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Autore: EvaEvangeline    04/01/2011    3 recensioni
La stella scintillava nel nero della notte.
Una delle sue tante orecchie udì un sussurro disperato giungere fino a lei.
"Ti prego, ti prego, ti prego..."
Nessuno aveva desiderato così intensamente da molti anni.
La stella inviò allora il suo messaggero alla fonte di quel debole grido disperato. Egli si risvegliò da un lungo torpore, scosse le ali impolverate e partì per la nuova missione che gli era stata assegnata. Destinazione: Terra.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inverno
La stella scintillava nel nero della notte.
Una delle sue tante orecchie udì un sussurro disperato giungere fino a lei.
"Ti prego, ti prego, ti prego..."
Nessuno aveva desiderato così intensamente da molti anni.
La stella inviò allora il suo messaggero alla fonte di quel debole grido disperato. Egli si risvegliò da un lungo torpore, scosse le ali impolverate e partì per la nuova missione che gli era stata assegnata. Destinazione: Terra.

Estate, Inizio Giugno
I suoi lunghi capelli dorati splendevano nel sole, i suoi occhi verde smeraldo riflettevano gioia. Annabel passeggiava leggiadra per le strade del quartiere, con un sorriso che illuminava ogni passante che incrociava.
Camminava ad occhi chiusi, godendosi il tepore del primo sole d'estate.
Molti si giravano a guardarla. Chi era? Nessuno l'aveva mai vista prima d'allora. Una ragazza così stramba, poi! Indossava un vestito verde mela, con le maniche a sbuffo, la gonna rigonfia che sobbalzava ad ogni passo. Ai piedi portava delle scarpette lucide verde bottiglia abbinate all'enorme fiocco che legava i suoi lunghi capelli biondo grano.
Era talmente assorta nei suoi pensieri che si scontrò con un ragazzetto che correva all'indietro nella sua direzione...
"Ehi!"
"Oh, scusa, non ti avevo visto"
Disse lei portandosi una mano alla bocca.
"Non preoccuparti..."
Il ragazzo si guardava preoccupato intorno con i suoi occhi nocciola
"Scusa ma devo scappare!"
Così dicendo corse via mischiandosi fra la gente.
Annabel rimase per un attimo a fissare il punto in cui era scomparso, affascinata. Tutto di questo posto la affascinava! Le case, la gente, i negozi, le vie, i fiori...era tutto così tremendamente bello! Non vedeva l'ora di scoprire ogni più piccolo angolo della piccolissima città.

Estate, Metà Giugno
Annabel si dondolava sull'altalena del minuscolo parco, i lunghi capelli mossi dalla brezza che proveniva dalla spiaggia.
Le piaceva quel posto. Soprattutto a quell'ora. Era gremito di bambini, e ragazzi, e mamme e adolescenti che si scambiavano i primi sguardi d'amore...
Sospirò. Non aveva ancora trovato quello che cercava, purtroppo. Aveva esplorato ogni via, ogni negozio, ogni parco. Ormai conosceva a memoria quel quartiere e gli abitanti l'avevano presa in simpatia. Le era piaciuto scoprire ogni minima piccolezza nascosta dietro un gesto, un profumo, un colore. Per lei era tutto così nuovo, così bello.
Annabel si guardava intorno. Aveva fatto conoscenza con molte persone del quartiere e aveva smesso di dimenticare i loro nomi. In lontananza vide Alice, una giovane mamma sdraiata sull'erba mentre il suo piccolo Manuel si divertiva a strapparne i sottili fili d'erba. Più in là notò Chirstal con la sua nipotina Sandra. Vide avvicinarsi un gruppetto di ragazze: Eva, Luise, Nadia e Rachele. Ridevano allegramente nel sole del primo pomeriggio.
Eva, capelli castani e fluenti, la salutò da lontano con la mano e corse verso di lei.
"Ciao Ann! Che bello trovarti qui! Sono passata in negozio ma non c'eri! Che fortuna avere un padre giocattolaio...da piccola avrai avuto tutti i giocattoli che desideravi!"
Sorrisi tristemente. Da piccola...

