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Autore: LineGirl    29/12/2010    3 recensioni
Questa è la storia di come anche i personaggi secondari possano diventare protagonisti.
Di come l'amore sia cieco, ma che anche quando ci vede bene.. si tratta sempre di gusti, e i gusti son gusti.
Di come due vite si incrocino dal nulla, e si possano legare per sempre.
Spero di riuscire ad appassionarvi con questa storia che coinvolge un rude guerriero che miete vittime e fa tremare gi avversari sul campo da football, Rikiya Gaou, e il suo primo approccio con i sentimenti sconvolgenti di una ragazza che ha occhi solo per lui.
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO PRIMO: Uno Zorro Giapponese.

Erano settimane ormai che aleggiava nell'aria il profumo della battaglia.
Nonostante si trattasse di una partita di sola pertinenza del club di Football Americano, tutto il liceo Deimon Private Senior High School era in fibrillazione per quello che sarebbe stato sicuramente uno scontro allucinante, imperdibile, a dir poco eccezionale.
Le voci riguardanti la fine che avevano fatto gli intrepidi giocatori della squadra del liceo Seibu pochi giorni prima aveva messo i brividi addosso si più tenaci tifosi dei Devil Bats, tentando di non pensare alla dolorosa prospettiva al quale non solo il quarterback della squadra avrebbe potuto andare incontro.
Tuttavia, gli allenamenti non sembravano risentire di tale pressione, Hiruma Yoichi continuava imperterrito a spronare i suoi atleti con delicate raffiche di mitra, e loro di certo non si lasciavano distrarre da niente che non fosse lo stridente "Ya-ha!" di raccolta del loro capitano.
Solo una cosa sembrava, di tanto in tanto, attirare l'attenzione dei giovani liceali durante quei lunghi allenamenti.
Erano ormai alcune settimane che, dall'alto di una delle ampie finestre dell'edificio scolastico, una ragazza dai lineamenti confusi per la lontananza osservava ligia ed immobile dal primo all'ultimo minuto di ogni allenamento. All'inizio sembrava essere una coincidenza, niente di più che un elemento paesaggistico sul quale non porre troppa attenzione.
Fu per primo Musashi, dallo sguardo acuto come quello di un'aquila, a notarla. Non ci volle molto affinchè quell'episodio iniziasse ad attirare l'attenzione dell'intera squadra, e l'unico che sembrava non voler entrare nella questione pareva proprio il capitano.

Fu proprio uno di quegli ultimi giorni prima della sospirata partita con gli Hakushu DInosaurs, che quella presenza così lontana decise di farsi vedere meglio da quelli che, da spettacolo, sembravano essere diventati i suoi spettatori.

Fu facile riconoscerla, a prima vista, da tutti: quei suoi capelli tinti di un rosso selvaggio erano l'unico elemento distinguibile anche dalla lontana finestra, e in quel pomeriggio assolato sembravano infiammare il cielo che li circondava.
Si era avvicinata con disinvoltura, e si era seduta, come se niente fosse, su una delle panche che costeggiavano il campo d'allenamento, facendosi posto tra una delle bottiglie di sakè dell'allenatore  e la rete di palloni di scorta della squadra.
Nonostante la pressione di una canna metallica luccicante e pronta al fuoco puntata da Hiruma sulla fronte dei giocatori, fu poco il tempo che trascorse prima che qualcuno facesse il primo passo verso quella sconosciuta.

