Una misteriosa ragazza arriva a Sunnydale. Spike sembra conoscerla, come mai? Una storia ricca di azione, suspence, misteri... Cosa aspettate a leggerla? ;-D [Conclusa]
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
-Che strana ragazza- pensò Dawn. Aveva i capelli castano scuro con mèches
bionde, era pallida, aveva dei profondi occhi blu e uno sguardo innocente
che le ricordava qualcuno ma, in quel momento, non riusciva a capire chi.
Per il resto sembrava abbastanza normale...addirittura era solare con quel
vestitino a fiori rossi e gialli.
-Salve, sono Jane...Jane Scott. Sono inglese e mi sono trasferita qui
insieme ai miei genitori.
Era molto carina. Già i ragazzi iniziavano ad agitarsi e uno le chiese dove
abitava.
-E' meglio per te non saperlo!!!- aveva detto in tono scherzoso e la classe
si mise a ridere.
Si sedette vicino a Dawn. In men che non si dica si era conquistata la
simpatia di tutti, ragazze comprese!
Si voltò verso Dawn e accennando alla prof. che stava spiegando:
-Quando finirà questo tormento?- domandò con aria tragica.
Dawn le sorrise. Voleva essere sua amica.
Finita la scuola, Jane riaccompagnò a casa Dawn. Era una ragazzina
interessante, emanava una forte energia. Non si sa mai,poteva incontrare
qualche raro mostro diurno e lei era lì per evitarlo: le pareva così
indifesa.
-Ehm...vuoi entrare dentro?- le chiese Dawn imbarazzata quando furono
arrivate.
-No,è tardi...- e vedendo che la sua nuova amica, se così si può dire,
visto che nella sua vita non ne aveva avuta una, si mostrava dispiaciuta,
sorridendo-Ok, se non disturbo.
Entrarono. Davvero una bella casa anche se non era paragonabile a quella di
Praga...Uff, forse era meglio non pensarci, non voleva annegare nei ricordi
della sua ultima, vera casa. Dawn le mostrò un po' l'abitazione. La sua
camera sembrava quella di una principessa, ma non gliela invidiava.
-Fortuna che Buffy non è ancora tornata!!! Possiamo fare casino quanto ci
pare, spettegolare e perchè no?Fare una scorpacciata dei biscotti che ho
cucinato ieri! Ti piace come programma...o vado di fretta?
Le venne da ridere. Com'era ingenua questa ragazza. Non la conosceva, però
subito l'aveva invitata a casa per il solo piacere di stare con lei. Il
motivo? L'aveva rallegrata durante due barbosissime ore di matematica.
Esseri umani...la maggior parte di loro si fida sempre e troppo facilmente.
Va bene,sarebbe stata al gioco, tanto, per ora, non aveva niente da fare.
Il pomeriggio passò piacevolmente e Jane dovette ammettere che non si era
mai sentita bene come in quelle poche ore.
Mentre stava per andarsene, ritornò Buffy esausta dal suo nuovo lavoro
nella loro scuola.
-Oh, sorellona! Ciao!
-Ciao- e abbozzando un sorriso a Jane- Ciao! Tu sei...?
-Jane- le sorrise freddamente. Sapeva chi era: la cacciatrice. Non voleva
avere niente da spartire con lei e cosa era successo? Se l'era ritrovata
sotto lo stesso tetto!
Era calato un silenzio piuttosto imbarazzante, fu Dawn a romperlo.
-Ecco, lei se ne stava giusto andando.- e accompagnandola alla porta- Ci
vediamo domani,ok?
-Ok.- si voltò e uscì.
-Ah! Se hai bisogno di chiarimenti su qualsiasi materia puoi chiedere a me!
D'accordo?
-Intesi. Ciao,briciola!!!
Risero, dopo lei si allontanò.
Dawn richiuse la porta e incontrò lo sguardo di Buffy che stava nell'atrio
d'ingresso.
-Briciola?
-Si, briciola. Jane mi chiama così.- affermò Dawn quasi con fierezza.
-Che tipo originale!- sbottò Buffy.