Lavorava. Lavorava e basta, per tutto il giorno. Io lo osservavo con insistenza, come se lui potesse percepire il mio sguardo. Che cosa sciocca!
La sua schiena era curva sul bancone di legno, carico di attrezzi del metiere. Mi dava le spalle. Speravo stesse costruendo qualcosa per me, per me soltanto. Qualcuno che potesse farmi compagnia...
Rimasi delusa come al solito. Un trenino di legno. Questa la sua ultima creazione o opera d'arte. Come gli piaceva chiamare ogni suo giocattolo nuovo...


Estate, Fine Giugno "Gelato? Vi va?"
Dal gruppo di ragazze si sentì un mormorio di assenso.
Era una fresca sera d'estate e Annabel chiaccherava allegra con Rachele e altre. Non aveva mai assaggiato il gelato ma sapeva che c'era una gelateria con le sedie di ferro intrecciato e gli ombrelloni ricamati sopra i tavolini all'inglese. Non ci era mai entrata, aveva solo osservato da fuori il via vai delle persone. Si vergognava ad entrare da sola, non avrebbe nemmeno saputo che gusti prendere. Aveva sentito dire che d'estate era il ritrovo di tutti i ragazzi del quartiere, per questo se ne stava spesso ad osservare chi entrava, chi usciva e chi si sedeva. Se era il ritrovo di tutti i ragazzi, sarebbe arrivato anche lui prima o poi, no? Lui. L'unico motivo per qui aveva deciso tutto...
DlinDlon
Il campanello sopra la porta tintinno dolcemente quanto il gruppo di amiche entrò nel piccolo negozio.
"Ciao Dean! Ti ho portato un pò di clientela oggi! Non potresti offrirmi il gelato per una volta?"
Nadia scosse i suoi capelli color rubino e sbatte le ciglia più volte all'indirizzo del gelataio che si trovava dietro il bancone. Costui, d'altro canto, rispose con leggerezza alle sue provocazioni.
"No mia cara, purtroppo no. Dovrai rassegnarti a pagare, come sempre" La ragazza, delusa, uscì del negozio quasi sbattendo la porta. Non era abituata ai no come risposta.
Anche Annabel entrò nel negozio e fu come folgorata.
Lui. Eccolo. Se ne stava nel posto dove aveva sempre guardato, senza mai entrare. Quanto tempo sprecato a cercare qualcosa che aveva sotto il naso!
"Hei, tu devi essere Annabel!"
Lei rimase pietrificata. Non riusciva a muovere un muscolo. Continuava a fissare il gelataio con un'intensità fuori dal comune.
"Terra chiama Annabel?!"
"S-si, sono io."
Non riuscì a dire altro. Ma come? Tutto quel tempo ad aspettare ed ora non spiccicava parola? Dannazione!
"Bè, direi che per rompere il ghiaccio potresti essere tu la prima a scegliere! E' la prima volta che vieni qui, vero? Non ti ho mai vista entrare."
Quindi l'aveva vista. Fuori. A spiare.
"Luise mi ha parlato molte bene di questo posto! Quindi direi che prendo un maxi cono con 4 gusti più la panna montata!"
"WOW! Che appetito! Che gusti scegli?"
Annabel scorse con gli occhi le creme colorate nelle loro vaschette osservandone i nomi ora fantasiosi, ora antichi, ora assurdi.
"Prendo...cioccoshow..."
Ma in realtà vorrei i tuoi capelli castani...
"...brezza di mare..."
Invece desidero i tuoi occhi azzurri...
"...velluto di pesca..."
Come vorrei accarezzare il tuo dolce viso...
"E per finire rosso passione!"
Come quella che ho io per te...