-Ciao! Ti serve qualcosa?-
Uno sguardo compiaciuto ed una posizione morbida ma composta accolsero per primi la nuova arrivata, e tutti gli sguardi, compreso quello serio della ragazza, si spostarono sull'attraente manager che, ancora munita di grembiulino e scopa, si era diretta alla panca.
-No, grazie. Sto guardando gli allenamenti.- La giovane fece una breve pausa di riflessione, rimanendo impassibile, per poi continuare, quasi per puntigliosità. -Per caso disturbo?-
Mamori, cordiale di natura, sfoderò un sorriso ancora più smagliante di prima e, noncurante del rumoroso arrivo alle sue spalle della piccola Suzuna, rispose con garbo.
-Oh no di certo, gli allenamenti sono aperti al pubblico ovviamente. Il mio nome è..-
-Mamori Anezaki, si lo so. Sto studiando la vostra squadra da un pò di tempo. Comunque io mi chiamo Fuyuko Ishii, molto lieta.-
Parlò in maniera distaccata, quasi fredda, mentre con la penna che aveva in mano continuava a tamburellare distrattamente sul legno duro della panca.
Mamori rimase per un istante bloccata, poi si sciolse nuovamente in un sorriso quando, forse uscita dai pensieri complicati in cui doveva essere immersa, anche la nuova arrivata le rivolse uno sguardo amichevole ed un simpatico ghignetto.
-Scusa, non volevo essere maleducata, sono solo molto pensierosa-
-Si, ho notato.-
Ammise la manager, spostando con cura la boccia di sakè e sedendosi affianco della compagna di scuola.
Suzuna sembrava indispettita del fatto che non fosse ancora stata considerata, e decise di porre un improvviso e rumorosamente cordiale saluto per attirare l'attenzione di Fuyuko.
-Io invece mi chiamo Suzuna!- Espose impettita la ragazzina, portando una mano in alto in segno di saluto.
-La capo Cheer-leader. Si, conosco anche te, molto lieta.-

Guardando accanto le due ragazze sedute, si poteva notare come Mamori, nonostante la sua discreta altezza, fosse un pò più bassa della Rossa, cosa che sconvolgeva un poco i ragazzi della squadra che assistevano in osservante silenzio alla scena: persino Hiruma aveva momentaneamente sospeso le minacce e gli insulti, e fu proprio lui il primo a muovere per primo i passi verso Fuyuko.

-Tu sei del club di canto, giusto? E' da un pò che ci guardi dalla finestra dell'aula del club, cos'è, ti sei innamorata di uno di noi? -
Il tono di Hiruma era decisamente provocatorio, come al suo solito del resto. Una smorfia di rassegnazione si palesò sulla faccia della squadra, che una volta tanto sperava in un approccio un pò più umano.
-No, mi dispiace ma nessuno di voi è il mio tipo. Vi ho osservati, e sono oggi venuta qui a vedere sul campo come vi muovete, perchè il presidente del mio club in accordo con il preside della scuola mi ha dato il compito di comporre una canzone per la finale che dovete giocare contro i Dinosaurs. Ho praticamente finito, ho solo bisogno di sistemare un pò i bassi, ma volevo dare comunque una controllata di persona alla squadra, per vedere se ero riuscita a chiarire bene il concetto della canzone.-
La spiegazione della ragazza fu concisa ed esaustiva, ed il sorriso che finalmente era riuscita a far emergere da quel volto contratto in un espressione pensierosa sembrava rendere più entusiasmanti le sue parole.
La squadra sembrò animarsi in seguito alla notizia, e si avvicinarono tutti alla panca dove erano sedute le ragazze.
-Davvero hai scritto una canzone per noi?? Io voglio sentirla!-
-Piantala scimmia di merda, non possiamo distrarci per una cosa del genere, dobbiamo tornare ad allenarci.-
Una sensazione di morte e trivellature da proiettili pervase il giovane ricevitore che, seguito in silenzio dal resto della squadra, arretrò nuovamente verso il centro del campo, riprendendo poco convinto l'allenamento.
-Scusate, non era mia intenzione distrarvi.-
-Non preoccuparti, Hiruma-san la fa sempre tragica per qualsiasi cosa!-

