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Autore: _ninive_    26/12/2010    0 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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incontri e ricordi

Decido di andarmene, dopo aver avvisato gli altri. Ho provato a cercarla tra la folla, ma è scomparsa.

Occhi grigi, oltre le porte dell’ascensore.

Che palle, già prima pensavo sempre a Maya, adesso pure questa doveva entrarmi in testa. E per un bacio, poi! Però bello eh, ammettiamolo.

Tornao a casa a prendere la mia macchina, ho voglia di farmi un giro sulla costa. Corro un po’ sulla strada libera, la macchina si guida benissimo, e la notte è mia complice… quando vedo in lontananza qualcosa che mi sfreccia davanti. Un secondo, un botto, uno sguardo spaventato.

 

 

“Ma sei coglione???”

Scendo dalla macchina in tutta fretta, per vedere sdraiato a terra un ragazzo, incazzato nero, ma illeso, e il suo skateboard, lontano, semidistrutto.

“Oh cazzo, ti sei fatto male?”

I fari lo abbagliano, si copre il viso con una mano. Indossa una felpa lunghissima, jeans stretti, quasi da donna, e un cappello blu con la visiera.

“No, pezzo di idiota, ma poco ci mancava. Ma che ti passa in testa, per guidare così veloce vicino agli incroci?”

“Scusa, seriamente, non volevo. Sicuro di stare bene?”

Gli tendo una mano per alzarsi, ma lui la sposta via con un colpo secco e si alza senza fatica. Alzandosi, il cappello gli si sfila dalla testa. Finalmente lo vedo, o meglio, la vedo. Una massa di lunghi capelli biondi si libera, e lei li sposta dalle spalle con un colpo.

“Ma… sei una ragazza!”

“Ma che bravo, sai riconoscere i maschietti dalle femminucce.”

Si riprende il cappello da terra e lo pulisce, poi ci rificca i capelli dentro e si mette il cappuccio. Vedendola così sembra proprio un ragazzo.

“Scusa, io credevo che tu fossi…”

“Si lo so, e non sei il primo idiota che lo pensa.”

I suoi occhi chiari si incastrano ai miei, e cambia tono di voce. “Io sto bene, e tu? Sembri sconvolto. Scusa, non volevo attraversare di botto, è che credevo andassi più piano. Sei pallido come un cadavere.”

“No, io… tutto ok. Scusami.”

“Basta scuse! Non ho nulla, a parte qualche livido…”

Alza la maglietta e si scopre la pancia piatta. “Ecco, mi fa un po’ male il fianco, e il sedere, l’ho pestato.”

Mi sorride, finalmente. È comunque molto carina, anche così sconvolta. Non posso fare a meno di pensarlo.

“Ho rotto lo skateboard, domani te ne compro un altro.”

“Figurati, era vecchissimo. Spero di non averti ammaccato la macchina.”

La guarda, preoccupata. La mia (di Ste) bellissima Mito nera.

“Tanto è di mio fratello. Gliel’ho ammaccata parecchie altre volte, botta più, botta meno…”

 “Beh, ora devo andare. Grazie di tutto.”

“Di averti investita?”

“Beh, non mi sono fatta nulla, no? Quindi è ok.”

“Vuoi un passaggio?”

“No, grazie!”

Mi vergogno un po’. “Non guido sempre male, sai…”

“Dicono tutti così.” Sorride, raccoglie lo zaino da terra, i pezzi dello skateboard e si allontana.

Mi sembra in qualche modo di averla già vista, ma chissà dove…

 

Rientro a casa, stranamente presto. Sere sta seduta di fronte alla Tv, e guarda un film.

“Ehi, Ray. Come mai già a casa?”

Poggio le chiavi della macchina sul tavolo e mi stravacco sul divano, vicino a mia sorella. “Non ho molta voglia oggi. Non so perché.”

Lei sorride e poggia la testa sulla mia spalla. “Io lo so perché. Eccome se lo so… è l’estate.”

“Ma che c’entra l’estate?”

“Beh, quest’anno ti sei finalmente diplomato e devi trovarti un lavoro. Stai entrando nell’età adulta… non puoi più passare l’estate a bighellonare e non fare nulla. Vedi Marty, lei ha un lavoro…”

“Marty lavora perché si annoia! Il negozio è suo, è ricca! Io non ho problemi di soldi…”

“Non puoi vivere sulle spalle di Stefano per tutta la vita, Ray. Devi trovarti un lavoro serio. So che questo ti spaventa, è successo anche a me.”

Sospiro, leggermente triste. “Hai ragione. Mi sento un idiota a pensare di poter vivere alla leggera a diciannove anni.”

“E in più, c’è un’altra cosa.”

La guardo, interrogativo. Lei si solleva e mi guarda negli occhi, determinata. “Tu speri che Maya torni.”

