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Autore: Hell    30/12/2010    6 recensioni
Gerard Arthur Way, pensa. 42 anni. Nato il 9 aprile 1977 a Summit, nel New Jersey. Il suo gusto di gelato preferito è la ciliegia. La sua canzone preferita è Prodigal Son, degli Iron Maiden. Gli piace il ritornello. Ama quel fottuto ritornello. L’ultima persona che ha baciato sono stato io. E lui è la mia ultima persona. È lui la mia ultima persona.
AU ambientata nel Dangerverse. Traduzione.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i My Chemical Romance non mi appartengono, ma appartengono a loro stessi. I fatti qui descritti sono puro frutto della mente dell'autrice (roxy_palace). La storia non è scritta a scopo di lucro, tutti i diritti vanno a chi di dovere.

Note della traduttrice:
L'autrice è roxy_palace e la ff originale si trova qui; ve la consiglio, dato che le traduzioni non rendono mai bene quanto si vorrebbe l'atmosfera dell'originale.  Ovviamente, mi occuperò di tradurre e girare all'autrice tutte le recensioni.



Lo tengono nudo, in una gabbia grande abbastanza da permettergli di stare in piedi, ma non abbastanza lunga per sdraiarsi. La gabbia è all'interno di una stanza con la porta d’acciaio e le pareti di cemento. Sa che lo controllano, quindi non si muove molto, non fa un passo. La realtà è che ne è terrorizzato; sente le pareti stringersi su di lui, non riesce a respirare. Fa troppo caldo e non ci sono finestre.

Nonostante questo non cerca di guardare al di là della porta quando la aprono. Non vuole che lo vedano cercare qualcosa, qualcuno, una via d’uscita. Non vuole che capiscano che è turbato.

Mikey gli ha insegnato a farlo. Kid era il re degli stoici.

Il trucco è concentrarsi. Frank si ricorda di ciò che Mikey gli ha detto. Il trucco è distrarti con fatti che loro non possono incasinare.

Quindi Frank si siede e recita nomi, date di nascita, tutto quello che riesce a ricordare – le loro canzoni preferite, i loro gusti di gelato preferiti, l’ultima persona che hanno baciato, cosa gli mancava di più.

Recita questi fatti come una litania.

Michael James Way, 39 anni,” sussurra. “Kid Kobra. Nato… nato… a settembre… forse il 10? Nel 1980. A New Brunswick, nel New Jersey. Ah, la canzone preferita di Mikey è… Shakespeare’s Sister… The Smiths. Sì, The Smiths. Gli piace… gli piace il gelato al pistacchio. Ha baciato… non lo so. Ha baciato Gee, probabilmente. La cosa che mancava di più a Mikey… la cosa che gli mancava di più era guardare la TV il sabato mattina…”

Ancora e ancora e ancora. A volte si dimentica e deve inventarsi le cose, ma non si ferma. Non si ferma mai.

Frank Anthony Iero, 38 anni, anche noto come Fun Ghoul. Mi fa ancora ridere. Fun Ghoul. Per l’amor del cielo. Nato il 31 ottobre 1981 a Belleville, nel New Jersey. La mia canzone preferita… oggi è Skulls. I cazzo di Misfits. Mi piace… mi piace il gelato alla stracciatella. L’ultima persona che ho baciato…”

Inghiotte la saliva. Ha la bocca asciutta.

Mi manca, la cosa che mi manca di più… Sono Frank Anthony Iero, e ho 36… no, 38 anni…”

A volte non si ricorda nulla. Gli ci vuole un po’ per ricordarsi le cose dopo essere stato nella stanza.

Vengono a prenderlo ogni giorno, e lo portano nella stanza, cercano di spezzarlo. E poi lo riportano nella gabbia. A volte nemmeno gli fanno domande. Quando succede, è più difficile riportare a galla i ricordi.

Gee… Gerard Way. 31… no… Summit, NJ. Summit.”

Gli tremano le mani e sente la pelle bruciare. È allora che si lascia andare. Chiude gli occhi e finge di essere nel Die Die Diner.

Arriva Mouse, che ha trovato una raygun rotta da fargli aggiustare. A quella ragazzina piacciono un sacco le armi. “Parlami del NJ, Frankie” interviene. Quindi lui le parla di Belleville e di scuole superiori che non vedrà mai e di persone che conosce come se le avesse incontrate, perché le ha raccontato questa storia… quante volte? Non le può contare.

I ricordi gli terranno sempre compagnia fino al ritorno dei Dracs.

