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Autore: Demsmuffin    07/01/2011    7 recensioni
“Papà?”
“Dimmi amore”
“Ami ancora mamma?”
“La amo come la prima volta che l’ho incontrata.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You’re the best thing that’s ever been mine

 
I miei occhi scrutavano intensamente ogni persona che mi circondava. C’erano persone che non avevo mai visto, persone di cui conoscevo a mala pena il nome, persone a cui darei persino l’anima, persone che conoscevo come le mie tasche e poi… mio fratello. Era in piedi accanto a me, con la braccia incrociate sul petto e sbuffava.
“ Cosa c’è, Joseph?”
Era lui il fratello maggiore, ma sembravo molto più maturo io. I nostri amici. Molti li avevamo in comune, pensavano che io fossi quello che si prende cura del fratello maggiore e non viceversa, come sarebbe normale fare.
“ Voglio una sigaretta. Tu non fumi, che palle.”
Lo guardai torvo e prima che potessi dire una sola sillaba mio fratello si era già diretto da un suo amico, che si stava accendendo una sigaretta.
“L’autobus tarda ad arrivare.”
Disse lui subito dopo, quando tornò soddisfatto con una sigaretta. Tirò e poi soffiò il fumo in faccia a me. Mi allontanai e cominciai a tossire. Non avevo mai sopportato il fumo, non ci vedevo niente di bello, non capivo come quasi tutta la gente che mi circondava avesse questo vizio.
“ Sei un idiota Joseph”
“E tu uno sfigato. Non hai mai fumato.”
“Fumare una sigaretta non significa essere fighi, ma coglioni.”
“No, è il contrario fratellino”
“Ti odio”
“Oh ecco l’autobus”
Per carità, non fraintendetemi. Adoro mio fratello Joe, ma a volte lo ucciderei. Buttò la sigaretta e la spense mettendoci il piede sopra. L’autobus si fermò a pochi centimetri da una splendida ragazza con i capelli neri, che ovviamente salì per prima. Non vedevo l’ora di essere a casa, con la mia chitarra. Era stata una giornata molto stressante a scuola e volevo solo riposare.
“Speriamo di trovare posto”
Mio fratello mi spinse verso l’autobus tra l’ammasso di gente o io mi ritrovai dentro, non capendo come. Mi guardai attorno. C’erano due soli posti liberi: uno accanto a un certo Marcus, amico di mio fratello più che mio, e l’altro accanto alla splendida ragazza dai capelli corvini, che era intenta a cercare qualcosa nel suo zaino.
“Posso sedermi?”
A chi lo avrei potuto chiedere se non a lei? Era stato il gesto più significativo della mia vita. Se lo avessi chiesto a Marcus, le cose sarebbero andate diversamente.
“Si, siediti, siediti.”
La sua voce non era come mi aspettavo, era molto meglio. Una voce calda, squillante ma allo stesso tempo dolce. Mi sedetti e mio fratello era dietro di me.
“Non voglio stare in piedi”
Borbottò a me.
“Vedi che ci sono i posti liberi,”
“Non ce ne sono, coglione, altrimenti non sarei qui in piedi, non ti….”
“Hey Joe! Qui è libero”
La voce di Marcus la sentirono tutti.
“Oh, guarda chi c’è. Ci vediamo a casa fratellino”
Detto questo, si diresse verso Marcus, facendo ridacchiare la ragazza che avevo accanto. Mi girai verso di lei e sorrisi. Lei tornò sul suo zaino. Frugava dentro tra i vari oggetti quasi con nervosismo, cercando qualcosa che in quel momento doveva essere di fondamentale importanza. I suoi capelli scivolarono giù, lungo il viso e lei, sbuffando, li mandò indietro. I suoi occhi erano neri come i suoi capelli. Avevo un trucco leggero, non troppo marcato ne troppo pesante la stava perfettamente. Le sue mani erano ben curate, unghie abbastanza lunghe, laccate di nero anche quello. Aveva un fisico da modella, era altra e capelli liscissimi le cadevano lungo le spalle come fili liberi e leggeri. Notai le sue scarpe, converse, nere. Notai che tutto quello che possedeva era nero. E poi vidi sul suo zaino una scritta che recitava quello che probabilmente era il suo nome, Selena. Uno dei nomi più belli al mondo.
“ Mi stai fissando da due interi minuti e non ti sei accorto che l’autobus è partito.”
Guardai fuori dal finestrino e mi accorsi che le case, gli alberi, la strada si stavano muovendo veloci, senza che io potessi definirne i contorni e io non me ne ero accorto.
