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Autore: _Lollipop_    04/01/2011    3 recensioni
-Resta con me, Ros- sussurrò.
-Non posso, Tom...- sospirò.
-Non intendevo solo per 'sta notte. Resta con me, per sempre...- i suoi occhi si inumidirono leggermente e in quel momento ringraziò che Tom le stesse baciando i capelli. Così non poteva vederla piangere.
-Non posso...- 'sta volta fu lui a sospirare.
-Perchè?-
-È meglio di no, Tom- lui scostò il viso dal suo per poterla guardare in faccia.
-Perchè?- ripeté con più enfasi. Poté vedere chiaramente i suoi occhi lucidi attraverso la luce della Luna.
-Sto morendo-
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                           ...Slipped Away...

 

 

Strinse le coperte intorno al suo petto nudo. I lunghi capelli neri le ricadevano disordinatamente sulla schiena. Si mise seduta fissando il ragazzo, girato di spalle, che di fretta si rivestiva.

-Tom?- lo chiamò. Lui si fermò ancor prima di essersi infilato la maglia, immobilizzandosi, ma non si voltò.

-Resti questa notte, perfavore?- gli domandò con voce speranzosa. Lui avvertì una punta di timore nella sua voce. Quella voce che sentiva pochissime volte. Sospirò leggermente, senza voltarsi.

-È meglio di no, Ros- rispose pacato e finì di infilarsi la maglia. Rosalie abbassò lo sguardo sulle coperte color crema del solito albergo. Era la prima volta che azzardava a chiedere una cosa simile. Lei per prima non sapeva perchè gli aveva posto quella domanda dalla risposta già ovvia. Senza nemmeno salutarla, uscì da quella camera. Si sentì così immensamente sola. Sola. Quello era l'aggettivo migliore per descrivere se stessa. Probabilmente lei non ne era a conoscenza, ma era la sua preferita. Sì una groupie, ma pur sempre la sua preferita. Lei era quella che a letto non gli parlava, era sempre disponibile a qualunque ora e quando arrivava non cercava di intraprendere un dialogo. Lei era quella che, mentre lui si divertiva, stava ferma, inerme, immobile, e lo lasciava fare. Lei era quella che, quando lui finiva, si alzava e senza dire niente se ne andava o che, quando se ne andava prima lui, non diceva nulla e lo lasciava fare. Lei era quella che non lo guardava negli occhi, non gli baciava le labbra, non lo toccava nemmeno ma si metteva a sua completa disposizione. Era quella che, diversamente dalle altre, non si metteva a piangere cercando di farlo sentire in colpa quando le chiedeva di andarsene. Anzi, non c'era nemmeno il bisogno di chiederlo, lo faceva già da sola. Come se lui fosse un oggetto di grande valore. E lui adorava questo di lei. Non chiedeva niente in cambio e svolgeva perfettamente la sua mansione. Proprio come una bambola. E, quando Tom ebbe questa consapevolezza, si sentì un verme senza cuore. Quella ragazza pullulava di innocenza, dolcezza e gentilezza. Era così piccola e tenera che Tom non poté fare a meno che affezionarsi a lei con il tempo. E questo era ciò che lo spaventava maggiormente. Per lui era sempre stato sesso. Puro,semplice e salutare sesso. Quando si accorse che le chiamate che le volgeva erano diventate un bisogno interiore e non fisico, si sentì minacciato dalla nuova situazione.

 

