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Autore: Jordan    04/01/2011    0 recensioni
“Scendi stupida, sono giù da venti minuti!”
Erin era così stramaledettamente puntuale! Infilai le scarpe e volai per le scale del condominio infilandomi malamente il cappotto e tentando di non cadere giù dalle scarpe coi tacchi che per quella sera avevo sfortunatamente deciso di indossare. Ma a Capodanno si deve essere un tantino più eleganti, no?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Scendi stupida, sono giù da venti minuti!”
Erin era così stramaledettamente puntuale! Infilai le scarpe e volai per le scale del condominio infilandomi malamente il cappotto e tentando di non cadere giù dalle scarpe coi tacchi che per quella sera avevo sfortunatamente deciso di indossare. Ma a Capodanno si deve essere un tantino più eleganti, no?
Mi chiamo Gabi, che all’anagrafe in realtà è Gabrielle, ma nessuno mi chiama così tranne il parentame ovviamente.

<< Scusa scusa scusa scusa >> tentai di giustificarmi, infilandomi gli orecchini << giuro che la prossima volta sarò pronta in tempo! >> ripetevo sempre la stessa cosa ogni volta che facevo tardi, cioè sempre. Ormai non ci credeva più, ma io ci provavo, davvero. Solo che c’era sempre qualcosa che andava storto.
<< Sì, certo, al solito. Sbrigati! >> disse esasperata. Sera di Capodanno alternativa tra vecchi compagni di scuola. Devo dire che mi avevano sorpresa. Non eravamo mai state in ottimi rapporti con tutta la classe, eppure noi eravamo state invitate ed altre no. Però l’idea era molto divertente. Natalie, che ci aveva invitato, la vedevamo spesso, così come anche Rob, dato che frequentavamo lo stesso college, ad indirizzi diversi. Gli altri li sentivamo spesso; chi di più, chi di meno. Erin sentiva spesso Matt, che ormai studiava lontano e tornava a casa solo ogni tanto in periodo di festa, io sentivo soprattutto Dominic. Erano secoli che non ci vedevamo più tutti insieme. Ero parecchio entusiasmata all’idea.
Salimmo in macchina coi genitori di Erin, che ci avrebbero accompagnato. Il tragitto era piuttosto breve.
Appena arrivate, suonammo al cancello e una voce allegra ci rispose dicendoci dove andare. Inutile aggiungere che arrivammo sane e salve a destinazione.
Appena arrivate, la situazione sembrò quasi paradossale per un Capodanno. Nel tavolo in mezzo alla stanza Matt, Chris e Mike giocavano a carte, in maniera molto presa. Alzarono la mano con un sorriso, come per salutare senza perdere la concentrazione. Sul divano alla mia sinistra Rob e Gary, il ragazzo di Natalie già dal liceo, parlavano scherzando.
Diedi il cappotto alla sorella minore, e mi avvicinai a loro due per salutarli.
<< Gabi, ma come sei vestita? Sembri un’hostess! >> disse Rob, scoppiando in una fragorosa risata. Mi imbronciai di colpo, incrociai le braccia e mi girai dall’altro lato con fare offeso, salutando gli altri.
<< Che fai? Neanche saluti adesso? >> continuò, alzandosi dal divano.
<< Non te lo meriti. Non hai detto neanche ciao, hai aperto bocca solo per dare fastidio. >> dissi, ridendo sotto i baffi. Ma poi mi avvicinai a salutarlo. Era inutile, io e lui avremmo continuato a fare così in eterno. Era già dal liceo che non faceva altro che trovare un modo per infastidirmi in maniera particolare. E ci riusciva sempre.
Ma era un gioco infinito in cui ovviamente ci divertivamo entrambi, e lo sapevamo benissimo.
Non eravamo ancora tutti. Mancavano Daniel, il mio quasi vicino di casa che avevo maledetto infinitamente perché non mi aveva accompagnato, Chase e ovviamente Dominic. Di loro non mi preoccupavo granché per l’impatto dopo tanto tempo, ci parlavo spesso.
