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Autore: Il_Coso    06/01/2011    5 recensioni
"In principio c’era il più assoluto e infinito nulla; l’universo era vuoto, freddo e silenzioso.
Poi venne la Grande Gallina..."
Una fic pensata per scherzo, scritta quasi per scommessa e pubblicata perchè l'avevo promesso. Spero che sia di vostro gradimento!
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Patetta

La Patetta

 

-In principio c’era il più assoluto e infinito nulla; l’universo era vuoto, freddo e silenzioso.

Poi venne la Grande Gallina, e al centro del nulla depose il Grande Uovo; da esso ebbe origine ogni cosa, perché l’albume divenne acqua e il guscio andò in pezzi, formando la terra. Poi la Grande Ramazza sparpagliò le briciole nello spazio, e lì si unirono, si mescolarono e si divisero per creare le stelle e i pianeti.

Dal tuorlo nacquero tutti gli animali: i leoni che facevano roarrr, gli uccelli che facevano cip, i maiali che facevano oink. Ma anche gli uomini che per ridere facevano oh oh oh, le iene che invece ridevano dicendo ih ih ih, e gli asini, che, indecisi, facevano ih oh. I serpenti, che avevano mal di testa, facevano shhhhh!, e i pesci, che erano timidi, si limitavano a boccheggiare.

E comparvero anche le piante: le pianticelle verdi che tanto piacevano agli hippie, e i giganteschi baobab che stavano antipatici ai piccoli principi.

E tutto questo andava bene. Il Grande Progettista era soddisfatto di come aveva suddiviso l’Uovo.

Ma c’era un problema: del Grande Tuorlo non era rimasta che una quantità piccola, minuscola, infinitesimale. Ma c’era, e questo era un problema: infatti, a cosa sarebbe dovuta servire quella piccola particella nel Grande Disegno delle cose? Il Grande Progettista non se lo ricordava.

E così commise un’imprudenza: la buttò via. Pensò che il motivo per cui non ricordava a cosa serviva quel pezzettino di tuorlo era perché non era importante. Si sbagliava: il motivo era che non aveva preso la sua Grande Pillola per la memoria.

E intanto il piccolo frammento di materia, abbandonato, vagava per la terra, in cerca di uno scopo. Era piccolo, e dorato, e indifeso, e croccante come una mela; esso era molto prudente, poiché sarebbe dovuto servire a creare il buonsenso.

(Questa mancanza del Grande Progettista obbligò le specie senzienti a passare un’infinità di anni a evolversi per procurarsene un po’, e c’è chi dice che non ce ne sia ancora abbastanza.)

Per proteggersi dalle fiere, mise le zanne; per sfuggire agli uccelli del cielo, dispiegò le ali.

Ma un giorno, stanco del mondo perfettamente funzionante in cui ogni cosa tranne lui aveva uno scopo, si nascose in una grotta buia, dove rimase per anni ad assorbire i pensieri degli uomini, che nel frattempo, senza buonsenso, erano diventati scemi e crudeli e ingannatori; si fabbricò un cuore di pietra con i sassi della grotta, e ne riemerse, mille anni dopo, con la forma di uno dei più temibili mostri leggendari di tutti i tempi.

Era una Patetta, colei che squarcia il cielo e fa evaporare la terra! Al suo passare, ogni creatura fugge spaventata, ogni ombra impallidisce e gli incubi diventano docili come agnellini. Le stelle smettono di brillare per paura di esserne prese di mira, e le nuvole, coraggiose, mandano lampi e tuoni per cercare di tenerla a distanza; tutto inutile, perché le basta far schioccare gli artigli per farle sparire.

E anche se la Patetta odia la vita dell’universo e tutto ciò che ha a che fare con il Grande Progettista che l’ha abbandonata, per quanto possa desiderare distruggerci, per quanto la sua lunga ombra possa arrivare a oscurare le nostre esistenze, noi abbiamo un cuore pulsante che prova emozioni, e questo è vero potere. Siamo noi il frutto del Grande Uovo.

Ovviamente tutto ciò è solo una leggenda, ma io la trovo molto affascinante, non vi pare?-

 

La guida del Museo delle Antichità fece una pausa a effetto, e la folla tirò un sospiro di sollievo, perché si era lasciata prendere dal racconto; qualcuno rise, addirittura.

-Come potete vedere- continuò la guida, indicando la riproduzione di una pittura rupestre –le popolazioni antiche dipingevano questo mostro come un leone alato, munito di una coda di serpente, occhi di yeti e zampe di toro, con appena un accenno di muflone maschio adulto nel muso e nel dorso. Non è ben chiaro agli studiosi se questa rappresentazione sia dovuta all’influsso della cultura della Sfinge Egizia o dall’alto tasso di alcol presente nella dieta abituale di questo popolo preistorico; fatto sta che quello della Patetta rimane tutt’oggi uno dei più grandi misteri della mitologia paleolitica.

Ora, se volete proseguire…-

Con un chiacchiericcio di sottofondo, la guida continuò ad illustrare le tradizioni della popolazione che credeva nelle Patette, seguita da una folla interessata.

Lentamente, la sala si svuotò. Passarono tre ore prima che arrivasse l’ora di chiusura del Museo; tre ore in cui quel salone rimase misteriosamente sgombro, quasi la tragica storia narrata fosse rimasta ad aleggiare sul pavimento di marmo.

Ed era proprio così.

Allo scoccare delle sei, una delle ultime Patette del mondo sollevò la palpebra scura, e si alzò decisa sulle zampe, da che era sdraiata accanto a una parete. Più precisamente, accanto a un termosifone.

Spalancò le enormi ali e si librò, lieve come vapore e altrettanto invisibile, attraverso una finestra che dava sul parcheggio. La guida di prima stava salendo in macchina proprio in quel momento.

Solo una leggenda, non l’avevi chiamata così?...

 

Il giorno dopo, la guida non andò a lavoro; il suo corpo venne ritrovato una settimana dopo nell’appartamento, senza alcun indizio che facesse intuire le cause della morte. La polizia, però, trovò molto curiosi i tre oggetti ritrovati accanto al cadavere.

Un uovo rotto.

Un libro dal titolo La Patetta, studio di una leggenda.

Un biglietto, con la scritta: “Tiè. Così impari.”

 

 

 

 

 

Cosa dire??? Questa non è che una bazzecola rispetto alle cose che vorrei fare, ma è una fic che avevo promesso di scrivere, e così ho fatto. Inizialmente era tutt’altra cosa, e finiva addirittura bene, ma da quando ho scritto l’inizio sono passati mesi, e così ho deciso che la conclusione poteva anche essere… questa… :)

Spero che non sia una mostruosità, e mi auguro che la persona per cui l’ho scritta approvi (quando la leggerà)!

Recensite, se vi va, che mi fate felice :) Bye!!!

  
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