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Autore: GioTanner    06/01/2011    8 recensioni
Alec John Such. Storico bassista dei Bon Jovi... o forse no? In fondo conosciamo bene Jon, possiamo dire Richie, magari David, altri Tico se vogliamo... ma Alec? Perché tutto d'un tratto ha lasciato questo gruppo che gli portava gloria e fama? Cosa è davvero successo?
Del resto nessuno sa come siano andate esattamente le cose.
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[...]Dolore... scommetto che non sapete cosa significa voi altri. Scrivete testi sul dolore, sulla tristezza, su come uno possa sentirsi perso senza amore, ma... non sapete di cosa parlate, sul serio; davvero, è snervante che siano parole vuote per me. Ma un tempo non me ne preoccupavo poi così tanto, in fondo ero come voi.
Chiusi gli occhi, lacrime grigiastre mi pervasero l'animo
[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can't save me





........

Plic plic plic

Piccole gocce d'acqua mi solcarono la guancia, le labbra... un brivido mi scosse.

Poi, quel suono così flebile divenne assordante, sempre più stridente e forte; scrutai nervosamente quella notte plumbea, di cui neanche la Luna voleva saperne nulla e si era nascosta fra le nuvole acide che inchiostravano di acqua scura la frenetica cittadina.

Sorrisi incerto, mentre schivavo correndo l'ennesima pozzanghera e mi appartavo dove, chiunque, in questa nottata così fredda e desolata, non sarebbe mai venuto. Mai venuto a cercarmi e a destarmi dai miei pensieri.

Pensare, già; in fondo quello mi era concesso:

Il mondo è meraviglioso, il mondo è affascinante, grande, spumeggiante, pieno di tante emozioni, - questo credevo - sensazioni...

Sensazioni, già.

Il mondo è una fottuta scatola di sensazioni che portano alla rovina, scivolando via avidamente dai tuoi pensieri come una pinta fra gli amici che tracanni velocemente.

Sì, una bella bionda bevuta con foga ridendo, intanto, di ogni piccola cosa che succede con quei tuoi grandi amici che, invece, ora pian piano ti stanno evitando, sputando contro, confabulando alle spalle, odiando, sopportando solo in nome del successo e non dell'amicizia.

Perchè servivo... Io servivo e l'amicizia era finita sotto le suole delle scarpe; magari sarei stato sostituito da un momento all'altro. Certo, era questa la fine che avrei fatto: lo sapevo in fondo. L'avrei sempre sospettato, sì in futuro.

Bevvi l'ultimo sorso, da solo, di quel liquore di dubbia provenienza per poi buttarlo a terra con un rumore sordo insieme alle altre cinque bottiglie vuote accanto a me che avevo pescato all'ultimo locale aperto a quest'ora.

Seduto su questi gradini, con la pioggia che ricadeva e mi bagnava quasi del tutto per colpa di quel tetto diroccato e che mi proteggeva a malapena. Avevo trovato posto fuori di una Chiesa e lì ero rimasto.

Keep The Faith dicevi, tu.

Tu, gran bastardo, eh. Un cazzo me ne faccio dei tuoi testi sparati al vento, di quei sorrisi di circostanza che mi ordinavano di continuare a farcela per il gruppo, di quei pochi momenti felici, di quelle poesie dedicate che facevano strepitare i tuoi, i vostri (i nostri?) fan...

Non me ne faccio niente di quella voce che odio e che mi assale la mente ricordandomi l'ennesima sgridata fuori controllo:

"Tu non prendi le cose seriamente. Non lo capisci, vero? Sei uno stronzo, non possiamo mandare tutto a puttane per te! Ma chi cazzo ti credi di essere?"

"Ehi amico, capita a tutti di ubriacarsi, lascialo stare." si era intromesso David, come sempre.

"Non lo devi difendere, io..."

"Già Dave, lascia stare, non serve... tu invece, chi credi di essere cosa, Jon? Dai... dimmelo tu! Io... io sto male, non trovo più niente d'importante che riesca a farmi continuare, non ho importanza in questo gruppo... non... mi fa male, mi fa male.. cazzo, perchè non lo capite?"

