Decido di andarmene, dopo
aver avvisato gli altri. Ho provato a cercarla tra la folla, ma è scomparsa.
Occhi grigi, oltre le porte
dell’ascensore.
Che palle, già prima pensavo
sempre a Maya, adesso pure questa doveva entrarmi in testa. E per un bacio, poi!
Però bello eh, ammettiamolo.
Tornao a casa a prendere la mia macchina, ho voglia di farmi un giro sulla costa. Corro un po’ sulla strada
libera, la macchina si guida benissimo, e la notte è mia complice… quando vedo
in lontananza qualcosa che mi sfreccia davanti. Un secondo, un botto, uno
sguardo spaventato.
“Ma
sei coglione???”
Scendo dalla macchina in
tutta fretta, per vedere sdraiato a terra un ragazzo, incazzato nero, ma
illeso, e il suo skateboard, lontano, semidistrutto.
“Oh cazzo, ti sei fatto
male?”
I fari lo abbagliano, si
copre il viso con una mano. Indossa una felpa lunghissima, jeans stretti, quasi
da donna, e un cappello blu con la visiera.
“No, pezzo di idiota, ma poco
ci mancava. Ma che ti passa in testa, per guidare così veloce vicino agli
incroci?”
“Scusa, seriamente, non
volevo. Sicuro di stare bene?”
Gli tendo una mano per
alzarsi, ma lui la sposta via con un colpo secco e si alza senza fatica.
Alzandosi, il cappello gli si sfila dalla testa. Finalmente lo vedo, o meglio, la vedo. Una massa di lunghi capelli
biondi si libera, e lei li sposta dalle spalle con un colpo.
“Ma…
sei una ragazza!”
“Ma
che bravo, sai riconoscere i maschietti dalle femminucce.”
Si riprende il cappello da
terra e lo pulisce, poi ci rificca i capelli dentro e si mette il cappuccio.
Vedendola così sembra proprio un ragazzo.
“Scusa, io credevo che tu
fossi…”
“Si lo so, e non sei il primo
idiota che lo pensa.”
I suoi occhi chiari si
incastrano ai miei, e cambia tono di voce. “Io sto bene, e tu? Sembri
sconvolto. Scusa, non volevo attraversare di botto, è che credevo andassi più
piano. Sei pallido come un cadavere.”
“No, io… tutto ok. Scusami.”
“Basta
scuse! Non ho nulla, a parte qualche livido…”
Alza la maglietta e si scopre
la pancia piatta. “Ecco, mi fa un po’ male il fianco, e il sedere, l’ho
pestato.”
Mi sorride, finalmente. È
comunque molto carina, anche così sconvolta. Non posso fare a meno di pensarlo.
“Ho rotto lo skateboard,
domani te ne compro un altro.”
“Figurati, era vecchissimo.
Spero di non averti ammaccato la macchina.”
La guarda, preoccupata. La
mia (di Ste) bellissima Mito nera.
“Tanto è di mio fratello.
Gliel’ho ammaccata parecchie altre volte, botta più, botta meno…”
“Beh, ora devo andare. Grazie di tutto.”
“Di averti investita?”
“Beh, non mi sono fatta
nulla, no? Quindi è ok.”
“Vuoi un passaggio?”
“No, grazie!”
Mi
vergogno un po’. “Non guido sempre male, sai…”
“Dicono tutti così.” Sorride,
raccoglie lo zaino da terra, i pezzi dello skateboard e si allontana.
Mi sembra in qualche modo di
averla già vista, ma chissà dove…
Rientro a casa, stranamente
presto. Sere sta seduta di fronte alla Tv, e guarda un film.
“Ehi, Ray. Come mai già a
casa?”
Poggio le chiavi della
macchina sul tavolo e mi stravacco sul divano, vicino a mia sorella. “Non ho
molta voglia oggi. Non so perché.”
