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Autore: LivingTheDream    02/01/2011    2 recensioni
"L'aria tiepida mi scompiglia i capelli biondi,appena lavati e spazzolati. Cerco di non pensare a niente,ma nella mia mente continuano ad affollarsi pensieri,alcuni dei quali riferiti a quando mi sarei svegliata.
Anche se,da qualche parte in fondo al cuore,sento che è tutto troppo strano per essere un sogno. O forse è quello che vorrei sentirmi dire: che tutto questo è reale,e che non sono impazzita completamente."
"Un momento...sto parlando da solo,non c'è nessuno intorno a me. Stessi diventando matto come la maschera che porto?
Francamente,reciatare la parte del Pazzo,di quello "diverso",mi sta stancando,anche se è l'unico modo per resistere qui. La gente con i pazzi parla,pensa che non capiscano.
Io invece capisco,e provo emozioni come tutti voi."
Doppia storia,un dolce Missing Moment tanto sognato.
Dedicato a Delalia Scissorshand.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Notte. Tiepida,morbida e rilassante notte.
 
Com'è ospitale e delicato,il castello della Regina Bianca. 
Come il fiocco di neve più grande,spicca su marmorea come una nuvola in cima ad una montagna.
Appoggio la mano sulla fredda maniglia,e la abbasso,aprendo la finestra ed uscendo in terrazza.
L'aria tiepida mi scompiglia i capelli biondi,appena lavati e spazzolati. Cerco di non pensare a niente,ma nella mia mente continuano ad affollarsi pensieri,alcuni dei quali riferiti a quando mi sarei svegliata.
Anche se,da qualche parte in fondo al cuore,sento che è tutto troppo strano per essere un sogno. O forse è quello che vorrei sentirmi dire: che tutto questo è reale,e che non sono impazzita completamente.
Soddisfatta di indossare finalmente un vestito vero ed adatto alla mia statura,mi avvicino al balcone. La veste struscia tra le gambe,sottile come la seta,e mi accarezzo i capelli.
Sono alta quanto gli altri,finalmente. Anche Tarrant lo ha detto,ora sono perfetta così.
 
La luna non si vede,sempre che qui ci sia. Non è impossibile che qui non esista. 
D'altronde,se gli animali parlano e se ci sono delle carte metalliche armate di scudo e lancia,perché dovrebbe sembrarmi strana un'ipotesi del genere?
 
Sento dei passi dietro di me,e mi giro. Vedo un uomo dal volto pallido,praticamente bianco,con le labbra rosso fuoco e dei grandi occhi dalle varie sfumature,prevalentemente verdi,con pesante occhiaie arancioni. I capelli,color carota,riccissimi,stanno su,dritti,come per magia,e porta un cappello rotto e sfaldato,con una fascia rosa annodata meglio possibile.
 
Il Cappellaio. Tarrant,il Matto.
 
-Tu hai idea del perché un corvo assomigli ad una scrivania?- mi chiede,e mi strappa un sorriso. Tutte le preoccupazioni,per un attimo,spariscono in quegli occhi verdi.
-Fammici pensare un po'...-ridacchio,e sono costretta a girarmi. Per quanto strambo e trascurato,il Cappellaio possiede un fascino particolare,che non so descrivere.
Probabilmente sta tutto negli occhi,quindi preferisco non guardarli.
-Lo sai che giorno è domani?- mi chiede,punzecchiandomi,senza guardarmi.
Io sospiro,stavo proprio cercando di dimenticarlo.
Grazie,Tarrant.
-Il giorno Gioiglorioso,come dimenticare?- una morsa mi attanaglia lo stomaco. E' tutto un sogno,perché dovrei aver paura?
Il castello,gli animali,la regina Rossa,non esistono.
-Vorrei tanto svegliarmi!- vedo il sorriso svanire dal volto del mio amico,per poi tornare dopo un attimo,più ampio di prima. 
-Credi ancora che sia un sogno,non è così?- mi chiede dolcemente,ma con un tono particolare,quasi fossi io quella matta.
-Ma certo! E' un'invenzione della mia mente.- Brava,fatti del male da sola. Continua a scavare nel tuo stomaco con questo coltello troppo affilato,fino a cavarne fuori quello che forse è la verità. Di nuovo il suo sorriso scompare.
-Questo...questo vorrebbe dire che...io non sono reale?-
Scuoto la testa,leggermente. -Temo di si! Sei solo il frutto della mia immaginazione...- a quanto pare quella più sfrenata... -Non mi sorprende che io sogni uno mezzo matto!-
Continuo a pensarla alla stessa maniera. Non esiste niente,qui tutto è effimero come una nuvola di vapore,come la condensa del fiato d'inverno. Destinata a sparire.
Almeno credo.
Almeno spero.
La verità è che da una parte vorrei che quei grandi occhi verdi rimanessero con me per sempre,come Tarrant d'altra parte,con i suoi modi gentili e la sua...come l'aveva chiamata?...ah si,"moltezza",e la sua meravigliosa pazzia. 
Dall'altra,preferisco che tutto questo finisca,ed evapori. Non potrei mai rimanere legata ad un tipo del genere,che futuro potrei mai avere.
 
