semasiologia d’un suono sprofondante nello
spazio
~
Humpty Dumpty sat on
a wall.
Humpty Dumpty had a
great fall.
All the king’s
horses and all the king’s men
Couldn’t put
Humpty together again.
Cade, Humpty Dumpty, ed è divertarante non saperne il perché.
È
per il gatto? È per la lepre e l’uomo col cappello? È per
il coniglio con guanti e ventaglio? Cos’è stato?
Qualcosa ha indotto il suo piede
in fallo – ed eccolo lì, a capitombuzzolare
giù: non ci sono più regine o cavalieri intorno [ tutto è parola ].
Ride,
Humpty Dumpty, e accarezza
quelle manine soffide e morbici.
La
caduta non arriva. Il re non dovrà mandare nessuno; lui continuerà a stare lì, a giocare con le parole.
«
Vedi, Alice: le storie finiscono solo
quando non hai più voglia di viverle. »
[ 100 parole ]
Storia partecipante alla challenge Il festival del Nonsenso indetta da NonnaPapera
Ho recentemente
terminato la lettura di Attraverso lo
specchio e sono rimasta incantata dal ruolo di Humpty
Dumpty, dal rapporto che ha con le parole. Una cosa
assolutamente insensata cui non si può restare indifferenti. Era d’obbligo
tentare un piccolo omaggio al genio di Carroll.
Il gatto,
la lepre marzolina, il Cappellaio e il coniglio appartengono tutti al volume
precedente, Alice nel paese delle meraviglie:
ma per qualche motivo amo pensare che Humpty Dumpty possa cadere proprio per via della loro improvvisa
comparsa. Parimenti ho in testa un’immagine fissa di Alice che gli evita
la caduta.
Troppo
assurdo? Date la colpa a Carroll ^^