"Capire... cosa?" ecco, è proprio quando ti senti dire da uno dei tuoi presunti migliori amici, una domanda... una risposta del genere che cadi giù, in una depressione, in uno stato comatoso senza precedenti e per tirarti su riesci solo a fare due cose: ubriacarti o pregare.

Livin' on a Prayer peccato, seriamente un peccato che io non sia riuscito mai in questo intento. Ed allora solo per far passare quel turbamento, quell'incidente, ciò che tutto stava succedendo in così pochi mesi che io bevevo, bevevo senza un freno, senza più sentire quel dolore allucinante...

Dolore... scommetto che non sapete cosa significa voi altri. Scrivete testi sul dolore, sulla tristezza, su come uno possa sentirsi perso senza amore, ma... non sapete di cosa parlate, sul serio; davvero, è snervante che siano parole vuote per me. Ma un tempo non me ne preoccupavo poi così tanto, in fondo ero come voi.

Chiusi gli occhi, lacrime grigiastre mi pervasero l'animo impastandomi la bocca di quel sapore salato che odiavo. La pioggia cadeva giù, dolcemente, rigando il mio volto, irruenta bagnando i miei stivaletti sbiaditi e delicata su i palmi delle mie mani.

Quella pioggia, che ne ero certo, piangeva per me.

..........

Con il mio cappotto nero, zuppo d'acqua e alcool, curvandomi un po' per ripararmi dal vento freddo che tirava, ritornai in Hotel.

L'ennesima stella cadente solcò quella notte scura da dopo concerto: guardai il cielo, che si stava lentamente schiarendo da quel griggiore pallido delle nuvole, mentre le macchine sfrecciavano ad una velocità che mi sembrava inconcepibile, o forse era solo il troppo abuso di alcool che mi faceva sbandare ansiosamente.

No, non posso suonare, non potrò farlo mai più... non ci riesco, non... dannazione! Questo il mio unico pensiero, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre dolorante guardavo il mio braccio e mi chiedevo perchè tutto questo fosse accaduto proprio a me.

Piansi; perchè piangevo, diamine? Cosa c'era di sbagliato in me..? Non era colpa mia se stavo perdendo la voglia di vivere e lo sconforto sembrava il mio unico amico interiore...la mia unica arma a doppio taglio.

"Tanto- risi, forse per l'effetto di quella sbornia incosciente -Vivranno anche... senza di me. Un cazzo di basso, lo trovi dappertutto."

Ero io, io soltanto, che non potevo... vivere senza di loro, bella merda. La mia Bad Medicine: soffrivo e non lottavo, innutile lottare in qualcosa in cui non credi più, che non puoi fare senza farti del male, ma continuare a forzarti per farla...  solo per loro. O forse, ecco, aver paura di lasciarla... quella musica Rock che m'aveva accompagnato tutta una vita e che ora, dovevo ammetterlo, non poteva più farne parte.

Singhiozzai, mentre spingevo le porte girevoli di quell'albergo ed entravo finalmente nella Hall cercando la mia camera mentre sorgeva l'alba che aveva fatto aspettare molti. C'era chi, a quell'ora, doveva odiosamente alzarsi per andare al lavoro, bimbi che iniziavano a capire che fra un po' sarebbe suonata la sveglia, mamme che si preparavano per pulizie di primavera o guardavano l'ennesima replica in tv dopo una notte in bianco a fianco dei loro figli, e nonni, buoni come i miei, che facevano sorprese dal sapore nostrano di quel pane fatto in casa.

Clac

Aprii la stanza e li ritrovai dormienti, adaggiati chi con la testa sulle gambe del tavolo e chi sul divanetto di velluto, fra spartiti scritti e quasi pronti con nuovi testi: sicuramente non mi avevano avvertito che era pronte nuove canzoni, o forse ero sin troppo ubriaco per ricordarmene se mai me l'avessero detto.