Hiruma ignorò il commento della giocane cheer-leader, rivolgendosi nuovamente a Fuyuko con un'espressione satanica ma felice sul volto.
-L'idea di avere una canzone tutta per noi all'inizio della partita può mettere dalla nostra parte il pubblico, o comunque ravvivare lo spirito della squadra e dei tifosi. Fa che sia una canzone che sproni gli animi a dovere, o mi toccherà..- con una mossa fulminea trasse da una tasca apparentemente invisibile un blocchetto nero pieno di postit e segnalibri, aprendolo come una bibbia davanti ai suoi occhi. - .. far chiudere il tuo adorato club... ih-ih-ih..-
Mamori lanciò uno sguardo rabbioso verso il capitano della squadra che, ancora ghignante, si allontanò da loro raggiungendo a suon di mitra il resto della squadra.
-Scusa, mi dispiace per il suo comportamento, fa sempre così. Comunque, Fuyuko, che ne pensi di andare a mangiare un boccone dopo gli allenamenti dei ragazzi? Mi piacerebbe sapere di più di questa canzone.-
-Anche io voglio venire! facciamo una serata sole donne!-
-D'accordo, non ci sono problemi. Comunque, chiamatemi pure Yuko.-




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Anche nel liceo Hakushu gli allenamenti si svolgevano con determinazione.
Marco pareva essere più tranquillo del solito, ed era il solo, assieme al grosso Lineman con la maglia numero settanta, a non essere in campo assieme agli altri. Sorseggiava tranquillo una Coca-cola, mentre l'elegante giacca del completo gessato poggiata sulle spalle larga copriva in parte la maglia da quarterback.
RIkiya Gaou, seduto ingobbito al suo fianco, era invece intento ad osservare i movimenti dei suoi compagni di squadra: non che gli importasse più di tanto, in fondo non era suo dovere pensare a qualcosa che non fosse la sua posizione in campo, ma osservare i giocatori di football era sempre stata, dal suo ingresso nella squadra, una sorta di passatempo.
-Sei preoccupato per l'incontro?-
La sua voce era sicuramente degna del suo fisico imponente: bassa, intensa e calda, sembrava uscire dalla gola di un cantante lirico italiano. Marco non si voltò nemmeno. Sorseggiò un altro istante la sua bibita, per poi rispondere al suo solito, in maniera disinteressata.
-Conosci già la risposta a questa domanda.-
-Già.-
-Tu vedi una minaccia in Kurita, il loro Lineman?-
-Non lo so. Ha delle buone potenzialità, ma gli manca qualcosa. Qualcosa nello sguardo, nel suo modo di giocare.. non lo fa nel modo giusto. Non penso che mi divertirò con lui, se non cerca di mettere la testa a posto.-

Differentemente da quello che si sarebbe potuto pensare al primo approccio con quel gigante umano, Gaou era un tipo piuttosto loquace: nonostante desse l'impressione di un classico tipo "tutto muscoli e poca sostanza", era un ragazzo riflessivo ed inteligente. Certo, preferiva di gran lunga menare le mani che impostare una costruttiva conversazione sulle divergenze o i problemi, ma questo non lo rendeva peggiore dei più riflessivi dei suoi coetanei.

-Perchè non vi allenate con gli altri?-
Una voce stizzita e autoritaria colpì come una freccia acuminata le teste dei due atleti, ma nessuno dei due si voltò verso la fonte di quella aspra critica. La giovane manager se ne stava impettita dietro di loro, in attesa di una risposta che, purtroppo, conosceva già.
-Stai calma Maria, non c'è bisogno, ci siamo allenati a sufficienza oggi. Io e Gaou siamo gli unici a non avere bisogno di ammazzarci sul campo in questi giorni, e poi non voglio rischiare di stirarmi un muscolo prima della partita.. mi sa che adesso andrò..- si alzò stiracchiandosi, con ancora la bottiglietta di vetro vuota in mano, e iniziò a fare qualche passo verso l'edificio scolastico alle loro spalle. -..a farmi una doccia e cambiarmi. Voglio tornare presto stasera, vieni con me?- SI rivolse con uno sguardo amichevole al compagno di squadra che grugnì in segno d'assenso, e si alzò per seguirlo.
I due si avviarono agli spogliatoi, lasciando la ragazza in silenzio, da sola, davanti ad una panca vuota.
"Quei due hanno troppa sicurezza in sè stessi.."