Lei sorride e poggia la testa
sulla mia spalla. “Io lo so perché. Eccome se lo so… è l’estate.”
“Ma che c’entra l’estate?”
“Beh, quest’anno ti sei
finalmente diplomato e devi trovarti un lavoro. Stai entrando nell’età adulta…
non puoi più passare l’estate a bighellonare e non fare nulla. Vedi Marty, lei
ha un lavoro…”
“Marty lavora perché si
annoia! Il negozio è suo, è ricca! Io non ho problemi di soldi…”
“Non puoi vivere sulle spalle
di Stefano per tutta la vita, Ray. Devi trovarti un lavoro serio. So che questo
ti spaventa, è successo anche a me.”
Sospiro, leggermente triste.
“Hai ragione. Mi sento un idiota a pensare di poter vivere alla leggera a
diciannove anni.”
“E in più, c’è un’altra
cosa.”
La guardo, interrogativo. Lei
si solleva e mi guarda negli occhi, determinata. “Tu speri che Maya torni.”
Io non rispondo, e penso. Ho
passato tutti quei mesi, dall’estate a oggi, senza pensare a lei. Perché è un
ricordo estivo. Ed ora che è giugno, la mia speranza si è riaccesa.
“Dovrei smettere di
pensarci.”
“Non ti ho mai visto provare
nulla per nessuna ragazza con cui sei uscito. Non ti ho nemmeno mai sentito
dire che ti eri messo con qualcuna seriamente! Avevo pensato che ti fossi
innamorato di Nora, perché lei è stata la prima che ti ha fatto fremere, la
prima con cui sei stato a letto. Ma lei ha smesso di piacerti quando ti sei
impegnato seriamente con Maya. Perché lei ti è rimasta così impressa? Non era
forse una ragazza come tante altre?”
“Avevo detto a Fabio che
avevo smesso di uscire con le ragazze tanto per. E lei mi piaceva seriamente,
perché era diversa, semplice, dolce. Sono andato a letto con Nora, ma lei mi ha
perdonato. Poi sono successi casini vari e… mi ha tradito con Fabio. Poi se ne
andata.”
“E tu l’amavi?”
Non rispondo. Perché
seriamente non so che dire. In fondo, com’è l’amore? Che ne so io?
Lei sorride e mi da un bacio
sulla guancia. “Mi piace quando sei così cuccioloso.”
“Ma, la notte so che pensi a
me, amore… nel buio cerchi sempre le mie mani…”
Marty canticchia, come fa
sempre lei. Non cambierà mai. Capelli cortissimi, tagliati da poco, per fare un
dispetto a chi diceva che non aveva personalità, tonalità scura, riflessi
rossi. Non mi sono ancora abituato bene a vederla coi capelli così corti e il
pearcing al labbro, ma è sempre lei, spensierata, allegra, indistruttibile. È
l’unica persona con cui voglio avere ancora dei rapporti profondi. Con tutti
gli altri, Fabio compreso, è solo un’amicizia di facciata.
Sono nel suo negozio, perché
ho voglia di parlarle di quello che è successo ieri. Ormai è come se ci vivessi,
dato che ha notato che quando ci sono io le ragazze comprano il doppio. Sorrido
al pensiero. Dopotutto sono sempre io, no? Ray, il conquistatore, che per
consiglio di Marty si è dato una calmata con le ragazze, (“Rimango superstite
solo io su quest’isola!” aveva commentato Marty con un sorriso furbetto!), ma
adesso che l’estate era di nuovo cominciata erano aumentate di parecchio le
turiste carine. E poi c’era lei, Maya, indimenticabile.
Mi guardo nella vetrina del
negozio, e il mio riflesso mi rende lo sguardo: alto, capelli neri, occhi
azzurri, fisico atletico. Marty mi guarda e scuote la testa dietro di me, e mi
sillaba la parola “Vanitoso”.
