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Autore: VeNoBa    29/12/2010    3 recensioni
Fanfiction a più capitoli su uno dei miei manga preferiti^^ Prevalentemente vissuta con gli occhi di Yuuki e Zero,ma ci sarà anche "parecchio Kaname" dentro :) Scritta partendo dal presupposto che tutto il passato di Kaname sia già venuto a galla...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Rimedio ( capitolo 11)

“Non c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri” ( Cartesio )

Forse non sarebbe dovuta andare a casa sua…alla fine, tutte le informazioni da lei ritenute preziose, erano cose che lui già sapeva. Si era lasciata prendere dal suo desiderio di rivederlo, era stata egoista, come sempre, e ora lo stava facendo soffrire di nuovo.

“Sembra che, comunque io mi muova, finisca per fare del male a coloro che amo di più. Forse, anche questo fa parte della mia natura” sussurrò Yuuki, con gli occhi bassi.

Zero, ora, era già dispiaciuto…la discussione era degenerata così in fretta che non aveva avuto il tempo di riflettere su quello che gli usciva dalla bocca. Covava una marea di sentimenti negativi, ma non per i motivi che credeva lei.
Il suo “codice d’onore” gli aveva sempre fatto pesare il debito di sangue che aveva con lei, le era grato, anche per il solo fatto di non aver reclamato il pagamento che le spettava, per riguardo ai suoi sentimenti.

Il loro passato, i ricordi del tempo trascorso insieme, erano ancora cari al suo cuore, nonostante si fossero trasformati in dolce-amaro, dopo i recenti avvenimenti. Lei aveva sempre amato un altro, l’hunter lo aveva sempre saputo, eppure gli era stata vicina ugualmente, lo aveva supportato, consolato, rincuorato, lo aveva trattato con gentilezza e aveva sorriso, quando lui ne aveva avuto bisogno. Le era infinitamente grato, per questo. Il debito “umano” che aveva nei confronti della ragazza era immenso.

“Tu hai fatto quello che hai potuto, per me. A prescindere da tutto, è qualcosa che ricorderò finché sarò vivo” disse, poi.

Yuuki si strofinò gli occhi, perché si sentiva così triste? Un macigno le opprimeva il petto e le impediva una normale respirazione. Non poteva dirgli quello che provava…anche perché, a dirla tutta, non sapeva con esattezza neanche lei che cosa fosse.
Quel senso di tepore che la invadeva…quando stava con lui il suo cuore si riempiva di tenerezza e il sorriso le sorgeva spontaneo sulle labbra. Abbracciarlo, accarezzarlo, per lenire le sue ferite e farlo stare meglio le era sempre venuto così spontaneo che, a volte, se n’era sorpresa persino lei.

Già quand’era umana, si era ritrovata a chiedersi, in determinate circostanze, quale fosse la natura dei suoi sentimenti per Zero.

Rammentava alla perfezione, le sensazioni provate quando l’aveva morsa l’ultima volta; da umana, seppur già scossa emotivamente, non avrebbe mai potuto arrivare al perché lei non avesse problemi a sopportare il dolore dei suoi morsi. Ma era stato dopo la sua trasformazione che la risposta si era mossa, all’interno del suo stomaco: era stato elettrizzante, tutto il suo corpo era in estasi, formicolava, il cuore le batteva all’impazzata…il dolore dei canini che laceravano la carne e la pressione della bocca e della lingua che succhiavano si erano trasformati in piacere. Questo era ciò che provava un vampiro, soprattutto quando a morderlo…era la persona da esso desiderata.

I due avevano allontanato lo sguardo, l’una dall’altro, Yuuki sentiva freddo, come se uno spiffero d’aria le stesse correndo lungo la schiena.

“Avrei potuto fare meglio…non ti ho leccato le ferite nella speranza che tu leccassi le mie…ma, alla fine, l’hai fatto lo stesso. Solo che, allora, non ne sapevo il motivo” replicò lei.

Zero la guardò…quello che aveva fatto, era il minimo che lei si potesse aspettare. Non era bravo nelle gentilezze verso il suo prossimo; forse aveva molto a che fare con i suoi sentimenti per Yuuki…o forse no. L’unica cosa di cui era assolutamente certo, era la consapevolezza che stare tanto vicino a qualcuno, dopo l’allontanamento suo e di Ichiru, era stata la cosa migliore che gli potesse capitare.

“Succede così, con le persone gentili. Almeno, per me è stato così in parte, c’erano anche altri fattori…però, il crogiolarsi nelle cure di chi è di natura amorevole, è una tentazione forte. Non ho resistito” disse Zero.

