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Autore: juliet_    02/01/2011    4 recensioni
Katherine Stone, orfana dall'età di sedici anni, riceve una lettera da un vecchio amico di famiglia : John Winchester, il quale le chiede di unirsi ai suoi figli.
Nonostante sia abituata a cacciare esclusivamente da sola, Katherine accetta, e parte verso una città del North Dakota.
Questa storia è ambientata tra la quinta e la sesta stagione, ma seguirà relativamente la trama principale.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione, Contesto generale/vago
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Gone with the Sin.

 

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First Chapter.

 

Perché il tempo ci sfugge,
ma il segno del tempo rimane
.

 
 La vita da cacciatore non era mai stata facile per nessuno.
Erano pochi i lussi che potevano essere concessi, e quei pochi erano i più mediocri. Come un giuramento, gli attimi che precedevano l’inizio della prima caccia, consistevano nel ricevere consigli da uno dei propri famigliari cacciatori . I fondamentali erano sempre gli stessi : attenzione, costanza e pugno di ferro. Molti consigliavano di non cacciare come un singolo, ma di trovare un gruppo, analizzarlo e conquistare la loro fiducia, poiché la caccia solitaria era la più faticosa.
Molti cacciatori trascrivevano tutte le loro esperienze su un diario, sia per ricordarsene qual’ora ne avessero avuto bisogno, e soprattutto per avere meno fiato da spendere, quando avrebbero dovuto inaugurare la prima caccia di un loro giovane famigliare. Molte famiglie cercavano di tenere lontano i giovani dalla caccia, ma raramente riuscivano a mantenerli fuori dal girone.
Finite le raccomandazioni, il giovane partiva verso la missione più vicina, e a caccia conclusa, si festeggiava per il nuovo cacciatore.
Solitamente, andava così, ma dopo la sua prima caccia, Katherine Stone non trovò nessuno ad accoglierla con i bicchieri pieni, e pietanze infinite da mangiare insieme.
Quando appena sedicenne rientrò dalla sua prima caccia, portando con se il fucile con una sola pallottola di sale mancante, al posto della sua umile villetta a due piani, che poche ora prima era piena e scalpitante, ritrovò un ammasso di bracieri. Ma la cosa che più la spaventò, fu lo strano cerchio che circondava quel che rimaneva della sua casa.
In punta di piedi cercò i corpi tra le macerie ardenti, provando a trattenere i singhiozzi, e tenendo il fucile pronto. Delle dieci persone che occupavano la casa, l’unica cosa che trovò fu il cappello di suo padre .
Restò per ore a guardare la casa spegnersi, lasciandosi andare a silenziose lacrime, poi entrò nel bosco, e con le mani iniziò a togliere la terra davanti ad una centenaria quercia.
Suo padre costruì un bunker poco distante dalla loro casa, dove teneva viveri, vestiti, armi e soldi, così che, qual’ora fosse accaduto qualcosa, si poteva utilizzare quella piccola stanza scavata sottoterra.
Per sei giorni rimase lì, a consumare il suo lutto.
Disegnò su un foglio lo strano cerchio, preparò un borsone con armi, soldi e qualche vestito, e diede inizio alla sua vita da cacciatrice.
Erano passati sei anni da quella notte, ma nella mente di Katherine restava vivida come se l’avesse appena vissuta.
Venti giorni prima aveva ricevuto una lettera dall’ultima persona dalla quale si aspettasse di essere contattata :
John Winchester.
Aveva vaghi ricordi della famiglia Winchester, che si fermavano alla sua infanzia.
I Winchester e gli Stone erano amici da generazioni, e spesso si erano ritrovati a cacciare insieme.
Ricordava che suo padre li aveva ospitati per più di un mese, e mentre i grandi parlavano di lavoro, lei e i due figli di John, Dean e Sam, giocavano in giardino sotto la neve.
Ma da allora, non avevano avuto più contatti, e forse, non sapeva nemmeno quel che era accaduto alla sua famiglia.
Così aveva pensato, prima di aver letto il contenuto di quella breve lettera, palesemente scritta di corsa su una pagina stropicciata e strappata ai bordi.
John si scusava per non averla cercata in tutti questi anni, ma per motivi che non poteva scriverle, aveva viaggiato senza sosta, ma la sua mortificazione era maggiore, poiché aveva promesso a Bill e Hanna Stone, che qual’ora fosse successo qualcosa, avrebbe dovuto crescerla con i suoi figli.
Ma in realtà non era stato un padre nemmeno con loro.
Dopo le brevi scuse, il cacciatore le scrisse di raggiungere Devils Lake, nel North Dakota, dove Dean e Sam  stavano lavorando a delle sparizioni.
Scettica e quasi dubbiosa, decise di non muoversi da Omaha, poiché dopo tutti questi anni era divenuta piuttosto efficiente come cacciatore solitario.
Tuttavia, qualche rigo più in giù, John Winchester le lasciò un’ ultimo messaggio :

 Hanno bisogno di te come tu avrai bisogno di loro, credimi.

