Nell’aria si respirava il tipico clima allegro delle festività, sebbene impepato dalla smania dell’acquisto.
Nella calca frettolosa, si distingueva un ragazzo alto dai capelli corvini con l’aria indecisa di chi non ha la minima idea di cosa stia facendo. Si aggirava per le strade come se fosse smarrito, posando lo sguardo su tutte le vetrine che gli si paravano davanti: era evidente che fosse alla ricerca di un regalo anche lui, ma che non sapesse neppure da dove cominciare.
-Yamamoto, anche tu qui!? -
La voce familiare era giunta dalle sue spalle.
- Yo, Tsuna! - rispose il ragazzo, gioviale come suo solito.
- Sono sollevato...! - esclamò l’altro - Mi rincuora sapere che non sono l’unico ad essersi ridotto all’ultimo secondo per fare i regali! -
- Ahah! Sì, me ne manca ancora uno! -
- Già... io volevo cercare qualcosa di speciale per Kyoko-chan, ma non ho ancora trovato nulla... E tu? Che regalo ti manca? -
- Beh ecco... -
Tsuna capì al volo o, per lo meno, pensò di aver capito.
- Oh! Scusami, non volevo essere inopportuno... -
- Ma no, figurati... -
- ... Avrei dovuto intuire subito che si tratta di quello per la ragazza con cui stai uscendo! -
Ragazza?
In effetti era vero che stava frequentando quella persona, il problema era che tutto si poteva considerare, meno che una ragazza. Ma che importava? Il malinteso poteva tranquillamente essere sfruttato a vantaggio di Yamamoto con le opportune precauzioni.
- Ahah! Ci hai preso anche stavolta! -
Tsuna sembrava contento della risposta.
Meglio così.
- Trovato nulla di interessante? Se vuoi possiamo cercare insieme! -
- Mi saresti di grande aiuto... ho un po’ di problemi perché non saprei proprio cosa potrebbe gradire... -
- Che intendi? -
- Beh... Abbiamo dei gusti parecchio diversi. Indossa collane e braccialetti abbastanza vistosi e ha un guardaroba molto vasto carico di abiti firmati... o comunque roba a cui non posso nemmeno avvicinarmi con il mio budget limitato. Ha molto stile e riesce sempre a distinguersi dalla massa in un modo o nell’altro... -
“Dalla descrizione sembrerebbe una gal! Sarei proprio curioso di vedere questa ragazza... guarda con che tono e sguardo ne parla! E’ veramente cotto di lei!” pensò Tsuna, prima di uscirsene fuori con un’idea:
- Che ne pensi di un set di trucchi...? -
Yamamoto scoppiò a ridere di gusto.
L’idea di un Hayato Gokudera imbellettato risultava essere assurda sotto più punti di vista, ma di certo non poteva dirlo a Tsuna.
- Che c’è? - chiese l’altro, meravigliato.
- No niente - rispose, asciugandosi una lacrimuccia con il bordo della manica. - Diciamo solo che... non è tipo da trucchi...! -
E’ un maschio dopotutto.
- Mmmh... cavoli è davvero difficile... -
- Vero? E’ da un bel po’ che sono alla ricerca! -
- Credo che dovresti comprarle qualcosa che la rispecchia, che ti fa pensare a lei... magari qualcosa che possa starle bene addosso... -
Il discorso di Tsuna parve finalmente mettere in funzione il cervello di Yamamoto.
Il regalo non era il fine, ma un mezzo per esprimere i propri sentimenti a Gokudera. Voleva fargli sapere quanto lo ritenesse speciale, quanto fosse importante per lui, quanto pensasse a lui.
Quanto lo amasse.
Era così preso dalla ricerca di qualcosa che potesse piacere a Gokudera che si era totalmente dimenticato di quanto gli piacesse Gokudera!
- ... Sembra che tutti sappiano cosa comprare e dove... - commentò all’improvviso Tsuna, rivolgendo lo sguardo assente alla folla agitata - Beati loro! -
- Sono sicuro che troveremo qualcosa anche noi! - rispose il ragazzo moro, colto da un’improvvisa vena di ottimismo.
Riflettè per un secondo, poi aggiunse: - Forse mi è venuta un’idea... Ci vediamo dopo! -
E, detto questo, corse via nella direzione opposta rispetto a quella da cui era venuto.
- E-ehi, aspetta! E chi aiuta me adesso?!! - si lamentò Tsuna, in preda al panico come suo solito.