La ragazza era stranita…vista attraverso gli occhi di Zero, figurava come una persona buona…quando, dopo tutti gli esami di coscienza che, in quell’anno di “reclusione”, aveva avuto il tempo di farsi, aveva constatato di non essere per niente così.
Lei conosceva bene Zero, lo conosceva da più di cinque anni, ed era consapevole della sua di natura: sotto la facciata da rude che aveva eretto nel corso degli anni, per difesa personale, stava un cuore ferito, ma grande, un anima che era stata dannata, ma intatta…lo aveva sempre potuto vedere dal suo sguardo: quegli occhi così limpidi, non avevano avuto segreti, per lei. O almeno così credeva.
Ora, da vampira, poteva capire il significato delle parole di lui, dell’ultima volta che si erano visti: “Io desideravo solo il tuo sangue, Yuuki”; per lei era stato un messaggio forte e chiaro…che poi la sua uscita fosse stata involontaria, ne era quasi sicura, ma…il bacio…da parte di lui, che ragionava ancora praticamente come un umano, era inequivocabile.

“Io ho fatto la stessa cosa, con te. Mi sono sempre approfittata della tua gentilezza…”

“Tu ne avevi tutto il diritto, te l’ho sempre detto: non sarebbe stato comunque sufficiente a ripagarti” replicò lui.

La vampira fece un passo, per avvicinarsi a lui, e allungò la mano, fino a toccare la sua…che strano…era calda…ricordava di averlo sempre sentito piuttosto freddo; ma, ora che anche il calore del suo corpo era stato portato via, percepiva il calore della sua pelle.

Lui non si allontanò, né si mosse, stava per esplodergli il braccio, la pressione era quasi insopportabile, ma non voleva che lei lo sapesse…i suoi turbamenti interiori erano solo suoi. Sarebbe stato un impiccio per entrambi, farli emergere.

Iniziò a tremare…si sentiva così idiota, sembrava un ragazzino che vede la fidanzatina dopo tanto tempo…ormai era cresciuto, accidenti! Gli spasmi da adolescente in calore…non era proprio il caso che si presentassero ora!
Tuttavia, si sentiva…com’era la parola adeguata? Ah,ecco…felice? No, non proprio…forse era meglio dire…non infelice. Il fatto che, a parte tutto, fosse stata lei, ad andarlo a cercare, se da un lato lo faceva arrabbiare, dall’altro…

”Ma…”fece, senza neanche accorgersene. Il suo sguardo era stato catturato da qualcosa di metallico, che sporgeva dall’orlo della manica di Yuuki…qualcosa di famigliare…
Prese la mano di lei e se la portò vicino agli occhi, scoprendole il polso.

Lei divenne rossa…era stata una svista, non aveva previsto che lo vedesse, ma aveva dimenticato di toglierlo, prima di uscire di casa.

“Lo porti ancora al polso?” chiese, stupito.

Lei annuì, senza guardarlo.

Silenzio…Yuuki spostò lentamente lo sguardo. Si aspettava che un “Perché?” uscisse dalla bocca di Zero, ma così non fu. Vide, però, il rosso dei suoi occhi accendersi di più, l’espressione del suo viso cambiare…poteva sentirlo, sentiva il vampiro dentro di lui che si stava scuotendo.

L’hunter aveva le vertigini…era stata una mossa azzardata, spostando quel piccolo lembo di tessuto, alla semplice altezza del petto, aveva sollevato abbastanza odore da fargli venire una voglia spietata di azzannarla.

La lasciò andare, di scatto, voltando la testa, me sentì la mano di lei afferrare il suo, di polso.

La guardò nuovamente, sconcertato. Lei era seria e il suo sguardo scuro trafiggeva quello chiaro di lui.

“Un anno è tanto tempo…ancora oggi, l’unica cosa concreta che posso fare per aiutarti…è questa. Adesso posso davvero capirlo, a differenza di allora” sentenziò, risoluta.

“Non voglio farlo” disse lui, terrorizzato al solo pensiero di poter tornare, nuovamente, ad essere dipendente dal suo sangue.

Strattonò la presa, per liberarsi, ma lei lo afferrò più saldamente, anche con l’altra mano. Lo guardava dritto negli occhi, caparbia, non c’era un barlume d’incertezza in lei.

“Perché mi stai facendo questo? Perché continui a provocarmi?” sibilò Zero, tra i denti.

“Non posso sopportare di sapere che stai male” rispose.

“Sei tu che mi fai stare male!” esclamò lui.

“Lo so…ed è per questo che è mio compito offrirti un rimedio” concluse lei.

Lui corrucciò la fronte, allungò un braccio, l’afferrò per il colletto del cappotto e con un colpo secco la tirò a sé.

Si abbassò, per far sì che i loro visi si trovassero uno di fronte all’altro, per poi sussurrarle, nell’orecchio:
“Te ne pentirai…”

Yuuki non rispose, si limitò a slacciarsi i primi bottoni della giacca. Zero le mise una mano sulla nuca, le spostò i capelli e le poggiò la bocca sul collo.
Aveva superato la linea…era cosciente…di non avere scampo, non sarebbe riuscito a trattenersi oltre. Era un debole!

L’hunter stava ansimando, Yuuki poteva sentire il suo fiato sul collo…

“Zero!” urlò qualcuno, battendo forte sulla porta.

Lui, come “risvegliato” da quel rumore improvviso, sembrò tornare in sé, e si staccò bruscamente da lei.

“Zero, ci sei??! Sono Kaito, Cross ha chiamato, è un’emergenza!”

  
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