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Autore: nakoruru    16/12/2005    3 recensioni
una breve storia basata sulla filastrocca "Little Miss Muffet" di Mamma Oca. La piccola Miss Muffett ormai è cresciuta e ha il coraggio di affrontare la sua paura più grande. nonn è propriamente horror, però non ho trovato una categoria più adatta.. diciamo che è horror per l'atmosfera!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una bella ragazza vestita di velluto rosso camminava nei corridoi di una elegante casa canticchiando una filastrocca:

Una bella ragazza vestita di velluto rosso camminava nei corridoi di una elegante casa canticchiando una filastrocca:


Little Miss Muffet,
Sat on a tuffet,
Eating her curds and whey;
Along came a spider,
Who sat down beside her,
And frightened, Miss Muffet, away.

 

La ragazza aveva gli occhi limpidi e trasparenti come vetro, capelli lucenti e sistemati in boccoli aggraziati e labbra atteggiate un sorriso affabile. La filastrocca che stava cantando in quel momento era stata composta per lei, quando era ancora piccola, da una vicina di casa….

La vicina era sempre stata intrigante agli occhi della piccola Miss Muffet… una donna un po’ sciatta, dai lunghi capelli neri scarmigliati e dai penetranti occhi scuri come la notte. Vestiva sempre e soltanto di nero e viveva in una grande e tetra casa di pietra. Passava le sue giornate affacciata alla finestra di una delle torri, ricamando e componendo filastrocche.

 L’occasione per comporre l’ennesima filastrocca si era presentata a quella donna così sola anni addietro, quando la piccola e graziosa fanciulla si era messa a fare merenda sulla veranda di casa.

Il ragno citato nella filastrocca l’aveva colta di sorpresa e da allora aveva cominciato ad avere un folle terrore di tutti gli aracnidi,ma da qualche tempo a quella parte aveva trovato un modo per esorcizzare la paura…

Tenendo alto il candelabro che aveva con sé, la bella giovane aprì una porta fatiscente, nascosta dietro i lussuosi mobili della casa. La ragazza sollevò l’orlo della gonna e prese a scendere delle vecchie scale, che scricchiolavano ad ogni suo passo. Dopo appena una decina di scalini si trovò in un piccolo ambiente buio, pieno di vecchi oggetti accatastati qua e là.

L’unica fonte di luce era costituita da una piccola finestrella impolverata, ma a quell’ora di notte era pressoché inutile.

Miss Muffet si diresse verso un piccolo tavolo semplice e spoglio, che si trovava nell’angolo più lontano dalla finestra, e dopo aver elegantemente raccolto la gonna e le varie sottogonne attorno a sé, si sedette su un rozzo sgabello.

Sul tavolo erano poggiati un barattolo di vetro e una piccola scatola, da cui estrasse uno spillo. Poi  rivolse la sua attenzione al barattolo, del quale prese a svitare il tappo.

Delicatamente fece uscire dal barattolo uno dei tanti ragni che si trovavano al suo interno e ricominciò a canticchiare la filastrocca…

L’espressione dolce e raffinata del suo viso cambiò nettamente mentre osservava il ragno che camminava su una delle sue curatissime mani… lo sguardo si fece perso e malevolo e mentre continuava a cantare con voce isterica prese una delle sottili zampe del ragno e la recise con forza dal corpo.

La ragazza cantava, cantava e seviziava il ragno privandolo dei propri arti.

Dopo averlo ridotto a un corpo informe, privo di qualunque possibilità di movimento, prese lo spillo e infilzò quel corpo martoriato, lasciandolo ancora non del tutto morto, bloccato al legno del tavolo dallo spillo acuminato.

Vicino a quel corpo se ne stavano, immersi nel loro riposo eterno, altre decine.

Come cambia le cose il tempo…chi un tempo era il carnefice ora è la vittima, mentre la vittima è diventata il più spietato dei carnefici.

  
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