Buffo, ho sempre voluto essere una Rockstar, ed ora che lo sono... non posso esserlo più. Del resto... la mia storia deve pur finire, chissà quando, chissà come. 1994

Never say Goodbye? Forse no, forse sì, chissà cosa farà il destino, giocherà ancora con la mia vita? -Oggi stavo seriamente pensando troppo e tramutando sin troppe volte il mio stato d'animo. Le sbornie tristi, ah quanto le odiavo, Dio!-

Li guardai un'ultima volta. Maybe Tomorrow... ci saremmo visti, avremmo parlato, discusso, ma ora... 

Ehi no, non sembravate manco lontanamente ciò che eravate diventati; sembravate ... "Ancora i miei fottuti amici che sono disposti a tutto pur di farla franca e vincere..." mormorai cercando con lo sguardo quei sorrisi, quelle risate, quelle stronzate fra le loro smorfie assonnate, quei tratti conosciuti di ognuno di loro che ancora mi trasmettevano mille ricordi.
Quei ragazzi dal viso chiaro e vigile, senza l'amarezza del successo, del denaro, dei tour, della bella vita...

Jon, Richie, David, Tico... Grazie... grazie di tutto, davvero. Anche per avermi sfrattato.

Abbozzai un sorriso, mi stavo odiando per non riuscire a sopportare più quel dolore, nè la rabbia, nè loro. Che preferivo una sigaretta ad una loro parola.

Io non riesco a salvarmi, non posso... non so salvarmi. Andarmene? Oh sì, forse sarebbe una soluzione... una condarda trovata ma pur sempre una decisione presa con il cuore.

Richiusi la stanza alle mie spalle: no, non era più quello il mio mondo. Sospirai con ansia Non potevo continuare così, faceva troppo male, troppo fuori e dentro di me. Con passo felpato, restituendo le chiavi al proprietario, mi diressi fuori incespicando nei miei stessi passi mentre con una mano mi scompigliavo quei capelli castani.

Urlacchiai qualcosa di insensato girandomi fortemente la testa, sicuramente per tutte quelle bottiglie che avevo scolato sino all'ultima ma, ciò nonostante, accesi una sigaretta e guardai il sole trasparire fra quegli stupidi grattacieli che oscuravano la vista del nuovo giorno.

Sbuffai e strofinai le mie mani callose, riscaldandomele da quel freddo pungente di un nuovo giorno. Mani di un bassista, le mie, dai polpastrelli distrutti per colpa del mio caro strumento a corde che tanto amavo e tanto dovevo dimenticare.

Ma del resto...

Stivali rossi. Alec sarà sempre e solo ricordato per degli stupidi stivali rossi e mille lustrini...

...........





Enjoy! Allora, che dire: questa One Shot è su ALEC JOHN SUCH per chi non lo sapesse, la creatura fantasma che ho descritto e che non conosce, era sì...un membro dei Bon Jovi. Non si è, sinceramente, mai chiarito il motivo per cui volle uscire da questo famosissimo gruppo, ma i motivi possono essere molteplici, almeno dal mio punto di vista.

Mi scuso in anticipo se non è granchè come risultato, ma più che descrivere lui, o descrivere Jon Bon Jovi, Richie Sambora e così via... volevo far vedere cosa gli passava per la testa, perchè beveva... i motivi. Almeno spiegarlo un po'...

È piccola, rispetto ai miei normali standard, come One Shot, ma quello che volevo scrivere... più o meno sono riuscita ad esprimerlo. Insomma, tutti si ricordano di Jon, ma di Alec chi è che si ricorda? Cosa veramente ricordiamo di lui? Il suo modo di suonare, il suo basso...

...O, percaso, il suo cappotto nero, i suoi stivali strani...? Ecco, è così triste questa reale usanza di ricordarlo solo come "colui che abbandonò i Bon Jovi" e se, in teoria, invece...gli eventi fossero "Ma anche i Bon Jovi abbandonarono Lui?" del resto a me piace il gruppo, quindi non sto andando contro di loro, ma seriamente la domanda ...c'è sempre.

Grazie di cuore alla Verò che mi ha spronata dicendomi che le piaceva (ah, ehi, prendetevela con lei che le è piaciuta... e a voi no xD) e grazie, beh sì lo ammetto, alla mia ispirazione che stavolta NON è andata a puttane.

Vi saluto, Giò.





   
 
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