Mi sedetti sul divano accanto ad Erin che intanto chiacchierava animatamente con gli altri come al solito. Parlava in continuazione, era più forte di lei, non riusciva a star zitta, e forse era un bene visto che io parlavo decisamente poco.
Suonarono al campanello.
<< Sono tutti, come fanno ad essere tutti insieme? >> affermò scherzosa Natalie aprendo il cancelletto esterno.
Pochi minuti e tutti e tre fecero il loro ingresso nella stanza già un po’ affollata. Daniel, con la sua solita sigaretta nella bocca, che fu subito ripreso da Natalie e incoraggiato a fumare in cucina alla finestra; Chase che non era cambiato di una virgola, era sempre identico, con un gran sorrisone in viso che salutò calorosamente tutti; e Dominic che entrò con un buffo cappello natalizio e teneva in mano un cd e una bottiglia di spumante.
Adesso sì che eravamo al completo. La serata poteva cominciare.

La prima cosa che facemmo, ovviamente, fu un brindisi al nuovo anno appena cominciato. E si capì subito che qualcuno di noi avrebbe di certo esagerato con gli alcolici durante la nottata. Al quarto bicchiere consecutivo di spumante di Matt, eravamo anche certi del chi l’avrebbe fatto. E non ci sbagliammo di una virgola.
Intorno alle tre, Matt era completamente andato. Rideva da solo e abbracciava Erin che aveva una faccia a dir poco sconvolta e tentava in principio di liberarsi dalla presa, ma alla fine non poté far altro che arrendersi, fino a quando un’ora dopo non tornò a casa, accompagnata da Mike.
La nottata trascorse tra risate e giochi vari, divisi a gruppi o insieme, seduti intorno al grande tavolo con la solita tovaglia verde da gioco. L’unica cosa che interruppe la quiete fu una lite tra Rob, Dominic e Chris, su questioni irrisolte che comunque si esaurì dopo neanche mezz’ora. Ma questo cambiò tutto. L’atmosfera era tesa, e si avvertiva.
Ma comunque nel complesso la serata riuscì bene.
Quello che mi sorprese di più della serata non fu altro che il comportamento di Dominic.
Con gli altri avevo riso e scherzato per tutta la sera, anche con Dan che non lo vedevo da millenni, nonostante ci sentissimo ogni tanto. Dominic lo sentivo sempre, e non mi aveva praticamente rivolto la parola.
Dopo il litigio si era messo in disparte da un lato del tavolo e aveva cominciato a giocare al cellulare ignorando quasi tutti, me compresa.
Inutile dire che ci rimasi parecchio male. Mi aspettavo quanto meno un discorso dei nostri, con un condimento di risate da rimpatriata, e invece proprio con lui, non c’erano stati altro che musi lunghi.
Decisi di lasciar perdere. Mi misi a seguire la mano di poker che era cominciata da un po’ vicino a me. I ragazzi erano ovviamente molto presi, mentre Natalie, sua sorella e io guardavamo attentamente.
<< Ragazze, se volete unirvi alla partita non fate complimenti. Lasciamo questa mano e vi inseriamo, ma lo trasformiamo in strip poker, vi va? >> fece Matt, con una faccia sorniona ridendo.
<< Idiota, gioca! Lo sappiamo che vuoi mollare perché non hai nulla in mano! >> affermò ridendo Rob di fronte a lui << Comunque seriamente, se volete, appena finiamo l’offerta la farei anche io! >>
<< Siete tutti cretini! Io non gioco! >> dissi ridendo. Non avevo proprio voglia di rimanere in mutande, dato che non sapevo neanche giocare.
<< Ah già, dimenticavo che tu ti spogli solo di fronte a Dominic >> disse ancora Matt, con la faccia di chi la sapeva lunga. Sbarrai gli occhi e diventai sicuramente rossa come un pomodoro, ed evitai di guardare l’interessato.
