Vodka
alla fragola.
Era
rovinato.
Era
terribilmente rovinato.
Era così
rovinato che nessuna parola a questo mondo avrebbe mai potuto descrivere quanto
era rovinato.
Guardò
il soffitto con aria sconsolata, chiedendosi perché signore, perché? Perché il suo magnifico corpo doveva essere
una calamita per guai così potente?
Alle
volte non se ne capacitava.
Poggiò
una mano sulla schiena di Finn, battendola ripetutamente –Finn- sussurrò con
voce rotta – pesi come un vecchio frigorifero anni ’90.
- Ah?-
Finn alzò il capo sorridendo in maniera beota. Cioè, in maniera più beota del
solito.
Sempre
se ciò potesse essere possibile.
Ma bastò
guardare quella faccia così adorabilmente idiota per capire che non poteva
semplicemente rotolarlo sul pavimento con un colpo ben assestato e poi farlo
rotolare fino al suo letto a calci.
Però
poteva prenderlo a gomitate.
Affondò
il gomito più volte nel costato di Finn, cercando di fargli quanto più male
fosse possibile. La sua unica arma erano le ossa sporgenti, in fondo. Perché
non usarle?
Finn si
sollevò sui gomiti, consentendogli (finalmente) si espandere la cassa toracica
e prendere una sana boccata d’aria.
- Perché
mi hai colpito?- domandò il ragazzo con un broncio delizioso disegnato sul volto.
“Non volevo assolutamente colpirti, anzi,
puoi benissimo tornare dov’eri prima, ma ti prego, smetti di fare questa
faccina adorabile, mi viene voglia di metterti un fiocco con una campanella al
collo e chiamarti Pallino.”
Finn
crollò nuovamente sul suo petto, avendo cura di mozzargli il fiato con tutto il
suo peso.
Kurt
lasciò tornare la mano sulla sua spalla e tornò a fissare il soffitto, cercando
d’ignorare il fiato caldo all’odore di vodka di Finn contro il suo collo,
cercando di pensare ad altro.
Soprattutto
perché Finn aveva appena deciso che strusciarsi su di lui (in maniera del tutto
scomposta e idiota ma non per questo non eccitante) fosse una splendida idea.
Ora,
com’è che si faceva?
Ah, sì:
suo padre vestito da capo apache che ballava col tacchino del ringraziamento in
testa e un trinciapollo attaccato alla cintura, suo padre vestito da capo
apache che ballava col tacchino del ringraziamento in testa e un trinciapollo
attaccato alla cintura, suo padre vestito da capo apache…
Non era
mai successo, ma il solo pensiero gli ammosciava persino i capelli.
Sospirò
di sollievo, ritrovandosi la faccia di quel cretino di Finn Hudston proprio
davanti alla sua – Finn, non è che ora pesi meno, sai?
- Ah-ah?
Okay. Da
ubriaco Finn era meno sveglio del solito, se ciò era possibile. – Finn, santo cielo, o te ne vai o te ne vai!
- Scelgo
la seconda opzione~- chiocciò il moro strusciando il viso contro il suo collo.
- Non mi
sembra che tu te ne stia andando.
- Andarmene?
Aspetta, non mi avevi proposto di bere della tequila ghiacciata?
- Non
immaginarti troppe cose, al criceto nel tuo cervello potrebbe venire un embolo
se lo sottoponi a troppo lavoro.
Finn
ridacchiò a bassa voce contro il suo viso e Kurt si sentì avvampare in maniera
decisamente poco regale.
- Finn-
annaspò, cercando di spingerlo via – non respiro!
Finalmente
il criceto nel suo cervello decise che era ora di tornare a correre sulla
ruota, facendo sì che il neurone di Finn partorisse una piccola, solitaria e
luminosa idea: rotolare al suo fianco.
Era
sempre troppo vicino, ma per lo meno ora respirava.
Finn
strusciò il viso contro la sua spalla, ridacchiando in maniera idiota – Quanto
hai bevuto?- domandò Kurt dopo aver ripreso fiato.
- Solo
un bicchierino. O erano due?
- Magari
tre.
- No,
sono sicuro che fossero quattro.
- Ma
facciamo pure cinque!
- Sette.
