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Autore: Altariah    02/01/2011    4 recensioni
Gli ululati del vento mi rendono ancora più tesa e nervosa di quanto già io non sia ogni notte.
Ogni giorno prego che la sera non giunga mai.
(Spero di non aver esagerato in questa storia, ma ho sempre immaginato Black*Star in un modo del genere. Forse la mia fantasia ha sgarrato un po' troppo, questa volta... =.=')
Ho notato un errore in questa fic, purtroppo. Se avete letto le scan capirete, perdonatemi... io non immaginavo una cosa del genere (su B*S e Tsubaki)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Black Star, Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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È una notte limpida, dalla finestra filtra la luce fredda della luna.

Gli ululati del vento mi rendono ancora più tesa e nervosa di quanto già io non sia ogni notte.

Ogni  giorno prego che la sera non giunga mai.

Tante volte mi domando se questa paura che provo sia fondata, ma non riesco a rispondermi. Non c’è mai tempo.

Ma perché mi ostino ad essere sempre così altruista? Perché, semplicemente, non mi volto dall’altra parte, ogni volta, e smetto di fare di tutto per far sentire meglio gli altri, quando si trovano nei loro momenti bui?

Sono miei amici, sì. Ma forse non solo per questo. Forse il mio problema è che da sempre sono abituata a vivere inglobando in me la tensione e la tristezza altrui, per andare avanti.

Ma non m’importa, anzi, è piacevole rattristarsi per far sì che gi altri stiano meglio. E poi, se devo combattere le mie battaglie, non sono sola. C’è Black*Star qui, accanto a me.

Io e lui siamo due anime complementari e sole, che assieme formano però qualcosa di diverso, la fiducia reciproca che ospita in noi ha radici profonde, ormai.

E ora ho iniziato a piangere.

Lo sapevo che sarebbe successo, succede tutte le notti.

Non bestemmio solamente perché non l’ho mai fatto, però la voglia di gridare straziata è sempre troppa. Mordersi a sangue le labbra è sempre stato il metodo migliore per riuscire a trattenersi.

Conosco già ogni dettaglio a memoria, quello che sto per fare, quello che provo, quello che vorrei cancellare dalla mia vita.

È sempre lo stesso il sapore delle mie lacrime come è sempre identico lui, quando lo vedo entrando nella sua stanza.

Il suo sonno è agitato, respira pesantemente, suda.

Sempre la solita routine, continuo a piangere ma non posso fare altro che abbassare la testa ed inginocchiarmi accanto a lui.

Non può iniziare una battaglia senza di me.

Quanto vorrei svegliarlo e chiederglielo, ma non posso.

Posso soltanto sussurarglielo, come faccio sempre finché il suo respiro torna regolare.

“Perché non smetti di combattere?” Gli bisbiglio all’orecchio balbettando tra i singhiozzi, sfiorandogli delicatamente i capelli, ma, addormentato, continua a tremare e a digrignare i denti.

“Black*star, ora per favore smetti di combattere.” Gli accarezzo un braccio, spaventata e sfibrata dall’interno.

Le prime volte è stato veramente difficile farlo calmare, ma gradualmente questi sogni ricorrenti sento che stanno svanendo.

Il suo corpo smette di tremare. I suoi muscoli si stendono lentamente e il suo viso diventa sereno.

Questa notte si  è calmato davvero in fretta. Un nuovo passo avanti.

Sfioro con due dita la sua fronte e scendo su un occhio, passo i polpastrelli sulla palpebra chiusa e sospiro.

“Buonanotte, Black*Star.” Sorrido lievemente prima di richiudere la porta della sua stanza e appoggarmici contro chiudendo gli occhi.

Anche il vento non soffia più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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