Gli danno da mangiare una volta al giorno un impasto proteico e pezzi di cactus fibrosi. Spingono un piatto di quella schifezza attraverso l’inferriata larga 10 centimetri sotto la porta. A volte, se la sua permanenza nella stanza è stata particolarmente brutta, lo ignora – non riesce a toccarlo. Non si curano di portare via i piatti di plastica. Si accumulano nell’angolo, coprendo il posto dove piscia e caga.

Di solito l’impasto proteico sta già andando a male quando glielo danno. 
Fa troppo caldo. Non riesce a respirare.

Raymond Manuel Toro Ortiz, 39 anni. Jet Star, figlio di puttana. Nato… nato a Kearny… no, a Trenton, nel New Jersey. New Jersey. La sua canzone preferita è… Mr fottutissimo Crowley, Randy Rhoads… sì… Gli piace il gelato alla vaniglia. Gli ricorda di… di sua madre. L’ultima ragazza che ha baciato è stata Liza… no, Laura… Laura, ad un incontro di baratto. Gli manca… gli manca sua madre. Michael James… Mikeyway… Kobra… Kobra…”

Il giorno e la notte… non c'è giorno né notte, solo periodi di tempo in cui è sveglio e periodi in cui non lo è. Vorrebbe che questi ultimi durassero più degli altri.

È pieno di piaghe dappertutto e le più vecchie prudono. Cerca di non chiedersi perché le più nuove siano insensibili.

Frank sente la porta aprirsi e questa volta è in piedi in un batter d’occhio. Entrano tre Dracs e una divisa; sono armati solo di manganelli e un barattolo di Whamp che gli spruzzano dritto in faccia attraverso le sbarre della gabbia appena lo vedono muoversi.

Ma Frank si è preparato, prendendosi il suo tempo. Il Whamp brucia da morire, ma lui stava già andando a fuoco. È stufo, fottutamente stufo di tutta questa storia. Si scaglia contro di loro nel momento in cui aprono la gabbia.

La lotta è breve, sporca e sanguinosa. Riesce a stendere un Drac dopo pochi secondi strappandogli la gola a mani nude. Avrebbe preferito puntare alle sue interiora passando per il buco del culo, ma non ha fatto in tempo ad arrivarci prima che cominciassero a piovergli addosso colpi. Altri tre Dracs fanno irruzione nella piccola gabbia ed è sopraffatto. Gli coprono la testa con un cappuccio e gli mettono delle manette di plastica, ma rimane orgoglioso del fatto che sono costretti a trasportarlo fuori dalla cella, un Drac a tenerlo fermo per ciascun arto,mentre urla e si dimena nella loro presa.

Dovranno ucciderlo, si è assicurato di farglielo capire. Non possono spezzarlo in nessun modo. Morirà in questo posto.

Di nuovo nella stanza. Ogni volta che ce lo portano si aspetta di vedere Richard Burton e una gabbia di topi affamati e impazziti.

Ma questo non è Orwell 1984. Non è la stanza 101. 

Lui non ne uscirà.

Frank Anthony Iero, anche noto come Fun… Ghoul. Anche noto come Frankenstein.” La divisa – una che non ha mai visto prima. Cercano di avere un aspetto il più blando e intercambiabile possibile, ma non la riconosce – legge da una cartella sul tavolo davanti a loro. Un Drac dietro di lui gli toglie il cappuccio dalla testa. Luci, feroci e fluorescenti, gli fanno bruciare gli occhi.

Frank sbatte le palpebre mentre la divisa continua con tono monotono, la sua immagine guizzante ai suoi occhi. Lascia che gli si chiudano le palpebre alla fine e finge di essere nel diner. Mikey è appena entrato. Ha il carburatore della Trans-Am in una mano e un cacciavite nell’altra. “Amico,” gli dice. “Amico, credo che qualcosa non vada nella macchina.”

Frank ride.

Signor Iero, trova che questa situazione sia divertente?” La divisa spinge un foglio di carta attraverso il tavolo. “Questo è un ordine di esecuzione, signor Iero.”

Il ricordo di Mikey fa una faccia strana, come a voler dire ‘oops!’, e alza gli occhi al cielo. Frank ricambia il sorriso.

Signor Iero, la prego di rendersi conto della situazione. Se confessa e si pente dei suoi crimini contro lo stato – se ne pente pubblicamente – la sua esecuzione sarà umana e per mano di uno squadrone. Se non lo fa allora… beh, credo che sappia come andranno le cose in quel caso. Ormai è come se lei fosse un capo di bestiame. Verrà processato. Power Pup, capisce cosa intendo? 

Dunque, lei è o no il criminale noto come Fun Ghoul?”

Frank scrolla le spalle. Pensa a Ray. Pensa a Mouse. Spera che ce l’abbiano fatta a raggiungere il confine.

