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Autore: ChristineB    31/12/2010    8 recensioni
One-shot sulla coppia Castle/Beckett.
Ambientata a casa di Castle, nel giorno di Capodanno.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anno nuovo, vita nuova no?
 

Ogni anno si dicono sempre le stesse cose: "Buon anno", " Tanti auguri di fine anno", "Speriamo che l'anno nuovo ci porti qualcosa di nuovo". Appunto, tutti vogliono qualcosa di nuovo.
Certo, direte voi. Meglio qualcosa di nuovo che la solita vita monotona di sempre no?
Non per me, non per Kate Beckett, non per gli altri detective della omicidi del dodicesimo distretto. Ogni anno comportava a nuovi killer, nuovi assassini pieni di vendetta pronti ad uccidere alla prima occasione buona.
L'anno prima ci era capitato un pazzoide che aveva ucciso tre persone nell'arco di due ore ed era pronto ad uccidere una quarta persona e, per miracolo di chissà chi, arrivammo in tempo.
Quest'anno speravo di non correre per le strade di New York con Beckett, Ryan ed Esposito, proprio no. Ero dimagrito abbastanza nei giorni dopo Natale.
Però quei due, Esposito e Ryan, sapevano bene che dovevo dire una cosa importantissima, doveva essere segreta ma loro mi avevno smascherato il giorno dopo averla pensata...

«Ehi Castle quando lo dirai a Beckett?» chiese Ryan tutto felice di aver comprato a Jenny un anello per la proposta di matrimonio
«Vero bro! Quando glielo dirai? Ti sei già fatto un'idea?» Esposito.
Ci pensai su, non sapevo cosa fare. Come dirglielo? Dove dirglielo?
«Io, bhè, avevo pensato... verrete alla mia festa per Capodanno no? E perciò volevo dirglielo lì, magari sul mio terrazzo, mentre si iniziano a vedere i fuochi d'artificio.»
Esposito e Ryan si guardarono, poi fecero un sorriso e contemporaneamente dissero «Tu sei cotto.»



E così ero lì, in cucina, a preparare le ultime cose per la cena a casa mia. Mia madre aveva preparato la tavola con Alexis e si erano vestite carine. Sembrava più un party per un mio libro invece di una festa di fine anno. Finii di preparare gli aperitivi e misi delle olive, delle ciliegie e del lime in delle piccole scodelline di legno.
Suonarono alla porta. Avevo invitato solo il capitano, Esposito, Lanie, Ryan e Kate. La bellissima Kate Beckett.
Da quando ci eravamo conosciuto era scoccato qualcosa in me, qualcosa che mi diceva che lei era la persona giusta. Non era come Gina e Meredith, era del tutto diversa. Non pretendeva niente se non del caffè macchiato freddo e risolvere i casi. Era diversa dalle persone che avevo frequentato prima.
Eravamo tutti, mancava solo lei. E alla fine, quel maledetto campanello, suonò.
Quando aprii la porta rimasi abbagliato dalla sua bellezza, il suo vestito rosso con qualche brillantino d'oro era perfetto per la serata. Feci fatica a parlare. Lanie intervenì all'improvviso.
«Tesoro sei uno spelndore.» Eravamo tutti rimasti a bocca aperta per quanto era bella.
Mangiammo tutto, mia madre aveva fatto un bel lavoro con Alexis. Era quasi arrivata la mezzanotte, Esposito e Ryan non facevano altro che punzecchiarmi, volevano che glielo dicessi.
Poi la vidi: era lì, fuori in terrazzo a guardare le stelle. Esposito mi diede una bella pacca sulla spalla, Lanie e mia madre mi strinsero la mano, mia figlia mi abbracciò.
Lei amava Kate e l'aveva vista parecchie volte sotto quella luce. Così mi avviai fuori, in terrazzo.
«Da qui si vedono bene le stelle.» disse Kate con lo sguardo verso l'alto «Da casa mia è difficile vederle ma tu sei all'ultimo piano del palazzo perciò...»
«Kate io dovrei dirti qualcosa.» A quelle parole, il detective Kate Beckett, si girò verso di me.
I suoi occhi nocciola, quasi verdi, incontrarono i miei, azzurri/verdi.
«Sai sono due anni e mezzo che lavoriamo insieme. Tu non volevi, io ti ho quasi costretto a fare questa collaborazione ma ne abbiamo ricavato dei bei momenti. Le battute, le gare con Esposito e Ryan, quanti caffè macchiati ti avrò portato nell'arco di due anni mezzo? Mille? Duemila? Chissà ma so che con te ho passato dei momenti indimenticabili, di certo non li dimenticherò così facilmente. Dopo tutto sono all'inizio del terzo libro su Nikki Heat, che ispirata a te e gli altri due hanno guadagnato milioni e ancora li guadagnavo. Ti sto dicendo questo perchè sei una persona fantastica e dopo questi anni passati insieme a te, fianco a fianco, a prendere killer... Io mi sento di dirti qualcosa...»
Guardai di sfuggita l'orologio: due minuti alla mezzanotte. Pur non vedendoli sapevo che gli altri stavano guardando la scena da lontano, anche senza sentire le mie parole o la reazione di Kate.
Lei, d'altro canto, mi stava guardando e poi mi fece un segno. Voleva che continuassi.
Un minuto.
«Kate, io... volevo dirti... che...»
Venti secondi.
«Io ti amo, Kate.» Si, lo dissi.
Quando mi avvicinai a lei, subito dopo le mie parole, la baciai. Dapprima ero solo io: solo io che la tenevo per i fianchi, solo io che la stavo baciando.
Poi sentii qualcosa, Kate stava ricambiando. Sentivo le sue braccia andare verso il collo, mi strinse e io la strinsi a me. Il primo fuoco d'artificio, rosso fuoco, scoppiò in aria e subito dopo i miei ospiti fecero degli applausi che smossero me e lei. Ci guardammo negli occhi, li spostammo verso di loro e io feci un segno di vittoria.
«E' da quando ti ho visto andare via con Gina che... aspettavo questo momento. Josh e Tom, si ero innamorata di loro ma non mi distraevano dal fatto che io amassi te.»
Si! Finalmente lo aveva ammesso!
«Ti amo, Castle.»


 

  
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