Ma l’altro era già lontano.
Coppiette di ogni genere popolavano parchi e vie, rendendole
affollatissime sebbene i negozi fossero chiusi e il freddo intenso non desse
tregua.
Yamamoto era fermo immobile, seduto sul bordo della fontana principale
del parco, aspettando impazientemente; ogni tanto dava un’occhiata all’orologio
per accertarsi dell’orario o al cellulare, per essere sicuro di non aver
sbagliato il posto dell’appuntamento.
Il messaggio di Gokudera era stato breve e conciso come suo solito e
non lasciava trasparire nessuna emozione particolare: [Alla piazza del parco alle 3. Vedi di non tardare.]
Eppure... Yamamoto aveva
riletto quel messaggio almeno una ventina di volte, senza mai stancarsene. Ad
ogni rilettura riusciva a tirarne fuori un significato nuovo nascosto tra le
righe.
“ Piazza... proprio il punto d’incontro ideale per due fidanzati! Parco... è pieno di coppiette felici! Alle 3... vorrà dire che vuole
trascorrere con me tutto il resto del pomeriggio... e magari anche la notte! “
Cominciò a ridere sotto i
baffi, con l’immaginazione che scalpitava irrefrenabile verso nuovi orizzonti.
- Ma si può sapere che
cos’hai da sghignazzare come un idiota? -
Chiese una voce, irritata.
- G-Gokudera! - esclamò il
ragazzo, colto alla sprovvista. Era così preso dalla reinterpretazione del
messaggio che non si era minimamente accorto che la persona che tanto aveva
atteso era arrivata.
- No, nulla di importante! -
si giustificò in fretta, sentendosi un pochino in colpa per i pensieri (sconci)
che gli avevano affollato la mente. Decise di cambiare subito discorso:
- Sono le
- Sei qui da tanto? - chiese
l’altro indagatorio, ignorando risolutamente il commento.
- Mh, no! Appena due
minut... -
- Bugiardo. - tagliò corto
Gokudera, incrociando le braccia contrariato - Hai la faccia arrossata per il
freddo e le mani viola... -
- E’ dovuto ad una carenza
improvvisa...! -
- Di che? -
- Go-ku-de-ra - scandì giocoso il moro,
agitando il dito ad ogni sillaba come se se stesse dicendo qualcosa di
importante.
Il ragazzo dai capelli
argentei arricciò il muso per reprimere una risata spontanea.
- Allora, dovevi dirmi qualcosa? Perché mi hai chiesto di incontrarci?
-
- Come perché! Oggi è Natale! -
- Oh, auguri - rispose svogliatamente l’altro.
- Ti ho comprato un pensierino e vorrei che lo aprissi subito! -
- Ora? Nel bel mezzo del parco? -
- Ora - insistette l’altro, porgendogli un grazioso pacchetto rosso con
un fiocco argenteo.
- Tsk, non mi lasci scelta allora... Toh -
Gokudera estrasse anche lui un piccolo involucro di carta blu che aveva
in tasca.
- Non è che abbia perso tempo a cercare qualcosa! Semplicemente l’ho
visto e ho pensato che potesse andare bene... - farfugliò guardando da un’altra
parte mentre arrossiva lievemente.
Yamamoto, al colmo della felicità, glielo prese di mano delicatamente,
come se stesse maneggiando un oggetto di cristallo.
Era il primo regalo che riceveva da Gokudera. Lo avrebbe ritenuto
fantastico anche se fosse stata una cicca di sigaretta.
- G-grazie! - balbettò senza
fiato, guardandolo con gli occhi che brillavano.
- Aprilo prima di essere così eccitato! -
Il ragazzo moro scartò il regalo in fretta, curioso di scoprirne il
contenuto.
- Ehi, ma...! - cominciò, non credendo ai propri occhi.
- Cosa c’è? ... Accidenti, sapevo che era veramente troppo stupido
anche per un idiota come te! Me lo riprendo indietro! -
Gokudera era saltato subito alle conclusioni e, diventando paonazzo,
cercò di strappare il regalo ancora mezzo impacchettato dalle mani di Yamamoto,
il quale, però, non pareva intenzionato a lasciare la presa.
- No, aspetta, non è quello che intendev... -
- Troverò qualcosa di meglio! Molla la presa! -
- Sei testardo, eh? Scarta il mio regalo prima! -
Gokudera desistette e concentrò le sue attenzioni sull’involucro rosso.
