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Autore: KiM91    05/01/2011    2 recensioni
Sulle note del brano di Giovanni Allevi "Pensieri Nascosti", i pensieri, le emozioni provate da Pierre e Chocola.
{PierrexChocola} Leggibile sia per chi ha letto il manga o chi ha visto l'anime.
Consiglio l'ascolto della musica durante la lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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POV Pierre

 

“La seconda porta al primo piano” mi risponde gentilmente la signora di servizio.

Salgo le scale, lucide, appena pulite.

Il profumo dei tigli entra dalle finestre del corridoio che sto tuttora percorrendo.

E’ piacevole. Mi ricorda la tranquillità che si può trovare all’ombra in un giorno soleggiato di primavera.

Che cosa mi aveva risposto quella signora? La seconda porta?

Eccola, come tutte le altre, grigia, un cartellino in alto a sinistra, non lo leggo, so già cosa mi aspetterà dentro.

Scorro l’entrata, guardo nell’insieme cosa c’è al suo interno.

Non mi sorprendo di vedere tante sedie sul fondo dell’aula, ordinate in cinque file, saranno più o meno una quarantina in tutto.

Volto lo sguardo e vedo le finestre spalancate che danno sul piazzale della fontanella; la si sente scrosciare, l’acqua, dolcemente, senza provocare troppo rumore.

Il vento mi avvolge i capelli, li sento come fili di seta, e sfiorano le guance.

Trepidanti i miei occhi si posano sull’ultimo, decoroso particolare.

I suoi contorni neri e lucidi, la forma dell’estremità a coda, la copertura alzata e sostenuta da un’asta, i tasti del colore dell’avorio e dell’ossidiana che risplendono alla luce del giorno.

Lo strumento si mostrava così elegante e raffinato, e il sol pensiero di doverlo sfiorare con le dita le faceva freme di ansia, come se non volessero aspettare che mi accomodassi sul morbido sgabello in pelle, per poi poterlo toccare, per poter toccare fuggevolmente quei rilucenti tasti di galalite.

Posizionai quei pochi fogli che mi ero procurato in biblioteca, sfogliando i nuovi libri sulla musica contemporanea e gli spartiti inediti al suo interno.

Da lì presi quello che mi era gradito maggiormente.

Non era facile da interpretare, ma la cocciutaggine che non mi è mai mancata, ha portato a questa sfida tra me e le mie capacità nel suonare questo bellissimo strumento… questo pianoforte.

Sfilo dalla cartellina gialla che avevo in mano i fogli e li metto sullo spartito di fronte a me.

Faccio ondeggiare di poco le mani per scioglierle, chiudo gli occhi e sistemo le dita sulla tastiera; alzo le palpebre e guardo per qualche secondo il foglio iniziale e comincio a muovere fluenti le mani a destra e sinistra.

La melodia è iniziata, non è così difficile quanto immaginavo.

Una concentrazione assoluta mi immerge nella musica e fa di me un tutt’uno con quello che mi sta attorno.

Questa composizione mi fa pensare intensamente…

E’ triste, e allo stesso tempo rasserena questo mio spirito contrapposto da cuori differenti.

Ah, questi cuori… quando vogliono prevalere, quando si sentono mossi da emozioni più grandi di me, quando non riesco a controllarli…il dolore mi stringe possente e irremovibile.

Quel dolore… è piacevole spesso, mi ricorda di essere vivo e ancora in grado di provare sentimenti anche quando non dovrei.

Sai, Chocola, questa melodia mi ricorda i tuoi morbidi capelli del colore più bello al mondo.

Quei riflessi dorati, poi gialli e arancio allo stesso tempo, quando mi passano vicino li sento come avvolgermi in un caldo abbraccio.

Ne sento la fragranza… stranamente profumano di tiglio, ed è dolcissimo ed intenso; rimane impresso nella mia testa, non riesco a dimenticarlo.

Per quale arcano motivo continuo a pensarti cosi?

