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Autore: yukina_chan    11/12/2005    3 recensioni
Chiedo scusa a tutti, questa nn è una nuova ficcy ma è un semplice 'copia e incolla' del capitolo 2 della serie Legend Of SexyBabies. Molti lettori hanno avuto problemi nell'aprire la pagina relativa a questo capitolo, e dato ke ho la testa dura, le ho provate davvero tutte x riuscire a farlo leggere comunque agli interessati. Questo è l'ultimo tentativo, spero ke così riuscirete a leggerlo^^
Genere: Commedia, Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Kyoyama, Nuovo personaggio, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2-Beautyful Escape

Capitolo 2-Beautyful Escape

L’odore dell’incenso si stava diffondendo acre per la stanza. Il fumo saliva dinamico e suggestivo verso il soffitto, mentre la cenere, lenta e inesorabile, cadeva sul supporto di ceramica.

Le finestre erano come sempre aperte, e filtrava da esse una luce pallida tipica della prima mattina. Il mio letto era già stato rifatto con cura e anche quello di Daisuke. Lui non c’era; era uscito per andare a lavorare. Se ne andava ogni mattina verso le 5 e tornava verso le 10 di sera. Non stavamo mai assieme. E forse era meglio così. Io lo odiavo, e lui mi tradiva.

Lo sapevo ormai da qualche giorno, e aspettavo il momento giusto per fuggire e abbandonarlo per sempre. Visto che lavorava tutto il giorno sarebbe stata una cosa facile, voi dite? E invece c’era ancora qualcosa che mi tratteneva in quella casa. Sarà stato che fin da quando ero piccola avevo sognato di vivere nel lusso. Mi stava troppo a pennello. Ed era comodo vivere così. Anche se, ovviamente, non so quanto avrei resistito ancora in quella camera, dove dormiva l’uomo a cui avevo donato la felicità di un matrimonio ma che nonostante questo non gli bastavo.

Me ne stavo lì, nel mio kimono bianco solcato da un meraviglioso fiore pitturato con colori tenui e brillanti, inginocchiata sul tappeto con le mani giunte sulle ginocchia, dinnanzi a me. E respiravo quell’intenso odore di cannella che sentivo entrare dentro di me fino ai polmoni, chiudendo gli occhi, così freddi e distaccati che ho di natura, ricordando il mio passato; così glorioso ma terminato così tragicamente.

Jeanne mi mancava, e anche molto. Pur sapendo bene che la sua morte non era dipesa da me, i sensi di colpa mi trapassavano il cuore ogni mattina, quando aprivo gli occhi e mi preparavo a una nuova giornata. E’ normale che come antica leader mi sentissi così responsabile, ma mi ripetevo lo stesso costantemente –Anna, devi essere forte. Hai sempre vinto ogni battaglia e hai superato ogni prova alla quale la tua vita ti ha sottoposta- Eppure non era facile doversi svegliare e chiedersi ogni volta perché si stava ancora al mondo…

Passai lo sguardo sull’orologio appeso alla parete, erano le 6 e mezzo. Mi alzai per andare a fare alcuni lavori di casa, quelli che avevo proibito di fare alle cameriere perché odiavo starmene con le mani in mano. Naturalmente Daisuke non lo sapeva, gli sarebbe venuto uno sturbo. Presi uno dei tanti cesti di panni sporchi e li misi in lavatrice, pulii accuratamente i pavimenti e mi preparai per andare a comprare il cibo da usare per il mio pranzo.

-Celine, prepara la cucina, vado a comprare il pranzo…- dissi fredda alla capocameriera, che mi fece un inchino rispondendo con un educato –Certamente, padrona… Se aveste bisogno di un aiuto…-

-Non essere sciocca, Celine! So badare a me stessa.- Con quelle parole presi la porta e mi incamminai in strada. Ero stata molto sgarbata. Ma io ero sempre così. Ero il risultato di 16 anni passati a ricevere dure educazioni, proteggere gli altri senza occuparmi dei miei sogni e delle mie aspettative. Per non parlare del duro colpo ricevuto con la morte di Jeanne, e infine la scoperta del tradimento di mio marito. Nulla ormai poteva andar peggio… Epure…

-Anna! Che angelica visione!Dove te ne vai di così mattina presto?- era la voce allegrotta di Yoh. –Maledizione, Yoh… Credevo che i ceffoni di ieri ti avessero un po’ schiarito le idee…- dissi io un po’ seccata. –A dir la verità mi hanno ancor più suggerito quale persona splendida tu sia!- era una risposta molto ipocrita, e mi irritò ancora di più. –Ascoltami bene, Yoh Asakura. Sono molto preoccupata per l’uso che fai della tua inutile esistenza, per non parlare dell’uso che fai delle tue scarse facoltà intellettuali, e trovo che startene tutto il giorno davanti a casa mia aspettando che ti dica un semplice ‘si’ non migliorerà granchè la tua situazione di sfigato perenne!- Yoh non si offese. Anzi mi fece un grande sorriso e mi si avvicinò con intenzione affermando –Essere sfigato mi piace… Eddai, ammettilo che ti piaccio così!-

