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Autore: Fatanera    30/12/2010    6 recensioni
"Ancora una volta se n’è andato. Ancora una volta lo ha lasciato a raccogliere i pezzi della sua anima, cieco e brancolante ad afferrare il suo cuore con le unghie che graffiano il pavimento e si spezzano." One shot ispirata a "Love the way you lie" di Eminem e Rihanna
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic non c'entra niente con la mia 'visione', mi è venuta così, a parte. E' una di quelle cose che ti vengono e devi buttare giù. E' ispirata a "Love the way you lie" di Eminem e Rihanna.

“Resterò lì a guardarmi bruciare
Ma va tutto bene perché mi piace come fa male”

Ancora una volta se n’è andato. Ancora una volta lo ha lasciato a raccogliere i pezzi della sua anima, cieco e brancolante ad afferrare il suo cuore con le unghie che graffiano il pavimento e si spezzano.

Dopo il calore dei Loro corpi fusi, il freddo è insopportabile eppure lo ricerca premendo la schiena contro la paratia gelida, e si sfrega le mani sulla pelle, sulle braccia, sui fianchi, sulle cosce, su ogni brandello di pelle che Lui ha toccato perché non può sopportare di sentire il Suo tocco, non può sopravvivere alla notte con la sensazione – maledetta benedetta – sensazione delle Sue mani sul suo corpo.

E chiude gli occhi, li serra tanto da farli bruciare contro l’immagine di Lui che lo guarda e gli sorride e lui riesce a percepire il Suo sguardo sulla schiena anche se non lo vede, lo sente come una lama incandescente che percorre la pelle e lascia scie di carne bruciata.

Graffia la pelle fino a farla sanguinare, per sentire dolore dove le Sue dita e la Sua lingua hanno portato piacere, con i polsi sfrega le labbra fino a spaccarle, dove Lui lo ha baciato fino a renderlo inconsapevole di ogni cosa che non fosse Lui e il Suo calore e il Suo odore e la forza del Suo corpo contro il suo.

Ringhia con la sua voce che fino a poco prima Lui ha reso non sua, l’ha spezzata in gemiti e preghiere… si, lo ha pregato, supplicato… Ringhia e dice no, no e intanto strappa le lenzuola dal letto, dove Lui si è aggrappato forte e ha gridato per lui, dove si è fatto prendere e lo ha preso, affondando dentro di lui, muovendosi forte fino a mescolare dolore ed estasi, tormento e desiderio, fino a farlo gridare senza controllo.

Perché Lui distrugge il suo controllo, incurante che per lui il controllo è tutto. Lo lascia nudo in uno spazio vuoto, a cadere senza sapere come fermarsi, lo lascia pieno di bruciante vergogna, lo costringe a desiderare tutto ciò che dentro di lui, nel suo profondo, è marchiato come sbagliato. Lo libera dalla sua gabbia, anche se quella gabbia è tutto ciò che ha e non può sopravvivere fuori da essa.

E adesso se ne è andato, come sempre, è tornato alla Sua vita, alla Sua nave, ai Suoi amori, lontano anni luce dal pensiero di lui e di cosa gli sta facendo, senza sapere il terrore a cui lo abbandona ogni volta, perché lui non glielo racconterà, morirebbe piuttosto.

Resta in ginocchio sul pavimento, stringendosi forte le braccia intorno al corpo per fermare il tremito, e respira con gli occhi chiusi e a tentoni cerca il controllo, anche se è come cercare di spegnere un incendio con un cucchiaio… E allora rimane lì a guardarsi bruciare e sa che passeranno i giorni e Lui lo cercherà ancora, e lui lo aspetterà perché ormai lo ha Scelto e Gli appartiene e non importa se fa male. Gli piace il modo in cui fa male.
   
 
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