-Lo sarebbe, se tu non pensassi la stragrande maggioranza del tuo tempo a
Spike. Ti sei dimenticata di quello che ti ha fatto?- le domandò
leggermente irritata.
-Dawn va...- stava per arrabbiarsi.
-Si, si..."in camera tua", e chi te la prepara la cena?
-Lo sai che sei veramente seccante?!- esclamò la bionda con disappunto.
Dawn le sorrise noncurante. Era raggiante. Aveva trascorso davvero una
bella giornata con Jane e non avrebbe permesso a nessuno di rovinargliela.
Quindi, consigliò a Buffy di stendersi sul divano per riposarsi e lei si
chiuse in cucina ad armeggiare con i fornelli.
Jane stava percorrendo il cimitero. Si sentiva stranamente felice come non
le capitava da parecchio ormai. La cacciatrice era stata l'unica nota
negativa di quel pomeriggio. D'ora in avanti lei e Dawn dovevano decidere
di incontrarsi in un altro luogo che non fosse possibilmente casa sua.
Potevano provare al Bronze. Le compagne di classe le avevano detto che era
il solo posto di divertimento di Sunnydale e a una certa ora si potevano
scovare tanti bei ragazzi. Dunque,o quello o niente. Bisognava
accontentarsi.
Stava per rientrare nella cripta di Spike con in mano dei sacchetti, l'uno
del macellaio l'altro del fastfood, quando percepì un rumore. Si girò di
scatto. Si avvertiva un'aria sinistra in quella notte senza stelle.
Appoggiò lentamente i due sacchetti per terra. Era disarmata e non sapeva
con cosa avesse a che fare o con chi.
-Ho una gran fame, se non venite fuori...
-Cosa ci fai?- fece un vampiro uscendo dall'oscurità, sghignazzando insieme
ad altri due.
-Mmmh...forse potrei mettervi in un posacenere?
-La vedremo!- esclamò quello che sembrava più sicuro di sè e ringhiando si
lanciò contro di lei, imitato dagli altri.
All'improvviso qualcuno si mosse nelle tenebre e riuscì a stendere e
impalettare facilmente i due rammolliti: era Spike. Jane lo guardò infuriata
e con un ringhio prese l'ultimo che era rimasto, quello spavaldo,
sbattendolo contro il muro del camposanto.
-Ma voi di notte non avete proprio niente da fare?!?!-gridò.
Il vampiro era visibilmente impaurito e stava aspettando il colpo di
grazia. Non arrivò. La ragazza aveva notato una croce rovesciata con due
serpenti incrociati sopra che portava al collo e di botto le mancò il
respiro. No, no, non poteva essere che si trovasse già lì!!!
Spike, intanto, la stava osservando. Non capiva...perchè non lo uccideva?
-Dimmi chi ti ha mandato o ti faccio un buco nel cuore, e non sto
scherzando!- sibilò inferocita.
-La setta...- balbettò quello con gli occhi dilatati per la paura.
Jane gli strinse il collo.
-Chi?- urlò.
-M-Mark.
Lo lasciò di colpo e si accasciò al suolo. Il vampiro, approfittando della
situazione, fuggì. Lei si teneva la testa fra le mani. Era buia in volto.
Spike le si avvicinò.
-Dannazione! Si può sapere cos'hai Jane?
La ragazza battè i pugni sull'erba.
-Non è possibile.- mormorò.
Il paletto si alzò da solo da terra e con straordinaria precisione colpì il
vampiro ancora in fuga.
-Chi erano quelli? Jane!!!
Spike la scosse- Ehi!
La guardò. Quella poteva essere paura o ...rabbia? La strinse a sè.
-Non ti preoccupare, chiunque sia questo Mark, lo ammazzerò...
Lei si ritrasse dall'abbraccio.
-No, tu non puoi capire...
-Fammi capire,allora!- gridò lui sconcertato;perchè non si confidava?
Jane scosse la testa.
-Ascolta: starò fuori tutta la notte. Devo controllare se ci sono in città
altri vampiri o demoni o umani della setta.
-Ma...- fece Spike per obiettare.
Lei aveva uno sguardo risoluto.
-E va bene. Mi raccomando: fà attenzione e sii prudente.
