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Autore: HollyGolightly    03/01/2011    2 recensioni
Brenda è la protagonista della storia. Vive a Los Angeles ma suo padre per l'estate le sconvolge i piani che aveva fatto con le sue amiche costringendola a partire per la Germania da suo zio...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Una vacanza diversa.
 


Capitolo 1

Quando quel giorno aveva visto suo padre rientrare a casa con uno smagliante sorriso dicendole più volte che aveva una splendida notizia da darle a tutto aveva pensato meno che alla sua assurda intenzione di spedirla dall’altra parte del mondo da suo zio. Inizialmente aveva pensato ad una possibile battuta ed era scoppiata a ridere in una risata isterica, suo padre aveva un grande senso dell’umorismo, poi quando notò che egli non rideva con lei assunse un’espressione di ghiaccio. Aveva provato a spiegargli che era un’idea assurda e che lei aveva già dei progetti per quella estate ma non aveva voluto saperne. Cosa poteva importarle di suo zio che non vedeva da secoli? Le aveva rinfacciato le innumerevoli gaffe che aveva commesso quell’anno rifilandole la scusa che cambiando un po’ aria l’avrebbe aiutata a ritrovare sé stessa. Le sue amiche non l’avevano presa affatto bene. Melanie aveva rischiato di strozzarsi con il martini e Sam aveva direttamente sputato tutto il suo drink dalla bocca in faccia al suo povero ragazzo di turno. Si sentiva una perfetta idiota che ancora a diciotto anni era succube dei capricci di suo padre. Così era stata costretta a rimboccarsi le maniche e preparare le valigie senza libertà di opporsi e il giorno dopo fu spedita su un aereo diretto in Germania.  Era così affliggente pensare che le sue amiche avrebbero trascorso una perfetta estate in Florida mentre lei avrebbe dovuto stare rinchiusa in Germania da suo zio. Dopo sedici interminabili ore di angosciante viaggio ecco che finalmente l’aereo atterrò ad Amburgo. Si strofinò gli occhi chiari con le dita, aveva passato le ultime ore di viaggio a dormire. Si alzò dal sedile aggiustandosi la maglietta che si era leggermente alzata e si diresse verso l’uscita. Appena poggiò il primo piede fuori dall’aereo un vento fresco la fece rabbrividire e fu costretta a strofinarsi con le mani le braccia per cercare di placare il leggero freddo che provava. Che diavolo le era saltato in testa? Doveva sapere che il clima era diverso rispetto alla sua calda Los Angeles. Stupidamente aveva optato per un paio di jeans e una magliettina di cotone a maniche corte. Dopo aver recuperato la sua valigia si mise con gli occhi alla ricerca di qualcuno che le potesse vagamente ricordare suo zio, non lo vedeva da troppo tempo. Si sedette su una panchina di fianco a lei e si lasciò sfuggire un lieve sospiro dalle labbra.
  • Sei americana?-  Domandò una voce dietro di lei. Si voltò di scatto cercando il proprietario di quella voce maschile.
  • Sì- annuì incrociando gli occhi con quelli del biondino dinanzi a lei. – Cioè… sono tedesca ma vivo a Los Angeles.- Gli sorrise. Cominciava a piacerle la Germania.
  • Peter, piacere- allungò la mano verso di lei con un splendido sorriso.
Brenda guardò prima la mano, poi di nuovo il viso leggermente arrossato del ragazzo di fronte.
  • Io.. io sono Brenda-  riuscì a dire sorridendogli.
  • Ehm.. ti dispiace se mi siedo?- Provò a chiedere indicando il posto sulla panchina accanto alla ragazza.
  • Oh, no! Fa pure.- Disse con un leggero imbarazzo. Si scostò i capelli scuri e lisci dal viso portandoseli dietro l’orecchio sinistro e alzò gli occhi verso il ragazzo.
  • Allora.. che ci fa una ragazza così carina qui da sola?- Sorrise.
Le guance di Brenda stavano per prendere fuoco. Iniziò ad esultare mentalmente.
  • Ehm, sono venuta a trovare mio zio per l’estate. Ok, la verità è che mio padre mi ha costretta a venire qui mandando in frantumi i miei progetti con gli amici-
  • Oh, capisco. E che progetti avevi? – Le chiese cercando di allungare il discorso per parlare di più con lei.
  • Dovevo partire in Florida- Sorrise
  • Brenda? Brenda Jost?-  Un uomo sulla quarantina decisamente muscoloso  si fermò davanti ai due ragazzi avvicinandosi alla moretta. Aveva un completo nero con una camicia bianca sotto alla giacca e i capelli scuri lisciati dietro con una  buona manciata di gel. 
  • S..Sì, sono io- Rispose confusa la moretta alzando gli occhi verso il tizio alto e robusto che le si era presentato davanti.
  • Oh, io sono Stefan, lavoro per tuo zio. – Le sorrise  - Sono venuto a prenderti all’aeroporto per portarti all’abitazione del signor Jost. Mi dia pure le sue valigie, signorina Brenda. – Continuò poi.
La moretta si alzò dalla panchina con un leggero imbarazzo dipinto in volto e porse le sue valigie al possente uomo. Si voltò verso il biondino che aveva appena conosciuto e gli sorrise dolcemente.
  • E’ stato un piacere, Peter. –
  • Piacere mio, Brenda – Le rispose baciandole appena la mano. Si soffermarono a guardarsi negli occhi per svariati secondi fino a quando il signor Stefan non interruppe il loro gioco di sguardi per  ricordare alla moretta che suo zio l’attendeva e che si era fatto tardi.