Tre giorni dopo il loro ultimo incontro Tom cominciava a sentire la sua mancanza. Si lasciò cadere pesantemente sul divano e portò le mani al viso. Decise di guardare un po' di televisione sperando di distrarsi. Si sistemò meglio tra i cuscini e cominciò a zigzagare tra i vari canali. Una foto posta in alto a destra del monitor, vicino ad un giornalista, attirò la sua attenzione. Un uomo sulla sessantina con i capelli brizzolati e un sorriso fiero in volto. Tom riconobbe l'uomo. Era il manager di un gruppo che aveva incontrato un giorno e di cui nemmeno si ricordava il nome. Da quanto diceva il giornalista, l'uomo era morto d'infarto nella sua camera d'albergo. Tom non ascoltò il resto, ma la sua mente cominciò a vagare tra mille pensieri. Quell'uomo era un bastardo e nessuno lo sopportava. Si comportava come fosse un Dio e si credeva sopra tutti. Non aveva moglie ne figli. Era morto solo. Tom sentì un groppo prendergli la gola. Solo. Quella parola gli faceva paura. Sapeva anche che aveva rinunciato all'amore per la carriera, o forse per orgoglio, chi lo sa. In quel momento Tom si vide come il manager. Un brivido gli percorse la schiena. Sospirò pesantemente ma poi si decise. Mise da parte l'orgoglio e tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans. Guardò per qualche secondo lo schermo, incerto. Ma poi digitò il numero che conosceva ormai a memoria, dopo tre anni che lo teneva in rubrica. La sua voce dall'altro capo del telefono lo fece sobbalzare.

-Sì?- domandò soavemente.

-Al solito albergo tra un'ora- disse semplicemente.

-Sì- rispose Ros. Attaccò e lui guardò lo schermo che gli mostrava la comunicazione interrotta. Sorrise. Prese le chiavi della macchina, dal tavolo in cucina, ed uscì velocemente. Durante il tragitto continuava a tamburellare nervosamente con le dita sul volante. Non sapeva bene cosa fare ma qualcosa gli sarebbe venuta in mente. Doveva venirgli in mente. Si chiedeva continuamente come proprio lui, Tom Kaulitz, il SexGott, potesse essersi innamorato di una ragazza che vedeva da tre anni ma della quale vita non conosceva nulla. Non era nemmeno convinto di essersi innamorato. “Beh, se è così lo capirò”.

 

Rosalie arrivò davanti all'albergo puntuale come un orologio svizzero. Scese dal taxi e pagò il guidatore. Si sistemò la gonna spiegazzata e poi entrò nella hall. A quell'ora di notte era vuota. Il rumore dei suoi tacchi riecheggiava insistentemente nella sua testa, come le lancette dell'orologio. Non vedeva l'ora di rivederlo. Le mancava.

-Buonasera cara Rosalie- la salutò sorridente l'uomo dietro il bancone.

-'Sera Josh- ricambiò lei. Non provò nemmeno a sorridere. Tanto lui sapeva che non le piaceva farlo. La vedeva entrare là dentro da tre anni ormai.

-Ah, il signor Kaulitz mi ha detto di dirle che la aspetta nella camera cinquecentoventisette- Ros aggrottò le sopracciglia ma non obbiettò. Le sembrava strano che avesse cambiato stanza ma non ci pensò su più di tanto.

-Grazie, buon lavoro- l'uomo fece un segno con la testa che indicava un grazie e lei salì le scale per cercare la nuova camera. Era all'ultimo piano. La trovò infondo al corridoio, a destra. Nemmeno bussò. Tanto che bisogno c'era?