Io non rispondo, e penso. Ho passato tutti quei mesi, dall’estate a oggi, senza pensare a lei. Perché è un ricordo estivo. Ed ora che è giugno, la mia speranza si è riaccesa.

“Dovrei smettere di pensarci.”

“Non ti ho mai visto provare nulla per nessuna ragazza con cui sei uscito. Non ti ho nemmeno mai sentito dire che ti eri messo con qualcuna seriamente! Avevo pensato che ti fossi innamorato di Nora, perché lei è stata la prima che ti ha fatto fremere, la prima con cui sei stato a letto. Ma lei ha smesso di piacerti quando ti sei impegnato seriamente con Maya. Perché lei ti è rimasta così impressa? Non era forse una ragazza come tante altre?”

“Avevo detto a Fabio che avevo smesso di uscire con le ragazze tanto per. E lei mi piaceva seriamente, perché era diversa, semplice, dolce. Sono andato a letto con Nora, ma lei mi ha perdonato. Poi sono successi casini vari e… mi ha tradito con Fabio. Poi se ne andata.”

“E tu l’amavi?”

Non rispondo. Perché seriamente non so che dire. In fondo, com’è l’amore? Che ne so io?

Lei sorride e mi da un bacio sulla guancia. “Mi piace quando sei così cuccioloso.”

 

 

“Ma, la notte so che pensi a me, amore… nel buio cerchi sempre le mie mani…”

Marty canticchia, come fa sempre lei. Non cambierà mai. Capelli cortissimi, tagliati da poco, per fare un dispetto a chi diceva che non aveva personalità, tonalità scura, riflessi rossi. Non mi sono ancora abituato bene a vederla coi capelli così corti e il pearcing al labbro, ma è sempre lei, spensierata, allegra, indistruttibile. È l’unica persona con cui voglio avere ancora dei rapporti profondi. Con tutti gli altri, Fabio compreso, è solo un’amicizia di facciata.

Sono nel suo negozio, perché ho voglia di parlarle di quello che è successo ieri. Ormai è come se ci vivessi, dato che ha notato che quando ci sono io le ragazze comprano il doppio. Sorrido al pensiero. Dopotutto sono sempre io, no? Ray, il conquistatore, che per consiglio di Marty si è dato una calmata con le ragazze, (“Rimango superstite solo io su quest’isola!” aveva commentato Marty con un sorriso furbetto!), ma adesso che l’estate era di nuovo cominciata erano aumentate di parecchio le turiste carine. E poi c’era lei, Maya, indimenticabile.

Mi guardo nella vetrina del negozio, e il mio riflesso mi rende lo sguardo: alto, capelli neri, occhi azzurri, fisico atletico. Marty mi guarda e scuote la testa dietro di me, e mi sillaba la parola “Vanitoso”.

Entra un ragazzo che le chiede di provare dei costumi, ma in realtà lo so che è entrato solo per flirtare con lei. Oggi indossa una magliettina viola trasparente, e una gonnellina in jeans che le mette in mostra le gambe dorate dal sole. Il mio istinto di protezione si attiva e sono leggermente infastidito dagli sguardi che il cliente le lancia. Quando alla fine si decide, paga e si dilegua, una sfilza di ragazze entra, guardandomi fisso, sbuffo e dico a Marty che vado a farmi un giro. Lei annuisce e mi fa l’occhiolino, e uscendo mi scontro con una spettinata Vale e un’imbronciata Lucia.

“Proprio te cercavo!” mi urla Vale.

Lucia sbuffa e mi fa le spallucce.

“Me? Ma che è successo?” chiedo io, curioso.

“Dove eravate ieri con Nikko?”

Vale mi guarda truce, braccia incrociate, piuttosto arrabbiata. Non so che dire e Marty mi salva, quasi cacciando via le clienti: “Ray, che dovevi dirmi? Oh, ciao Lucy e Vale… ma ti sei pettinata stamattina? Dai entrate!”

 

Vale è furiosa. “Al Chico??? Oh, Ray, pensavo che fossi mio amico, o almeno di Marty! Quello là mi ha messo le corna, vero? Adesso vado a cercarlo e gli strappo le p…”

“Vale, calmati! Mio fratello sarà beato a letto ora, sono le undici del mattino, quindi dovrai aspettare.”

Io rido e mi siedo dietro il banco della cassa, e questo fa arrabbiare ancora di più Vale.

“Ma che fai? Ridi? Ti sembra una cosa bella? Gli avevo detto che non poteva andarci, e lui che fa?? Ci va!!!”

Lucia non sembra contenta di stare lì a perdere tempo. “Oh, insomma, ti sei messa con uno che fa sempre conquiste, abituato a un ragazza diversa ogni giorno, un po’ come Ray…”

“Ehi!!!”

