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Autore: Child Of Time    02/01/2011    1 recensioni
"Il grande Capitano Jack Harkness che aveva vissuto così tante vite da averne perso il conto, considerato da tutti come quello forte, il leader che sa sempre cosa fare e che quasi mai lasciava davvero trasparire le sue emozioni, piangeva. Nonostante l’eternità che stava vivendo riusciva ancora ad amare e a provare dolore davanti alla Morte, pur avendone vista così tanta. Era questo che Gwen pensava guardandolo, Jack amava Ianto, adesso non ne aveva più alcun dubbio."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen Cooper, Ianto Jones, Jack Harkness, Owen Harper, Toshiko Sato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing: Jack/Ianto (accenni Jack/Gwen Owen/Toshiko)

Timeline: Da collocarsi dopo il 5°giorno di CoE ma prima dei 6 mesi in cui Jack scompare.

Disclaimer: Torchwood e i suoi personaggi non mi appartengono, sono di proprietá della BBC, ovviamente scrivo solo a scopo ludico.

Doomsday

1. Amore eterno, dolore immortale, proprio come la sua vita. Another day, another death.

Ormai erano passati giorni dalla strage alla Thames House, in città l’ordine era stato ristabilito e alcuni si stavano già dimenticando dell’accaduto; ma Jack sicuramente non era uno di questi. L’hub era stato distrutto e non avendo né un posto dove andare, né la forza di cercarlo si trasferì a casa di Gwen, che nonostante il contesto fu felice di poter passare così tanto tempo con il Capitano, diversamente da Rhys che certamente non fece i salti di gioia. La giornata di Jack consisteva nello stare ore sul divano a fissare il nulla, e a volte piangeva; eh già, lui, il grande Capitano Jack Harkness che aveva vissuto così tante vite da averne perso il conto, considerato da tutti come quello forte, il leader che sa sempre cosa fare e che quasi mai lasciava davvero trasparire le sue emozioni, piangeva. Nonostante l’eternità che stava vivendo riusciva ancora ad amare e a provare dolore davanti alla Morte, pur avendone vista così tanta. Era questo che Gwen pensava guardandolo, Jack amava Ianto, adesso non ne aveva più alcun dubbio. A volte quando Rhys era al lavoro lei gli si sedeva accanto, sperando che le parlasse, che si sfogasse, ma l’unica cosa che faceva era di avvicinarsi e abbracciarla stretta, stavano così per ore. Passarono altri giorni come questi, fino a quando Gwen non decise che era tempo per Jack di provare ad accettare la morte di Ianto, per questo prese il computer e una volta entrata nel database del Torchwood, alla pagina del profilo di Ianto, glielo mise davanti, dicendogli che doveva essere aggiornato. Jack lo prese senza neanche alzare lo sguardo e cominciò a scorrere veloce le informazioni ma si arrestò quando vide la voce “indirizzo”, si era quasi dimenticato che Ianto avesse un appartamento, forse perché era solito dormire all’hub, nonostante le numerose volte in cui gli aveva detto di andare a casa per staccare un po’, anche se in realtà non gli dispiaceva affatto che restasse lì, con lui. Scattò qualcosa nella mente di Jack, si alzò ed uscì, Gwen lo squadrò con fare interrogativo, ma non lo fermò e non disse niente. Jack scese per strada, non aveva molta idea di che ore fossero, il cielo era scuro, o almeno a lui sembrava così, non era mai stato a casa di Ianto, e adesso ci si stava avviando. Camminò per una quarantina di minuti buoni, senza guardarsi intorno, andando dritto per la sua meta, si fermò davanti ad un palazzotto di mattoncini rossi, era arrivato. Entrò e si fece dare senza problemi la chiave dall’appartamento dall’anziana portiera, probabilmente grazie anche al suo fascino immortale. Salì le scale, ma una volta davanti alla porta si arrestò, come mai aveva deciso di andare a casa sua? Era giusto farlo? Jack non lo sapeva, sentiva solo come se quel luogo lo chiamasse, come se Ianto, lo chiamasse. Infilò la chiave nella serratura facendola girare, fece tutto molto lentamente e alla fine entrò. Era buio, aprì le tende, era un appartamento davvero piccolo e spoglio, non vissuto, in giro c’erano solo alcuni libri, e qualche strano soprammobile, forse qualche ricordo, ma nessuna foto. In un angolo, attaccato al muro c’era il letto, coperta blu e cuscino bianco, vederlo gli dette una strana sensazione; accanto al letto, l’armadio, ci si diresse e lo aprì, fu totalmente investito dall’odore di Ianto, i suoi abiti, attaccati ordinatamente emanavano la sua essenza che Jack respirò a pieni polmoni, come faceva sempre quando lo abbracciava, un profumo dolce e candido; toccò i vestiti uno ad uno, e ad ogni completo associava un giorno passato con lui, quasi gli veniva da ridere, non si sentiva triste come qualche minuto fa, provava come un senso di leggerezza, sentiva Ianto così vicino, come se non se ne fosse mai andato. Si girò lasciando l’armadio aperto, e notò che da sotto il letto spuntava qualcosa, si chinò e tirò fuori uno scatolone pieno di quadernetti rilegati in pelle marrone, li riconobbe subito, e gli tornarono alla mente tutti quei momenti in cui Ianto si sedeva sul divanetto dell’hub e cominciava a scrivere su uno di essi, alzando gli occhi di tanto in tanto per guardarsi intorno, non si era mai accorto di come Jack spesso lo osservasse dall’alto del suo studio, quelli erano i suoi diari, erano i diari di Ianto.
  
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