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Autore: londonlilyt    16/12/2005    1 recensioni
"I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato, quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera. Lui sorrise sicuro,facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei, come in una morbida carezza, mentre il sorriso si allargava facendogli brillare le pupille scure come il peccato...." L'idea di questa ff mi e' venuta dopo aver visto Mr.&Mrs Smith, quello con Angelina Jolie e Brad Pitt...non l'avete visto!! e che aspettate!! alla fine, indipendentemente dalle vostre preferenze sessuali, ve li fareste tutti e due! Quindi i nostri due protagonisti sono due spie, lei e' una freelance lui invece lavora per il governo inglese, le loro strade si incontrano un giorno per caso e da quel momento scoppia il putiferio.....
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lei lo senguì in silenzio, non sapeva come reagire al suo modo di comportarsi, passava dallo spensierato al serio in un battito di ciglia, ed ora si comportava come se nulla fosse successo tra loro al tavolo.

Aveva fatto pochi passi quando Etienne si fermò per salutare qualcuno.

-Marco! Ci porti a fare un giro?-

Sasha adocchiò con occhi sgranati la gondola che stava ferma sul canale.

-Riccardo amico mio! Sali, Sali!- rispose l’uomo gioviale.

Lei lo guardò con un soppracciglio alzato e una muta domanda nello sguardo, Riccardo?

-Siamo in incognito suor Giulietta, non te lo dimenticare- le bisbigliò in un orecchio prima di saltare nella barchetta –allora, non vieni?-

Sasha guardò scettica il guscio di nocciolina che galleggiava e il gondoliere che avrà avuto almeno cent’anni, e aveva l’aria di uno che stava per schiattare da un momento all’altro.

-Non morde te lo posso assicurare- le tese una mano per aiutarla a salire.

Lei la prese e saltò dentro, perdendo momentaneamente l’equilibrio quando la gondola ondeggiò, non era facile rimanere stabili con i tacchi che indossava, ma lui le avvolse un braccio intorno alla vita stringendosela contro.

-Tutto bene?-

Non capì la domanda, sentiva solo l’alito caldo di lui che le solletticava il collo e il calore del corpo solido premuto contro il proprio, cercò di fare un profondo respiro per riprendere il controllo, ma finì con inspirare l’odore di lui che le fece quasi girare la testa, il dopo barba misto a quello suo personale, oh mio Dio! Come poteva un semplice profumo stordirti a quel modo?

-Sei sei pronta possiamo andare Sasha?- le chiese poi.

-Eh...? Si certo- in tutta fretta si mise seduta lontana da lui, con i sensi ancora scossi e il corpo che formicolava in tutti i punti in cui aveva toccato quello di lui, mentre un campanellino di allarme si metteva a suonare nella sua testa segnalando pericolo.

Non avrebbe dovuto bere vino a cena, pensò, l’alcol non fa bene, rallenta le funzioni cerebrali, ecco cosa era appena successo.

Il gondoliere si mise a remare, portandoli lentamente lungo i canali di una Venezia illuminata in parte dai lampioni e in parte dalla luna piena, che brillava nel cielo estivo trapuntato di stelle, era la notte ideale per incantare e lasciarsi sedurre.

Etienne si stiracchiò languido, allungando le braccia sopra la testa, trucco vecchio e banale, ma vediamo se riusciva a metterle un braccio attorno le spalle senza perderlo...

-Se solo ti azzardi te lo amputo quel braccio!-

Apparentemente no, seccato incrociò le braccia sul petto osservando di sbieco la sua compagna che sedeva rigida accanto a lui guardando fisso davanti a se, come se all’orizzonte ci fosse qualcosa di estremamente interessante. Le dava altri cinque minuti, nessuno poteva resistere alle gondole di Venezia.

-Che ne dici di una canzone Marco?- gridò Etienne al gondoliere che non se lo fece ripetere due volte, ed iniziò a cantare con una voce stranamente piacevole per uno di quell’età.

“È dolce sognare e lasciarsi cullare

nell’incanto della notte....

Le stelle d’or con il loro splendor sono gli occhi della notte....

Sei vicino al tuo amore che a te si stringerà

La notte con la sua magia quanti cuori unir saprà....”

Il suo italiano era un pò arruginito, ma aveva la vaga sensazione di conoscere la canzone e  incuriosita guardò Etienne che la stava canticchiando sommessamente.