Entra un ragazzo che le
chiede di provare dei costumi, ma in realtà lo so che è entrato solo per
flirtare con lei. Oggi indossa una magliettina viola trasparente, e una
gonnellina in jeans che le mette in mostra le gambe dorate dal sole. Il mio
istinto di protezione si attiva e sono leggermente infastidito dagli sguardi
che il cliente le lancia. Quando alla fine si decide, paga e si dilegua, una sfilza
di ragazze entra, guardandomi fisso, sbuffo e dico a Marty che vado a farmi un
giro. Lei annuisce e mi fa l’occhiolino, e uscendo mi scontro con una
spettinata Vale e un’imbronciata Lucia.
“Proprio te cercavo!” mi urla
Vale.
Lucia sbuffa e mi fa le spallucce.
“Me? Ma che è successo?”
chiedo io, curioso.
“Dove eravate ieri con
Nikko?”
Vale mi guarda truce, braccia
incrociate, piuttosto arrabbiata. Non so che dire e Marty mi salva, quasi
cacciando via le clienti: “Ray, che dovevi dirmi? Oh, ciao Lucy e Vale… ma ti
sei pettinata stamattina? Dai entrate!”
Vale è furiosa. “Al Chico???
Oh, Ray, pensavo che fossi mio amico, o almeno di Marty! Quello là mi ha messo
le corna, vero? Adesso vado a cercarlo e gli strappo le p…”
“Vale, calmati! Mio fratello
sarà beato a letto ora, sono le undici del mattino, quindi dovrai aspettare.”
Io rido e mi siedo dietro il
banco della cassa, e questo fa arrabbiare ancora di più Vale.
“Ma che fai? Ridi? Ti sembra
una cosa bella? Gli avevo detto che non poteva andarci, e lui che fa?? Ci
va!!!”
Lucia non sembra contenta di
stare lì a perdere tempo. “Oh, insomma, ti sei messa con uno che fa sempre
conquiste, abituato a un ragazza diversa ogni giorno, un po’ come Ray…”
“Ehi!!!”
“Scusa, ma è vero! Comunque
che pretendi, che un ragazzo abituato ad essere libero si ritrovi tutto
all’improvviso ingabbiato come lo tieni tu?”
“Io non lo tengo ingabbiato…”
“Sei pallosa! È un anno che
va avanti questa storia, un anno che ti mette le corna e tu te ne freghi, anzi
sei gelosa quando sai la verità.”
Io non dico nulla, guardo
Marty che fa finta di mettere apposto la merce. Lucia sbuffa forte e fa
ondeggiare i lunghi capelli neri. “E ora smetti di lagnarti che devo andare a
comprare un regalo per Marco!”
La prende per un braccio e la
trascina fuori, ma Vale fa in tempo a lanciarmi un ultimo sguardo d’odio prima
di dileguarsi.
“Ti ha baciato così senza
motivo?”
Annuisco, piano. Marty mi
guarda col viso corrucciato, ma canticchia.
“Ma ti sembra il momento?”
“Scusa, Ray, non posso farne
a meno. Ma ci sei uscito?”
“Marty ma hai capito si o no?
Non ci sono uscito! Mi ha baciato, all’improvviso, senza ragione, ed è stato
fantastico, cazzo, non riesco a smettere di pensare a lei, e non so nemmeno
come si chiama!”
“Ma sei sicuro che non ci sei
già uscito? Voglio dire, non conosco nessuna che baci così, all’improvviso,
senza pensare…”
Capisce di aver detto una
frase sbagliata, deve aver letto nella mia faccia i ricordi. Io la conosco una
ragazza così, solare, irriverente, senza pensieri, impulsiva, capace di buttare
un ragazzo che neanche conosce prima nella fontana, poi nel porto, e baciarlo
nell’acqua putrida e puzzolente…
“Ray, torna qui, sulla
terra.” Mi guarda, seria. “Non è lei, e lo sai. Non tornerà quest’anno.