“Scusami, se ti do fastidio smetto.”
Lei, con mio grande stupore, scosse la testa.
“Non mi da fastidio, mi lusinga. Ma mi chiedo se non ti annoi a guardarmi.”
“Annoiarmi? Sei una delle più belle ragazze che abbia mai visto, perché dovrei, Selena?”
Le lanciai un sorrise che lei ricambiò con un cambiamento della voce, ora era ancora più seria.
“Sai il mio nome? Cosa sei un maniaco?”
Scoppiai in una sonora risata e la gente attorno a noi si girò per guardarmi, ma io guardavo solo lei. Era una delle ragazze più belle e impulsive che avessi mai incontrato. Lei sembrò irritata.
“L’ho letto sullo zaino, sono un ragazzo per bene.”
Dissi, rilassandomi. Mi sentivo a mio agio, per la prima volta, con una ragazza. Non ero un esperto, affatto, gli esperti erano i miei fratelli. Lei chiuse lo zaino e sembrò sentirsi tranquilla, o frse era quello che volevo vedere.
“Bravo sai leggere. Non sei un tipo tutto fumo e niente arrosto.”
“ Che vuoi dire?”
“ Che sei molto carino e la maggior parte dei ragazzi carini non sa neanche leggere… Forse è nell’altra tasca…”
Aprii l’unica tasca in cui non aveva ancora cercato e tirò fuori un i.pod della Apple e mi fece uno sguardo soddisfatto.
“ Ecco cosa cercavi.”
“E l’ho trovato”
Lo posò subito da dove lo aveva preso.
“Perché lo posi?”
“Sarebbe ineducato lasciare questa illuminante conversazione con te.”
Mi sorrise. Era la prima volta che vedevo il suo sorriso e non potevo chiedere di meglio. Era luminoso come una stella e brillava. Il sorriso più bello che avessi mai visto. Non saprei descriverlo tanto mi aveva colpito, ricordo solo che pensai che quel sorriso avrebbe potuto mandare fuori di testa Angelina Jolie.
“Tu sai il mio nome, ma io non so come ti chiami tu”
“Mi chiamo N…”
“No!”
Gridò lei, facendo girare tutte le persone dell’autobus verso di noi.
“Scusate”
Fece uno sguardo dolce e un sorriso a trentadue denti e la gente tornò a farsi i fatti loro e io provai solo ammirazione per quella ragazza. Mi faceva ridere, mi divertiva e ogni minuto con lei era una sorpresa.
“Devo indovinarlo io, mi piace farlo.”
“Vediamo…. N….”
I suoi occhi mi esaminarono dalla testa ai piedi. Si posarono prima sui miei ricci ribelli, che non riuscivo a tenere a posto, poi scesero fino agli occhi a forma di mandorla leggermente accennata e poi ancora mi guardò il petto, si soffermò un po’ troppo sulla mia parte bassa e poi scese alle gambe, mordendosi il labbro.
“Sei Nicholas.”
Sbarrai gli occhi. Scrutai me stesso in cerca di qualcosa in cui vi era scritto il mio nome, ma nulla. Quella ragazza mi piaceva sempre di più.
“Come diavolo…”
“Intuito femminile.”
L’autobus si fermò e lei sbuffò.
“Scendo alla prossima.”
“Anche io”
I suoi occhi presero a brillare e sorrise, evidentemente felice. Quella ragazza era un libro aperto, ma nello stesso tempo un mistero. Forse era questa la cosa che più mi era piaciuta di lei. La prossima fermata arrivò subito e trascorremmo quei cinque minuti guardandoci e sorridendoci. Feci scendere prima lei e poi scesi io. Ci fermammo sul marciapiedi e io dissi titubante.
“Mi piacerebbe vederti, qualche volta.”
“Vai fratellino, colpisci!”
L’idozia di mio fratello si faceva sempre riconoscere.
“Sparisci idiota.”
“”Scusa, scusa…
Joe mi sorrise e si piazzò davanti la porta di casa nostra, dove intravidi mia madre che stava sbirciando dalla finestra della cucina, con la tenda alzata.
“Anche a me piacerebbe vederti”
Mi rispose lei, come se mio fratello non ci avesse mai interrotto.
“Bene, allora… mi dai il tuo numero?”
Lei mi sorrise e mi dettò il numero, subito dopo averlo salvato le feci uno squillo per dargli il mio e dopo rientrato in casa le avevo già mandato un messaggio.
“Per favore, concedimi una cena domani sera. Se non accetti, farai il più grosso sbaglio della tua vita J”
Mi morsi il labbro inferiore subito dopo, sentendomi un idiota, ma lei sembrò apprezzare e in meno di un minuto mi arrivò la risposta.
“A una sola condizione… Dobbiamo essere solo io e tu J”
Sorrisi.
 