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-Eddai, fin'ora abbiamo parlato solo della squadra e dei ragazzi, vogliamo sapere qualcosa anche di te!-
-Suzuna! Non essere impertinente, non si chiedono queste cose con questo tono..-

Mentre Mamori pensava, Yuko non poteva che pensare alle differenze caratteriali delle due ragazze che le stavano di fronte in quel piccolo locale del centro in cui l'avevano portata per prendere un frappè, lontano dagli sguardi curiosi (e un pò morbosi) dei ragazzi della squadra. SI trattava di persone estremamente cordiali e gentili, e Yuko non potè trattenersi dal pensare che ciò potesse derivare dalla costante presenza di tutti quei maschi nella loro vita: trovare un'altra ragazza con cui poter condividere i discorsi della squadra, doveva essere un evento straordinario.
-Oh, non dovete preocuparvi, finora non ho detto niente di me perchè non me lo avevate ancora chiesto, non per altri motivi!- un bel sorriso comparve su quel volto chiaro, e le lentiggini schiarite e nascoste quasi del tutto dal trucco sembrarono affiorare un pò di più in quell'espressione compiaciuta. -In realtà non ho molto da raccontare di me, sinceramente non questa gran vita emozionante. Che posso dirvi, ho cinque fratelli maschi, di cui due sono miei gemelli, e assieme abbiamo creato un gruppo musicale, nel quale suono la chitarra elettrica.. penso che questo sia l'unico elemento degno di nota della mia esistenza sinceramente!- Emise una divertita risata, anche se dovette frenarsi notando la faccia stupita delle due presenti.
-Cinque fratelli maschi?? Pazzesco!-
-Che bello, un gruppo musicale! Però avrei detto che il tuo ruolo era la voce, visto che frequenti canto a scuola..-
-Si lo so, è quello che dicono tutti: in effetti sono molto più brava a cantare che a suonare la chitarra, ma che dire, il gruppo lo ha creato Yoshio, non potevo prendere il suo posto come cantante.-


Le chiacchere andarono avanti ancora per qualche tempo, tanto fu che le tre si resero conto di essere mostruosamente in ritardo rispetto all'orario del rientro soltanto quando Yuko, alleggerita nella conversazione dall'ormai più stretta conoscenza con le due ragazze, fu contattata al cellulare da uno dei fratelli.
Le tre si salutarono di fretta e furia alla ricerca del più vicino mezzo per raggiungere casa, e Mamori e Suzuna strapparono a Yuko, prima di separarsi, la promessa che l'indomani si sarebbero riviste all'allenamento dei ragazzi.


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IL taxy di Fuyuko era ormai fermo in coda da quasi venti minuti, e i messaggi da parte del fratello Kosei iniziavano a diventare sempre più simili a minacce che a semplici incoraggiamenti a sbrigarsi.
La ragazza decise di pagare anticipatamente il conducente del taxy, scendendodal veicolo ancora incolonnato tra le macchine ed optando per un più rapido ritorno a piedi: ormai dovevano mancare poco meno di tre o quattro isolati da casa, sarebbe arrivata sicuramente prima che rimanere ferma in quel casino.
Quella in cui viveva da sola con i fratelli era una casa posta in uno dei quartieri più "popolari" della città, una zona in cui le case avano un prezzo inferiore a causa della grandi vie trafficate che le circondavano e per la mancanza di mezzi pubblici adeguati che potesse raggiungerla. I vicoli e le strade interne erano ritenute quasi "malfamate", poichè vi bazzicavano spesso ragazzi poco raccomandabili di quelle zone: I fratelli di Yuko non volevano che lei passasse da sola in quelle strade, ma in molti casi la ragazza aveva disobbedito ritenendo più importante arrivare presto a casa rischiando un pò che allungare il percorso inutilmente.
Come quella sera.
Yuko non si era in effetti resa conto della sua situazione fino a che, un fischio lungo e grezzo non aveva attirato la sua attenzione.
Dietro di lei, illuminati dalla luce di un grosso lampione, un gruppo di ragazzi in divisa scolastica le si avvicinava con passo sicuro ma rapido: Yuko affrettò il passo tentando di ingorarli, ma prima che potesse svoltare l'angolo l'intera comitiva l'aveva raggiunta ed accerchiata.

