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Autore: Rainie    28/12/2010    3 recensioni
Un ballo per una festa di compleanno. Due ragazzi, non fidanzati fra loro, si ritrovano accidentalmente nella stessa stanza. Una notte per chiarirsi.
Perché non si è mai troppo tardi. E a volte non basta chiedere scusa, si deve dimostrarlo.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like a partial Eclipse
 
Camminava a passo lento, Rein. Non voleva farsi scoprire.
Le era sempre piaciuto esplorare i castelli. Anche quelli degli amici, erano pieni di stanze interessanti.
Era la festa di compleanno di Milky, e in quel momento doveva essere nella sala da ballo con tutti i principi e le principesse di Wonder. Ma lei preferiva stare da sola, in tranquillità.
Il castello del regno della Luna l’aveva sempre affascinata. Aveva un certo velo di mistero, e questo l’attirava sempre di più.
Si fermò davanti a due grandi portoni. Spinse uno dei due, curiosa, e subito un odore di libri e di fogli le pervase le narici. Chiudendo piano la porta dietro di sé, cominciò ad incamminarsi tra le diverse librerie di legno scuro. Respirò a fondo quel profumo. Si sentiva bene, col tempo aveva imparato ad amare i libri come non mai.
Accarezzò il dorso dei libri delicata, come se un tocco più forte lo potesse sbriciolarli in mille pezzi. Continuava a camminare, il rumore dei tacchi e il fruscio del vestito da ballo per terra riempiva quel silenzio.
Sospirò piano. Forse non doveva essere lì.
Decise di andare via, e ritornare in sala.
Un rumore di una porta che si apriva la fermò, facendola trattenere il respiro per non farsi scoprire. Si sentì una sedia strusciare per terra, ed un frusciare di fogli giunse alle orecchie della turchina.
 
Seduta qui, ad aspettare che tu mi racconti una storia
Che mi accarezzi e mi scompigli i capelli
Dovrei cavarmela da sola
 
Si avvicinò piano al nuovo arrivato. La luce della luna che risplendeva in cielo, aiutata dalla candela accesa e tremolante, illuminava leggermente i capelli violacei e ribelli del ragazzo.
Shade non doveva essere lì, chinato su un libro, a leggere.
I lievi suoni che Rein emetteva bastarono per far alzare lo sguardo scuro e penetrante del ragazzo per guardarla.
“Che ci fai qui?” chiese, continuando a fissarla in quegli oceani profondi quali erano gli occhi della principessa.
“Non avevo voglia di stare in sala da ballo, era soffocante. Tu?” chiese lei, avvicinandosi sempre di più. Eppure sapeva che non doveva farlo, dopo quello che era successo qualche giorno prima.
“Per lo stesso motivo” disse lui, mantenendo quel tono di voce freddo e distaccato.
Continuarono a guardarsi negli occhi, nessuno dei due voleva iniziare una conversazione. Il silenzio era padrone della stanza. Rein fissava i lineamenti duri e meravigliosi del viso del ragazzo. E pensare che non dovevano essere lì, da soli, in penombra. Era tutto così strano.
“Perché?” chiese all’improvviso lei, dopo dei minuti che non passavano mai. non alludeva all’allontanamento dal ballo, Shade lo capì subito.
 
Ieri ero il tuo angelo
Oggi mi hai baciata ma sono cambiata
Per risolvere le mie questioni
 
“Perché ne avevo bisogno, Rein. Forse non l’hai mai capito.”
La sua voce riecheggiava nella stanza, solitaria. Sembrava tutto un sogno, per tutti e due i ragazzi. Sembrava quasi che si sentisse quella tensione che si era creata fra i due.
Un altro silenzio di tomba piombò sui due.
La serratura della porta scattò, ma i due non riuscirono ad andare a controllare. Forse erano troppo presi l’uno dall’altra per rompere quell’incanto.
“Ci hanno chiuso a chiave, se te ne sei accorto” disse la turchina.
“Probabilmente una cameriera si è accorta che la biblioteca non era chiusa” fece lui, senza staccarle gli occhi di dosso.
Era come se fossero attratti l’uno dall’altra senza che se ne accorgessero. Un velo di malinconia si posò sulle iridi di lei, costringendola ad abbassare lo sguardo. Non aveva mai avuto il coraggio di dirgli apertamente le cose. Era sempre stata lei quella orgogliosa, fra le due gemelle. Ma in quel momento, si sentiva fragile come una foglia.
 
Cosa mi stai nascondendo apposta
Anche le parole più semplici?
Non voglio spiegare
So che non sono una bambina
Per questo non posso prendere quella tua caramella
È vero o no?
 
Si avvicinò a lui, sempre con lo sguardo incollato a terra. Non se la sentiva di guardarlo negli occhi. Si fermò alle spalle di Shade, posando, delicata, le proprie mani, coperte da dei lunghi e sottili guanti, su di esse. Deglutì a fatica, sapeva benissimo che poteva scoppiare a piangere da un momento all’altro. Perché lui era il fidanzato della gemella, non era una ragazza che faceva un torto ad un’altra persona. Tantomeno alla sua amata sorellina.
Delle ciocche di capelli ricaddero dolci sulla capigliatura scomposta del principe della Luna. Poteva sentirla tremare, si pentì amaramente di quello che aveva fatto.
Perché lui l’amava ancora, nonostante fossero passati anni.
Nonostante stesse con la rossa.
Il suo colore preferito rimaneva il blu, con tutte le sue sfumature. Come le diverse facce della ragazza turchina, che l’avevano sempre affascinato e divertito.
Perché lui aveva promesso che sarebbe stato insieme a lei in ogni evenienza, in tutto quello che sarebbe successo. Aveva promesso di proteggerla, di non smettere di amarla.
Soprattutto di non smettere di amarla. E lui non era il tipo che non manteneva le promesse.
Non si mosse dalla posizione in cui si trovava. Sussultò impercettibilmente quando sentì il profumo della blu che si faceva più forte, più dolce.
Rein appoggiò la testa su quella di Shade, trattenendosi dal piangere. Non le importava il fatto che sicuramente avrebbe avuto tutti i capelli scompigliati.
“Shade, perché mi fai tutto questo?” chiese flebile, quasi come se non avesse più voce.
 
