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Autore: niky94    29/12/2010    3 recensioni
Le mie gambe, le mie bellissime gambe erano diventare 2 zampine nere, le mie orecchie si erano allungate diventando anch'esse nere , non c'era che dire, riuscivo a sentire meglio del solito , i miei occhi a mandorla erano diventati sferici, -ma la cosa che mi attirava di più era che riuscivo a vederci anche al buio- sul fondo schiena mi era spuntata una lunga coda nera, ora camminavo a quattro zampe , e lunghi baffi grigiastri mi apparvero sulle gote : mio Dio ; mi ero tramutata in una gatta .
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                 black cat capitolo 1                                                        xXx BLACK CAT XxX




                                                     CAPITOLO 1







Le mie gambe, le mie bellissime gambe erano diventare 2 zampine nere, le mie orecchie si erano allungate diventando anch'esse nere , non c'era che dire, riuscivo a sentire meglio del solito , i miei occhi a mandorla erano diventati sferici, -ma la cosa che mi attirava di più era che riuscivo a vederci anche al buio- sul fondo schiena mi era spuntata una lunga coda nera, ora camminavo a quattro zampe , e lunghi baffi grigiastri mi apparvero sulle gote :  mio Dio ; mi ero tramutata in una gatta .


Non riuscivo a capacitarmene, non riuscivo a capire nemmeno come poteva essere successo una cosa del genere, avevo letto  di uomini che assumevano poteri da ragno, in questo caso : " Spider man " oppure donne che assumevano la forza del gatto e in questo caso : " Catwoman"  ma mai che vi si trasformassero in un vero e proprio animale.


Ed io ero diventata un felino, un tenero felino nero , che avrebbero mai detto i miei? mi avrebbero tenuta in casa? avrebbero denunciato la mia scomparsa? la cosa brutta era che non potevo nemmeno parlare! beh, su questo non c'è dubbio gli animali non hanno il dono della parola! , l'unica cosa che fuoriusciva dalle mie labbra da gatta era un sonoro : " miao" niente di più e niente di meno.


Avevo sempre sognato di essere un animale, ma non in questo modo! non sapevo nemmeno perchè ero diventata una gatta e se sarei mai ritornata normale : " è sicuramente un sogno! " pensavo , " accipicchiolina, non posso nemmeno darmi un pizzicotto per scoprire se è la realtà o un sogno! " pensai quando tentai di colpirmi, era orribile quella situazione, non potevo parlare, non mi potevo lavare! per poterlo fare avrei dovuto leccarmi le parti intime, e al solo pensiero un senso di nausea mi percuoteva lo stomaco; sputavo palle di pelo, e la crudeltà umana che mi avrebbe mai fatto? beh,ma comunque  ad ogni contro ci sono sempre dei pro.


Per esempio ero agile, veloce, scaltra, avevo 9 vite - ma su questo proposito avevo i miei dubbi- , cadevo sempre con le zampe, ed ero bella e cucciolosa.


Per  il resto odiavo essere un animale.


Sentii dei passi provenire verso la mia stanzetta, vidi la maniglia abbassarsi  e sentii all'improvviso un senso di panico, vari pensieri mi si affollarono nella mia piccola testolina da felino.


La porta si aprì con un cigolio e la figura alta di mia madre irruppe nella mia stanzetta.


Non vide nessuno e questo la rese molto preoccupata, me ne accorsi dai suoi occhi, perchè quando mia madre si spaventava per qualcosa, uno dei suoi enormi occhi nocciola si rimpiccioliva, come una minuscola fessura, si aggirò per la stanzetta, mi cercava, sapevo che cercava me , io ero nascosta sotto la scrivania color nocciola, ma non uscii, non ne avevo il coraggio , cosa avrebbe detto? avevo paura, un' enorme paura, non sapevo che fare, in quel momento desideravo con tutta me stessa di poter ritornare umana , rimpiangevo il mio viso e il mio corpo che fino ad allora li trovavo imperfetti , rimpiangevo i miei capelli lungi e scuri , rimpiangevo persino i miei piedini da cenerentola .


<<    Jessica...    >>    sentii chiamarmi da mia madre


<<      quando torna le faccio vedere io che esce senza avvertire e mi fa venire un infarto!     >>      esclamò mia madre velocemente, quasi non riuscii a comprendere quello che disse, uscì dalla stanza chiudendosi la porta marrone alle spalle, non appena fui  da sola nella mia piccola stanza, uscii anche io dal mio nascondiglio e mi recai alla porta cercando di evadere.


Ma non ci riuscivo, quei maledetti artigli che mi trovavo al posto delle unghie non servivano a nulla, quella dannata porta non si apriva! girai la testa e vidi che la finestra era aperta, così mi avvicinai, e mi ritrovai sul piccolo balconcino della mia stanza, era alto pochi metri ,feci un salto e mi trovai sulla ringhiera grigia, avevo paura di scendere giù , ma poi mi ricordai che ero un felino, e che i gatti atterrano sempre in piedi, grazie ai morbidi  cuscinetti che hanno  sotto le zampine nere, chiusi gli occhi, contai fino a tre dopodiché saltai.


Il mio corpo fu percorso da brividi, quell'attimo durò all'incirca pochi secondi , non appena fui coi piedi per  terra riaprii i miei sferici occhi gialli :  tutto ciò  mi sembrava un sogno .