Entrò e si chiuse la porta alle spalle. Posò la borsa di fianco all'entrata e si girò. La stanza era buia e cercò di abituare i suoi occhi. Riuscì a distinguere la figura di Tom in piedi vicino alla finestra. Si chiese perchè ancora non gli era saltato addosso. Lui allungò le braccia allargando le tende e lasciando che la grande portafinestra che dava sul terrazzino mostrasse la Luna alta nel cielo. Ros guardò la stanza stupita. Le coperte del letto a baldacchino erano blu notte e un tappeto del medesimo colore gli sostava davanti. Immersa com'era nel guardare la stanza non si accorse del ragazzo che gli si era parato davanti. Quando alzò il volto verso il suo, incontrò i suoi occhi profondi e subito abbassò lo sguardo. Le mani di Tom si appoggiarono sulle sue piccole spalle e la spinsero fino a farla venire contatto con il freddo delle pareti color panna. Lei era sempre più stupita. Le sue labbra scesero accarezzandole dolcemente il collo che venne presto percorso da brividi. Lei rimase immobile come suo solito. Le braccia stese lungo i fianchi. Ma Tom voleva che, questa volta, lei partecipasse. Prese delicatamente le sue braccia e le portò intorno alla sua vita. Ros era confusa, non sapeva come comportarsi. Ma optò per fare come al solito, così lasciò che le sue braccia ricadessero pesantemente tornando al loro posto. Tom sospirò ma non si abbatté. Fece scivolare le mani sulle sue cosce lisce prendendo ad accarezzargliele. Sbottonò i bottoni della minigonna nera che portava e la fece scivolare fino ai suoi piedi. Era impaziente. Voleva risentire il calore del suo corpo. Ma cercò di trattenersi perchè voleva che quella volta fosse speciale per entrambi, non come le altre, ma unica. Continuò ad assaporare il suo collo e poi si fermò in un punto preciso, prendendo a succhiare quel lembo di pelle nel tentativo di lasciarle un marchio. Slacciò lentamente i bottoni della sua camicetta bianca e la gettò sul pavimento. Si staccò per guardarla. Aveva senza dubbio un fisico meraviglioso, ma lei era stupenda nel complesso. Quella sera portava i capelli lisci legati in una coda alta. Era bellissima, ma lui adorava quando i suoi lunghi capelli ricadevano sciolti e selvaggi sulla schiena nuda. Allungò la mano al fermaglio che aveva in testa e lo sfilò. Passò una mano tra le sue morbide ciocche sotto lo sguardo sempre più stupito della ragazza.

La afferrò per le natiche e la prese in braccio accompagnandola al letto. Aveva una gran voglia di baciare le sue labbra carnose. Le slacciò il reggiseno e poi la privò anche dello slip. Si spogliò con una velocità che non aveva mai adottato. Prese ad accarezzarle tutto il corpo e poi baciò ogni suo lembo di pelle. Per la prima volta, avvertì una reazione nella ragazza. La sentì sospirare. Quel gesto lo fece sorridere. Si infilò la protezione velocemente. La guardò negli occhi e con sua sorpresa, notò che anche lei lo stava guardando. Entrò dentro di lei con cautela, lasciandosi sfuggire un sospiro. Sentire il suo corpo caldo sotto di lui. Sentirsi dentro di lei, di nuovo. La guardò per un secondo. Era ancora immobile. Per la prima volta, trovò la cosa frustrante. Voleva che anche a lei piacesse. Voleva che partecipasse. Vide la sua mano abbandonata al suo fianco. L'afferrò.

Ros spostò il suo sguardo dal bianco soffitto alla sua mano. Inarcò le sopracciglia. Alla sua mano ne era stretta un'altra. Alzò lo sguardo sul viso di Tom. Lui le sorrise. E lei non capiva. Non capiva cosa stesse succedendo. Quella situazione era così anomala, irreale. Ma Tom cercò di farle capire con un gesto eloquente della testa, cosa volesse da lei. Era così confusa. Non era abituata a quel genere di attenzioni. Lui strinse la sua mano più forte. Non sapeva cos'altro fare per farle capire.

Rosalie si rilassò. Provò a concentrarsi. Quando Tom capì lo sforzo che stava facendo, sorrise. Tornò lentamente a spingere. Si allungò verso di lei per baciarle il collo. Rallentò. Capì che con quella velocità sarebbe durato di più e si sentiva dentro la ragazza con più intensità. Gli piaceva. Gli piaceva da morire. Più di tutte le altre volte che avevano avuto. Rosalie gemette. E a Tom sembrò di volare in paradiso. Si alzò lentamente, quanto bastava per guardarla negli occhi. Lei si ostinava a spostare lo sguardo. Allora Tom si decise. Fece una cosa che non aveva mai fatto con nessun'altra groupie. Si stese su di lei e premette le labbra su quelle di Ros. La baciò. E quando lei si accorse del suo gesto, spalancò gli occhi, sbigottita. Lui si staccò e finalmente poté guardare negli occhi la ragazza che continuava a guardarlo stupita. Lui le sorrise e poi tornò a spingere. Adorava il suo corpo. Con le labbra assaporò ogni lembo di pelle verso cui riusciva ad arrivare. E sentiva i sospiri di Ros farsi sempre più frequenti. Aumentò pian piano la velocità finchè non sentì la ragazza sotto di lui fremere e inarcare la schiena, gemendo. Arrivò all'apice e questo bastò per far arrivare anche lui a quel momento paradisiaco. Si lasciò scivolare sul corpo della ragazza lentamente, attento a non pesargli. In quel momento avrebbe tanto voluto che lei lo abbracciasse o lo accarezzasse. Appoggiò la testa sul suo petto che si alzava e abbassava a ritmo con il suo respiro che cercava di riportare alla normalità. Si sfilò lentamente e con cura da dentro il suo corpo e si lasciò cadere di lato, stremato. Osservò di soppiatto la ragazza al suo fianco. Respirava affannosamente guardando il soffitto con aria sconvolta.