Questa melodia continua e mi sembra di sentirti qui, vicina, accanto a me, e ascolti le note, immobile guardi le mie dita sui tasti che compongono e sfasciano questi suoni così armoniosi.

Scruti la mia espressione cercando ci carpirne le emozioni, le sensazioni.

I miei occhi ora sono per la musica.

Le mie orecchie sono per questi rumori angelici.

La mia mente è solo per te.

Tu dove sei ora?

Mi stai ascoltando?

Magari in un altro tempo, in un altro mondo…

Chissà cosa fai, se mi pensi, se ti manco… se mi vorresti vicino.

Io invece continuo a suonare, continuo la melodia.

Sta per finire, e forse con essa cesseranno anche i miei pensieri su di te.

E’ dolce e tranquilla, questa mescolanza di suoni…

E ora è finita.

Abbasso il capo… il cuore comincia a farmi male.

Devo riprendere il controllo e andarmene immediatamente.

Con la destra sul cuore a fatica arrivo alla porta; riesco ad aprirla e mi avvio verso l’uscita della scuola.

Ho dimenticato i fogli nell’aula… domani mattina tornerò a riprenderli con tranquillità.

Per il momento preferisco tornare a casa e riposare.

Anche se quella melodia e quel profumo, non vogliono lasciare la mia testa per alcuno, incomprensibile motivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

POV Chocola

 

Le giornate si stanno allungando ora, è arrivata finalmente la primavera!

Ci sono degli alberi in questa scuola che hanno un profumo stranissimo… chissà come si chiamano.

“Ehi Vanilla…” chiedo fermandomi dal pulire il piazzale della scuola.

“Dimmi, che c’è?” mi risponde sempre gentilmente sorprendendomi con un radioso sorriso.

“Sai come si chiamano questi alberi? Hanno un buon profumo…”

Chiudo gli occhi e ne assaporo la fragranza.

E’ davvero dolce e aromatica, mi piace davvero tanto.

“Sono della famiglia delle tiliaceae, vengono chiamati ‘Tilia’, più comunemente tigli…” rispose minuziosamente lasciandomi a bocca aperta.

“Caspita se ne sai di cose!”

“L’ho studiato con Akira per una ricerca di scienze. Ti dispiace finire da sola il lavoro per oggi? Devo ancora fare la spesa per stasera.” mi disse guardando assiduamente l’orologio da polso.

“Certo! Ci vediamo a casa allora!”

“Grazie per il disturbo. Ti ripagherò, promesso!” gridò in lontananza.

Ah Vanilla… sei sempre così solare e indaffarata, mentre io non faccio altro che deprimermi e basta… che scocciatura!

E prima finisco di pulire e prima vado a farmi una doccia!

 

Ooh! Bene… adesso che ho finalmente finito tutto… un po’ di riposo posso anche concedermelo.

Penso che la panchina della fontana sia un ottimo invito per la mia schiena stanca.

Di conseguenza penso che mi recherò lì…

 

L’aria fresca e l’acqua che scroscia fanno una bella melodia… mi tranquillizza tanto da farmi addormentare.

Appoggio la testa sull’ultima sbarra di metallo della panchina e la rivolto all’indietro; sento il ciuffo pesare…

Forse è meglio se lascio un po’ i capelli liberi.

Ancora il profumo dei tigli mi assale.

E’ dolce come non mai, l’aria lo trasporta e lo fa danzare insieme ai suoi fiori bianchi…

Danzano e volteggiano a ritmo di musica.

Musica?

Ma da dove viene la melodia che sto sentendo?

Da una delle finestre, da quella dell’aula di musica…

Qualcuno sta suonando il pianoforte a coda che c’è all’interno.

Lo sta suonando magnificamente.

Sembra di volteggiare con i fiori e lasciarsi andare alla cadenza del vento.