- Non capisco come le due cose possano essere collegate... - bofonchiò contrariato, stracciando frettolosamente
la carta regalo.
Una volta rivelato il contenuto del pacchetto, gli fu tutto più chiaro.
Si trovò a stringere tra le mani un paio di paraorecchie con il pelo di
colore rosso... esattamente lo stesso tipo che aveva regalato a Yamamoto,
sebbene di colore diverso.
-... -
Il ragazzo moro esclamò con un’espressione soddisfatta:
- Abbiamo avuto la stessa idea! -
- Non ne sarei contento fossi in te. Vuol dire che siamo due
deficienti! - rispose il ragazzo dai capelli argentei schiaffandosi il palmo
sulla fronte.
- Dai, dai, mettiamoli insieme per uscire! -
- No, mi rifiuto! Sembreremmo ancora più stupidi! -
Yamamoto non accettò alcun tipo di replica e, strappategliele dalle
mani, mise le cuffiette in testa all’altro.
- Il rosso ti dona proprio, lo sapevo! -
Indossò, dunque, il proprio regalo e continuò: - ... tengono così bene
il caldo... Io stesso non avrei saputo scegliere di meglio! -
Gokudera sorrise, pensando all’assurda coincidenza che li aveva portati
a scegliere esattamente lo stesso regalo. Aveva cercato tantissimo prima di
optare definitivamente per quel paraorecchie. Lo aveva visto di sfuggita in una
vetrina e aveva pensato che...
- Sai, Gokudera, prima di scegliere ho girato praticamente ogni negozio
di Namimori! Poi, all’improvviso, mi sono ricordato di essere passato vicino ad
una vetrina che vendeva questo tipo di accessori... e ho pensato che... -
... potesse stargli bene...
- fosse proprio adatto a te...! -
E all’improvviso gli era venuta
una voglia irrefrenabile di vederglielo addosso...
- ... Volevo proprio vedere come ti stava... e sapere cosa ne pensassi!
Avere una conferma del tipo...-
Voleva vedere il suo volto
sorridente dire...
- “Grazie, è proprio il tipo di regalo che volevo!” -
Gokudera si nascose il volto con una mano, sconvolto dal fatto di aver
avuto esattamente gli stessi pensieri e desideri di Yamamoto.
Forse era inevitabile diventare un idiota visto che ne frequentava assiduamente
uno.
- Mh? Ho detto qualcosa di sbagliato? - chiese ingenuo il ragazzo moro,
inclinandosi un pochino, come per spiare il viso nascosto di Gokudera.
- ...le... -
- Eh? -
- Imbecille! Come ti è saltata in mente una risposta tanto assurda!?
Non sono mica una femmina sciocca! -
Faceva lo scontroso, ma in realtà era veramente contento e questo
Yamamoto lo aveva intuito al volo.
- Ahah! Grazie mille del tuo regalo, Gokudera. Trovo che sia veramente
perfetto... - lo stroncò, come se non avesse seguito una parola di quanto aveva
detto.
- E’ una scemenza... - mormorò l’altro, placandosi, per poi aggiungere
piano: - Grazie anche a te... dopotutto un po’ mi serviva con questo freddo...
-
- Ne ero sicuro! Tendiamo a scegliere per gli altri qualcosa che piace
anche a noi stessi, no!? -
Non aspettò una risposta e si avvicinò al ragazzo, prendendogli le
mani:
- Buon Natale, Hayato! - gli sussurrò nella lingua madre del ragazzo,
prima di sfiorarne teneramente le labbra con le sue. Lo sentì avvampare sotto
di sé.
Yamamoto si allontanò, ma evitò di dargli il tempo di riflettere: lo invitò
a seguirlo tirandolo leggermente dalla mano, prima che questi realizzasse che
cosa avevano appena fatto esposti allo sguardo stupito dei passanti.
- Andiamo verso il centro! Ho qualche idea per un appuntamento con i
fiocchi! Cinema, ristorante e poi... perché non rimani a dormire a casa mia? -
- Vedi di non approfittare della mia inspiegabile pazienza di oggi...!
- rispose il ragazzo dai capelli argentei, guardandolo di sbieco. - Ringrazia
che è Natale e siamo tutti più buoni, o ti troveresti con un occhio nero. -
In tutto questo, la stretta delle loro mani non accennava minimamente ad
allentarsi.