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Autore: Sumiya Sakamoto    04/01/2011    4 recensioni
Si svegliò di soprassalto, sudando freddo, con il cuore che batteva a mille. Doveva aver gridato nel sonno perché dopo poco vide la porta socchiudersi proiettando uno spiraglio di luce sul suo letto e sentì la voce sonnolenta di Francis chiedere “Italie, che c’è?”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Avevo voglia di scrivere. Di scrivere qualcosa di dolcino e non molto lungo. Ecco qui. Cauchemar vuol dire incubo in francese. Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
 
Si svegliò di soprassalto, sudando freddo, con il cuore che batteva a mille. Doveva aver gridato nel sonno perché dopo poco vide la porta socchiudersi proiettando uno spiraglio di luce sul suo letto e sentì la voce sonnolenta di Francis chiedere “Italie, che c’è?”
Oh no. Aveva svegliato il fratellone Francia. Feliciano si sentì subito terribilmente in colpa, ricordandosi che in quei giorni il francese dormiva poco e sorrideva meno del solito, a causa di problemi sentimentali con Inghilterra. “Nulla.” si affrettò a rispondere, anche se la sua voce si incrinò e il nodo che gli si era formato in gola non voleva scomparire, anzi, continuava a ingrossarsi, spingendo le lacrime più in su, a riempire gli occhi dell’italiano e ad offuscargli la vista. Francis probabilmente capì che qualcosa non andava, perché entrò nella stanza, richiuse la porta dietro di sé e si avvicinò al letto dell’altro, sedendosi vicino a Feliciano. Questi stringeva i denti per non singhiozzare e sbarrava gli occhi per non lasciar cadere le lacrime. Francis osservò il più piccolo, poi alzò una mano e gli fece una carezza su una guancia. A quel gesto l’italiano cedette e le lacrime calde cominciarono a rigargli il volto, mentre lui piangeva silenziosamente. Chiuse gli occhi, sentì il più grande sospirare e avvicinarsi ancora di più a lui fino a cingerlo in un dolce abbraccio. “Tranquillo mon petit, sta tranquillo.”
Per tutta risposta Feliciano si strinse ancora di più al francese e nascose il viso fra i suoi vestiti, bagnandoli di lacrime salate e soffocando i singhiozzi. Francis cominciò a cullarlo piano, sibilando ogni tanto per calmarlo. “Ti va di dirmi cosa hai sognato?” l’italiano scosse il capo. “No? Riguardava me?” come prevedeva, l’altro fece segno di sì col capo. Non indagò oltre, ma sussurrò dolcemente “Ma io sono qui, Italie, non mi è successo nulla. Non preoccuparti.” gli diede un bacio sulla fronte e rimase abbracciato a Feliciano finché questi non smise di piangere. “Ora cerca di dormire che è ancora notte, se fai altri incubi mi chiami, d’accordo?” l’italiano annuì di nuovo.
“Bien.” gli asciugò le lacrime e gli diede un ultimo bacio sulla fronte prima di alzarsi e rimboccargli le coperte. Si diresse verso la porta e stava per uscire quando Feliciano mormorò “Ti voglio bene, Francia.”
Sorrise. “Moi aussi, Italie.* Moi aussi.” rispose, prima di chiudersi piano la porta alle spalle.
 
 
 
 
*Moi aussi, Italie: anche io, Italia.
  
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