-Ehi, che bella cucciolina impaurita.. che ci fai da sola a quest'ora tesoro? - Una risata di gruppo accompagnò le parole pregne d'alcol di quello che doveva essere il capo gruppo, un ragazzo dall'aria ribelle con una vistosa catena al collo e dei tatuaggi che spuntavano dalle maniche della camicia arrotolata ai gomiti.
-Vi prego di lasciarmi andare, sono in ritardo e devo tornare a casa.- La voce di Yuko era fredda e distaccata, sperava di non dover arrivare a dover avere paura di loro ma, con disinvoltura e senza farsi vedere, iniziò a stringere a sè la borsa che aveva tra le braccia.
-Oooh e perchè invece di andare a casa non vieni a fare un giro con noi? sai, hanno aperto un karaoke qui vicino, potremmo andare a divertirci un pò..-
-No grazie, preferisco tornare a casa, adesso.-
La ragazza fece per andarsene approfittando di un buco lasciato da un paio di ragazzi alla sua destra, ma prima che potesse sgusciare via la mano del ragazzo che le aveva parlato fino a quel momento l'afferò violentemente per il braccio, storcendoglielo in modo da farla arretrare fino alla posizione di prima.
-Aaah! Mollami, mi stai storcendo il braccio mi fai male!- La voce di Yuko era adesso arrabbiata e minacciosa, e la cosa non fece altro che eccitare il giovane che, preso forse dai fumi dell'alcool, gli girò ancora di più il braccio per poi con uno scatto spingerlo verso il basso in modo da far cadere la giovane a terra. Tutta la compagnia rideva rozzamente di fronte allo spettacolo offerto loro dal capo, e varie voci sembravano inneggiare a qualcosa di più. Fuyuko con il braccio ancora dolente strinse la borsa a se, quella borsa che conteneva il lavoro delle sue ultime quattro settimane, la canzone per la partita. Non poteva permettere che quella banda di delinquenti rovinasse il suo lavoro, così tentò di indietreggiare carponi per allontanarsi da quel violento aggressore, ma la sua fuga si arrestò quando le spalle sbatterono violentemente contro il muro che costeggiava la strada.
-Il topolino è stretto all'angolo.. che dite ragazzi, proviamo a divertirci con questa puttanella?-
-Si!-
-Grande capo!-
-Falle vedere chi sei!-

Yuko iniziava a sentire una certa ansia adesso salirle dalla schiena, nonostante fosse una ragazza coraggiosa e capace di affrontare diverse situazioni, non sapeva come sarebbe potuta finire quella scena. COlta da un attimo di panico, portò le braccia davanti a se al tentativo del maniaco di metterle le mani addosso, facendosi scappare un grido che, nonostante l'intenzione di farlo sembrare intimidatorio, uscì quasi come una invocazione disperata.
-Vattene non mi toccare LASCIAMI STARE NON TOCCARMIIII!!!!-
Una mano raggiunse il suo viso chiaro scuotendolo con uno schiaffone secco e sonoro, tanto che la voce le morì in gola: con la mano tenuta ferma sulla guancia dolorante, Yuko chiuse gli occhi per un istante, mentre con l'altro braccio ancora stretto alla borsa la consapevolezza di essere in mano a degli indivudui ubriachi e violenti le toglieva anche gli ultimi sprazzi di sicurezza e speranza.

