Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Leonhard    04/01/2011    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Light avesse vinto la partita con Near? O meglio, se avesse tenuto la bocca chiusa, davvero non avrebbe incontrato altri avversari? Prima fanfic su Deathnote, siate clementi.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
  1. Faccia a faccia
 
Arrivò il giorno dell’incontro finale senza che Light e Jey si contattassero nuovamente. Light era assolutamente certo che il suo piano avrebbe funzionato. Avviò il computer e si raccomandò con Misa.
“Mi raccomando: seguici e tutto andrà per il verso giusto” disse. La ragazza sorrise ed annuì.
“Lascia fare a me, Light: non mi farò sfuggire neanche un fotogramma” disse. Lui le sorrise di rimando ed uscì. Le telecamere funzionavano alla perfezione ed erano messe in modo che non ci fosse nessun angolo cieco nel magazzino. Si avviò verso il luogo dell’incontro, con il quaderno infilato nella cintura. Ryuk, dietro di lui, non stava nella pelle.
“Ehi, Light” chiamò. “Mi spieghi qual è il tuo piano? Se ti porti dietro il quaderno, riuscirà a vedermi”.
“Va bene così, Ryuk” rispose lui. “Ti ricordo che è stato Elle a spedirgli questo quaderno: non ci troverà nulla di strano. Al limite, scoprirà che io sono Elle…e scoprirà che Elle è Kira durante i suoi ultimi quaranta secondi di vita”.
“Non vorrai mica scrivere il suo nome davanti ai suoi occhi?” sbottò lui. Il passaggio di una scolaresca non permise a Light di rispondere.
“Stai tranquillo” sussurrò, una volta soli. “Ho tutto sotto controllo: non ho piazzato le telecamere nel magazzino solo per far vedere a Misa la mia vittoria. Anche lei ha un preciso compito.
 
Jey si affacciò dalla finestra: chi avrebbe mai detto che Kira sarebbe stato sconfitto in una giornata così bella? Il sole splendeva alto e perfino Tokyo sembrava più vitale del solito; e dire che, dalla finestra di quell’hotel, ne aveva vista passare di gente. Guardò l’orologio al muro e si avviò verso la porta: era ora di andare.
Il ragazzo era perfettamente tranquillo: il suo piano sarebbe riuscito, non aveva alcun dubbio. Non poteva fallire, non davanti alla pressione a cui avrebbe sottoposto Light Yagami. Camminando per strada, compatì Ryuzaki per l’ennesima volta.
(Il piccolo Elle ha sempre avuto questa fissa della giustizia e del rispetto della legge) pensò. (Non ha mai capito che certe volte, per farla trionfare, la legge va infranta).
 