-Da dove le pesca Marco certe canzoni? Per quel che ne so, questa potrebbe parlare di maiali e capre che brucano l’erba-

-Marco ha un repertorio molto variegato- rise –e no, la canzone non parla di capre che brucano l’erba-

Silenzio.

-Allora?- chiese spazientita dalla mancanza di ulteriori informazioni.

-È la colonna sonora del film della Disney “Lilli e il vagabondo”-

Silenzio.

-Ti piacciono i cartoni animati?- il tono di voce derisorio.

-No mia cara- poi puntualizzò offeso –ma è quello che ti becchi quando vai a trovare i tuoi nipotini di tre e cinque anni, Disney fino alla nausea-

-Hai dei nipotini?- chiese allibita.

-E una sorella, e una madre e un padre e degli zii e dei cugini,- continuò divertito dallo sguardo sgranato di lei –davvero, da dove credevi che venissi da sotto un cavolo?-

-No e che non credevo che un lavoro del genere ti permettesse il lusso di una famiglia- lei la sua neanche se la ricordava più, e il fatto che tutti la credessero morta certo non aiutava.

-In effetti no, cerco di stare lontano da loro il più possibile- la tristezza gli velò momentaneamente lo sguardo –ma vedo di non perdere le grandi riunioni annuali, come il Natale-

La sua fantasia infingarda scelse quel momento per produrre un immagine di Etienne, che seduto davanti al camino, leggeva una favola di Natale ad una bimbetta dai coloriti scuri come i suoi che beatamente si succhiava il pollice, mentre i riflessi del fuoco innondavano entrambi di luce dorata.

Sbatté più volte la palpebre eliminando la scenetta dalla sua mente, da dove saltava fuori? Doveva ripristinare l’equilibrio al più presto, le cose tra loro stavano diventando troppo intime, se continuava così presto le avrebbe proposto di conoscere sua madre!

-Sai- le disse lui in tono casuale –dovresti venire con me a conoscere mia madre, lei ti adorerebbe, come il piccolo cactus che ha in cucina!-

-Eh no...-

Si girò di scatto pronta a saltare in acqua, il rischio della salmonella era meglio di quello che stava succedendo in quella gondola.

-Aspetta!- rise lui afferandola per la vita e sedendosela vicino –stavo scherzando! Sei molto prevedibile lo sai?-

-Non era divertente!- lo rimproverò tagliente, mentre la sua risata profonda le faceva correre dei brividi lungo la schiena.

-Si che lo era, solo che tu sei troppo acida per apprezzare battute di spirito!- stava ancora sorridendo, ma dentro gli era scoppiato l’inferno.

Le sue mani erano ancora posate attorno la vita di lei, poteva sentire il calore della sua pelle attraverso il cotone sottile dei vestiti, le era così vicino che avvertiva con chiarezza il suo profumo, delicato e leggermente fruttato, da fargli venire la pelle d’oca.

Le loro teste erano a pochi centimetri l’una dall’altra, se si fosse girata ora le loro labbra si sarebbero trovate ad un soffio dallo sfiorarsi, gli ci sarebbe voluto molto poco per baciarla, baciarla come aveva voluto fare da quella sera del loro incontro a Monaco, quando l’aveva trovata con la faccia gonfia e bisognosa di cure, nonostate lei avvesse protestato a gran voce del contrario, aveva scoperto che gli piaceva tanto quando era tutte spine.

-Non è vero...- si bloccò a metà frase, girandosi di scatto si era ritrovata ad un soffio dal volto sorridente di Etienne.

Mio Dio! Visto da così vicino era da togliere il fiato, i suo occhi scuri sembravano ancora più profondi del solito, il respiro caldo di lui le sfiorava delicatamente il viso facendola rabbrividire, all’improvviso le venne l’impellente desiderio di accarezzare i lineamenti decisi del suo viso con le dita, la guancia liscia rasata di fresco, i mento leggermente a punta, e le labbra. Per quelle labbra una donna sarebbe stata disposta a vendere l’anima.

-Cosa credi di fare?- ma era sua quella vocina sottile?

-Nulla-

-Bene, perché altrimenti non...-

Non ebbe occasione di finire la minaccia che stava per formulare, perché le labbra di lui l’avevano istantaneamente zittita.