Rassegnati e torna quello di prima. Ti preferivo tutto fighetto e irritante che
adesso, col muso che ti ritrovi.”
“Quale muso?”
“Quello che hai sempre. Che
fastidio, insopportabile. Il mio ragazzo mi ha lasciata, e mi vedi cambiata?
Sono sempre io, morto un papa se ne fa un altro!”
Rido e la spingo. “Fai tutto
facile, tu! Nulla ti spaventa! Poi, da quand’è che la odi?”
Marty mi fulmina coi suoi
occhi verde chiaro.
“Ti ha messo le corna, hai
presente?”
“Ma
io l’ho fatto prima di lei! E lei è tornata da me…”
“Certo, con quella faccia che
ti ritrovi venderesti la manna a Dio! Smettila, è meglio così, non ho voglia di
vederla.”
Marty mette il muso. Io
sbuffo, mentre Nikko entra nel negozio.
“Ah sei qui? Spero solo,
perché non mi va di vederti attaccato come una cozza a qualche tipa.”
Nikko sorride, compiaciuto
dalla frase della sorella. “Ora che Ray non si sta dando da fare le ragazze
vengono a piangere sulla mia spalla, e io le consolo.” Lancia uno sguardo breve
in mia direzione. Noto che ha cominciato a vestirsi come me, e questo mi
infastidisce.
“Fai schifo. Schifo.”
“Oh, basta voi due. E che
palle, sempre a litigare! Marty che hai contro di lei?” chiedo, impaziente,
sperando che Nikko se ne vada.
“Devo ripetertelo? Non mi
piace, sai quanto tengo a te… se la vedo le spacco la faccia.”
“Marty quanto la fai lunga…
prima eravate pure amiche! Come cambiate voi donne...” dice Nikko, controllando
i costumi.
“Oh, ma che ne vuoi capire tu
di amicizia o donne! Sai solo portartele a letto e neppure ci parli.
Comunque…Ray, io e lei abbiamo litigato. Però si sente spesso con Lucia e
Vale.”
“E con te?”
“Ma se ti ho detto che
abbiamo litigato! Non la sento e non voglio sentirla. Punto, a capo, lettera
maiuscola.”
Nikko rimane con noi ancora
una mezz’oretta, prende un paio di costumi e se ne va, finalmente.
Non parlo del braccialetto,
non so perché. Forse ho paura che Marty lo riconosca e mi dica a chi
appartiene… è quasi una sfida, per me, rincontrare quegli occhi grigi…
“Non è che resterai deluso di
questa cosa, Ray? Cioè… e se fosse una tua ex? Mi hanno detto che Nora è
tornata dalla Puglia, magari era lei.”
“Aveva gli occhi chiari, e
poi conosco Nora, come bacia, come si comporta. Non era lei. Non l’ho mai
vista.”
Marty sembra pensierosa.
“Potremmo andare al Chico, a chiedere… magari la trovi subito. Ma Ray, te lo
ripeto. Non vorrei restassi deluso… ti sei come creato una ragazza perfetta,
ideale, misteriosa. Non rischiare così tanto.”
“Marty ma tu che faresti? Non
vorresti cercare chi ti ha fatto emozionare con un gesto semplice come un
bacio? E poi vorrei sapere perché l’ha fatto, quale impulso l’ha spinta a
farlo, non mi piace lasciare in sospeso le cose, lo sai.”
Mi sembra assurdo che lei non
riesca a capire cosa ho provato, e perché sono così desideroso di rivederla. Mi
sembra di aver perso qualcosa di importante su quella terrazza, e ora l’abbia
lei. Dopotutto anch’io possiedo qualcosa di suo. Vale la pena cercarla, anche
solo per restituirglielo.
“Allora ok, Ray. Stasera,
verso le sette?”
“Grazie, Marty.”
“Di nulla. Farei di tutto per
farti felice.”
Il sole si leva alto, quella
mattina.