Lo Yellow box non era cambiato di una virgola in quell’ultimo periodo; era esattamente come se lo ricordava. Se si concentrava poteva quasi vedere Near, con gli occhi spenti e persi nel vuoto, che posava il quaderno dietro una trave di ferro. Sorrise e, visto che era in anticipo, si mise a fantasticare su quale fosse il piano di Jey per incastrarlo.
Dopo qualche minuto, quando l’orologio al polso di Light segnava le diciassette precise. Fece la sua comparsa un ragazzo. Light notò, con disappunto, che era lo stesso ragazzo comparso in tv quel giorno. Senza degnarlo di uno sguardo, entrò e si avviò verso il centro del magazzino, estraendo con fare pigro un pacchetto di sigarette. Si volse verso di lui solo quando la sigaretta fu accesa.
“Immagino che se non fumassi il tuo quoziente intellettivo si ridurrebbe, vero?” chiese Light, con un sorriso accomodante. “Io sono Elle”.
“So chi sei” replicò il ragazzo, sbuffando una boccata di fumo. “E per quanto riguarda questa…beh, no: non influenza il mio cervello in alcun modo, è solo il mio vizio”. Di nuovo quella sensazione di pericolo. Sia Ryuzaki che Near avevano bisogno di fare qualcosa per poter ragionare al meglio: il fatto che lui non ne avesse bisogno dava a Light la sensazione che i suoi timori fossero fondati.
“Hai detto di sapere l’identità di Kira” disse. “Ebbene?”.
“No, ho mentito” replicò lui. Tra i due calò il silenzio. Tuttavia Light non sarebbe riuscito ancora per molto a trattenere le risate. “Almeno, ho mentito fino a ieri: adesso che sono qui, davanti a te, sono sicuro dei miei sospetti al novantotto per cento”.
(Light Yagami ha il quaderno: non avrebbe potuto averlo senza i suoi compagni. I miei sospetti continuano a salire…ma ancora nessuno di questi può costituire una prova. Beh, tanto non ho fretta: con la calma si ottiene tutto) pensò.
Dal canto suo, Ryuk stava letteralmente impazzendo dalla curiosità; come sempre, non aveva indagato troppo sul piano di Light e così aveva fatto all’incontro con Jey. Assistere a quella situazione sapendo che si trattava della resa dei conti definitiva era troppo spassoso; l’unica cosa che rimpianse fu di non essersi portato delle mele per godersi la scena appieno.
(Ha detto di aver mentito) pensò Light, facendo marciare il cervello. (Quindi sospetta di me; con quelle parole ha voluto dirmi sicuramente che i suoi sospetti sono ulteriormente aumentati. Direi che è a dir poco perfetto…).
“Mi rendo conto…” cominciò. “Di non essere mai stato all’altezza di Ryuzaki. Del resto, io non sono lui: anche se è stato lui stesso a propormi di farlo quando era in vita, sono il primo a pensare di essere un Elle inferiore a lui”.
“Su questo non ho alcun dubbio” replicò Jey, continuando a fumare tranquillamente. “All’identità di Kira ed al modo per incastrarlo ci si poteva arrivare anche solo con gli appunti del piccolo Elle: per questo ti ho chiesto solo quelli suoi. Invece tu hai dovuto sacrificare non solo il piccolo Elle, ma anche i piccoli Near e Mello: almeno te ne sei reso conto di essere un Elle alquanto mediocre”. Light raccoglieva le provocazioni senza battere ciglio.
(Tanto sta per morire) pensò, sentendosi dentro una voglia matta di ridere. (Lasciamo che si sfoghi per bene).
“Sì, lo so” rispose lui.
“Ed è per questo…” continuò l’altro, continuando a fumare. “Che una volta che questo caso sarà chiuso, prenderò io il posto del piccolo Elle…ovviamente se a te va bene”.
“Sì” rispose Light. “Voglio che sia qualcuno migliore di me…a ereditare il nome di Elle. Preferisco lasciare questo nome impegnativo a qualcuno che sa come gestirlo e come usarlo meglio di me”.
“Ti ringrazio” rispose Jey, chinando leggermente la testa in avanti.
“Come sei arrivato all’identità di Kira in così poco tempo usando solo gli appunti di Elle?” chiese Light, onestamente curioso. Il detective guardò la sigaretta prima di rispondere.
“Se ci fai attenzione, già il caso della morte di Penber e Misora dà una vaga idea di chi può essere” rispose. “Ma ciò che da la certezza è il casino accaduto con la Yotsuba Production. Insomma, è stata un’escalation di sospetti senza senso. L’unica cosa era l’assoluta mancanza di prove: per quello, il piccolo Elle non ha potuto catturarlo…”. Prove? Non esistevano prove: Light era sempre stato molto attento a non lasciarne.
(Sta bluffando)  pensò. (Non ha uno straccio di prova; invitandomi qui, ha firmato la sua condanna a morte. Direi che è il momento di ammazzarlo; stai vedendo, vero Misa?).
“Come sei arrivato a me?” chiese. “Ci sono ancora sospetti sul mio conto, vero?”.
“Te l’ho detto” replicò lui. “Mancano solo le prove. Ma arriveranno a breve…”.
(Eccome se arriveranno) pensò lui. (Peccato che tu sarai già morto). “Come fai ad essere così sicuro? Se veramente credi che io sia Kira mi devi dare una spiegazione e delle prove!”.
“Tutto a suo tempo, Light Yagami” replicò. Guardò l’orologio “Io sono convinto che tu sia Kira e questo per me basta. Ma se vuoi le prove…beh in questo momento non sono in grado di procurartele. Ma stai pur tranquillo: sia che tu sia Kira sia che tu non lo sia, allo scadere dei prossimi trenta secondi, ci sarà un vincitore”.
“Che stai dicendo?” chiese lui. Jey fece una spalluccia, continuando a fumare tranquillamente.
“All’interno di questo magazzino ho piazzato cimici e telecamere” disse. “Collegate con i maxischermi delle più grandi piazze del Giappone. Ed ho appena fatto il tuo nome: sta a significare che se Kira sta guardando, avrà già scritto i nostri nomi sul suo quaderno. In tal caso, moriremo entrambi e sarà la prova che tu non sei Kira”.
Light non ce la fece più.
Un ghigno folle gli invase il volto e fece risuonare nell’aria una risata crudele.
“E se Kira fosse davanti a te?” chiese. “Avevo capito tutto, Jey: sapevo che tu avresti piazzato delle telecamere qui dentro. Adesso ti ucciderò davanti a tutto il Giappone! Io sono Kira! Io sono il Dio di questo nuovo mondo!”. Ma quando fece per prendere il quaderno, si paralizzò. Mancava una pagina. Si volse verso Jey.
Il detective lo stava scrutando, trionfante, mentre gli mostrava una pagina a righe strappata.
Sopra quella pagina, c’era scritto che Light Yagami sarebbe morto di lì a pochi secondi di arresto cardiaco.
 
 
 
RAGAZZI, CONTAVO DI FINIRE STO CAPITOLO ANCHE PER AUGURARVI BUON ANNO, MA A QUANTO PARE SONO ARRIVATO IN RITARDO. BEH, VE LO AUGURO LO STESSO, ANCHE SE E’ GIA’ COMINCIATO DA QUATTRO GIORNI.
SE PROPRIO DEVO ESSERE ONESTO, NON SO SE HO FATTO UN BUON LAVORO O COSA. AD OGNI MODO, IL PROSSIMO SARA’ L’ULTIMO CAPITOLO. RECENSITE IN TANTI.
CIAO.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Leonhard