Non servivano queste raccomandazioni, per fortuna, riguardo a prudenza non
era uguale a lui.
Prese il sacchetto del fastfood e sparì nella notte.
Spike rientrò col sangue del macellaio nella sua cripta. Era preoccupato.
Quando finalmente ritornò nella cripta, Jane aveva perlustrato Sunnydale a
fondo. Era andata persino a quel bar per soli demoni, quel posto veramente
squallido, che le sembrava si chiamasse "Willy's Place"...niente.
Era una fortuna, però non era tanto convinta. Lei avrebbe voluto
affrontarli seduta stante e farla finita una volta per tutte. Sapeva che
non sarebbe stato facile.
Era appena passata l'alba e il suo fratellone stava dormendo. Quanto era
tenero,sembrava un angioletto: mentre dorme la gente, umani o vampiri,
sembra innocente.
Sospirò. William era l'unico che era sempre riuscito a comprenderla. Nei
momenti di tristezza o di inquietudine lui le metteva sempre il buon umore
con le sue battute ironiche che la facevano ridere più volte.
In un certo senso, forse, era stato un bene rifugiarsi a Sunnydale, si sentiva
protetta, al sicuro con William al suo fianco. Le faceva dimenticare per un
po' la devastante solitudine che l'aveva accompagnata per anni. Era proprio
strano avere questo tipo di sensazioni sopra la Bocca dell'Inferno .Era una
pazza a pensare di essere al sicuro lì. Può darsi che questo aspetto
l'avesse ripreso dalla sua amata sorellona! Sorrise divertita. Era ora di
andare a scuola!
-Hai notizie?
-No, signore. Sono sicuro che fra poco...
Scoppiò in una risata.
-Con la mia bambina non si è mai sicuri di nulla. L'avrà sicuramente
impalettati quei pochi di buono.- rise di nuovo. L'uomo era alto,con spalle
larghe,ben piantato. Aveva i capelli corvini , degli occhi verdi
leggermente dorati che sembravano due gemme nell'oscurità,e era pallido
come la morte.
Un vecchio raggrinzito con una tunica rossa lo stava guardando incredulo.
-Mi scusi, mio signore, come mai ha quel tono sarcastico?
Temo di non capire...
-E come puoi?- il suo viso si rabbuiò tutto ad un tratto-Setacciate ogni
singolo angolo buio o al sole, percorrete tutta la California, se
necessario.Trovatela!!!- le sue parole rimbobarono in quel salone vuoto.
Il vecchio si impaurì e incominciò a tremare.
-Sì, mio signore...sarà fatto.- e si ritirò il più velocemente possibile.
L'uomo fissò le fiamme che ardevano nel camino davanti a lui. I suoi occhi
diventarono due fessure.
-Lei è mia.- sussurrò.
Il sole era quasi tramontato, e stavano calando le prime ombre della sera.
Buffy era seduta sul suo letto. Stava giocando con un peluche a forma di coniglietto.
Era assorta nei suoi pensieri.
Chissà dov'era Spike, cosa stava facendo, se stava bene. Un mese prima
aveva pestato due vampiri vicino al bar di Willy per ottenere informazioni
ed era venuta a conoscenza che lui si trovava in Africa. Questi avevano
sghignazzato che lui ci era certamente andato per rimuovere il chip e
stavolta l'avrebbe uccisa senza pietà. Un bel record da Guinness dei
Primati: tre cacciatrici!Quegli idioti li aveva ammazzati. No,non voleva
Spike nuovamente malvagio: l'avrebbe dovuto impalettare. Era l'ultima cosa
al mondo che desiderasse. In quella lunga estate aveva scoperto che, in
realtà, le mancava terribilmente e ne era innamorata più di quanto
credesse. Quella scoperta, purtroppo, l'aveva pagata cara: lui era già
partito da un pezzo. Non aveva più fatto la ronda al cimitero di Restfield,
se no il dolore e lo strazio lacerante che sentiva dentro sarebbe diventato
insopportabile.
