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Autore: SaWi    01/01/2011    5 recensioni
Hibari e Dino si ritrovano, aihmé, a festeggiare il capodanno soli soletti. E Hibari ha qualche problema con lo spumante.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:Spumante, bevanda pericolosa...!
Fandom:Katekyoushi Hitman Reborn!
Personaggi:Kyouya Hibari, Dino Cavallone
Rating: Giallo
Note: E' scritta malissimo u_ù
La fic va letta con il presupposto che tra DIno e Hibari vi sia già qualcosa, non un semplice rapporto di "allievo" e "insegnante".




Spumante, bevanda pericolorsa...!




Italia. 31 dicembre 2010.

- Su, bevine almeno un po'! -
Così esclamava il decimo boss della famiglia Cavallone, Dino, mentre si rivolgeva al suo "allievo" Hibari, nel vano tentativo di fargli bere un misero sorso di spumante.
- Tranquillo, non è avvelenato. -
Provò ancora con un sorriso, osservando la faccia diffidente del giovane giapponese, seduto a una dovuta distanza sul morbido divano in pelle ecologica.
Erano solamente loro due; in Italia; nella villa di Dino; nelle sue stanze private. Soli. L'unica presenza animata della stanza oltre a loro era un grande orologio a dondolo che pacato segnalava il passare del tempo con ritmati tic e tac.
Ecco perché Hibari era seduto alla "dovuta distanza".
Non si fidava mai di nessuno, figurarsi di quell'italiano strampalato. Inoltre, il sole era tramontato da molto. Era infatti notte, la notte del 31 dicembre; capodanno.
Hibari Kyouya, fissando apparentemente impassibile - ma profondamente disperato - il bicchiere di spumante, si chiedeva per l'ennessima volta come si fosse cacciato in quella situazione.
Fino a due mattine prima si trovava nella tranquillità più assoluta tra le mura della sua amata Namimori, a godersi la pace e la serenità delle fredde giornate invernali... e anche a picchiare qualche teppista di passaggio... anzi, specialmente a picchiare teppisti.
Ma comunque, era in pace con se stesso, e non si ritrovava certo a dover sopportare un inutile erbivoro con un assurdo accento giapponese.
Però, per l'appunto, due giorni prima aveva ricevuto un invito a passare il capodanno da Dino; l'invito era stato ovviamente esteso a tutti gli altri guardiani, che però, guarda caso, erano tutti impegnati, e quindi non si erano presentati.
Ma non era questo il problema.
Il poroblema è che Hibari era stato costretto a venire. Difatti, lui non aveva nemmeno aperto l'invito; si era semplicemente limitato a leggere il mittente e, come conseguenza ovvia, ad accartocciare la lettera per buttarla nel primo secchio vicino.
Però, appunto, era stato costretto.
Anzi, ricattato da quell'insignificante erbivoro, il quale aveva osato dif—
- Kyouya, si può sapere per quanto tempo hai intenzione di fissare quel bicchiere? -
La voce irritante dell'uomo interruppe il fluire dei suoi pensieri. Effettivamente, come affermava Dino, Hibari fissava con sguardo perso le bollicine dello spumante, come volesse contarle.
Distolse dunque lo sguardo, e nel farlo non risparmiò certo un'occhiata truce al biondo, il quale però non si scompose, fin troppo abituato al carattere del giapponese.
- Insomma... - borbottò subito dopo. - ...potresti berne almeno un sorso? -
- Perché dovrei? -
- Ma come, perché è capodanno! - esclamò, come se fosse ovvio.
"E allora?"
- Allora, facciamo una cosa. Se tu bevi un po' di spumante, io... - si interruppe, pensieroso, una mano a massaggarsi il mento.
Più Dino tentava di fargli bere lo spumante, meno Hibari era desideroso di farlo.
Non perché credesse chissà cosa, semplicemente perché non voleva dar soddisfazione all'erbivoro.
Per dispetto, insomma.
Come una scimmietta.
-... io mi lascerò picchiare per tutto il giorno. -
Hibari, sorpreso, sgranò impercettibilmente gli occhi.
- Sei conscio ti quanto dici, erbivoro? - domandò, il cacciatore.
- Più che mai. - rispose allegra la preda.
Un sorriso malizioso increspò le labbra del giapponese.
Non gli sarebbe mai più capitata un'occasione simile.
Quell'italiano, infatti, si era dimostrato veramente forte. Forte come pochi; questa era l'unica ragione per la quale Hibari si tratteneva dal picchiarlo ogni istante.
Ma ora aveva la libertà assoluta di distruggerlo.
- Ci sto. - disse, breve e conciso; e bevve, in un unico sorso, tutto il liquore.
Posò con calma il bicchiere sul tavolino davanti al divano, mentre con l'altra mano si puliva la bocca.
- E ora fatti picchiare. -
Dino gli sorrise sornione.
Hibari storse il naso.
"Qualcosa non va."
In quell'istante, il grande orologio a pendolo fece un primo sonoro rintocco.
Poi un secondo rintocco. E un terzo, e un quarto, e così via, finché i rintocchi non furono dodici.
...
Il giapponese stava per adirarsi per la prima volta in vita sua.
Stava seriamente, per la prima volta in vita sua, per perdere le staffe.
Chiuse gli occhi e serrò i pugni; una vena pulsava pericolosamente sulla sua fronte.
- Oggi è già domani, ormai. - gongolò il biondo, mettendo assieme quelle parole che apparentemente non avevano alcun senso, ma che un senso aquistarono.
La vena di Hibari si fece più grande.
- Ti uccido. -
- Ky—Kyouya... suvvvia, non vorrai mica... -
Un pugno si andò a schiantare sul divano, dove poco prima c'era la testa di Dino, che fulmineo era scattato in piedi, indietreggiando con le mani alsate.
- Ehi... calmo... - balbettò, inciampando sui suoi stessi passi.
- Dove credi di scappare. -
Un altro pungno sfiorò di poco il volto dell'italiano.
- Ky—Kyouya!- urlò con voce un po' stridula Dino, ormai con le spalle al muro.
- Sei mio. - disse l'altro, e svenne.