Qualche minuto dopo, la vide alzarsi di scatto dal materasso e cominciare ad infilarsi l'intimo. Tom si voltò lentamente a guardarla, pensieroso. Si allungò leggermente, quanto bastava per afferrarle il braccio e trascinarla delicatamente sul materasso, di nuovo.

-Tom, ma che...- provò a ribattere prima di essere stretta tra le sue braccia.

-Sssh- le intimò. Allacciò le braccia intorno al suo esile corpo e appoggiò una guancia sui suoi capelli. Ci stampò un bacio e poi rimase immobile con ancora la ragazza, allibita, stretta tra le braccia. Rosalie si rilassò lentamente, fino a che lui non riuscì a stringerla completamente, facendola aderire al suo corpo.

-Resta con me, Ros- sussurrò.

-Non posso, Tom...- sospirò.

-Non intendevo solo per 'sta notte. Resta con me, per sempre...- i suoi occhi si inumidirono leggermente e in quel momento ringraziò che Tom le stesse baciando i capelli. Così non poteva vederla piangere.

-Non posso...- 'sta volta fu lui a sospirare.

-Perchè?-

-È meglio di no, Tom- lui scostò il viso dal suo per poterla guardare in faccia.

-Perchè?- ripeté con più enfasi. Poté vedere chiaramente i suoi occhi lucidi attraverso la luce della Luna.

-Sto morendo- soffiò trafiggendolo con quegli occhi verdi e profondi. Fu come ricevere un proiettile dritto al cuore. Tom boccheggiò non sapendo cosa dire. Era sconvolto e non capiva se la ragazza scherzasse o dicesse sul serio.

-Ho il cancro- continuò vedendo che il ragazzo era in difficoltà. Distolse lo sguardo dagli occhi di Ros e lo posò fuori dalla finestra a guardare il paesaggio immerso nella notte. Una lacrima stava minacciando di scendere dal suo occhio.

-Da quanto lo sai?- domandò. La sua voce era incerta, tremolante.

-Da sei mesi, più o meno- abbassò lo sguardo per qualche secondo poi tornò a guardare il chitarrista che seduto sul materasso continuava a guardare il cielo.

-Quanto ti resta?-

-Qualche giorno... Una settimana al massimo- soffiò tristemente. Vide chiaramente la figura di Tom voltarsi di scatto verso di lei.

-Tu lo sapevi da sei mesi e non mi hai detto niente?- sbottò, spaventando la ragazza.

-Perchè avrei dovuto? Te ne sarebbe importato qualcosa?- continuò lei con tono calmo. Il chitarrista aprì e richiuse la bocca più volte, calmandosi lentamente, e non sapendo cosa dire.

-Scusa...- mormorò, poi, tornando a stendersi al suo fianco, sotto le calde coperte. La osservò in volto. Con i raggi della Luna che le battevano sul viso era ancora più bella. Era timida. E gli sembrava volesse chiedere qualcosa. Infatti poco dopo alzò il volto verso di lui.

-Posso...- provò a chiedere arrossendo, titubante. Ma Tom la fermò prima che potesse continuare.

-Vieni- disse sorridendole e aprendo un poco le braccia. Lei si trascinò fino ad aderire perfettamente al suo corpo caldo. Appoggiò la testa nell'incavo del suo collo e assaporò il suo dolce profumo.