Estate, Luglio
I giorni passavano. Annabel ormai aveva imparato ogni piccolo particolare della gelateria. Se Dean o suo padre spostavano una sedia, cambiavano posto alle coppette, cambiavano il nome a un gusto...lei se ne accorgeva. Passava più tempo lì dentro con Lui che fuori con le sue amiche. Conosceva a memoria tutti i nomi dei gelati e sapeva che posto gli spettava al di là della vetrina. Una volta Dean le aveva fatto mettere i gusti su un cono. Un disastro! Impugnava male la paletta e Lui le prese la mano per mostrarle la corretta posizione. Poi, con delicatezza, seguì ogni suo movimento, aiutandola a mettere i gusti sul cono. Lei si girò e vide il suo viso così vicino...sarebbe bastato così poco...ma in quel preciso istante i gusti messi così in bilico crollarono macchiando tutto il pavimento e procurando grasse risate ad Annabel e Dean. Ridevano sempre. E lui la guardava con con quello sguardo che la mandava fra le nuvole. A volte passavano momenti che sembravano non finire mai solo a guardarsi negli occhi. Lei nuotava in quelli di lui, perdendosi ogni volta sempre di più, nuotava, nuotava...ma non riusciva mai a toccare il fondo. Eppure sentiva si esserci così vicina.
Quando era ora di chiusura Lui la accompagnava fino a casa, sopra il negozio di giocattoli.
"Ma tuo padre non esce mai di qui?"
Chiese Dean una sera
"No." Sospirò lei "Rimane sempre nel suo laboratorio a fabbricare giocattoli che ormai nessuno compra più, oggi i bambini preferiscono giochi elettronici"
"E' un vero peccato, sono molto belli. Sono rari i giocattolai che sanno produrre opere d'arte del genere...secondo me valgono molto più del loro prezzo"
Sapessi quanto è vero...

Quando vidi per la prima volta mio padre sorrideva. MI sorrideva. Felice come non lo avevo mai più visto in vita mia. Mi prese con cura tra le braccia e mi osservò per un istante che mi parve un'eternità, poi mi posò dove tutti potessero osservarmi. Da quel giorno lo vidi sempre meno...

Estate, Inizio Agosto
"Perchè domani non vieni a trovarmi con Eva e le altre domani?"
Dean pronunciò quelle parole con cautela, come fossero bombe. Quando le disse qualcosa si infranse nel petto di Annabel, era come se Lui avesse rovinato un equilibrio che si era formato: Lei, Lui, i gelati. "Se non hanno niente da fare..."
Rispose con una punta di amarezza per poi uscire dal locale.
La sua gonna a ruota svolazzava nel vento mentre camminava sulla riva del mare. I capelli dorati volavano dispettosi sulle ali del vento ma lei non faceva niente per rimetterli in ordine.
"ANNABEL! Ehi! Fermati! Ma dove scappi?! Allora?! Come procede con mister gelato?! Ormai non ti fai più vedere in giro, sei sempre da lui!"
"Mister chi?!"
Chiese Annabel ad Eva.
"Dai non fare la finta tonta, si vede lontano dei kilometri che tra voi due c'è del feeling!"
"Ma figurati! Per lui sono...solo un'amica..."
Mentre lo diceva Annabel sentì una fitta al cuore
"SEEE! Non ci credo!"
"Allora domani vieni tu stessa! Così lo vedrai!"
Le parole le erano uscite dalla bocca prima che riuscisse a fermarle.
Ma era troppo tardi.

"Hei! Finalmente una faccia nuova!"
Finalmente?! Quindi non ne poteva più di me...
"Nuova?! Ma se mi conosci da una vita!"
Scoppiarono a ridere. Gli occhi smeraldini di Annabel guizzavano da Eva a Dean, da Dean ad Eva. Qualcosa non andava. Il suo equilibrio era stato incrinato.

