Dopo aver congedato Black Star nel cortile, Soul ritornò a casa e appena ci mise il piede dentro vide Maka seduta sul divano con le gambe al petto e gli occhi tristi.

Non l'aveva mai vista così abbattuta. Di solito lei cercava di nascondere anche il più insulso momento di tristezza. Ma adesso era arrivata al limite: recentemente Soul la trattava poco bene, sua madre non le scriveva da tempo, suo padre era sempre in giro nei bar notturni; nessuno si interessava a lei, si sentiva sola.

Soul in pochi attimi apprese che il suo comportamento negli ultimi giorni non era dei migliori. Si avvicinò alla sua partner e si sedette anche lui sul divano. Dopo pochi minuti le disse: "Scusami, Maka, scusami se non ti tratto col dovuto rispetto, se a volte ti prendo in giro. È il mio modo per cercare di avvicinarti. Adesso ho capito che non funziona...Scusami!" allora le mise un braccio sulle spalle e l'abbracciò.

Maka, sorpresa da questo atteggiamento e rasserenata nel capire che almeno Soul le vuole realmente bene, non riuscì più a trattenere le lacrime che le solcarono il viso e andarono a posarsi sulla felpa di lui.

Quando smise di piangere, Maka alzò la testa per guardare dritto nei rossi occhi di Soul. "Grazie," disse "grazie per starmi sempre accanto, grazie per sopportare una scema come me!"

I due ragazzi, sorridendosi l'un l'altro, avvicinarono sempre di più le teste. Ma quando erano a pochi centimetri di distanza, una gatta saltò sul divano in mezzo a loro urlando: "Hei, Maka, che cucini stasera? Io inizio ad avere fame!"

Maka si alzò imbarazzata dal divano e si precipitò in cucina a preparare la cena per loro e quella gatta pestifera.