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Autore: Sir_Galahad    03/01/2011    0 recensioni
Questa storia è stata scritta alcuni giorni fa di mio pugno, è l' introduzione di un racconto a puntate, per cui m' impegnerò a scrivere altri pezzi della mia storia , vi prego di scusare ogni eventuale errore ortografico, dato che non vi ho prestato tutta questa grande importanza, per cui vi lascio leggere liberamente e non dilungo oltre, mi raccomando commentatela.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mare avanzava lento e inesorabile, l'asse di legno lo teneva a malapena a galla, ma l'uomo era ormai senza speranze, ferito a morte dalla terribile tempesta che aveva distrutto la sua imbarcazione, trascinandolo lontano oltre ogni sua immaginazione. Ma dopo la tremenda esplosione non ricordava più nulla, solo un gran fracasso, le urla, le grida, i bambini che piangevano e strillavano con dolore, le loro madri non c'erano più, erano state travolte dall'onda d'urto. Infatti Malcom non era sul posto quando la caldaia della nave era esplosa, si trovava assieme ai suoi sottoposti sul ponte di comando, ma questo non gli bastò a salvargli la vita a lungo, tanto meno agli altri che morirono in seguito.

Ricordo quel giorno come se fosse ieri, ero appena un bambino, assieme a mio fratello e due nostri amici fingevamo di avere immense ricchezze e tesori, come dei pirati. Con l'innocenza della nostra tenera età, io ed i nostri compagni correvamo sul bagnasciuga, il quale era ricoperto da un superficiale strato di stelle marine, portate dalla tempesta. La giornata era afosa per questo giocavamo sulla spiaggia, l' unico posto della roccaforte di Navalon in cui si poteva respirare, la sabbia era morbida e correva sotto i nostri piedi... ancora troppo piccoli.
-Non mi prenderai Marco!-
Dissi io.
-Chi te l' ha detto furfante che non sei altro-
Sbraitò mio fratello mentre cadeva sulla radice di un' albero, si alzo e rincominciò ad urlare.
-Ti rincorrerò con la mia ciurma se è questo che vuoi, fin su il colle della tigre, anche se sei mio fratello-
Ma mentre stavamo correndo e gli alberi diventavano sempre più fitti, vidi qualcosa di strano in fondo alla piccola macchia, qualcosa che luccicava, sembrava un riflesso argentato, che sfuggi' ai miei occhi nell' arco di un secondo, mentre venivo scaraventato a terra, mi girai per difendermi con le spalle sulla cocente sabbia, mentre mio fratello e due dei suoi mi avevano circondato, guardandomi dall' alto in basso con uno sguardo vittorioso, lui aveva un bastone, gli altri due compari, fionde ben caricate, così mi rialzai in fretta, nascondendo la mia arma in previsione di un' attacco a sorpresa.
-Finalmente ti ho preso, Drake-
-Non cantare così presto, Marco-
Detto questo sfilai dal fodero di cuoio un ramo asai resistente e feci un affondo, ma lui parò con eleganza e rispose con un fendente alle gambe, lo schivai spostando il piede e facendo perno con l'altro, allargai le braccia per contrattaccare, ma ad un certo punto, quando mi girai guardando sopra la spalla di mio fratello Marco, notai di nuovo quella strana luce di prima e gridai.
-Fermat...-
Ma proprio in quel momento, mio fratello mi aveva tirato un colpo traditore nel fianco e urlai di nuovo, ma questa volta dal dolore, così lui in preda alle risate si avvicinò di nuovo e mi disse con sguardo derisorio, porgendomi la mano per alzarmi perché ero caduto in ginocchio.
-Non è da te farti colpire in modo così stupido, hai perso il tuo smalto, femminuccia?-
-Ma sei scemo!Ti ho detto di fermarti e tu mi colpisci così?-
Constatai con rabbia.
-Certo, perché dovrei colpirti, idiota?-
Disse imitando la mia voce.
-Non dovresti affatto colpirmi, piuttosto hai visto qualcosa di strano, in quella direzione?-
Dissi poi indicando nel punto della vegetazione dove avevo intravisto qualcosa prima, poi ad un certo punto Al e Frederic, che erano alle nostre spalle, fecero qualche passo per controllare, poi d'improvviso esclamarono in coro, come sconvolti da quello che avevano visto.
-Cavolo ma quello è...-
-Quello è un uomo-
Dissi io per loro, poi ad un certo punto Marco mi mise una mano sulla spalla e con aria preoccupata mi disse:
-Drake, andiamo a vedere da più vicino-
Ad un certo punto iniziò una folle corsa verso quello che sembrava un incubo. La vegetazione mutava in fretta, ma quando uscimmo dal boschetto, il sole pervase i nostri occhi, ormai abituati alla penombra delle palme, rimasero accecati per alcuni secondi, quando ci fummo abituati alla luce, osservammo orripilati quella triste scena, un morto giaceva sdraiato sulla sabbia cocente, perforato nella pancia da entrambi i lati da un asse di legno, aperto in molte ramificazioni come a formare un fiore che usciva dal suo ventre, in mano stringeva una piccola cassa con eleganti ricami d' argento. In quel momento tutto si era fermato, la tensione era alta, il silenzio era soffocante ero rimasto fermo sul mio posto, l' istinto mi diceva di scappare, ma le gambe erano immobili e pervase dalla paura, mi girai costatando che non ero il solo spaventato, intorno a me c' era un' atmosfera di calma, almeno in' apparenza. Infatti essa mutò di colpo in assoluto terrore, Al incominciò ad urlare, mio fratello s' inginocchio mettendosi le mani in testa, mentre Frederic pianse come un rubinetto, il sangue fluì velocemente nella mia testa, poi diventò pesantissima ed a quel punto chiusi gli occhi e da quel momento non ricordo più nulla.
Mentre il mare poco lontano, per niente disturbato, intonava un canto iniziato alla creazione del mondo, coincidenze, vero…proprio questo è l'inizio del mio racconto.

Note: Più tardi scoprii che ero solo svenuto e che delle persone del posto che avevano sentito degli schiamazzi, erano venuti a controllare cosa fosse accaduto, col ritrovamento del cadavere, frugando nel forziere che stringeva con la mano trovarono un manoscritto, precisamente un diario presente all' interno del forziere dell' uomo, il diario doveva essere recapitato a mio padre, ma visto che lui era scomparso due anni fa sotto circostanze misteriose, l' avevamo ereditato noi.
   
 
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