Estate, Metà Agosto Annabel conservava la speranza. Ogni giorno continuava ad andare in gelateria e sperava che Eva non venisse. Ma ogni giorno, puntuale, lei arrivava. E rovinava tutto. Rideva con lui, e lui scherzava con Eva come con lei non aveva mai fatto. Ogni giorno Annabel assisteva a questo teatrino di sguardi, battute complici, risate sotto i baffi, mani che si sfiorano. Il suo cuore era sul punto di andare in pezzi ma non poteva arrendersi proprio ora che il tempo stava per scadere... Ogni giorno interrompeva le loro ristate, si intrometteva nelle loro discussioni e faceva in modo di essere presa in considerazione. Ma lo sguardo di lui non era più come prima. O forse lo era ancora ma adesso lei notava la differenza con cui guardava Eva.
Aveva imparato a rispondere a tono, a mettere in imbarazzo Eva, ogni qualvolta se ne presentava l'occasione. Non poteva arrivare e pretendere di portarle via tutto! Dopo anni ti attesa! Dopo mesi di ricerche! No! Non poteva permetterglielo. E non gliel'avrebbe permesso.

Estate, Fine Agosto
Aveva fatto una cosa orribile. Davvero una cosa orribile. Annabel non riusciva a perdonarselo...per evitare che Eva arrivasse in gelateria le aveva forato le gomme della sua bicicletta, quella a cui teneva tanto. Ma non le aveva solo forate, le aveva tagliuzzate! Si sentiva così in colpa...
Ma ormai il danno era fatto. Non sapeva se lei sarebbe venuta lo stesso, in qualche altro modo, ma almeno aveva guadagnato un pò di tempo da passare con Dean, a cercare di recuperare tutto.
"Eva non c'è?"
Furono le sue prime parole, la prima lama conficcata nel cuore.
"No, non l'ho vista stamattina..."
Annabel ci provò. Tentò di riportare il suo equilibrio Lui, Lei e gelati ma Dean continuava a guardare la porta con impazienza. Altra lama nel cuore.
Dopo ore passate ad osservarlo, a tentare di attirare la sua attenzione Annabel non ce l fece più ed iniziò a piangere, silenziosa. Lui non si accorse di niente, così lei uscì ed iniziò a correre, correre verso il mare mentre le lacrime scendevano senza che lei riuscisse a fermarle.
Voleva morire. Voleva buttarsi nell'acqua profonda e lasciarsi andare, non opporre nessuna resistenza alla morte. Che stupida, non poteva morire.
Un sorriso amaro si fece largo sul suo sorriso.
Annabel fissava l'acqua burrascosa da sopra gli scogli, pensierosa. Pensò a lungo. E decise di tornare sui suoi passi. Non poteva arrendersi! Non ora che mancava così poco...non aveva più tempo. E quel poco che aveva doveva sfruttarlo al meglio. Non voleva tornare alla vita di prima...

DlinDlon
Aprì la porta della gelateria con cautela e quello che vide le spezzò definitivamente il cuore. Eva era dall'altra parte del bancone con un cono in mano, Dean le stava insegnando come posizionare i gusti. Ma non era quello a cui i due prestavano attenzione in quel momento, non sembrava nemmeno avessero sentito qualcuno entrare. Le loro labbra erano ad una distanza insignificante e, nel tempo di un battito di ciglia, si toccarono.
Il cuore di Annabel si infranse in mille pezzi e le sembrò che cadessero sul pavimento, come mille schegge rosso sangue producendo un rumore metallico. Non sapeva cosa fare, cosa dire, cosa provare. In quell'istante non provava niente...non riusciva nemmeno a piangere. Il dolore la trafiggeva in ogni parte del corpo eppure lei rimaneva immobile a fissare la scena che le aveva rovinato la vita. Era la fine.

Estate, FINE
Era tornata alla sua vita. Come le aveva preannunciato lo strano spirito che le aveva fatto visita quella sera, mesi fa, la sera in cui aveva espresso IL desiderio a Evangeline, la stella della speranza.
"Se questo è ciò che desideri sopra ogni altra cosa, allora dovrai baciarlo prima dell'ultimo giorno d'estate. Se così non sarà tornerai qui, ad essere quello che sei sempre stata"
Le parole di quello strano essere le erano parse lontane e piene di speranza. Ma ora era tornata ad osservare il mondo attraverso un vetro. I passanti la guardavano con meraviglia e si stupivano della sua bellezza. Ma nessuno la comprava.
D'altronde, era solo una stupida bambola.






Forse è una delle storie che ho scritto che mi piace di più. Si accettano consigli ^^
  
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