<< Matt smettila di dire idiozie! >> dissi, dandogli una manata sulla testa << Quante volte devo ripeterti che non c’è niente? >>
Sì, c’era una leggenda che si era diffusa tra i miei ex compagni di scuola. Io e Dominic parlavamo troppo spesso per non essere equivoci secondo Erin, che ovviamente aveva frainteso, ed era andata a parlarne con Matt.
Tempo dopo avevo scoperto che anche Rob era andato a dire cose del genere a Dominic.
In poche parole il mondo pensava che io e Dominic fossimo in una tresca segreta. Chissà perché dovevamo tenerlo segreto secondo loro. Mah!
Fortunatamente per me, la conversazione glissò su argomenti più leggeri, per cui ebbi il tempo di rinfrescarmi la faccia in bagno e prendere un po’ d’aria.
<< Gabi >> mi disse Rob appena mi risedetti al tavolo << Tu che fai? Torni con noi? >>
<< Boh, torno con chi accompagna Dan.. è inutile che due macchine fanno lo stesso percorso. >>
<< Ah beh, io ho solo un posto. In caso ti accompagno comunque, non farti problemi. >> disse, sorridendo << A limite Dan, torna a piedi >> aggiunse ridendo.
Sorrisi e andai in cucina, dove Dan e Chase stavano bevendo un bicchiere di birra sul divanetto.
<< Senti un po’, come hai intenzione di tornare tu? >> dissi ridendo.
<< Boh! >> disse smettendo di bere per un istante e fece un tiro dalla sigaretta ormai a metà << Con chi ha un posto in macchina! Tu con chi torni? >>
<< Rob mi ha detto che può accompagnarmi, ma ha solo un posto. Per cui… >> dissi, un tantino in difficoltà.
<< Aspetta un attimo >> disse. Si alzò, spense la sigaretta e andò in salotto. Torno dieci minuti dopo con un sorriso di chi aveva risolto tutto << Tutto a posto. Torniamo con Dominic >>
TORNIAMO? Evidentemente, Dan intravide il mio sguardo perplesso e aggiunse. << Gli ho detto che ero a piedi, quindi ha detto che visto che la strada è unica accompagna anche te. >>
Non dissi una parola, ma annuii. Andai in salotto e riferii a Rob che avevo trovato un passaggio, così lui poteva accompagnare gli altri tranquillamente.
<< Non mi fido, ma ok >> disse, dubbioso. Chissà perché poi. Dominic non aveva neanche bevuto molto. E soprattutto aveva bevuto solo qualche ora prima, per cui non vedevo il problema.
Dopo aver preso cappotti, sciarpe e tutto il resto ci salutammo tutti. Certi che non ci saremmo visti molto presto.
Io e i due baldi giovani ci avviammo verso la macchina, parcheggiata un po’ più avanti del cancello.
<< Le donzelle avanti >> disse Dan, ridendo. Io risi di rimando e salii in macchina. Di certo una temperatura migliore dell’esterno. Allacciai la cintura e mi voltai verso Dominic sorridendo.
<< Mi raccomando, vorrei arrivare viva a casa, se è possibile! >> dissi, facendogli la linguaccia.
Lui rise e fece marcia indietro per uscire dal parcheggio.
Il viaggio fu piuttosto silenzioso, come mi aspettavo. Poche chiacchiere, qualche risata. Forse la litigata aveva inciso più di quanto pensassi sull’umore della serata. Di sicuro non era il Dominic con cui ero abituata a parlare.
Circa un quarto d’ora dopo eravamo sotto casa mia. Dan scese per salire avanti al posto mio, io salutai Dominic e un po’ delusa dal suo comportamento, mi avviai verso il portone.
Entrai a casa e trovai i miei genitori con il cappotto che uscivano a portare fuori il cane. Aggrottai le sopracciglia, perplessa. Poi guardai il cellulare. Erano già le sette.
Mi infilai sotto le coperte dopo aver messo il pigiama, e vidi i raggi di sole filtrare attraverso le fessure della finestra.
Ma diciamo che quella sera dormii davvero poco. Troppi pensieri per la testa.
  
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