-Cosa è successo questa sera?- gli domandò poi, ricordando il suo strano comportamento.

-Volevo che anche tu partecipassi- rispose semplicemente.

-Perchè?- insisté.

-Non lo so- mentì. Lei alzò il volto verso il suo e incontrò i suoi occhi. La mano di Tom si allungò ad accarezzarle una guancia.

-Credo di amarti Rosalie- continuò. Gli occhi della mora si spalancarono. Sorrise mentre una lacrima scivolò sul suo viso.

-Credo non sia una cosa buona- replicò lei evitando di guardarlo negli occhi.

-Sì, lo credo anche io- le sorrise. Un sorriso malinconico. Un sorriso triste. Un sorriso doloroso.

-Posso baciarti?- le chiese. Tom Kaulitz che chiedeva a una ragazza se poteva baciarla. Sì, decisamente strano. Lei annuì.

-Sì, ti prego fallo- Tom si abbassò verso il suo viso. Congiunse le labbra con quelle di Ros che si incastrarono alla perfezione. Aveva delle labbra morbide e dolci. E trovò quel bacio il più bello della sua vita.

Quando si staccarono le fece una carezza alla guancia.

-Non abbiamo mai parlato così tanto. Anzi... non abbiamo mai parlato. Mi piacerebbe sapere qualcosa della tua vita...- la ragazza appoggiò la testa alla sua spalla e si voltò verso di lui, incontrando di nuovo i suoi occhi. Non aveva mai parlato tanto della sua vita, non amava particolarmente farlo. Tuttavia, era arrivata alla fine e quel momento le sembrava talmente magico e perfetto che non voleva rischiare di rovinarlo.

-Beh, non c'è molto da dire. Sono nata a Amburgo e ho vissuto là fino ai diciott'anni insieme a mio fratello. Mio padre se ne andò prima che io nascessi, mia madre morì d'overdose quando io avevo dodici anni. Sono cresciuta con mio fratello maggiore, Rik. Ho studiato lingue fino a due anni fa. Mi sarebbe piaciuto viaggiare. Poi... Non c'è molto da dire- finì senza staccare gli occhi dai suoi. Tom annuì pensieroso.

-Adoro il tuo nome...- constatò prendendola alla sprovvista.

-Lo scelse mia madre. Le rose erano i suoi fiori preferiti. Non so nemmeno cosa c'entra la sua passione per le rose con il mio nome- sorrise malinconica. Poi sbadigliò coprendosi la bocca con la mano destra. Tom guardò l'ora. Le quattro passate. Le accarezzò dolcemente i capelli.

-Hai sonno?- le chiese teneramente. Lei annuì un poco con gli occhi ancora lucidi per lo sbadiglio, e non solo.

-Ma non voglio dormire- continuò Ros.

-Perchè?- chiese curioso.

-Perchè è tutto così perfetto. Non voglio perdermi nemmeno un istante- lui sorrise. Le baciò la fronte e la strinse di più, cullandola leggermente.

-Non ti preoccupare. Questa notte la passeremo insieme. Non ti lascerò andare- baciò dolcemente le labbra del ragazzo e chiuse gli occhi. Tom la fece aderire completamente al suo corpo. La cullò dolcemente appoggiando una guancia sulla sua testa. Finalmente Ros si addormentò e Tom poté lasciar scorrere quelle lacrime che stava trattenendo da quando gli aveva dato quella notizia.

 

 

I could stay awake just to hear you breathing

Watch you smile while you are sleeping

While you're far away and dreaming

I could spend my life in this sweet surrender

I could stay lost in this moment forever

Every moment spent with you is a moment I treasure

 

Un singhiozzo uscì dalla sua bocca senza che, quasi, se ne accorgesse.

 

Don't wanna close my eyes

Don't wanna fall asleep

'Coz I'd miss you baby

And I don't wanna miss a thing

'Coz even when I dream of you

The sweetest dream would never do

I'd still miss you baby

And I don't wanna miss a thing

 

Rosalie sorrise nel sonno. Si strinse di più al petto di Tom. Lui avrebbe voluto stringerla ancora ma più di così non poteva. Gli baciò un occhio e un'altra lacrima scese dal suo.