 
 
 
 
“Ecco come ho conosciuto la tua mamma, amore.”
Sulle mie gambe c’era la bambina più dolce e importante del pianeta, proprio come sua madre.
“Quanti anni avevate, papà?”
Il fuoco del camino cominciò a scoppiettare e la stanza a riscaldarsi, strinsi Marie ancora di più a me.
“Io quasi diciotto tua madre appena diciasette”
I capelli ricci di mia figlia si mossero, leggeri.
“Papà?”
“Dimmi amore”
“Ami ancora mamma?”
“La amo come la prima volta che l’ho incontrata.”
“Mi manca tanto”
I suoi occhi si fecero lucidi.
“Manca tanto anche a me.”
Una lacrima le scese giù e io gliela tolsi via con il pollice.
“Ma ti dirò una cosa”
“Cosa?”
“La mamma ora è in un posto felice, e sta bene. E poi…” Le portai una mano all’altezza del cuore, mentre con l’altra continuavo a reggere mia figlia per non fa cadere. “Lei è sempre qui, con te e con me. Non ci hai mai lasciato e mai lo farà”
Una seconda lacrima le scese giù, seguita da un’altra. Una bambina di sei anni non si merita questo. Selena non si meritava questo. Guardai le foto sul camino. C’era lei che sorrideva, sorrideva come sempre. Niente e nessuno le avrebbe mai potuto togliere quel sorriso dalla faccia, nemmeno il tumore che le aveva invaso il cervello, portandola via da me e da mia figlia per sempre.


Note dell'autrice...
Be se non avete capito la One shot parla di Nelena (Capitan ovvio) adoro questa coppia e si, adoro questa one shot. Devo dire che è la mia preferita tra quelle che fin ora ho scritto...  Volevo qualcosa di tenero e romantico e ci sono riuscita. Ho immaginato loro due come due ragazzi normali in una situazione normale... e Joe, be lui è sempre il solito deficiente, cosa potevamo aspettarci? Spero vi piaccia, ringrazio chiunque legga e chi mette le mie one shot tra le preferite, non sapete quanto mi faccia piacere *w* Qualche recensione qui non mi dispiacerebbe :) A brave posterò una FF e mi piacerebbe avere il vostro consenso perché ci sto mettendo l'anima... Baci, Wendy :)
   
 
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