Forse uno felice,Alice? 
 
Scuoto via questo pensiero,anche grazie al Cappellaio,che si volta verso di me.
-Sisi,ma...dovresti essere mezza matta per sognare uno come me!- esclama,velocemente,riprendendo il sorriso,un po' sdentato,o storto. O entrambi.
Sorrido anche io. -Evidentemente lo sono!- 
Lo osservo,dritto in quelle pupille,che sono per me il masochismo più puro.
-Mi mancherai,quando mi sveglierò.- Abbasso la testa. 
Vai così,Alice. Convinciti da sola del falso. Ti manca già ora,ti manca perchè non puoi stringergli la mano. Continua a dire che questa è tutta immaginazione.
Ti servirà,in seguito.
Mi giro verso di lui,e lo vedo sorridere come mai aveva fatto. Dopo poco,però,è come se si accorgesse di qualcosa,e il sorriso si tramuta in una smorfia di dolore,o di tristezza. Probabilmente quelle labbra contengono entrambe le emozioni.
Le sue smorfie mi sono sempre piaciute,e,anche se non dovrei,rido,tornando ad osservare la luna.
 
Sento che fa come per andarsene,poi inverte il passo e sento la mia mano sulla spalla.
-Pensala come vuoi...- sospira. -Prima o poi capirai che non sta bene credere a tutto,ma se non credi in niente allora la tua vita diventa...come dire...vuota. Senza alcun motivo per alzarti la mattina,o per andare a dormire la sera.- assume un tono strano,più serio,più...normale.
-Davvero?- chiedo,senza girarmi.
-Hm,già. Secondo te,in tutti questi anni in cui ti attendevo,cosa,se non la speranza,mi ha salvato dalla pazzia?-
-Ma tu non sei...-
-Matto? Non come credi tu!- detto questo mi giro,abbastanza incuriosita,e sento il suo tocco sull'altra spalla. La mano sinistra,quella che avevo sentito per prima,mi sfiora una guancia,per poi prenderla ed avvicinarmi a lui. 
Dopo un attimo di indugio,chiudo gli occhi,e succede quello che avevo previsto. Le sue labbra si appoggiano sulle mie,delicate,come se non volesse farmi male.
 
Sa di buono. Non l'avrei mai detto,ma Tarrant ha un buon odore,ed un buon sapore. Sa di pulito,e di zucchero. Dolce,delicato come una caramelle,di quelle che le mamme danno ai figli quando fanno i bravi. Istintivamente,appoggio una mano sui suoi capelli,leggeri e puliti,anche se non pettinati. La sua destra,dalla mia spalla,si appoggia sulla mia schiena,ed io mi faccio un po' più avanti.
 
Sento il calore della sua mano sulla mia guancia,rossa dall'imbarazzo,e le nostre labbra ancora insieme,vicine ed unite. Quando,dopo troppo poco tempo,ci stacchiamo,lui fa scivolare via la mano,lentamente,come se volesse godersi il momento 
 
Rimane lì,a sorridermi per pochi secondi. Poi,ad un tratto,il sorriso sfuma un po' alla volta,con rassegnazione.
-Per me questo è stato reale...- mi sussurra,ed io rimango in silenzio,con un mezzo sorriso.
Ora l'ultimo accenno di sorriso,sul suo volto,è prevalentemente amaro,ma mostra ancora un po' di dolcezza nei miei confronti.
-A domani,allora. Al Giorno Gioiglorioso. Dormi bene,Alice,te lo meriti.- detto questo esce,lasciandomi sola.
 
Mi volto di nuovo,appoggiando la guancia destra sulla mano,con il gomito sul bordo della terrazza. Ancora sento il suo calore sulla guancia,ed il suo sapore sulle labbra.
Buona parte della mia convinzione che tutto questo sia un sogno svanisce,perché di solito uno si sveglia quando arriva il più bello,che in questo caso aveva appena varcato quella soglia.
 
 
 
note dell'autrice: sarebbe stato bello,eh? ma non è ancora finita. 
   
 
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