Lasciai  la mia casetta di Amburgo e iniziai  ad avventurarmi per le strade affollate della mia città, vedere con gli occhi di un gatto era eccitante ma allo stesso pericoloso, c'erano cani randagi ovunque , quindi decisi di camminare sui tetti in modo che nessuno di quei cani potesse vedermi .


Ad un certo punto comincia a sentire fame,il mio stomaco si lagnava , e non aveva tutti i torti dato che era vuoto dalla sera prima , il problema era che mi faceva schifo procurarmi  il cibo come facevano i gatti vagabondi, ovvero rovistare tra i sacchi dell'immondizia che la gente metteva fuori dalle abitazione aspettando che il camion della spazzatura passasse a ritirarla.


Decisi di scendere dal tetto , per cui mi ritrovai nuovamente in mezzo all'asfalto colmo di persone , vidi un sacco nero dinanzi alla porta di una grossa villetta  ed un gatto ; che con i lunghi  artigli  aveva bucato il sacchetto ed ora stava rovistando in cerca di cibo, da lì proveniva un odore nauseabondo che mi fece passare la voglia di mangiare.


Quel gatto bianco che stava mangiando a sbaffo posò gli occhi azzurri su di me facendomi tramare.


Era primavera, e di solito in primavera quasi tutti gli animali andavano in calore , sopratutto i gatti, un brivido mi percorse per tutto il corpo quando lo vidi avvicinare a me, avevo paura, per la prima volta in vita mia avevo paura di un gatto.


Lui si mise ad annusarmi il sedere, per capire se ero maschio o femmina, io rimasi lì immobile, non sapevo che fare, di certo non volevo essere sverginata da un gatto , e sopratutto rimanervi incinta dato che i gatti non usano precauzioni quando hanno le loro notti " calienti"  .


Lui si accorse che ero una gatta  e cominciò a mordermi il dorso, quasi facendomi male, dopodiché si alzò tentando di salirmi in groppa, era troppo per me  da sopportare, fare l'amore con un gatto?  mi misi ad urlare quando lui finalmente riuscì a salirmi in groppa, tentavo di liberarmi dalla sua presa, ma non ci riuscivo, sentivo il suo membro toccarmi, e mi misi a piangere , essere violentata da un gatto era l'ultima cosa che mi aspettavo potesse accadermi, lui entrò dentro di me ed io volevo urlare, gridare, faceva male, sentivo dolore, quell'animale spingeva sempre di più dentro di me, non volevo, l'unico pensiero in quel momento era che non volevo rimanere incinta e partorire un gatto, sarebbe stato umiliante, straziante.

Ma  il rapporto per fortuna  durò 5 minuti scarsi , il gatto uscì , mi leccò il dorso ed andò via .


La mia paura però non durò  a lungo, io ero un umana , se  un gatto mi avrebbe fecondata  sarei  andata contro natura , quindi non era possibile che dentro di me ci fosse una vita :  certo anche che io mi ero tramutata in una gatta, era contro natura ma la mia speranza era l'ultima a morire, al massimo quando sarei tornata umana, avrei abortito .


Iniziai  a provare odio per i gatti  dopo quello che avo subito ; continuavo  a piangere, mi faceva ancora male la vagina, ero affamata , avevo perso l'orientamento, non sapevo che ore fossero e tanto meno i miei genitori che cosa avrebbero fatto se avrebbero denunciato la mia scomparsa alla polizia , ero confusa, arrabbiata , perchè stava succedendo tutto quello  a  me ?  avevo una voglia tremenda di ritornare umana , ma non  avevo la più pallida idea di come potere fare .


Decisi di esplorare quella bella villa , non avevo mai visto tanto lusso in vita mia, certo anche io abitavo in una villetta, ma quella casa era il massimo.


Entrai nel giardino, passando per le fessure del cancelletto grigio, feci lo sbaglio più grosso della mia vita, perchè non appena  atterrai sull'erba verde e fresca dinanzi a me due occhi tetri mi fissavano rabbiosi.


Un cane !  mi ritrovai davanti un cane, che mi ringhiava con i denti scoperti e la bava che gocciolava sul prato  , panico! quella sensazione di panico  si fece viva in me, prima il gatto, ora il cane, ero sicura che sarei dovuta morire prima o poi, quell'enorme bestia si avvicinò a me spalancando la bocca imbevuta di saliva , aveva intenzione di mordermi quando il suo padrone lo chiamò.


Mio Dio! avevo visto il paradiso, non avevo mai visto un ragazzo più bello di quello, il sole a suo confronto non valeva  nulla, la sua voce , unica e penetrante mi scaldò il cuore , era alto, molto alto, aveva dei capelli neri e corti ai lati con uno strato superiore più lungo acconciati in una strana pettinatura, aveva un paio di occhiali da sole che li coprivano il viso candido, era tanto  bello da mozzare il fiato


<<     che stai facendo scotty?     >>      gli chiese lui accarezzandoli il lungo pelo nero, quel ragazzo spostò lo sguardo verso di me e mi sorrise


<<    e tu?     >>     mi chiese dolcemente allungando la sua mano bianca smaltata di nero, io tremavo, mi ero persa in quella infinita gentilezza che quel ragazzo possedeva


<<     scommetto che avrai fame     >>      disse poi prendendomi imbraccio , che sensazione magnifica essere accarezzata da lui, mi sentivo in paradiso, ora ringraziavo il cielo di essere diventata una gatta al contrario di prima che lo maledicevo .








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