 Sbuffando, strappò il foglio e lo gettò nel cestino, e iniziò a preparare i suoi borsoni.
Non aveva nulla da ricambiare alla famiglia Winchester, e soprattutto si domandava come due ragazzi avessero bisogni di lei, astuta per quanto era .
Raramente un cacciatore chiede aiuto, ed era palese che John non avesse nessun’altro a cui chiederlo.
Chiuse l’ultima sacca, e si dileguò dalla finestra della sua stanza, affittata in un anonimo e vecchio Bed&Breakfast .
Posò i borsoni nel cofano della sua Mustang Vintage rossa del ‘66, e partì verso Devils Lake.
Quando arrivò diluviava, e decise così di affittare subito una stanza in un vecchio Hotel in città.
Nel parcheggio semivuoto, di fianco ad una vecchia Peugeot grigia, riconobbe l’Impala nera di John, e quasi con stizza, constatò che era ovvio che i fratelli avessero deciso di affittare una camera in quel malridotto Hotel.
Si reputò comunque fortunata.
All’entrata, dietro un vecchio tavolo e seduto su una vecchia sedia, un anziano spendeva il suo tempo in un cruciverba, ma non appena la vide le mostrò un sorriso sdentato.
“ Buonasera Miss, desidera una singola ?”
Con riluttanza, Katherine si armò di un sorriso cortese, e annuì .
“E’ in vacanza?”
“Sono solo di passaggio, e prima di ripartire volevo riposare” rispose, guardandosi intorno.
“Fossi in lei non resterei molto qui. Non è un buon periodo” le consigliò, mentre cercava la chiave dentro ad un cassetto.
“Come mai?” domandò, interessata.
L’anziano schioccò la lingua, ed estrasse una lunga chiave dal cassetto, ed attaccata ad essa, con un pezzo di spago, c’era un pezzetto di cartone con scritto il numero 21.
“Strani schiamazzi si sentono dalla foresta, e strane cose riemergono dal lago”
“Cosa ?”
“Scheletri “ biascicò.
Katherine rimase interdetta, ma decise di non chiedere altro; stava cacciando tutt’altro, in quel momento.
Dopo aver firmato un foglio, e controllato che non ci fosse nessuno, riprese il suo sorriso cortese, che attirò l’attenzione del signore.
“Mi scusi, per caso due ragazzi in questi giorni hanno affittato una camera qui ?”
L’anziano la guardò, incuriosito.
“Si, come mai ?”
Assunse una finta aria innocente, e prese a giocherellare con le chiavi.
“Potrebbe dirmi in che stanza stanno ?”
“Mi dispiace” rispose, contrariato.
Katherine alzò gli occhi al cielo, e posò una banconota da 50$ sul tavolo.
“Immagino che avrà una doppia chiave di quella stanza”
Il vecchietto spalancò gli occhi e aprì la bocca più volte, senza emettere alcun suono. Poi, infilò di nuovo le mani dentro al cassetto, ed uscì la chiave della stanza numero 9.
Il sorriso della ragazza si allargò, e prima di andarsene posò altri 20$ sul tavolo.
“Questi sono per il suo silenzio”.
E senza aggiungere altro, iniziò a dirigersi verso la sua camera.
Era una stanza molto piccola, arredata con un letto, un cassettone e una piccola televisione adagiata su una scrivania, ed un bagnetto con una doccia minuscola.
Ma nonostante tutto, aveva alloggiato in posti peggiori.
Uscì un coltellino e una Mateba Autorevolver da uno dei borsoni che nascose sotto al letto.
Cercando di fare meno rumore possibile, uscì dalla stanza, proseguendo verso il piano di sotto.
La stanza numero 9 si trovava in fondo al corridoio, e da essa Katherine udiva i due ragazzi borbottare.
Le sembrò che stessero litigando.
Nascose la pistola sotto la giacca, e appoggiò l’orecchio alla porta, ma proprio in quell’istante percepì all’interno dei passi veloci dirigersi verso la porta.
Aprì velocemente la finestra, e si nascose sulle scale che stavano sotto di essa, dopo averla richiusa.Sentì i ragazzi allontanarsi, e quando riaprì la finestra li udì salutare l’anziano al piano terra.
Trattenendo il fiato, aprì la porta, e con la stessa lentezza la richiuse.
I letti erano disfatti, e nella stanza si sentiva il palese odore di dopobarba alla menta. Sulla scrivania c’era un piccolo computer e diversi fogli .
Mentre accendeva il pc, diede un occhiata ai primi vecchi ritagli di giornale, che riguardavano sparizioni di una decina di anni fa, tutti avvenuti nella foresta, e tutti riguardavano ragazze con non più di venti anni.
Alcuni dettagli erano stati sottolineati con una matita rossa, e spesso si ripetevano in più articoli.
Si sedette sulla sedia, e iniziò a curiosare al pc, dove nell’amministratore c’era il nome di Sam.
Sul desktop trovò una cartella senza nome, ma al suo interno c’erano delle foto di un giovane ragazzo piuttosto alto, e di una bella ragazza bionda e formosa.
Risalivano a più di due anni fa.
Mentre ne apriva una seconda, sentì provenire dal corridoio dei passi veloci e una voce piuttosto adirata, e di colpo abbassò lo schermo del pc, senza preoccuparsi di rimetterlo nella posizione in cui l’aveva trovato.
Non aveva più il tempo di uscire dalla stanza, e se si fosse buttata dalla finestra, si sarebbe rotta una gamba, se non entrambe.
