02/01/2011
2 recensioni♣ ~ The Poet and the Pendulum ~ ♣
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The endThe songwriter’s dead
The blade fell upon him
Taking him to the white lands
Of Empathica
Of innocence
Empathica
Innocence
(The Poet and the Pendulum ~ Nightwish)
~ ♣ ~
La luna splendeva alta nel cielo. Rossa come il sangue dei soldati caduti in una vana ricerca della libertà che gli era stata tolta dalle spade di coloro che difendevano l’impero. Lo stesso impero che voleva tutto il mondo sotto la sua opprimente corona.
Le prime terre a cedere sotto questo dominio furono quelle dell’est. Caddero una dopo l’altra, incapaci di difendersi come le foglie in autunno sono inermi di fronte alla forza del vento che le porta via dai loro alberi.
Nessuno aveva mai visto l’oscuro ideatore di un piano di conquista tanto folle e sconsiderato, si era ben guardato dal dare un volto all’odio e alle paure del popolo che stava velocemente sottomettendo.
Tanti raccontavano di una furia proveniente dai ghiacci perenni del nord, altri di uno spaventoso essere dagli sconfinati e bollenti deserti del sud. Solo un dettaglio accomunava queste e tante altre storie: gelidi e impietosi occhi viola, gli occhi feroci e calcolatori di un predatore.
Nessuno era però mai davvero riuscito a vedere tale essere, ritornando poi indietro sulle proprie gambe.
Chiunque venisse catturato, inevitabilmente non tornava più indietro.
Una sola persona, che la storia possa ricordare, riuscì a fuggire dalle prigioni dell’immenso palazzo imperiale, scolpito nella montagna stessa dove si ergeva e perennemente coperto di neve.
Solo quella persona era rimasta in vita dopo aver visto l’essere che stava soggiogando il mondo intero.
Guardava la luna Roderich, unico sopravvissuto alla strage che vide sterminare la propria famiglia.
Tempo prima era stato al governo di un grande territorio molto popolato, una terra appartenente alla casata degli Eldestein da più generazioni di quante se ne possano contare.
Ora, però, tutto era tramontato.
Sapeva che la sua vita non sarebbe durata molto a lungo da quando, da governatore, si rifiutò di far penetrare il cancro che attanagliava allora solo la parte più orientale delle terre conosciute.
Il suo tempo era agli sgoccioli.
Nascose nel doppio fondo di un cassetto alcuni fogli, chi di dovere era a conoscenza della loro esistenza e dove trovarli.
Ritornò a guardare la luna che illuminava il laghetto sottostante facendolo sembrare sangue.
Sentì un grido soffocato e un piccolo tonfo provenire dal fondo delle scale, prese allora un respiro profondo.
Il gioco volgeva al termine.
Udì bussare alla porta prima che fosse aperta con lentezza.
Che strana cura per un fuggitivo, di certo l’assassino era molto sicuro di se’. Dopotutto l’uomo era rimasto solo nella grande abitazione che fu della sua famiglia e quando il sicario si richiuse la porta alle spalle, anche l’ultima via d’uscita gli fu preclusa.
Ogni tentativo di fuggire sarebbe stato vano.
Davanti a sé, nascosto in un mantello troppo grande, c’era la figura minuta di un ragazzo. Doveva essere poco più che un bambino.
-Sei venuto a prendere anche la mia vita, vero?-
In risposta il ragazzo si scoprì il volto. Era il volto di un bambino costretto a crescere troppo velocemente, a diventare un uomo troppo presto.
L’espressione sul volto del giovane era piena di dolore per ciò che era stato costretto a fare.
-Fatti forza Raivis…- Gli passò una mano fra i capelli chiari. -Non posso darti quel che stai cercando, ma so perché sei qui-.
Le lacrime iniziarono a scendere copiose dagli occhi del più piccolo. Nonostante la forte differenza d’età, lui e l’uomo erano stati ottimi amici in tempo di pace ma ora la posta in gioco era troppo alta per tenerne conto.
-Perdonami… I-Io non voglio, ma ha i-i miei fratelli…-
L’espressione di Roderich si fece comprensiva, aveva passato anche lui quell’angoscia e non voleva far aggravare le sofferenze dell’amico.
-Fa’ in fretta, so che ne sei capace-
Fu la sua unica raccomandazione prima di accomodarsi su un’elegante poltrona lì accanto.
Raivis gettò a terra alcuni fogli, fingendo così una sorta di disordinata ricerca dei documenti di cui gli era stato ordinato il furto.
Rapidamente sfoderò il pugnale ancora sporco del sangue delle guardie della casa e si avvicinò all’amico.
-Addio…-
-A-Addio-
Affondò il colpo, ma la vista appannata dalle lacrime che continuavano a scendere non gli permisero di uccidere l’uomo con un unico colpo.
Gli diede così modo di formulare i suoi ultimi pensieri. Furono tutti rivolti alla sua amata Elizabeth, coinvolta nell’uccisione della famiglia dell’uomo.
Chiuse gli occhi lasciandosi andare al dolce torpore della morte che lo stava avvolgendo sempre più nelle sue candide ali.
Quel che vide riaprendo gli occhi, fu la sua famiglia e il dolce sorriso della sua amata sposa.
Raivis, prima di fuggire, poté giurare di vedere un sorriso comparire sul corpo già morto dell’amico.
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Spazio Rubato ~ ♣
Ed eccomi qui.
Se ci siete anche voi... Beh, complimenti per la pazienza!
Non che abbia molto da dire a riguardo della fanfic... Erano due giorni che mi girava in mente e finalmente ce l'ho fatta a metterla su "carta".
Non intendo entrare in merito di fatti storici con questa storia, tutto è puramente "casuale", anche i rapporti fra i personaggi.
O all'incirca è così!
Anche la scelta dell'anime ( o manga che dir si voglia) è stato quasi casuale. Non avevo voglia di inventarmi dei personaggi, Hetalia ne ha così tanti che avanzeranno anche... Sembra fatto apposta!
L'unica cosa che vorrei mantenere sono i caratteri dei personaggi, quindi avvertitemi se c'è qualcosa che non va :D
Okay, ora non ho davvero più nulla da dire.
Grazie per essere arrivati a leggere fin qui~