Il ricordo di Ray è in un angolo della stanza, le mani sui fianchi, l’arco severo della fronte visibile oltre i suoi occhiali da sole specchiati. Annuisce e gli fa il saluto militare. Che sollievo,pensa Frank.

Signor Iero, può identificare quest’uomo?” La divisa ha messo una foto sul tavolo. I resti di un tizio qualsiasi, ucciso da qualche parte in città. Nessuno che Frank conosca.

Frank chiude gli occhi. Vorrebbe che gli dessero dei pantaloni: le stecche di legno della sedia continuano a pizzicargli le palle. Non riesce a concentrarsi. Scuote la testa.

E quest’uomo?” Un’altra foto: una testa, degli intestini, quel che rimane di un avambraccio e una mano che regge una raygun fusa. Scuote la testa.

E quest’uomo, signor Iero?” A Frank non è mai piaciuto essere chiamato signor Iero. Gli ricorda suo padre. Peggio, gli ricorda suo nonno e il pensiero lo fa sentire male. Gli fa venire voglia di prendere a pugni qualcosa. Il che è irritante, visto che ha le mani bloccate dietro la schiena dalle manette di plastica.

Scuote la testa.

Dopo qualche secondo sente aprirsi una porta dal lato opposto della stanza. Non riesce a trattenersi dal guardare. Vorrebbe darsi un pugno. Sa che l’hanno visto, sa che sanno che è scosso: non si era nemmeno accorto che lì ci fosse una porta.

La porta si richiude con uno stridio e qualcosa viene trasportato su ruote nella stanza. Qualcosa di lungo, coperto di plastica bianca. È una barella.

Frank è sorpreso da quanta poca paura abbia. Un sacco per cadaveri su una barella. Il suo sacco. La sua barella. Buonanotte, infermiera.

In un certo senso è sollevato. Il ricordo di Mikey gli da una pacca sulla schiena. “Ci vediamo dall’altra parte,” gli dice e Frank non vede l’ora.

Comunque, non gli renderà le cose facili.

Ci vogliono tre Dracs per farlo alzare e trascinarlo oltre il tavolo, fino alla barella.

Pensa, ci siamo. Ci siamo. Pensa, ci vediamo dall’altra parte. Ci vediamo quando arrivo…

Il ricordo di Mikey rimane fuori dal suo campo visivo, sulla sinistra, un po’ indietro. Frank cerca di non lasciarlo andare. Ci rimane aggrappato più che può.

Signor Iero, riconosce quest’uomo?”

Un Drac si china e apre il sacco – il sacco che Frank aveva pensato fosse per lui.

Frank guarda.

Il sacco non è vuoto come aveva pensato. C’è qualcosa nel sacco, qualcosa di rigido, che comincia ad andare a male. Riesce a sentirne l’odore. Vuol dire che l’hanno tenuta fuori – la cosa nel sacco – sotto al sole e Frank ne sente l’odore pungente, acre, sbagliato.

I capelli. Frank riconosce la ricrescita e una parte che ha saltato l’ultima volta che li ha tinti. Frank gli aveva detto cinquanta volte di trovare uno specchio migliore per quel bagno schifoso che avevano.

Ma i suoi capelli sembrano più rossi che sotto il sole del deserto, in contrasto con la plastica bianca.

Ha la testa reclinata all’indietro, gli occhi chiusi e la bocca aperta. Frank riesce a intravedere la punta della sua lingua oltre i denti piccoli e perfetti. Potrebbe essere addormentato. Frank aspetta di sentire il suo eloquente russare e di vedere il suo naso a punta arricciarsi leggermente come ogni volta.

Sulla sua giacca c’è scritto Dead Pegasus. Frank riderebbe, ma non è divertente.

Signor Iero, è in grado di identificare questo corpo?”

Frank si gira e guarda l’uomo basso nell’uniforme di flanella grigia con gli occhiali scuri e i capelli unti.

No,” dice.

Signor Iero, voglio che guardi di nuovo.” Un Drac prende Frank per la collottola e gli spinge la testa verso il corpo nel sacco, spinge la faccia di Frank contro la sua.

Questo è il corpo di Gerard Way? Alias Geeway. Alias Party Poison. Nato il 6 maggio 1977 nella Zona 19 – in passato New Jersey.”

No.” No, pensa Frank, ignorando la bile che gli brucia in gola. Quella cosa non è Gerard.

Guardi di nuovo, signor Iero. È il corpo del suo complice, Gerard Way?”

No,” dice Frank di nuovo. Scuote la testa e alza le spalle. “Non so chi sia.”

Vuole dire che questo non è il suo… amante, Gerard Way?”

Non so chi sia,” dice Frank. La bile si fa strada su per la sua gola, bruciando e cercando di uscire. Inghiotte a forza.