Fu proprio in quell'istante in cui i suoi occhi erano chiusi che la situazione sembrò capovolgersi.
Un rumore forte ed uno quasi successivo più strascicato e distante le fecero riaprire gli occhi, e si accorse tra un accenno di lacrime per il dolore alla faccia e la luce del lampione sopra di lei che mentre una grossa figura si era aggiunta alla muta di bestie davanti a lei, un ragazzo era stato scaraventato a terra poco lontano da lei e se ne stava incosciente riverso con la faccia sull'asfalto.
Da lì a pochi secondi quasi tutti i componenti del gruppo che fino ad un secondo prima le stvano addosso come lupi affamati si trovarono nelle stesse condizioni dell'amico: quell'individuo enorme che le dava le spalle aveva facilmente atterrato tutti senza spendere troppa fatica e tempo, e davanti a lui, tremante come un pulcino, restava solo il capo-banda.
-A..aspetta, aspetta aspetta parliamone, non volevamo fare niente alla ragazza, volevamo solo chiederle se..- Non potè finire la frase che un sonoro sganassone lo prese in pieno volto, facendolo volare più distante degli altri.

La figura rimase in piedi, ancora nascosta alla vista della ragazza che, come se fosse la spettatrice di un film, non pareva essere in grado di interagire con la scena che le si parava davanti: voleva alzarsi, andare via, o andare da quel tizio, o mettersi ad urlare, ma non riusciva a fare niente di tutto questo. Semplicemente se ne stava lì, con le gambe vicino al petto e la mano ancora premuta sull aguancia ormai livida, guardando stupita di fronte a se.
In silenzio, quell'enorme paladino della giustizia si voltò verso la ragazza, avvicinandosi con calma ed abbassandosi in ginocchio su di lei: una grossa cicatrice atraversava la sua fronte ampia, e due segni rossi che ricordavano dei simboli facciali guerrieri rendevano ancora meno rassicurante quel volto squadrato e minaccioso: il corpo poi, sembrava non finire più, nonostante non fosse proprio appiccicato a lei, Yuko non riusciva a vedere le estremità delle sue spalle senza voltare la testa.

Qui c'è da fare un appunto, nel caso in cui qualche esponente del sesso maschile stesse leggendo queste righe.
Le ragazze, come tutti sapranno, sono strane.
E Fuyuko, essendo appunto una ragazza, non si sottraeva di certo a questa regola direi universale.
Fu lei stessa la prima a meravigliarsi di come, nonostante fosse appena stata picchiata e avesse sfuggito di poco la possibilità di venire orribilmente violentata da un gruppo di ubriaconi molesti, tutto ciò che fosse in grado di pensare in quel momento era QUANTO CAZZO FOSSE FIGO QUEL TIPO DAVANTI A LEI.
O mio dio, era perfetto. Questo fu il suo pensiero, parola più parola meno.
Una selvaggia chioma lunga e corvina, uno sguardo tenebroso ed assassino, un fisico da guerriero spartano e la stazza di un boscaiolo di due metri.
Il cervello sembrava essere andato in tilt, ed era una cosa che le succedeva talmente di rado che non era abituata, non era preparata a tale eventualità. Lei aveva gusti difficili in fatto di uomini, e raramente le era successo di imbattersi in un ragazzo che rispecchiava in maniera così precisa le sue più efferate e bollenti fantasie in fatto di fisico maschile.
E poi che dire, l'aveva appena salvata da una banda di malintenzionati agendo com eil più affascinante degli eroi notturni, un Batman senza ali e senza maschera, uno Zorro del Giappone, un giustiziere smascherato.. anche la più cinica e apatica delle ragazze sarebbe caduta ai piedi di uno così.