Scelse un classico, e corse a nascondersi nel bagno.
La porta della stanza si aprì, mentre i due ragazzi erano in piena discussione.
“Dean, non puoi farti prendere dal panico per una Mustang rossa ! Conosci bene la storia degli Stone, e chissà che fine ha fatto la figlia e sinceramente dubito sia diventata una cacciatrice”
Dean grugnì.
“Sam, io quella macchina la riconoscerei su tutte ! Stessa targa, stesso colore, e dannazione, anche quel graffio che avevo fatto cadendoci sopra”
Katherine imprecò mentalmente.
“Come fai a ricordartelo ?”
“Eravamo piccolissimi, e giocavo con Katherine. Stavo in piedi sulla Mustang, e saltando ho perso l’equilibrio, ma avevo un coltello in mano, e dovetti darle 5$ dollari per non andarlo a spifferare a papà”
Sam rise di gusto.
“Magari la macchina è stata venduta”
Stavolta fu Dean a ridere, ma con sarcasmo.
“ Ah si ? E da chi ?”
Sam non rispose.
Ci fu un improvviso silenzio nella stanza, ma Sam parlò poco dopo.
“Qualcuno ha usato il mio computer”
“Impossibile”
“Ti dico di sì invece, l’avevo lasciato leggermente sopra i fogli, ed invece adesso sia i fogli che il pc sono messi diversamente”
Di nuovo silenzio.
Katherine iniziò a guardarsi intorno, e l’unica via d’uscita dal bagno era una finestra troppo alta e troppo piccola.
Era in trappola.
Sentì il chiaro rumore della sicura di una pistola scattare, e dei passi lenti che si avvicinavano al bagno.
Impugnò anche lei la pistola, e si nascose dietro l’armadietto, così da avere qualche secondo in più .
La porta si aprì di colpo, coprendo l’angolo in cui si trovava .
“Non sono qui per farvi del male” disse, facendo scattare la sicura.
La porta si richiuse, e la ragazza si ritrovò davanti due ragazzi, ed entrambi puntavano la pistola contro di lei.
Riconobbe subito Dean, e dal suo chiudere più volte gli occhi, capì che anche lei era stata riconosciuta.
“Non ci posso credere” balbettò, voltandosi verso Sam.
Katherine sorrise, e rimise la pistola sotto la giacca, imitando Dean.
“Credici pure, e mi devi altri 5$ per il graffio sulla macchina” rispose, sorridendo.
Dean le si avvicinò battendo le mani, e la strinse in un abbraccio.
“Dove diavolo sei stata per tutti questi anni ?” le domandò.
“Un po’ qui, un po’ là” rispose, andando ad abbracciare Sam.
“Ma non sbatti la testa sul soffitto ?”
“Spesso, devo ammetterlo” le disse, ridendo.
Si spostarono nell’altra stanza, godendosi quel momento felice.
“Lasciatelo dire, sei cresciuta bene” ammise Dean, facendole l’occhiolino.
Katherine scoppiò in una fragorosa risata, causata anche dall’occhiataccia di Sam verso Dean.
“Piuttosto, come mai sei venuta a cercarci ?”
La ragazza si ricompose, e dalla tasca uscì il foglio stropicciato.
“Perché me l’ha chiesto John Winchester, nonché vostro padre”
Dean e Sam si guardarono, sbigottiti.
“Kat, è impossibile” sussurrò Sam, sedendosi sul letto.
Lei schiocco la lingua, e gli passò la lettera.
I due ragazzi si concentrarono nella lettura senza fiatare, ma le loro espressioni erano piuttosto titubanti.
“No Katherine, questa non è la scrittura di nostro padre, e seconda cosa, è morto qualche anno fa” le confessò Dean.
La ragazza spalancò gli occhi e si portò una mano sulla bocca, in preda alla confusione.
“Chiunque sia stato, voleva che ci ritrovassimo” constatò il minore dei Winchester.
Dean aprì il piccolo frigo e le stappò una bottiglia di birra che lei accettò molto volentieri, bevendone una lunga sorsata.
“Io mi domando chi sia stato quell’imbecille, nonostante tutto. E come diamine faceva a sapere dov’ero io, e dov’eravate voi?”
Sam alzò le spalle, e Dean prese a camminare avanti e indietro nella stanza.
Rimasero in silenzio, cercando una soluzione plausibile, ma le loro teste non ne trovarono alcuna.
“Salve ragazzi”
“Castiel !” esclamò Dean.
Katherine invece, aveva velocemente impugnato la pistola, che adesso era pericolosamente puntata verso l’angelo.
“No Katherine, è tutto ok” precisò Sam, abbassandole il braccio.
“Vedo che sei riuscita a trovarli” le disse .
“Cosa significa ?” sibilò la ragazza.
Stavolta fu Dean a parlare.
“Sai che i giri di parole mi fanno imbestialire Cas”
Lui guardò brevemente Dean, per poi prendere a camminare verso una Katherine impaziente e dal grilletto facile.
Le si fermò pochi centimetri davanti al viso, e la ragazza non ne sembrò intimorita.
“Cas, ti ricordi quel discorso sulla distanza ?” lo informò il maggiore dei Winchester.
Lui fece finta di non sentirlo, e continuò a fissare gli occhi azzurri della cacciatrice .
“Sai chi è stato a mandarmi quella lettera ?” domandò lei, d’un tratto, e l’angelo si limitò ad annuire.
“Chi ?” chiesero Sam e Dean all’unisono.
Castiel smise di fissare Katherine, e si voltò verso i ragazzi con la sua classica espressione neutrale.
“Io” rispose, poco prima di sparire.


