“Scusa, ma è vero! Comunque che pretendi, che un ragazzo abituato ad essere libero si ritrovi tutto all’improvviso ingabbiato come lo tieni tu?”

“Io non lo tengo ingabbiato…”

“Sei pallosa! È un anno che va avanti questa storia, un anno che ti mette le corna e tu te ne freghi, anzi sei gelosa quando sai la verità.”

Io non dico nulla, guardo Marty che fa finta di mettere apposto la merce. Lucia sbuffa forte e fa ondeggiare i lunghi capelli neri. “E ora smetti di lagnarti che devo andare a comprare un regalo per Marco!”

La prende per un braccio e la trascina fuori, ma Vale fa in tempo a lanciarmi un ultimo sguardo d’odio prima di dileguarsi.

 

“Ti ha baciato così senza motivo?”

Annuisco, piano. Marty mi guarda col viso corrucciato, ma canticchia.

“Ma ti sembra il momento?”

“Scusa, Ray, non posso farne a meno. Ma ci sei uscito?”

“Marty ma hai capito si o no? Non ci sono uscito! Mi ha baciato, all’improvviso, senza ragione, ed è stato fantastico, cazzo, non riesco a smettere di pensare a lei, e non so nemmeno come si chiama!”

“Ma sei sicuro che non ci sei già uscito? Voglio dire, non conosco nessuna che baci così, all’improvviso, senza pensare…”

Capisce di aver detto una frase sbagliata, deve aver letto nella mia faccia i ricordi. Io la conosco una ragazza così, solare, irriverente, senza pensieri, impulsiva, capace di buttare un ragazzo che neanche conosce prima nella fontana, poi nel porto, e baciarlo nell’acqua putrida e puzzolente…

“Ray, torna qui, sulla terra.” Mi guarda, seria. “Non è lei, e lo sai. Non tornerà quest’anno. Rassegnati e torna quello di prima. Ti preferivo tutto fighetto e irritante che adesso, col muso che ti ritrovi.”

“Quale muso?”

“Quello che hai sempre. Che fastidio, insopportabile. Il mio ragazzo mi ha lasciata, e mi vedi cambiata? Sono sempre io, morto un papa se ne fa un altro!”

Rido e la spingo. “Fai tutto facile, tu! Nulla ti spaventa! Poi, da quand’è che la odi?”

Marty mi fulmina coi suoi occhi verde chiaro.

“Ti ha messo le corna, hai presente?”

“Ma io l’ho fatto prima di lei! E lei è tornata da me…”

“Certo, con quella faccia che ti ritrovi venderesti la manna a Dio! Smettila, è meglio così, non ho voglia di vederla.”

Marty mette il muso. Io sbuffo, mentre Nikko entra nel negozio.

“Ah sei qui? Spero solo, perché non mi va di vederti attaccato come una cozza a qualche tipa.”

Nikko sorride, compiaciuto dalla frase della sorella. “Ora che Ray non si sta dando da fare le ragazze vengono a piangere sulla mia spalla, e io le consolo.” Lancia uno sguardo breve in mia direzione. Noto che ha cominciato a vestirsi come me, e questo mi infastidisce.

“Fai schifo. Schifo.”

“Oh, basta voi due. E che palle, sempre a litigare! Marty che hai contro di lei?” chiedo, impaziente, sperando che Nikko se ne vada.

“Devo ripetertelo? Non mi piace, sai quanto tengo a te… se la vedo le spacco la faccia.”

“Marty quanto la fai lunga… prima eravate pure amiche! Come cambiate voi donne...” dice Nikko, controllando i costumi.

“Oh, ma che ne vuoi capire tu di amicizia o donne! Sai solo portartele a letto e neppure ci parli. Comunque…Ray, io e lei abbiamo litigato. Però si sente spesso con Lucia e Vale.”

“E con te?”

“Ma se ti ho detto che abbiamo litigato! Non la sento e non voglio sentirla. Punto, a capo, lettera maiuscola.”

Nikko rimane con noi ancora una mezz’oretta, prende un paio di costumi e se ne va, finalmente.

Non parlo del braccialetto, non so perché. Forse ho paura che Marty lo riconosca e mi dica a chi appartiene… è quasi una sfida, per me, rincontrare quegli occhi grigi…

“Non è che resterai deluso di questa cosa, Ray? Cioè… e se fosse una tua ex? Mi hanno detto che Nora è tornata dalla Puglia, magari era lei.”

“Aveva gli occhi chiari, e poi conosco Nora, come bacia, come si comporta. Non era lei. Non l’ho mai vista.”

Marty sembra pensierosa. “Potremmo andare al Chico, a chiedere… magari la trovi subito. Ma Ray, te lo ripeto. Non vorrei restassi deluso… ti sei come creato una ragazza perfetta, ideale, misteriosa. Non rischiare così tanto.”

