghignò Xanxus.
VOOOOOOOOI! E da quando in qua t’interessa questo genere di cose sul mio conto?’ A tradire il suo tentativo di fare il duro, era il pallido volto di Squalo che pian piano stava assumendo un colorito a dir poco scarlatto.
‘Sei vergine, feccia?’
VOOOOOOOOIIIIIIIIIIIIIIIIIII! FALLA FINITA XANXUS!’ Squalo non avrebbe potuto sopportare oltre. La cosa che lo faceva veramente imbestialire era che Xanxus non l’aveva mai reso ridicolo fino a questo punto. Doveva pur difendere ciò che rimaneva del suo orgoglio, doveva contrattaccare, doveva cancellare quella smorfia strafottente dal volto del boss che lo faceva sentire così patetico, doveva riuscirci a costo di farlo incazzare sul serio. ‘Ti comporti tanto da spavaldo, ma mi risulta che nemmeno tu abbia mai avuto le palle di fare sesso con una Cervello o una qualsiasi altra sciacquetta. Oppure non è esattamente l’altro sesso con cui vorresti andare a fondo?’ Controbatté.
Era consapevole che una volta pronunciate quelle parole, non si poteva tornare indietro. Questa volta Xanxus gliel’avrebbe fatta pagare pesantemente per l’offesa subita, e lui di certo non voleva venire picchiato a sangue senza nemmeno provare a difendersi. Si preparò a sfoderare i pugni, [dannazione, perché proprio in un momento simile aveva abbandonato la sua fedele lama in bagno?] ma non tardò ad accorgersi che c’era qualcosa di strano in quella situazione. Xanxus lo scrutava immobile, senza aver cancellato per un secondo il ghigno gelido e beffardo dipinto sul volto. Sembrava essere rimasto inerte alle parole di sfida del compagno. Ora Squalo era più confuso e stravolto che mai. Che cosa aveva in mente, quel pazzo?
‘Squalo, davvero ti risulta che io non abbia mai fatto sesso?’ Rise. ‘E sentiamo, come fai ad esserne così sicuro? Mi conosci davvero a tal punto?’
Lo spadaccino non poteva credere veramente alle sue parole. L’uomo con cui stava parlando in quel momento era davvero il suo boss, Xanxus? Che cos’era cambiato in lui? D’un tratto gli pareva diverso dal solito..
‘.. Inutile che cerchi di sopraffarmi con questi discorsi. Non crederò mai alle tue cazzate.’ Ringhiò Squalo.
‘Mi stai dicendo che vuoi una dimostrazione pratica per crederci, spazzatura?’
VOOOII! Io non ho detto niente del genere!’
‘Del resto sarebbe triste per un rifiuto come te che ostenta tanta superbia morire vergine.’
‘XANXUS! TI HO DETTO DI..’
Questa volta non gli fu concesso di terminare la frase. Xanxus non avrebbe sopportato ulteriori berci da parte di Squalo. La situazione era diventata così irritante che aveva afferrato le spalle del compagno tirandolo a sé, per poi chiudergli definitivamente la bocca con un bacio affamato. Muoveva la lingua con foga e violenza permettendo all’altro di respirare a malapena. Squalo era così su di giri che non osò nemmeno rispondere al bacio. Probabilmente non aveva realizzato bene ciò che era successo. Quando finalmente Xanxus si staccò, lo spadaccino si lasciò cogliere alla sprovvista da un brivido improvviso.
‘Forse fa troppo freddo qui, senza contare che tu sei in accappatoio. Faremmo meglio a rientrare.’ Sentenziò il boss.
Squalo non avrebbe ammesso così apertamente che il suo brivido era stato causato dall’eccitazione e non dal freddo, così non fece altro che seguirlo. Una volta entrati nel salone però, si rese conto di una sgradevole ed imbarazzante cosa. Non poteva permettere che Xanxus lo notasse, immaginava che lo avrebbe deriso fino alla morte e ne sarebbe andato del suo orgoglio.
‘Vado in camera mia, ho bisogno di riposare.’ Buttò lì Squalo, nella speranza di venire lasciato in pace.
‘Tu non vai da nessuna parte, rifiuto. Proprio tu, dovresti saperlo meglio di chiunque altro che, una volta presa un’iniziativa, la porto a termine. Ottengo sempre tutto ciò che voglio, anche si dovesse trattare di usare la forza bruta. E niente riuscirà mai ad impietosirmi.’
Cazzo se aveva dannatamente ragione! Ed era proprio vero che Squalo lo sapeva meglio di chiunque altro. In questo caso avrebbe dovuto sbrigarsi a raggiungere camera sua e barricarcisi dentro prima che Xanxus potesse prendere una qualsiasi decisione, ma non fu abbastanza svelto che l’altro lo raggiunse avvolgendo il braccio destro attorno alla sua vita per bloccare quell'ostentata fuga.
‘Dove credi di andare, pezzente? Ormai sei tra le mie grinfie.’ E gli morse il collo con forza, mentre lentamente lasciava scivolare la mano sinistra verso un punto ben preciso. D’un tratto realizzò il perché dell’agitazione di Squalo e scoppiò in una risata malevola. ‘Cazzo, cazzo, cazzo!’ imprecò l’altro tra sé e sé. Se solo in quel momento avesse avuto lì la sua spada.. che errore fatale aveva commesso a dimenticarsela!
