-Mi sono svegliato che volevo baciarti.- disse ad un certo punto, spezzando il silenzio. Aveva un' espressione strana, come se stesse soppesando bene le parole, valutare i pro e i contro di ogni sillaba mentre si scostava i capelli dagli zigomi.

-Per favore,non lasciarmi andare a dormire con lo stesso desiderio inespresso -.

Sembrava serio, ma il suo sguardo da cerbiatto  ne addolciva pesantemente i lineamenti. Non si rendeva conto di quanto era espressivo, di quanto sembrava vero.

O lo era. Si, forse lo era.

Mi ritrovai spiazzata, non seppi come ribattere.Strano.

Scelsi la via più facile, sorrisi nel silenzio dei nostri sguardi incatenati e bevvi una sorsata di cappuccino con doppia schiuma. Rialzai lo sguardo e lo vidi sogghignare sotto i baffi -che non aveva-.

Oddio,che avevo fatto di così ridicolo?!

Poi ,con cautela, si sollevò dalla sedia e i suoi occhi mi chiesero il permesso di incontrare i miei. Rimase sospeso a mezz'aria, e lì tutto si fermò.

O, almeno per me, fu così.

Non sentii più i camerieri prendere le ordinazioni, il chiacchiericcio dei clienti, i cucchiani sporchi di caffè cozzare contro i piattini, l'odore dei croissant. Tutto si sospese, per un infinità di secondo e riuscii a percepire solo lui attorno a me, il suo viso abbozzato da un angelo e il suo profumo. Sarei rimasta lì in eterno, incastrata dai suoi occhi nella sua visule e inebriata da quell'odore che speravo mi rimanesse addosso in modo da snetirlo sempre con me,su di me.

Passò un istante ,che mi sembrò una vita intera, e tutto ritornò in vita nella quotidianità dei suoi gesti e lui si avvicinò ancora.

I suoi occhi mi chiesero ed io risposi, dissi di si.

Mi ritrovai le sue labbra accarezzare piano le  mie ,come se avesse paura di spingersi troppo in là, oltre il limite del mio autocontrollo. Aveva capito chi ero con uno sguardo, sapevo che ero una creatura puramente selvaggia , fin troppo chiusa in gabbia, e mi lasciava sempre delle vie d'uscita che non percorsi. Mai.

Danzarono le mie labbra sulle sue una melodia che conoscevamo tutti e due già prima di conoscerci, prima che il destino facesse scontrare le nostre strade.

Notai che la sua lingua aveva un sapore dolce, come la vaniglia,con un tocco di pepe nero, da non riuscire più a fermarsi, giuro.

Ma lo feci, pultroppo.Mi staccai da lui, sorrisi sulle sue labbra e sparii.