Guarda una macchia di sangue secco dietro il suo orecchio. Frank si chiede come è morto. Si chiede se è stato veloce.

Signor Iero…” Frank combatte il ghigno che gli esce spontaneo al sentire la frustrazione nella voce del suo interrogatore.

Signor Iero, le nostri fonti nell’intelligence ci informano che questo è il cosiddetto Killjoy Party Poison. È stato catturato mentre cercava di introdursi in quest’edificio – nell’edificio D. Sfortunatamente, è morto a causa delle ferite riportate durante… l’arresto.”

L’interrogatore aspetta, lasciando che questa piccola informazione vada a fondo. Ferite riportate durante l’arresto.

Almeno non hanno lasciato che le macchine lo stuprassero, pensa Frank. Almeno non l’hanno preso vivo.

Mi è stato detto che ha sofferto molto, signor Iero. Ha lottato. E, a giudicare dal rapporto, è stato molto… coraggioso. Se n’è andato lottando, e così via. Uno spreco terribile. Non crede che si meriti una sepoltura come si deve? Se non possiamo identificarlo, il corpo verrà processato. Capisce cosa vuol dire?”

Sì, Frank capisce cosa vuol dire. C’è molto combustibile, in un cadavere. Un sacco di parti riutilizzabili.

Perché non lo aiuti, Frank? Perché non ammetti che questo è Gerard Way?”

Frank guarda la divisa, torcendo la testa il più possibile con il Drac che la tiene ferma. Guarda il tipo negli occhi. Scuote la testa.

Perché non lo è.”

Le narici della divisa si dilatano.

Questo è il Killjoy Gerard Way?”

No.”

Frank scuote la testa. Scuote la testa. E scuote la testa.

Frank…”

Questo non è un Killjoy.”

La divisa si pizzica il dorso del naso. “Non lo è?”

No che non lo è, cazzo.” Frank si allontana con forza dal corpo, ma le mani del Drac sono come sbarre di ferro sulla sua nuca. “Non può esserlo, stupido idiota.”

L’interrogatore ride. “E perché, signor Iero?”

Il Drac spinge Frank in avanti per aggiungere enfasi e Frank lo lascia fare, lascia che la sua faccia venga spinta verso la faccia del cadavere. È vicino. Così vicino.

Poi le sue labbra toccano le labbra del corpo nel sacco, sente il sapore della sua bocca, la punta della lingua dentro la bocca. Dura solo una frazione di secondo. Frank non chiude nemmeno gli occhi. Respira profondamente. E ricorda.

Gerard Arthur Way, pensa. 42 anni. Nato il 9 aprile 1977 a Summit, nel New Jersey. Il suo gusto di gelato preferito è la ciliegia. La sua canzone preferita è Prodigal Son, degli Iron Maiden. Gli piace il ritornello. Ama quel fottuto ritornello. L’ultima persona che ha baciato sono stato io. E lui è la mia ultima persona. È lui la mia ultima persona.

Perché, Frank?”

Perché,” dice Frank, rimettendosi dritto a forza, liberandosi con uno strattone dalla presa del Drac. “I Killjoys non muoiono mai. Non te l’hanno detto?”

L’interrogatore batte le palpebre; ne è valsa la pena per il ghigno sulla sua faccia.

Portatelo fuori da qui,” dice l’interrogatore. “Processatelo. Processateli entrambi.”

Frank ha un mezzo secondo per rivedere il corpo prima che gli mettano un cappuccio sopra la testa. Ci vediamo dall’altra parte, pensa. Ci vediamo lì.

Non ha paura. Lo fanno marciare per i corridoi, per la strada da cui sono venuti; e quando sente una porta metallica aprirsi pensa quasi che lo stiano per riportare nella gabbia. Solo allora ha un po’ di paura. Ma passa attraverso la porta, e sente di essere all’aperto, sente l’aria sulla pelle.

È felice di essere fuori. Gerard è morto fuori e anche Mikey.

Lo lasciano all’aperto, da solo. Li sente allontanarsi, cinque, dieci… perde il conto di quanti passi. Sente le pistole che si caricano.

Gli hanno lasciato il cappuccio in testa, ma chiude gli occhi lo stesso. Chiude gli occhi e finge di essere di nuovo al Die Die Diner.

Frank è seduto nel séparé ed entra Gerard. Si infila nel séparé vicino a lui; i suoi occhi sono grandi e caldi e così Gee. Il suo Gee.

Accarezza il dorso della mano di Frank con la punta delle dita e si avvicina.

È ora di andare,” dice, teneramente e a bassa voce, nell’orecchio di Frank. Lo fa rabbrividire. Lo fa anche sorridere. Guarda Gee.

Sono pronto,” dice, e il ricordo di Gee gli sorride.

  
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