La verità è che non gli piaci
abbastanza.
A Giulio,
perché
evidentemente non gli piacevo abbastanza.
Ti guarda, ma non ti cerca con lo sguardo.
Parla insieme a te, ma non brama le tue parole.
Ti sorride, ma non rincorre la curva delle tue labbra.
E’ come un gesto semplice, un sorriso per dire, un
sorriso sulle labbra di un volto familiare, ma quello invece di restare al tuo
fianco lo vedi andarsene via lentamente e sfumare in lontananza.
O è come una carezza, ma una carezza donata da una mano
ruvida, che non regala né conforto, né protezione.
O come un abbraccio, che però non trasmette nulla, per
niente sentito, per niente caloroso.
Gli piaci, certo.
Ma la verità che è non gli piaci abbastanza.
[110 parole]
Solo due paroline veloci veloci: il fatto di ‘non
piacergli abbastanza’ è paragonato a gesti positivi -un sorriso, una carezza,
un abbraccio- perché in fondo gli piaci, ma questi gesti sono spenti, sono
opachi -il viso sorridente si allontana, la carezza è ruvida e incolore,
l’abbraccio è freddo-, in quanto la verità è che comunque ‘non gli piaci
abbastanza’.
Spero che abbiate apprezzato, fatemi sapere che ne
pensate.
Con affetto,