-Ehi, è tutto apposto?-
Eccolo là, il colpo di grazia.
Una voce calda e impostata, profonda e vibrante la percorse come un fulmine, facendola quasi rabbrividire.
Non sapeva bene cosa fare, e fu una fortuna che il suo cervello, ripreso rapidamente ed incredibilmente il controllo sull'ormone scalpitante, le diede una discreta scossa facendola reagire.
-Ehm.. si, si tutto ok, va tutto bene grazie..- aveva ancora la voce un pò tremante, sia per la paura e la botta di prima che per le palpitazioni che sembravano voler preannunciare un infarto da un momento all'altro, ma tentò lo stesso di sembrare il più distaccata possibile.
-Ti fa male la faccia?-
L'enorme mano del ragazzo raggiunse in un istante la guancia scura di Yuko, sfiorandola con poca delicatezza ma senza farle male e ritraendola subito. Non era certo il tipo di ragazzo da romanticherie fuori posto, ma si vedeva che era preoccupato per la sua salute.
Al breve e grezzo contatto della sua mano Yuko sembrò sciogliersi, mentre i suoi occhi non potevano che perdersi nelle profondità nere come la pece di quelli di lui. Era incredibile come una ragazza seria, disciplinata e composta come lei si riducesse a comportarsi come la protagonista di un manga per ragazzine. Eppure non potva farci niente, in testa in quel momento non aveva altro.
-No, no non mi fa male..- prese di nuovo controllo di sè, e decise con parecchio combattimento d'animo di alzarsi in piedi: si scrollò un pò di polvere dalla gonna e dalla borsa, mentre anche il suo salvatore si alzava in piedi.
-Fortuna che passavo di qui, non penso che saresti finita molto bene con questi imbecilli.-
-Oh beh! In realtà me la stavo cavando egregiamente..-
l'orgoglio pseudo-infinito di Yuko dovette scontrarsi con la dura realtà dei fatti, ed in risposta ad uno scettico sguardo del ragazzo non potè che aggiungere -.. ma comunque grazie di avermi aiutata.-
Fortunatamente il buio della sera copriva la maggior parte del paonazzo che le colorava la faccia, ed il ragazzo non sembrava essersi accorto di niente.
-Mi chiamo Gaou, Rikiya di nome. Abito qui dietro, per questo passavo di qui. Vuoi che ti riaccompagni a casa?-
Era incredibile vedere un comportamento del genere da un individuo simile. Eppure era così: di certo non c'erano smancerie, o galanteria, o frivolezze simili, ma era limpida com l'acqua la volontà di rendersi utile. Una gentilezza innata, o forse un senso di giustizia personale.. Yuko non aveva proprio la testa per analizzare anche quell'aspetto psicologico, e si limitò a fare si con la testa.

-Io mi chiamo Fuyuko Ishii ma.. beh, puoi chiamarmi Yuko.-
Fu in grado di presentarsi solo quando fu di fronte alla porta di casa, pendendo il coraggio a quarantamila mani per evitare di lasciarlo andare via così senza neanche avergli detto il suo nome.
-Grazie ancora per prima..-
-Non c'è di che. Adesso devo andare, i miei genitori mi aspettano per fare da cena.-
Yuko si accorse solo in quel momento del sacchetto di plastica che teneva in mano, e dentro di sè non potè che immaginarsi una scenetta piuttosto ironica del nerboruto ragazzo tra i fornelli.
-D'accordo allora..-
-Ci rivedremo, in fondo abitiamo vicino.-

Il ragazzo si allontanò senza voltarsi se non per raccomandarsi di mettere del ghiaccio sulla faccia, per poi sparire dietro l'angolo della strada.
Fuyuko prese una boccata d'aria, prima di voltarsi per raggiungere il portone e bussare con forza, come se l'adrenalina di quella serata fosse fuoriuscita in quell'istante dopo l'allontanamento del ragazzo.


Se ne stava distesa sul suo letto, con un sacchetto di ghiaccio sulla guancia e gli occhi nascosti dietro un ciuffo ribelle.
Aveva incontrato il ragazzo più sexy e bello che le fosse mai capitato di incrociare, e lui l'aveva vista con la faccia mezza gonfia, tumefatta e violacea per lo schiaffo, i capelli devastati e la gonna strappata da un lato.

E meno male che la prima impressione è quella più importante,, complimenti dolcezza.
  
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