Quella volta il mio ceffone ebbe un contraccolpo davvero ultrasonoro, scommetto che perfino quelli dall’altro capo della strada ci avevano sentiti. Yoh venne scaraventato contro il muro della strada a fianco, per poi emergere dalle macerie conciato davvero male, ma nonostante ciò fece un sorrisone da stupido, di quelli che a lui vengono molto naturali, e disse con tono da scemotto –Questo colpo voleva dire si?- io ridacchiai: era una visione davvero divertente. –Ora devo andare, e se ci tieni ai denti ti conviene evitarmi il più possibile!- dissi io in tono scherzoso. Lui si limitò ad alzare il pollice rispondendo con un –Ricevuto!- che non mi convinse granchè.

Yoh era un ragazzo straordinario. Era innamorato di me da quando avevamo 6 anni. Ma era molto povero, e la mia famiglia era in brutte condizioni, perciò non me lo filai mai granchè. Nonostante ciò non aveva mai perso la speranza, ed era sempre così dolce e ottimista che mi metteva costantemente di buon umore. Era anche piuttosto carino, devo ammetterlo. Ma non era quello che desideravo in quel momento. Avevo già abbastanza pensieri.

Yoh aspettò che girassi l’angolo per esclamare un glorioso –E’ pazza di me!- Io non potei fare a meno di sorridere.

Quella sera Daisuke arrivò decisamente tardi.Più tardi del solito. Di sicuro era stato con la sua amante in qualche squallido locale della città. Io ero nelle coperte, i miei occhi duri fissavano il vuoto. Daisuke entrò nelle coperte ridendo, era certamente ubriaco.

-Buongiorno amore! Passata una bella giornata?- fu quello che mi disse mentre si infilava nel letto. Io non risposi. Continuavo a fissare il vuoto. Ci fu un momento di silenzio, quando sentii Daisuke che si accostava a me accarezzandomi il braccio. –Ehi, tesoruccio… Che ne diresti di fare quello che fanno tutti i mariti e le mogli? Sai, è stata una dura giornata, e avrei bisogno di rilassarmi un pò un po’…- Non resistetti, e furente mi divincolai alzandomi poi in piedi. –Oh certamente! Immagino che scopare tutto il giorno con la propria segretaria sia stancante!- strepitai fuori di me. Daisuke mi fissò, poi si mise a ridere cercando di venirmi incontro. –Ma che farnetichi, tesoro?-

-Non mi toccare! Sono stufa di essere presa in giro. Ho sentito le vostre chiamate, ho ascoltato i messaggi in segreteria, e ho trovato nei tuoi pantaloni della biancheria di certo non mia!- urlai, tirandomi indietro. Stavolta Daisuke prese un’espressione cupa che mi mise un po’ di paura. –Non ti azzardare a urlare con me. E non ti devi più intromettere negli affari miei, chiaro?- mi disse con tono minaccioso. Io esitai. Rimasi lì ferma con il cuore in gola. Finchè accadde.

Iniziai a sentire un forte malditesta, seguito da un fischiare d’orecchie che mi fece quasi urlare. Era da tanto che non mi succedeva: era un messaggio telepatico.

Quando il messaggio finì stavo sudando freddo, i miei occhi erano sbarrati e mi dimenticai completamente di Daisuke. Corsi a prendere le poche cose che mi sarebbero servite per un viaggio di alcune settimane, le misi in un sacchetto che attaccai a un bastone e mi avviai velocemente alla porta. Sentivo Daisuke che farneticava qualcosa alle mie spalle cercando di starmi dietro, ma non gliprestai la minima attenzione. Giunta alla porta, Daisuke mi tirò per un braccio e mi insultò con una parola di troppo. Un pugno ben assestato bastò per metterlo K.O. A quel punto uscii da quella maledetta casa, sentendo dentro di me che non sarei più ritornata. Rubai la macchina di Daisuke, mi infilai i suoi occhiali da sole e me ne andai spaccandogli il recinto con la retromarcia, quello per cui aveva speso tanti soldi.

Partii a tutta manetta con l’adrenalina in corpo. Finalmente ce l’avevo fatta! E ora avevo una missione. Il messaggio telepatico parlava chiaro. –Jeanne, non temere amica mia. Ora so che sei ancora viva, io ti salverò…-

Ma qualcuno mi stava seguendo. Erano in tanti. Andavano su dei motoroni. Sorrisi. Finalmente Itako Princess era tornata.

  
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