Quando Willow era diventata malvagia, lei non riusciva ancora a crederci, e
in quei momenti di nera disperazione avrebbe desiderato che ci fosse Spike
accanto a lei che la consigliasse o semplicemente confortasse. Meno male
che alla fine era arrivato Giles che, in qualche modo, era riuscito a darle
man forte...ma lui non c'era. A volte con Willow, che adesso si era
abbastanza ripresa, parlava di lui e lei le diceva che doveva dimenticarlo,
soprattutto per la questione dello stupro. Puntuale come un orologio, poi,
sopraggiungeva Xander a dare al vampiro biondo del bastardo e altre cose
irripetibili. Le veniva la nausea a sentire parlare così il suo migliore
amico. Sapeva che quello che Spike le aveva fatto era sbagliato, però lei
non si sentiva di condannarlo per tutto. Lei sapeva che il suo era stato un
gesto disperato. Vedeva quanta passione e amore c'era in lui per lei al
solo incontrare il suo sguardo. Quel giorno il demone che era in Spike
aveva prevalso: i suoi occhi erano diventati neri come la notte. Aveva
avuto paura, un terrore pazzesco, peggio di quando erano nemici. Forse non
doveva giustificarlo ma...lo amava. Ecco perchè nel momento in cui Xander
l'aveva vista in quello stato e voleva vendicarla ,l'aveva fermato e
gliel'aveva impedito. Infatti, aveva capito dagli occhi del vampiro, che
erano ridiventati blu, che lui se ne era subito pentito...
Oppure era andato in Africa per non tornare più. Scansava immediatamente
questa ipotesi perchè se l'avesse veramente considerata, il mondo le
sarebbe crollato addosso. Lei si voleva illudere, sperare fino all'ultimo
in un suo ritorno.
Si addormentò, forse esausta per il troppo pensare,i nconsapevole di un
ragazzo biondo platino che la stava osservando dalla finestra.
La brezza notturna che entrava dalla finestra della sua stanza muoveva
dolcemente i suoi capelli dorati. Pensò che era bella anche quando dormiva.
Dio, quanto avrebbe voluto avvicinarsi, toccarla e farla nuovamente sua.
No, non poteva. La sua anima glielo impediva, ma sapeva che non era solo
quello a frenarlo. Il suo demone l'amava come lui, se non di più, chi può
dirlo. Lo dimostrava il rimorso per lo stupro. Accadeva di rado,o
addirittura mai che un vampiro pensasse di riprendersi quello che gli era
stato strappato in vita: l'umanità. Sarà stato il chip ad avergli combinato
quello strano scherzo del destino? Era confuso. Un demone con installato un
marchingegno per il controllo comportamentale era già singolare,
immaginarsi uno che desidera riottenere la sua anima per spontanea
volontà!!! No, non era stata la sua ragione, perchè in qualità di vampiro
avrebbe potuto "trasformare"Buffy in qualsiasi momento dell'anno
precedente per rendere la situazione più...agevole,però non si era
permesso: non l'aveva neanche pensato. Decisamente quello che l'aveva spinto
a recarsi in Africa era un sentimento estremamente profondo: l'amore.
Desiderava che Buffy lo amasse. Gli sarebbe bastata anche una briciola di
affetto sincero...ma non si può forzare una persona ad amare. Nel suo
cuore, probabilmente,c'era ancora Angel. Incontratisi per volere del
fato,si erano contemporaneamente sia amati che odiati. Loro, invece, si
erano sempre odiati,persino nei momenti di intimità. Lei l'aveva odiato
perchè le era "indispensabile", lui perchè era fin troppo al
corrente di essere un giocattolo nelle sue mani.Si era illuso,
semplicemente. Angel senz'altro non era degno di Buffy quanto lui. Erano
entrambi dei vampiri. Potevano soddisfare solo in parte i bisogni di una
compagna umana.
Se Shakespeare avesse saputo dell'esistenza di cacciatrici e vampiri
avrebbe scritto una tragedia simile alla loro. Gli venne da sorridere,
consapevole che non c'era da scherzarci sopra. La realtà era lì, nuda e
cruda.
Lei avrebbe sempre amato il suo vampiro con l'anima fino alla morte e
avrebbe tenuto perennemente un atteggiamento di disprezzo nei suoi
confronti.