Il tragitto in macchina era stato breve, ci avevano messo una ventina di minuti prima di raggiungere il luogo di abitazione. Intanto Brenda ne aveva approfittato per scattare qualche foto alla città affacciandosi dal tettuccio dell’enorme auto nera. Forse non sarebbe stata un’estate così terribile come aveva immaginato, in una città bella come quella avrebbe sicuramente trovato modo di divertirsi a dovere.
  • Signorina Brenda, siamo arrivati- annunciò Stefan ancora con le mani sul volante. – Scenda pure, ci penserò io a portarle le valigie-
  • Grazie, Stefan-  Disse sorridendo mentre scedeva dalla possente auto scura. Sistemò meglio la sua borsetta nera sulla spalla e si guardò intorno. L’aria era fresca e pulita, totalmente diversa da quella che si poteva respirare nella caotica Los Angeles. C’era un’enorme prato verde perfettamente curato e una stradina di terra che si fermava proprio dinanzi la porta dell’enorme casa di mattoni. Sulla parte frontale dell’abitazione l’edera verde scura ricopriva buona parte della parete dandole quel tocco in più. Le piaceva quel posto. Decise di stamparsi in viso un enorme sorriso e bussò con la mano destra sulla porta. Nessuna risposta o il benché minimo movimento. Provò a bussare nuovamente con la mano, questa volta con più forza. Bene, benissimo. Stefan e la sua auto sembravano essere scomparsi e lì dentro non c’era anima viva, dove diamine era finita?Forse l’avevano derubata. In quell’istante milioni di pensieri negativi avevano fatto irruzione nella sua testa.
  • Dì un po’, ragazzina.. volevi sfondarla la porta?-
        Disse un’alta figura che aveva aperto di colpo la porta facendo spaventare la povera Brenda che dalla
        paura indietreggiò ed inciampò in una pianta rotolando all’indietro e sbattendo la testa al suolo. Un gemito di dolore sfuggì alle sue labbra mentre cercava di rimettersi in piedi.
      Il ragazzo sulla porta scoppiò in una fragorosa risata dopo aver assistito alla scena della moretta. Fu costretto a tenersi la pancia con una mano.
  • Ma che diamine hai da ridere? Razza di coglione.-  Rispose Brenda massaggiandosi il capo e tentando di ripulirsi i vestiti  sporcati di terra.
  • Ehi, coglione a chi?Dì un po’ sai chi sono io?- Il moretto smise di ridere assumendo un’espressione seria in volto.
  • Certo, un coglione!-
  • Modera i termini, ragazzina! Io sono..-
  • Tom! E lei è la mia nipotina preferita, Brenda- Comparve all’improvviso sulla soglia della porta l’affascinante uomo interrompendo l’inutile discussione che si era creata tra i due.
  • Zio David!- Scattò in piedi la moretta andando ad abbracciare suo zio. Ricordava che da piccola le faceva sempre dei regali meravigliosi ed era il suo zietto preferito.
  • Ni..nipote?-
  • Oh, come sta la mia nipotina? Ma quanto sei cresciuta?- Disse scompigliandole i capelli. Lei sorrise anche se rimpiangeva i suoi poveri amati capelli per tutto il tempo che aveva passato a sistemarli.
  • Mi ha fatto piacere che hai deciso di venire a trovare tuo zio questa estate- Le disse sorridendo.
  • Eh.. già- Sorrise. Ma in quel momento le si era attanagliata una fitta nello stomaco dal senso di colpa. In verità lei era stata costretta da suo padre a partire senza libertà di obiezione.
  • Forza, vieni dentro. Sarai molto stanca, ci saranno almeno sedici ore da qui a Los Angeles- Si scansò dalla porta per permettere alla moretta di entrare nell’abitazione. Ella sorrise continuando a guardarsi intorno con un lieve sorriso sulle labbra.
  • Ni.. nipote?- Continuò a ripetere il moretto con un sopracciglio alzato anche dopo esser rimasto solo fuori. Ma di che diamine stavano parlando? David non gli aveva detto niente riguardo all’arrivo di una sua nipote. Inoltre quella ragazzina era piuttosto irritante.
  Entrò nella casa raggiungendo David e la nuova arrivata sedendosi anch’egli su una poltrona nel salotto.
  • David.. lei è tua.. nipote?- continuò a chiedere stranito. – Non ci avevi detto niente di lei-
  • Oh, ciao! Tu devi essere Brenda!- Fece capolino nella stanza un biondino con un sorriso sulle labbra.
  • Io sono Gustav- Disse avvicinandosi alla moretta porgendole la mano.
  • Sì, sono io. Piacere- Ricambiò il sorriso e la stretta di mano.
  • Ma qui tutti sanno chi è questa tizia tranne io???- Si alzò infuriato mettendosi entrambe le mani sui fianchi mentre guardava anche suo fratello Bill seguito da Georg dare il benvenuto alla nuova arrivata.
  • Tom, forse se evitassi di sognare di trovarti in una jacuzzi con Jessica Alba e prestassi un minimo di attenzione quando ti parlo, saresti informato anche tu.-
Il moro diventò rosso in viso mentre i presenti scoppiarono a ridere in una fragorosa risata osservandolo.
Il moro sbruffò scocciato risedendosi sulla poltrona borbottando qualcosa di incomprensibile. Quella ragazza gli avrebbe creato un mucchio di problemi. 
  
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