L’aria da fresca diventa all’improvviso più fredda…

Questa sensazione mi ricorda gli occhi azzurri di ghiaccio di un ragazzo…

I suoi capelli mossi dal medesimo vento…

Il cuore mio sussulta un attimo al ricordo del volto di Pierre.

Perché proprio adesso mi viene in mente lui?

Ah… comincio già a deprimermi se penso a quello che provo.

Questo sentimento così sbagliato.

Non potrò mai dirgli che mi piace.

Non riuscirò mai a conquistarlo, ad avere il suo cuore.

O, perlomeno, sapere che prova qualcosa per me.

Chissà perché poi questa melodia mi fa sognare ad occhi aperti; la sua immagine fuggevole che tocca con mano sicura e leggera i tasti bianchi e neri del pianoforte, immerso nell’andatura ritmata e lenta della musica.

Immaginarlo così rende la sua bellezza ancora più evanescente, impossibile da raggiungere, così distante.

E se fosse davvero lui quello che sta suonando?

La canzone non è ancora finita…forse se mi sbrigo riesco a…

Corro. Salgo veloce le scale, due gradini alla volta; le donne delle pulizie mi dicono di stare attenta al pavimento bagnato, io non ci faccio caso, non ho tempo per pensarci.

 

Pierre, se davvero sei tu…voglio scoprirlo!

 

Arrivo al secondo piano…

Oh no! Ho sbagliato! Che stupida!

Scendo di nuovo portandomi sopra al corrimano per essere più veloce.

Davanti a me ci sono due corridoi, uno che va a destra e uno a sinistra.

Perché la memoria deve lasciarmi proprio ora?

Comincio a correre in quello di sinistra.

Faccio una curva a destra e arrivo fino in fondo.

La musica si fa più flebile.

Impreco ad alta voce e…

La musica finisce.

Maledizione!

Corro all’impazzata fino a ritrovarmi al punto di partenza.

Velocemente vado verso la fine del corridoio e poi ricordo: era una delle prime porte del piano.

Ritorno indietro, correndo lentamente.

Osservo le porte e ascolto se c’è qualcuno all’interno delle stanze.

Ad un certo punto ne noto una socchiusa, ma non sento rumori.

Magari è ancora seduto o magari è fermo da qualche parte!

Apro all’improvviso e con forza la porta, come sono solita fare.

Entro e… guardo.

Non c’era più nessuno.

La persona che stava suonando forse non era neppure lui.

Però aveva dimenticato gli spartiti…

Forse ero ancora in tempo per riportarglieli.

Li presi di corsa e li portai fino al cancello d’uscita.

Guardai la strada a destra e sinistra ma…nulla.

Aprì per curiosità quei fogli e vidi che prima dello spartito c’erano pezzi di giornale che parlavano di nuove stelle ascendenti della musica classica mondiale.

“In questo numero, lo spartito dell’ultimo disco di Giovanni Allevi, musicista italiano” lessi.

Allora presi i fogli con impresse forme di ciliegie bianche e nere che si reggevano su fili di seta.

Ne lessi il titolo e sorrisi.

Era davvero bello, vedere come i nomi rispecchiano i sentimenti se si provano ascoltandone la musica.

Quello in particolare.

 

I pensieri, pensieri nascosti

I pensieri su Pierre, quei pensieri su di lui, erano nascosti.

Come quelli di Pierre erano nascosti a Chocola.

 

 

 

 

Quella sera tornai a casa portando con me i fogli.

Chiesi un favore a Duke, quello di suonarmi quella canzone un'altra volta.

Face apparire un piccolo piano e cominciò a comporre con semplicità.

Seduta sul letto, accompagnata dalla melodia, presi in mano la cartellina gialla nella quale erano raccolte le pagine.

La riaprì, per curiosità, e vi trovai un fiore di tiglio fra gli scritti, e subito un profumo si alzò nell’aria arrivandomi intenso all’olfatto, e dissi:

 

 

Profuma di Tilia, e di Giglio…!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

~ ThE EnD ~

  
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