Domani avrò un violino.
Pur non avendone mai sfiorato uno in tutti i questi secoli, sarò subito maestro d’un bambino capriccioso che necessita di una corretta educazione musicale.
All’ interno di quell’involucro fragile e cristallino, volgarmente definito corpo, alloggia la mia unica ragione di esistere. Una ragione che sa attendere, che accresce, con calma. Io fremo, addento, graffio e mi àncoro alla convinzione di poterla filtrare, aggiudicandomene eternamente la proprietà. Rivendicandone il diritto.
Sorrido.
Domani avrò un violino.
Mi concentro sull’immagine delle quattro corde che mi aspettano.
Domani avrò un violino, e sarà diabolicamente incantevole.
100 parole.
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