Un
ultimo respiro
La neve scendeva candida e fredda
nella valle. L’aria
era gremita di fiocchi bianchi, come tanti denti di leone che
cavalcavano
l’impetuoso vento. Solo questo riusciva a scorgere dalla sua
armatura MJOLNIR
Mark VI.
Master Chief era accasciato al
suolo. Si teneva il
petto con la mano, coperta da un sottile guanto incorporato nella
corazza.
Guardava in alto, vero il cielo coperto da plumbee nubi dalla quali
cadevano i
fiocchi di neve. Ormai non c’era più nulla da
fare, era una missione impossibile,
anche per lui.
«E cosi, tutto
finisce» disse la voce di Cortana,
unica compagnia a disposizione dello Spartan. «Che strano.
Siamo riusciti a
scampare a situazioni ben più peggiori di questa. Morire
cosi … è molto
strano.»
Chief non ebbe la forza di
rispondere. Doveva
recuperare energie, e le truppe di ricerca Covenant ormai erano vicine.
«Che ne sarà
della guerra con gli umani?» chiese
ancora Cortana, ma Chief ancora non rispose.
«Perché non mi rispondi?»
No. Non poteva finire cosi. Non in
quel modo. Cortana
aveva ragione; dopo tutte le situazioni pericolose in cui si erano
trovati,
morire cosi era da stupidi inesperti. Come aveva fatto a non
calcolarlo. Come
aveva fatto a non vederlo? Eppure quel cecchino era riuscito, in un
solo click,
a mandare all’aria piani studiati nei minimi particolari.
Questo non era un
comportamento da Spartan.
Chief tentò di alzarsi,
ma gli mancò il fiato. Il
sangue sgorgava copioso dalla ferita, e nemmeno la robusta mano dello
Spartan
bastò a fermare l’emorragia.
«Non possiamo andarcene
cosi. Dobbiamo portare a
termine la missione di cui siamo stati incaricati. Se muori tu, anche
il mio
database verrà cancellato del tutto, ed io non
sarò altro che un mucchio di
file sconosciuti raccolti in un inutile dischetto.»
Cortana aveva ragione. Non poteva
finire cosi. Lo
Spartan voleva alzarsi, ma al minimo sforzo prolungato, il corpo non
rispondeva
più e tutto ricominciava, dalla stessa posizione.
Era la prima volta che non sentiva
il suo corpo. Era
la prima volta che era rimasto a terra per più di 3 minuti.
Non aveva mai
provato quelle sensazioni, ed ora gli attraversavano la mente ad una
velocità
pazzesca.
«Se ci trovano, per noi
è finita. Dobbiamo scappare.
Chiedere rinforzi e andarcene da qui, prima che le navette Covenant ci
scovano.»
Già. Tutti gli sforzi
degli
umani di occultare i loro punti deboli mettendoli al sicuro in quel
dischetto
ora erano in pericolo. Chief sapeva bene il protocollo da effettuare
qualora
sarebbero caduti in mani nemiche. Eccome se lo sapeva.
«Eccoli. Li sento
arrivare.
È strano, dopo tutto questo tempo, morire per una minuzia
non è il massimo.
Ormai siamo al capolinea, non c’è più
nulla da fare.»
Lo Spartan ormai si era
arreso alla sorte avversa. Non c’era più nulla da
fare se non gettare la
spugna. E Chief lo aveva fatto.
Afferrò la Magnum in
dotazione all’esercito UNSC e se la puntò alla
tempia.
«Cortana
…»
«Cosa
c’è?»
«Io … ti
amo.»