Lei lo fissa, placida e
serena. Le piace il calore dei raggi sulla pelle, la brezza sul viso. È facile
lasciarsi trasportare da quelle sensazioni forti.
Ma chiude gli occhi e abbassa
la testa. Non può abbandonarsi, smettere si sentire ogni parte di sé. Infila le
dita dei piedi tra i granelli di sabbia.
Lei ama la vita, quando si
intreccia al caso, al destino, sinuosa come un serpente, inafferrabile come
l’aria. Si paragona spesso a lei, la immagina coi capelli chiari, come i suoi,
e i suoi stessi occhi grigi, le labbra, il naso…
Sposta il viso verso il mare,
leggermente mosso, e poi verso la strada. Prende le scarpe e le infila ai
piedi.
Poi, comincia a correre.
Rientra a casa dopo due ore,
stanca. Sono le nove, e suo fratello è sveglio. Si mette a frugare nei cassetti
della sorella, in fretta.
“Andros, che cosa fai?”
“Niente, niente…”
Lei lo guarda, insistente,
mentre si sdraia sul letto.
“Lo so cosa stavi cercando.
Non hai uno stipendio tuo? La droga non te la compri da solo?”
Andros evita di guardarla per
un secondo. Sono così diversi, anche nell’aspetto. Lui è più scuro sia di
capelli che di occhi. Sua sorella è così bella… potrebbe fare qualsiasi cosa. E
invece perde le sue sere in un locale notturno. Lo fa anche per lui. Ma lui ne
ha bisogno. Ha bisogno di soldi. Lei è così dolce, e buona. E lui sa che sta
soffrendo. Ma non può aiutarla. Non ora.
Un paio di occhi azzurri la
squadrano a testa in giù, ma molto più tristi e stanchi di quanto i suoi siano
mai stati, benché molto simili. “Non so, dove trovi la forza. Io non ce la
farei.”
“Siamo diversi. E io non mi
stanco mai, lo sai.”
Andros si siede accanto a lei
sul letto. Stende bene il copriletto che aveva formato delle pieghe, poi dice:
“Dov’è finito il regalo della mamma?”
“L’ho perso ieri notte.”
“Ah… non me lo sarei
aspettato da te. Sei sempre stata attenta.”
Lei si siede, per guardarlo,
sprezzante. “Tu che mi fai la
predica.”
“Non è una predica, ma sono
rimasto stupit…”
“Lo ritroverò, per certo. Di
sicuro non l’avrei mai potuto rivendere come hai fatto tu. Tu e i tuoi
segreti…”
“Ecco, ci risiamo.”
Lei si alza in piedi e
sbuffa. “I soldi ci sono. Io ho un lavoro.”
“Ne hai un paio a dire la
verità.”
Lei rovescia il contenuto
dello zaino accanto al fratello. Un completino nero e argento, lucido, un paio
di scarpe altissime, una maschera, una parrucca rossa, sembrano ardere nella
stanza come rivestiti da mille fiamme.
Andros tocca con un dito il
corpetto.
“Sembri una prostituta se vai
in giro così…”
Silenzio.
“Mi dai un passaggio in
macchina, stasera verso le sette?”
Anche questa volta Andros non
la guarda. Lei invece si.
“Non dirmi che non hai più la
macchina.”
“L’ho solo prestata. Tre
giorni e la riprendo. Te lo giuro.”
La sorella prende il completo
dal suo letto e lo mette in una borsa.
“Non giurare, non sai nemmeno
cosa significa.”
Esce dalla stanza. Andros
rimane sul letto, seduto accanto al senso di colpa.
Ecco il secondo capitolo…
Grazie mille a chi ha letto, aggiunto la storia tra le preferite, o seguite, ecc, ma sopratutto chi ha commentato, Alina95 e TheDreamerMagic... sembra brutto da dire ma sono i commenti che mi spingono ad andare avanti con la scrittura, sapere che qualcuno legge... Bacioni... <3 Marty <3