***
- Mh... -
Un brontolio sommesso ruppe il silenzio della stanza, e due occhi azzurri - insoliti per un giapponese - si schiusero assonnati.
- Ben sveglio. - una figura indistinta si stanziò davanti alla vista del giapponese. - Mi hai fatto prendere un colpo... svenire così all'improvviso. Ti sei anche perso i fuochi! -
Silenzio.
Hibari si strofinò piano gli occhi, li riaprì, e la figura che lo sovrastava prese le sembianze di quell'odioso erbivoro.
Cosa diavolo era successo?
- Ahaha! - rise allegro Dino, avvicinandosi al volto di Hibari. - Non credevo che non riuscissi a sopportare l'alcol. Guarda, sei tutto rosso! - sorrise tenero, carezzando con delicatezza le guance arrossate dell'altro giovane; quale giovane in questione, ci mise un po' a rendersi conto di quello che stava succedendo.
- No—non mi.... - provò ad urlare, ad alsarsi, ma invece borbottò ricadendo sul morbido materasso.
...
Materasso.
Hibari era su un materasso.
E quindi su un letto.
- Dove... sono? - sussurrò infuriato.
- In italia. -
"Irritante."
- Dove? -
- Sul mio letto. - rispose divertito l'altro.
Doveva essere veramente ubriaco.
- Non fare quella faccia corrucciata, non mordo mica a morte. - esordì Dino, pizzicando una guancia di Hibari.
Troppo ubriaco.
L'altro rise ancora.
Il giapponese... mise su il broncio.
Kami, se era ubriaco...!
- Se fai una faccia simile... - esordì il biondo, avvicinandosi ancora di più al volto del giovane - ... non mi tratterrò più. -
E lo baciò.
Teneramente.
Hibari, sconvolto, rimase immobile.
"Lo... lo ammazzo."
- Buon anno, Kyouya. - sussurrò quello sulle sue labbra, e subito dopo tornò a baciarlo, questa volta con più passione e trasporto, schiudendo e violando le labbra del compagno.
Hibari tentò, all'inizio, di resistergli, ma il poco alcol che aveva ingerito aveva messo a dura prova il suo corpo, che era come inerte. Sapeva che non avrebbe dovuto bere lo spumante.
Se lo sentiva.
Nel frattempo le mani dell'altro cominciarono a scorrere sul suo petto, stuzzicandolo.
Ogni centimetro di pelle bruciava e ardeva quando veniva anche solo sfiorata.
Hibari non sapeva cosa fare, come fermare quanto stava succedendo.
E intanto Dino continuava la sua occupaziome, spogliando il giapponese della sua maglietta, andando a suggergli il collo, e la clavicola, scendendo sempre più giù; lasciando una scià umida.
Il ragazzo carnivoro fremeva, tremava ad ogni tocco.
Era l'alcol, ovviamente.
- Ah...!
L'italiano sbottonò i pantaloni di Hibari.
- Co—cosa pensi di... di fare? - borbottò minaccioso, rosso in volto a causa dell'alcol.
- Sorpresa! -
Abbassò i pantaloni.
E poi i boxer.
Tutto con estrema lentezza.
E tutto sotto lo sguardo impotente di Hibari che osservava la scena quasi terrorizzato, e ovviamente terribilmente infuriato.
- Ora sì, che ci divertiamo. - esordì allegro, e... e fece qualcosa che Hibari preferì evitare anche di pensare.
Serrò gli occhi.
"E' un sogno, è un sogno!!!"


***

Hibari spalancò gli occhi.
Scattò sui gomiti, sconvolto.
Era davvero un sogno.
Si guardò frenetico attorno, finché, accanto a se, sdraiato sotto il candido piumino invernale, qualcosa non si mosse.
- Che... succede? - borbottò assonnato Dino, strofinandosi più volte gli occhi.
- Considerati morto. - fu la risposta secca del giapponese.
- EEH?! -
- Muori, maniaco sessuale. -
- A—aiuto...! -



ENDE






____________________


Questo è quanto accade quando una tua amica ti fa venir voglia di scrivere fanfiction random su cose random. Ebbene, come avevo promesso a Karasunohime, ho pubblicato questa fic idiota su capodanno, anche se con un giorno di ritardo. Fa terribilmente schifo, credo sia anche molto OOC, ma è la prima che scrivo con loro due, e non sapevo come farli comportare (anche se alla fine, come al solito, i pg delle mie fic fanno come diavolo gli pare).
Bene, se qualcuno non l'avesse capito, Hibari ha molta fantasia e fa sogni strani dove un Dino piuttosto intraprendente vuole far sesso. E poi, quando il nostro adorabile carnivoro, non incolpa la sua mente perversa, ma picchia il suo amante Dino. Mi pare una soluzione molto ovvia (?).
Vi prego di commentare questa mia idiozia come più vi pare, o Hibari kamikorosserà tutti quelli che non commenteranno. Vi consiglio di guardarvi le spalle.
*fugge*


   
 
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