 

Laying close to you

Feeling your heart beating

And I'm wondering what you're dreaming

Wondering if it's me you're seeing

Then I kiss your eyes

And thank God we're together

I just want to stay with you in this moment forever

Forever and ever

 

E Tom non capiva. Non capiva perchè, ora che aveva capito di amare quella ragazza, la vita avesse deciso di portargliela via.

 

Don't wanna close my eyes

Don't wanna fall asleep

'Coz I'd miss you baby

And I don't wanna miss a thing

'Coz even when I dream of you

The sweetest dream would never do

I'd still miss you baby

And I don't wanna miss a thing

 

Sentiva il cuore di Ros battere tranquillamente attaccato al suo petto. Ancora una lacrima sul suo viso. Bruciava. Faceva male. Quel cuore tra pochi giorni non avrebbe più battuto.

 

I don't wanna miss one smile

I don't wanna miss one kiss

I just wanna be with you

Right here with you just like this

I just wanna hold you close

Feel your heart so close to mine

And just stay here in this moment for all the rest of time

Baby, baby

 

Accarezzò il suo viso. Le baciò una guancia. Strofinò le loro guance. Baciò le sue labbra. E una lacrima si infranse dove le loro bocche si univano.

 

Don't wanna close my eyes

Don't wanna fall asleep

'Coz I'd miss you baby

And I don't wanna miss a thing

'Coz even when I dream of you

The sweetest dream would never do

I'd still miss you baby

And I don't wanna miss a thing

 

Alla fine si addormentò con le guance ancora umide. Ros aprì gli occhi. Accarezzò la sua guancia e gli baciò le labbra di nuovo. Chiuse gli occhi e questa volta si addormentò per davvero.

 

 

 

La mattina dopo Tom si svegliò. Aveva ancora la ragazza tra le braccia. Provò a svegliarla ma qualcosa non andava. Il suo petto non si alzava e non si abbassava. Le sue labbra non facevano fuoriuscire respiro. Il suo cuore non batteva. Pianse. Pianse disperatamente. Pianse come non aveva fatto nemmeno da bambino.

 

Il giorno dopo si svolse il funerale. Tom chiese al fratello di accompagnarlo. Non c'era nessuno. Solo un ragazzo più grande di loro con i capelli neri e gli occhi verdi. Tom lo riconobbe come Rik, il fratello di Ros.

Non pianse neanche una lacrima. Le aveva esaurite tutte il giorno prima, quando trovò il corpo della ragazza che amava privo di vita.

Si allontanò cercando un momento di pace. Alzò il viso al cielo grigio. Un temporale sarebbe scoppiato da lì a poco.

 

I miss you, miss you so bad

I don't forget you, oh it's so sad

I hope you can hear me

I remember it clearly

 

Un'ultima lacrima gli rigò la guancia.

 

The day you slipped away

Was the day I found it won't be the same

 

Abbassò lo sguardo sospirando.

 

I hope you can hear me cause I remember it clearly

 

Qualcosa attirò la sua attenzione.

 

Now your gone, now your gone

There you go, there you go

Somewhere I can't bring you back

Now your gone, now your gone

There you go, there you go,

Somewhere your not coming back

 

Si abbassò e la prese tra le mani. Una rosa. Una rosa blu. Sorrise. Lei sarebbe sempre rimasta con lui. Per sempre.

 

The day you slipped away

Was the day i found it won't be the same

The day you slipped away

Was the day that i found it won't be the same

 

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Ciao a tutte :) Spero tanto che questa One-Shot vi sia piaciuta perchè ci tengo molto. Le canzoni usate sono: I don't want to miss a thing degli Aerosmith e Slipped Away di Avril Lavigne. Ci terrei che capiste anche il significato delle strofe delle canzoni perchè fanno parte dei pensieri di Tom. :) Mi farebbe piacere un commentino. Un bacio e grazie a chi a letto. 

  
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