Spazio Autrice:

Dopo mesi che non scrivo, eccomi quì con un nuovo esperimento .
Seguo Supernatural dall'uscita della prima Stagione, e sono una super fan dei fratelli Winchester.
Non avevo mai scritto nulla su questo Show, ma la mie mani scivolavano sole sulla tastiera,
e poi ho sempre desiderato vedere un personaggio femminile affiancare Sam e Dean.
Per impersonare la bella Katherine, ho scelto la stupenda Megan Fox, e mi ha ispirata anche per altre cose.
Innanzitutto, la Mustang Vintage del '66, poichè ho letto che l'attrice l'ha regalata al suo ragazzo, cosa che non so
se sia reale o meno, ma la macchina, sinceramente, la vedo bene di fianco all'ormai star Impala .
La storiella del lago, riprende la trama del film 'Jennifer's Body', dove Megan interpreta appunto l'indemoniata Jennifer.
La cittadina del film si chiamava Devil's Kettle, che da quanto so, è un set inventato, e siccome volevo creare una specie
di legame con la realtà, ho scelto Devils Lake, e ho ripreso la storia del "laghetto senza fondo" .
Vi consiglio il film, comunque, dove potete ammirare la versione dannata di Adam Brody.
Ricapiterà sicuramente qualche collegamento del genere, ma solo perchè ritengo ci stia nella storia.
Ovviamente, tutto ciò che riguarda Supernatural o qualsiasi altra cosa già esistente, ahimè, non mi appartiene.
Sono solo una fan alla quale piace rivedere e creare nuove situazioni per i suoi personaggi preferiti, e presumo sia lecito.
Infine, come ho detto nella brevissima Intro, come spazio temporale siamo tra le ultime due stagioni, ma di più nella sesta,
con un Sam senz'anima, anche se nell'ultimo episodio sembra averla ripresa, e un Dean con una famiglia alle spalle.
Ovviamente, coloro che non hanno visto tutte le stagioni, vi anticipo, e l'ho selezionato anche negli avvertimenti, che ci saranno
mooolti spoilers, quindi essendo che non voglio responsabilità, e non voglio rovinarvi la sorpresa, guardate prima le puntate,
e dopo leggete la mia storia.
Del filo conduttore della serie seguirò poco e nulla, o a volte meno e a volte più .
Insomma, andrò un pò nella mia testa, e un pò nella trama, e sinceramente non so cosa ne uscirà.
Detto questo, spero di ricevere apprezzamenti, critiche e consigli, perchè qual'ora non ci fossero, dubito che continuerò.
Credo sia normale voler sapere se il lavoro fa schifo o meno, giusto ?
A presto belli !

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