Caos. Quello che le era appena scoppiato nel cervello era caotico e incontrollabile caos, tutta l’attrazzione che provava per lui e che aveva represso in tutti questi mesi le esplose dentro con la violenza di una bomba.

Etienne a mala pena riuscì a trattenere un gemito di trionfo, la stava baciando ed era ancora vivo per raccontarlo.

Lentamente con una mano le accarezzò la schiena, fino a fargliela scivolare dietro il collo, che pelle morbida aveva, con il pollice le sfiorò un punto sensibile sotto  l’oreccchio, sentendola trattenere bruscamente il respiro, mentre con le carezze umide della sua lingua cercava di farle perdere completamente la testa.

Sasha era troppo sorpresa per reagire, anche se una vocina nella sua testa gridava decisa “sparagli! Sparagli!”, il suo corpo se ne infischiava altamente e rispondeva allegro “era ora!”, crogiolandosi nel calore che quel bacio e quelle carezze le stavano facendo nascere dentro.

La gondola andò a sbattere con un tonfo contro la banchina rompendo l’incantesimo, sembrava che fossero arrivati alla loro destinazione.

Lei si staccò di scatto, guardandosi attorno con l’espressione di un animale che si sente in trappola, il cuore le stava battendo ad un ritmo frenetico e aveva il fiato corto, cosa diavolo le era preso? Come aveva potuto cedere a quel modo?

-Siamo arrivati- le fece notare lui piano.

-Dove?- poi la vide, qualche metro più in fondo stava l’entrata del suo albergo.

Districandosi dal suo abbraccio saltò fuori dalla gondola rivolgendogli uno sguardo omicida.

-Scordatelo! Fatti a fare una doccia fredda!- elargito il consiglio girò di spalle e si allontanò con passo instabile dalla gondola.

-Aspetta testona!- le gridò dietro lui, cercando di raggiungerla dopo aver pagato il gondoliere –grazie Marco, alla prossima-

Saltò anche lui sulla banchina e le corse dietro.

-Sparisci Casanova da quattro soldi!- era furiosa, ma con se stessa, come aveva potuto abbandonarsi a quel modo, per un misero bacio!

Bhè tanto misero non era visto che era riuscito ad accenderla come un fiammifero!

-Ti vuoi fermare!-

L’afferrò per un gomito cercando di trattenerla e preparandosi a parare qualsiasi colpo letale che gli sarebbe arrivato, e non fù deluso, infatti nel girarsi lei cercò di sferrargli un pugno micidiale dritto in un occhio, e lui in risposta le afferrò entrambi i polsi e glieli bloccò dietro la schiena.

-Credi davvero che se volessi farti seriamente del male mi fermerebbe una presa da femminuccia come questa?-

-No, ma confido nel tuo buon cuore che lascerai in pace i gioielli di famiglia, ci sono molto affezionato-

-Lasciami andare, il nostro appuntamento finisce qui!-

-Dimmi perchè stai scappando a questo modo?- il bacio sulla gondola le era piaciuto tanto quanto era piaciuto a lui, ed ora non capiva questa fuga improvvisa.

-Io non scappo- puntualizzò –solo perchè ti ho permesso insignificanti palpeggiamenti al chiaro di luna, non significa che la serata debba finire in una camera d’albergo!-

-Devi smettere di frequentare scaricatori di porto mia cara. IO non palpeggio!- non gli piaceva l’idea di vedere sminuito così quello che si erano scambiati pocanzi.

-Senti,- iniziò cercando di mantenere un tono ragionevole –ci siamo divertiti, è stato interessante, ma ora ognuno per la sua strada-

-Va bene- rispose prontamente lui.

Lei rimase di sasso, “va bene”? Cedeva così, senza lottare, senza una protesta, senza...senza convincerla a passare la notte con lui! E a che cosa era mirata allora tutta quella dimostrazione di virilità maschile sulla gondola? A farla impazzire?

-Va...va bene?-

-Certo- poi il sorriso sornione fece la sua comparsa –ma prima mi devi dare il bacio della buona notte no?-

Ahhh! Ecco dove stava l’inganno!

-Te lo puoi anche....- ma non finì.

Ecco, non era giornata, se diceva qualcosa che non gli andava la zittiva in maniera molto efficace.

Etienne aveva deciso di prendersi il bacio della buona notte nonostante tutte le sue proteste!

  
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