“Marty ma tu che faresti? Non vorresti cercare chi ti ha fatto emozionare con un gesto semplice come un bacio? E poi vorrei sapere perché l’ha fatto, quale impulso l’ha spinta a farlo, non mi piace lasciare in sospeso le cose, lo sai.”

Mi sembra assurdo che lei non riesca a capire cosa ho provato, e perché sono così desideroso di rivederla. Mi sembra di aver perso qualcosa di importante su quella terrazza, e ora l’abbia lei. Dopotutto anch’io possiedo qualcosa di suo. Vale la pena cercarla, anche solo per restituirglielo.

“Allora ok, Ray. Stasera, verso le sette?”

“Grazie, Marty.”

“Di nulla. Farei di tutto per farti felice.”

 

Il sole si leva alto, quella mattina.

Lei lo fissa, placida e serena. Le piace il calore dei raggi sulla pelle, la brezza sul viso. È facile lasciarsi trasportare da quelle sensazioni forti.

Ma chiude gli occhi e abbassa la testa. Non può abbandonarsi, smettere si sentire ogni parte di sé. Infila le dita dei piedi tra i granelli di sabbia.

Lei ama la vita, quando si intreccia al caso, al destino, sinuosa come un serpente, inafferrabile come l’aria. Si paragona spesso a lei, la immagina coi capelli chiari, come i suoi, e i suoi stessi occhi grigi, le labbra, il naso…

Sposta il viso verso il mare, leggermente mosso, e poi verso la strada. Prende le scarpe e le infila ai piedi.

Poi, comincia a correre.

Rientra a casa dopo due ore, stanca. Sono le nove, e suo fratello è sveglio. Si mette a frugare nei cassetti della sorella, in fretta.

“Andros, che cosa fai?”

“Niente, niente…”

Lei lo guarda, insistente, mentre si sdraia sul letto.

“Lo so cosa stavi cercando. Non hai uno stipendio tuo? La droga non te la compri da solo?”

Andros evita di guardarla per un secondo. Sono così diversi, anche nell’aspetto. Lui è più scuro sia di capelli che di occhi. Sua sorella è così bella… potrebbe fare qualsiasi cosa. E invece perde le sue sere in un locale notturno. Lo fa anche per lui. Ma lui ne ha bisogno. Ha bisogno di soldi. Lei è così dolce, e buona. E lui sa che sta soffrendo. Ma non può aiutarla. Non ora.

Un paio di occhi azzurri la squadrano a testa in giù, ma molto più tristi e stanchi di quanto i suoi siano mai stati, benché molto simili. “Non so, dove trovi la forza. Io non ce la farei.”

“Siamo diversi. E io non mi stanco mai, lo sai.”

Andros si siede accanto a lei sul letto. Stende bene il copriletto che aveva formato delle pieghe, poi dice: “Dov’è finito il regalo della mamma?”

“L’ho perso ieri notte.”

“Ah… non me lo sarei aspettato da te. Sei sempre stata attenta.”

Lei si siede, per guardarlo, sprezzante. “Tu che mi fai la predica.”

“Non è una predica, ma sono rimasto stupit…”

“Lo ritroverò, per certo. Di sicuro non l’avrei mai potuto rivendere come hai fatto tu. Tu e i tuoi segreti…”

“Ecco, ci risiamo.”

Lei si alza in piedi e sbuffa. “I soldi ci sono. Io ho un lavoro.”

“Ne hai un paio a dire la verità.”

Lei rovescia il contenuto dello zaino accanto al fratello. Un completino nero e argento, lucido, un paio di scarpe altissime, una maschera, una parrucca rossa, sembrano ardere nella stanza come rivestiti da mille fiamme.

Andros tocca con un dito il corpetto.

“Sembri una prostituta se vai in giro così…”

Silenzio.

“Mi dai un passaggio in macchina, stasera verso le sette?”

Anche questa volta Andros non la guarda. Lei invece si.

“Non dirmi che non hai più la macchina.”

“L’ho solo prestata. Tre giorni e la riprendo. Te lo giuro.”

La sorella prende il completo dal suo letto e lo mette in una borsa.

“Non giurare, non sai nemmeno cosa significa.”

Esce dalla stanza. Andros rimane sul letto, seduto accanto al senso di colpa.

 

 

Ecco il secondo capitolo… Grazie mille a chi ha letto, aggiunto la storia tra le preferite, o seguite, ecc, ma sopratutto chi ha commentato, Alina95 e TheDreamerMagic... sembra brutto da dire ma sono i commenti che mi spingono ad andare avanti con la scrittura, sapere che qualcuno legge... Bacioni... <3 Marty <3

 

  
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