Sette è la mia ultima offerta.
-
Aggiudicato. Vado a prenderti una bacinella, non vorrei vederti vomitare sul
mio pigiama di seta.
- Ma
perché compri pigiami di seta?- Finn strofinò di nuovo il viso rosso sul suo
bel pigiama di seta color avorio – Sono morbidi, ma sono uno spreco di soldi,
Kurt.
- Perché
a questo mondo c’è gente che non si accontenta di una canotta sbrindellata e un
paio di boxer con le toppe di BeepBeep, Finn.
- Ma a
me BeepBeep piace!
- Ti
piace anche la nutella sui cetrioli e Rachel Berry, Finn. I tuoi gusti sono
orridi per definizione.
Finn
rise di nuovo, poco conscio della natura non propriamente lusinghiera della
frase. Affondò la testa sotto la sua ascella e poggiò il braccio sul suo petto,
facendo risalire la gamba destra sulle sue in quella che doveva essere
l’imitazione di una donna. O, vista la grazia
e la sensualità, stava imitando
Rachel Berry.
- Finn-
sussurrò a mezza voce sforzandosi di guardare il soffitto come se vi fosse
rappresentata l’intera squadra di modelli dell’ultima sfilata di DSquared – mi spieghi cosa stai facendo?
- Mi
sto’ solo mettendo comodo- cinguettò Finn con una voce resa deliziosamente
garrula dall’alcool (dov’è la sua videocamera? Non ne ha mai avuto bisogno come
ora. Il video di Finn che chioccia come una gallina spalmato su di lui sarebbe
potuto essere la sua più grande fonte di consolazione e riso per i secoli a
venire) - non posso?
- Certo
che puoi. Mi sto’ solo chiedendo dove ho messo lubrificante e preservativi.
Vista la situazione potrei anche approfittarne e portarti via l’ultima
verginità che ti rimane, no?
Si voltò
verso di lui per vedere se il suo attacco aveva sortito effetto. Santo cielo,
Finn aveva lo stesso sguardo di Brittany quando scriveva “sombrero” come risposta a ogni singola domanda di spagnolo.
E quel
che era peggio era che sembrava particolarmente fiero di ciò.
- Oh, al
diavolo.- latrò Kurt rotolando sopra il suo ubriaco, felicissimo e più
rincitrullito del solito fratellastro – La tua stupidità è qualcosa di amabile,
lo sai?
Finn
allargò il sorriso – Mi piace la vodka alla fragola, sai?
Kurt
sorrise a sua volta, baciandolo su una guancia – E se questi sono gli effetti
farò sì che tu ne abbia sempre una scorta a disposizione per qualsiasi
evenienza.
Finn
mugolò di dolore, cacciando poco delicatamente la giacca tra la sedia e il
proprio sedere. Santana lo guardò con un sogghigno – Troppo sport, Finn?
- Penso di
essermi strappato un muscolo- disse agitando il sedere in cerca di una
posizione comoda – l’altra sera, quando siamo andati a bere tu ed io.
- E già-
esclamò Kurt sedendosi accanto a lui con un sorriso – era davvero uno strappo
tremendo.
Santana
gli rivolse un rapido sorriso prima di tornare a guardare il suo spartito. Ora
lei e Kurt Hummel potevano dire di avere qualcosa in comune.
A.Corner___
Non
linciatemi, ve ne prego.
Non sono
pazza. Non ancora, direi.
O forse
sì?
Chi lo
sa.
Comunque,
ho scritto questa cosa e… ne sono mediamente orgogliosa (ù.ù).
Kurt e
Finn sono sicuramente la mia coppia preferita in Glee e regnano incontrastati
su tutto.
Blaiee?Dave?
Chi
sono?
Non li
ho mai visti.
Davvero.
Mamma
FOX deve far scopare violentemente Kurt e Blaise proprio davanti alla
telecamera se vogliono che io riconosca la sua esistenza ù.ù
Ora le
fan di Blaise mi linceranno (o.o).
Pace,
morirò felice ù.ù
Sì, è
successo tutto quello che vi state immaginando. Tutto.
Sì,
c’erano anche i teletubbies che facevano ciao dalla porta e quella strana
aspirapolvere che girava qua e là.