Tra l'altro non aveva il diritto lui, che era stato un killer spietato, di
sfiorarla nemmeno con un dito. Ah, che dannato mal di testa! Gli faceva
male pensare a uno come lui,così istintivo fino a qualche mese
prima!Maledetta anima! Come di consueto non si era curato molto delle
conseguenze che comportava possederla.
I suoi occhi, che avevano vagato altrove, si riposarono sulla splendida
donna che dormiva placidamente nel suo letto.
Sospirò. Le lanciò uno sguardo carico di un amore infinito, si calò
cautamente dal tetto e intraprese la strada verso la sua dimora.
La bambina dai capelli scuri stava giocando. Si trovava in mezzo ad una
sala immensa, antica e gelida, nonostante fosse inondata dal sole.
La piccola stava osservando una bambola bendata con un nastro di seta
viola. Era assorta. Sembrava quasi che la stesse ascoltando.
-No, no, Miss Edith...perchè mi racconti cose tanto cattive -singhiozzò la
bimba. Si alzò di scatto e scaraventò il giocattolo dall'altro lato del
salone, con una forza non comune per una della sua età. Era rossa in volto
e aveva gli occhi pieni di lacrime.
-IO SONO UN VAMPIRO! Hai capito?! -gridò, e si mise a ripetere la frase
continuamente, battendo il piede destro per terra.
-Ah,si? Allora spiegami perchè stai in piena luce del giorno -ora, era la
bambola che le aveva parlato. Telepaticamente.
La bambina sgranò gli occhi, come se fosse stata colta in flagrante da
qualcuno a rubare caramelle.
Cacciò un urlo disumano.
-Cosa vuoi fare col televisore? Lo vuoi portare con te?-gli domandò
sbrigativa.
-Che hai intenzione di...?- Spike era lì,i ncredulo, sulla soglia
d'ingresso della cripta.
-Ho scovato un appartamento sotterraneo vicino la scuola che fa al caso mio
e pensavo che potevi venire anche tu a stare insieme a me. -sorrideva.
-Vorrei sapere che diavolo di necessità ci sia per spostarsi da un luogo
sicuro quanto una roccia come questo! Qui c'è tutta la mia...vita!!! Adesso
tu arrivi all'improvviso e cambi tutto? Mi dispiace,ma io rimango dove mi
trovo!- si sedette con le braccia conserte sulla poltrona verde bottiglia
in tono di sfida.
Jane si massaggiò le tempie. Certe volte William era veramente stressante.
Perchè doveva avere una testa tanto dura?
-Ti prego, William, non ti comportare da neonato...Non ho assolutamente
voglia ne tempo di stare a sentire le tue inutili ragioni: traslochiamo.
PUNTO E BASTA. -era convinta.
Non aveva mai alzato le mani su di lei, però in quel momento l'avrebbe
fatto se non ci fosse stata la sua anima a fermarlo.
-Se vostra altezza me lo concede, vorrei porle una semplice domanda:
perchè?- la stava fissando intensamente, attento ad ogni sua minima
reazione.
Lei guardava da un'altra parte.
-Ho imparato che è meglio non fidarsi delle apparenze.
Insomma,io due notti fa non ho trovato niente di niente. Nessuna traccia
dei membri della setta. Consideriamo per un attimo che loro, comunque,
conoscano il mio nascondiglio, sono fregata. Mi trasferisco per stare più
tranquilla -si bloccò, poi la sua bocca , un istante prima seria, si
allargò in un sorriso. Lo stava guardando divertita.- Credo che la tua
amata cripta non sia un posto tanto indicato per una battaglia o per
proteggere persone! La porta è facilmente sfondabile e ...l'edificio è
anche crollato!!!Scusa, tu questo lo chiami un luogo sicuro? - rise.
-E' stata distrutta da una bomba, signorina! Non è saltata per aria di sua
spontanea volontà!-ci tenne a precisare Spike.
-Come vuoi. Il punto è sempre quello...Dai, Willy,f ammi contenta!
Esaudisci un mio desiderio.-fece finta di lagnarsi.
-Troppi ne ho esauditi di tuoi...- affermò ironico.
Si alzò dalla poltrona e guardò la sua "casa".
-Porto io il televisore,intesi?