Con l’amore sono come un’eclisse parziale
Solo appoggiandomi al tuo amore
Posso andare avanti
Non sei molto onesto con lui
Al contrario, io gli sono fedele
Essere amati così tanto da te è un lusso
 
Sentiva le sue mani stringere il vestito regale, sentiva il suo profumo spiccato e particolare confondergli le idee.
Era perfettamente conscio che non poteva continuare a mentire agli altri, soprattutto a lei, quella ragazzina che negli anni era diventata più matura, era diventata sempre più bella. Così bella che non riusciva a vederla nelle braccia del principe dei Gioielli, alla loro vista poteva sentirsi calpestato più e più volte.
Si stava per mettere a piangere, Rein, se lo sentiva. Si aggrappò al collo di lui, stringendolo in un abbraccio, sentendosi gli occhi inumidirsi. Il buon odore dei suoi capelli morbidi, più di quanto lo dia vedere, le faceva ricordare che non poteva averlo tutto per sé, non era una traditrice.
Era sempre stata affascinata dagli amori proibiti, ma non pensava che avrebbe potuto viverne uno. Era una codarda, in verità. Non sapeva bene cosa volesse dire amare, ed è caduta ai piedi al primo che ha visto. Si era accontentata di poco, la turchina, lasciando il meglio alla gemella. Era troppo buona, Rein, lo era troppo, tanto da non far luce sui suoi sentimenti.
 
Con l’amore sono molto paranoica
Se non mi appoggio al tuo amore
Alla fine potrei essere delusa
Un impegno è una breve e temporanea batteria
Che si usa finché non è scarica
“Io ti amo”, queste tre parole ormai sono tutte
Sottovalutate
 
Shade non si era mosso da quella posizione. Aveva lo sguardo basso, non riusciva a rispondere alla domanda. Si sentiva uno stupido, un fallito. Aveva infranto, senza accorgersene, quella promessa che si era fatto, non l’aveva resa felice.
Sentì la testa della turchina scivolare nell’incavo del proprio collo, i respiri interrotti dai singhiozzi soffiavano sulla sua pelle. I capelli gli solleticarono la guancia, quando girò la testa per sbirciarla.
In quel momento non pensava a niente. Voleva solo prenderla in braccio e confortarla, ma non ne aveva il coraggio. Sperava che qualcuno entrasse e li vedesse in quello stato, magari Fine, oppure anche Bright, perché no? Voleva che qualcuno la portasse via, che la rendesse finalmente felice. Perché lui non sapeva come fare.
“Ti chiedo un favore, Shade.” Il principe sussultò a quella voce leggermente roca e spezzata dai singhiozzi della blu. “Tu ami Fine, no? Respingimi e basta. Lasciami qui, da sola, non toccarmi i capelli, non prendermi in braccio. Non baciarmi come hai fatto, o non riuscirò a trovarmi una ragione per rinunciare a te.” Pronunciò le ultime parole in un sussurro, sicura di pentirsene amaramente in futuro.
Ma lui non voleva trovarle una ragione per rinunciare.
Si alzò, costringendo la blu a staccarsi dal ragazzo, mentre lacrime amare si riversavano per terra, e si avvicinò a lei. Si abbassò, fino ad arrivare all’altezza del suo viso, appoggiando le mani sulle guance per poterla guardare negli occhi, velati di lacrime. Non fece un così gran gesto.
La baciò.
 
Con l’amore sono come un’eclissi parziale
Un impegno è una breve e temporanea batteria
Che si usa finché non è scarica
“Io ti amo”, queste tre parole ormai sono tutte
Sottovalutate.




















N/A: Potrò anche essere l’unica sostenitrice di questa coppia, ma non mi muovo da questa posizione.
So perfettamente che dovrei star a scrivere il settimo capitolo di Blue String of Destiny, ma non ho resistito alla tentazione. Adoro la canzone Partial Eclipse di Rainie Yang! Dio, dovreste ascoltarla. È troppo dolce!
Vi chiederete: “Cosa diavolo c’entra con la fan fiction?” C’entra, cari lettori, c’entra. Se leggete bene questa piccola storia, capirete che c’entra. Ci ho messo tutti i miei sentimenti qui dentro >w<
Ok, smetto di fare la scema.
Ringrazio chi leggerà la fan fiction, chi recensirà, chi la metterà nelle ricordate/preferite, e chi darà solo un’occhiata.
Mi scuso per gli eventuali errori presenti, vi sarei grata se me li segnalaste.
Dimenticavo: sto per cambiare nickname :DD quello nuovo sarà rainySpeaking, spero che mi seguiate anche sotto questo nomignolo.
Detto questo, vi saluto. Se non riesco a postare qualcos’altro, vi faccio già gli auguri per un buon anno nuovo.
A presto!
Rainy (uso già questo nome :3)
   
 
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