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Autore: Katherina Petrova    09/01/2011    6 recensioni
"...riprese a baciarla e questa volta Elena si lasciò trasportare dall’impeto della passione. Era sempre stata attratta da Damon, nonostante amasse suo fratello Stefan, e adesso che lui la stava tentando così esplicitamente non sapeva come resistergli.
Il vampiro si alzò dal divano e la prese tra le braccia. In meno di mezzo secondo Elena si ritrovò adagiata sulle soffici lenzuola del letto di Damon.
Le labbra di lui ripresero il loro lavoro e, senza che la ragazza se ne accorgesse, si posarono sul suo collo.
Elena sussultò.
-Non ho fame, per ora- disse sarcasticamente Damon e rise divertito.
-Non sei divertente- ansimò Elena e questa volta fu lei a baciarlo con avidità.
Sapeva bene ciò che di lì a poco sarebbe accaduto ed era cosciente del fatto che anche se avesse voluto fuggire da Damon non ci sarebbe riuscita e di certo non avrebbe voluto...."
Elena infine sceglierà l'amore di Stefan o la passione di Damon?
E Stefan scoprirà ciò che è accaduto tra la sua ragazza e suo fratello un giorno in cui lui non era in casa?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ragione e Sentimento

1:Questo a Stefan non lo diciamo

Un nebbia fitta e bigia avvolgeva nel suo manto spettrale Mystic Falls.

Una ragazza dai capelli lisci come la seta suonò al campanello di una casa grande e antica. Batteva impazientemente il piede destro per terra, facendone echeggiare i piccoli e veloci rumori ritmici.

Non passò più di mezzo minuto che la porta si aprì.

Un ragazzo moro dagli occhi grigi come il cielo plumbeo era fisso sulla soglia dell’uscio, il gomito destro poggiato allo stipite della porta e la mano sinistra sul fianco.

-Ciao, Elena- disse con voce malevola.

-Ciao, Damon – rispose la ragazza di rimando e l’osservò come una gatta in attesa che il suo padrone le dia da mangiare.

Damon la osservava a sua volta, un’espressione divertita dipinta sul volto.

-Allora mi fai entrare?- esclamò poi Elena scocciata e il ragazzo si appiattì contro lo stipite per farla passare.

-A cosa devo la tua visita?- chiese Damon con ironia.

-Sono venuta per Stefan- sottolineò la ragazza –E’ in casa?-

-Mi dispiace, ma è uscito poco fa. Puoi aspettarlo qui, se vuoi-

Elena annuì e si accomodò sul grande divano d’epoca. Si guardava intorno, inquieta. Stare sola con Damon la faceva sentire a disagio. E non per il fatto che fosse un vampiro (infondo anche Stefan, il suo ragazzo e fratello di Damon, lo era), ma a causa della strana sensazione che i suoi occhi le provocavano. Erano di un grigio chiaro, ma tremendamente intenso.

Damon si sedette comodamente vicino a lei, un braccio sullo schienale del divano e le gambe accavallate.

La osservava.

Elena lo guardò negli occhi, ma subito distolse lo sguardo. Il suo respiro si fece affannoso.

Damon le si avvicinò e le prese il mento tra il pollice e l’indice, costringendola a guardarlo negli occhi.

-Ti senti male?- le chiese con freddezza, ma non riuscendo tuttavia a nascondere una certa preoccupazione.

-Damon… ti prego… smettila- ansimò Elena.

Il vampiro inclinò la testa di lato e la guardò con fare interrogativo.

-Smettila di fare… quel tuo… giochetto mentale con gli… occhi- spiegò la ragazza cercando di assimilare più aria possibile con la bocca.

-Elena, i miei poteri non hanno effetto su di te- le ricordò Damon e lanciò un’occhiata al ciondolo che portava al collo. Elena lo strinse e le tornò in mente il giorno in cui Stefan glielo aveva regalato e le aveva detto che esso l’avrebbe protetta dall’influenza di Damon.

-Stai semplicemente andando in iperventilazione e sai perché?- disse il vampiro maliziosamente, attese qualche secondo per gustarsi l’espressione intimorita della ragazza e le sussurrò all’orecchio sinistro: -Perché ti piaccio-

Elena sussultò. Non fece neanche in tempo a rendersi conto del significato di quelle parole, che le labbra di Damon si posarono sulle sue.

Assecondò il bacio per qualche secondo, poi interruppe il contatto.

-Ma cosa sto facendo?- mormorò a se stessa.

-E’ quello che vuoi, Elena, e lo sai anche tu- disse Damon compiaciuto di se.

-Ti ho già detto di non usare i tuoi poteri su di me-

Il vampiro accennò un sorriso malevolo e divertito.

-E io ti ripeto che, anche se li usassi, non avrebbero effetto su di te- riprese a baciarla e questa volta Elena si lasciò trasportare dall’impeto della passione. Era sempre stata attratta da Damon, nonostante amasse suo fratello Stefan, e adesso che lui la stava tentando così esplicitamente non sapeva come resistergli.

Il vampiro si alzò dal divano e la prese tra le braccia. In meno di mezzo secondo Elena si ritrovò adagiata sulle soffici lenzuola del letto di Damon.

Le labbra di lui ripresero il loro lavoro e, senza che la ragazza se ne accorgesse, si posarono sul suo collo.

Elena sussultò.

-Non ho fame, per ora- disse sarcasticamente Damon e rise divertito.

-Non sei divertente- ansimò Elena e questa volta fu lei a baciarlo con avidità.

Sapeva bene ciò che di lì a poco sarebbe accaduto ed era cosciente del fatto che anche se avesse voluto fuggire da Damon non ci sarebbe riuscita e di certo non avrebbe voluto.

-Questo a Stefan non lo diciamo- mormorò il vampiro con ironia, prima di abbandonarsi alla passione con lei.

  
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