‘Ti si è indurito con estrema facilità, vedo. Sei eccitato, feccia? Ohh, qui sembra proprio che Lussuria non sia l’unico rifiuto voglioso dei Varia.’
V-VOOOI! Non provarci nemmeno a paragonarmi a quel finocchio perverso! LASCIAMI ANDARE!’ Ordinò Squalo divincolandosi con forza, ma, con il braccio libero, Xanxus gli scagliò una forte gomitata nello stomaco facendolo tossire con foga.
‘M-maledetto! Fa male, cazzo!’
‘Ti avevo avvertito che in caso di resistenza avrei usato la forza bruta.’
Il boss approfittò di quell’attimo di debolezza fisica da parte del compagno per scaraventarlo sul divano e strappargli letteralmente via l’accappatoio di dosso. Rimase un attimo in contemplazione del suo candido corpo nudo, della sua pelle umida, fresca e appetitosa.
‘Per essere spazzatura sembri alquanto invitante. Mi hai fatto venir fame, spero per te che la tua carne sia in grado di saziarmi, altrimenti ti distruggo per avermi fatto perdere tempo.’
Sei pazzo.’ Sussurrò Squalo prima che le labbra ruvide di Xanxus inghiottirono nuovamente le sue. Questa volta si lasciò andare all’oblio del bacio, che cancellava dalla sua mente tutti i pensieri ostili riservati al boss fino a quel momento. Non aveva mai provato nemmeno lontanamente una sensazione, o meglio, un’emozione simile. Nonostante Squalo non avesse mai fatto certe cose con nessuno, poteva perfettamente immaginare che Xanxus non si sarebbe certo limitato a questo. No, lui si sarebbe spinto molto più a fondo, anche per il semplice motivo di far valere la propria autorità, fino ad averlo completamente sottomesso al suo volere. Tanto alla fine succedeva sempre così, a prescindere dalla situazione in cui si trovavano. Così, Squalo, si lasciò mordere le labbra, le orecchie, il collo e infine i capezzoli. Quando la lingua di Xanxus, che scivolava libera e impetuosa per l’addome, raggiunse il suo membro non riuscì più a trattenere un gemito. Il boss sembrava compiaciuto.
‘X-Xanxus, se gli altri dovessero vederci..’ provò a mormorare, ma nemmeno terminò la frase che d’improvviso percepì un caldo liquido bianco schizzare fuori impetuoso, accompagnato da una sensazione di piacere assoluto. Mentre ansimava, Xanxus lo perforò con lo sguardo. ‘Non mi basta, ne voglio di più’ Ordinò subito dopo avere ingoiato.
‘Oh insomma, fa come vuoi’ acconsentì l’altro piegandosi definitivamente a lui.
 
Fu una notte lunga per entrambi. Eppure, nonostante le persistenti grida di Squalo, non venne nessuno a disturbarli. Lussuria e Belphegor perché erano in ospedale, Mammon probabilmente se n’era andato per conto proprio in cerca d’informazioni sul suo futuro avversario, e Levi sarà stato in giro ad allenarsi. Per una notte avevano avuto quella villa tutta per loro, nemmeno l’avessero premeditato. Un modo migliore per passare la serata, di certo, non l’avrebbero potuto trovare.
La mattina dopo, Squalo si svegliò piuttosto frastornato. Si guardò in giro, e con non poca fatica, realizzò di trovarsi nella camera del boss. Come diavolo aveva fatto ad arrivare fin lì? Non voleva nemmeno tentare di ricordare ciò che era successo. Sarebbe stato troppo imbarazzante, e allo stesso tempo troppo irreale. Tentò di mettersi seduto appoggiandosi allo schienale del letto a due piazze.
‘Ora che ti sei svegliato tornatene in camera tua. Non riesco a dormire bene con te che mi occupi metà del letto.’ Lo aggredì una voce estremamente famigliare.
Squalo inarcò un sopracciglio.
‘Mi hai sentito, feccia. Vestiti e vattene da qui, ora che sei sveglio.’
Inutile averlo pensato. Non sarebbe certo bastata una notte di quel genere per cambiare il rapporto tra il boss e lo spadaccino. E questa consapevolezza rendeva Squalo estremamente sollevato.
Così si alzò dal letto con uno sforzo, si rivestì, e prima di abbandonare la camera si bloccò dinanzi alla porta, dando le spalle a Xanxus. Avrebbe forse dovuto dirgli qualcosa? Ma cosa si deve dire di preciso in situazioni del genere?
‘Dovresti ringraziarmi, spazzatura, solo per averti dedicato il mio tempo. Ti ho concesso un enorme favore. Perciò, se questa notte non mi porterai quel dannato anello, sappi che sarà la volta buona in cui ti faccio fuori. Quindi vedi di non perdere, intesi?’
Squalo sorrise tra sé e sé. ‘VOOOOOOOI!’ gridò semplicemente prima di uscire sbattendo la porta, sentendosi pronto come non mai per la battaglia di quella sera.
  
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