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Autore: ross_ana    09/01/2011    1 recensioni
Il vecchio Jack camminava lentamente lasciando impronte profonde sulla riva del mare.
C’era stato un tempo, anni ed anni prima, in cui non aveva avuto il tempo di passeggiare, né di osservare il sole, né di fare ciò che più gli piaceva. Ma qualcosa aveva radicalmente cambiato la sua vita, e da allora Jack aveva cominciato ad apprezzare ogni piccola cosa, rendendo unico ogni giorno della sua solitaria esistenza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dai compiti per le vacanze di una mia amica: costruisci una storia con i seguenti elementi: l'uomo che ha un segreto, un bambino molto curioso, un animale dall'olfatto straordinario e un paesaggio marino.
Questo è quello che ne è uscito a me (che non centro niente :P).
Buona lettura :)





Il vecchio Jack camminava lentamente lasciando impronte profonde sulla riva del mare.
Le onde che arrivavano a sfiorargli i piedi, però, le cancellavano in fretta, non lasciando nemmeno una traccia del suo passaggio.
Jack adorava passeggiare in riva al mare, al tramonto, perché il mare ed il tramonto erano le due cose che amava di più al mondo.
C’era stato un tempo, anni ed anni prima, in cui non aveva avuto il tempo di passeggiare, né di osservare il sole, né di fare ciò che più gli piaceva. Ma qualcosa aveva radicalmente cambiato la sua vita, e da allora Jack aveva cominciato ad apprezzare ogni piccola cosa, rendendo unico ogni giorno della sua solitaria esistenza.
Il silenzio era sempre stato la sua unica compagnia durante le sue passeggiate, perciò rimase molto stupito quando un cane scodinzolante gli corse incontro e gli saltò addosso.
Jack gli accarezzò la testa pelosa e rise, perché il cagnolone nero che ancora gli stava facendo le feste stava cercando di leccargli la faccia.
Passarono solo un paio di minuti, poi uno dei bambini del villaggio arrivò correndo con un guinzaglio in mano, e Jack capì che il cane doveva essere suo.
-Ehi Nuvola, finalmente ti ho trovato. Signore, mi scusi.
-Non ti preoccupare, piccolo. Come ti chiami.
-Andreas. E lei, signore?
-Jack… Mi chiamo Jack.
-Salve signor Jack.
Il bambino e il vecchio si guardarono per un po’ con un sorriso sulle labbra, poi Jack lo salutò e tornò indietro, contento per quell’imprevisto che aveva reso unica anche quella giornata.
Il giorno dopo, durante la sua passeggiata, non si sarebbe mai aspettato di rivedere Andreas e Nuvola, ma entrambi lo aspettavano seduti su uno scoglio in riva al mare, e quando lo videro gli corsero incontro.
-Salve signor Jack. Come sta oggi?
-Bene, Andreas. Ma tu che ci fai qui?
-Sono venuto a parlare con lei. Tutti, al villaggio, dicono che lei ha un segreto e che viene qui ogni giorno per pensarci. Dicono anche che lei non parla con nessuno, ma invece con me ci ha parlato, ieri, e allora ho pensato che forse ha voglia di raccontarmi il suo segreto, così magari poi sta meglio.
Jack rimase sbalordito a fissare Andreas. Sapeva che i bambini erano la fonte della verità, ma non si sarebbe mai aspettato un approccio così diretto.
-Grazie, Andreas. Sei molto gentile, ma non ho voglia di parlarne.
Jack pensava che il bimbo si sarebbe rabbuiato per quella sua risposta negativa, ma al contrario di tutte le sue aspettative, sorrise e gli si mise accanto.
-Va bene, signor Jack. Ci vediamo domani allora.
Prima ancora che il vecchio Jack potesse ricambiare il saluto, Andreas si mise a correre e Nuvola corse via con lui.
Questa scenetta andò avanti per tutta l’estate.
Ogni sera, al tramonto, Jack andava a fare la sua passeggiata e allo stesso punto della spiaggia incontrava Andreas e Nuvola. Come la prima volta, il bambino gli domandava il suo segreto, Jack rifiutava di raccontarglielo, e lui correva via sorridendo.
Quella sera, però, c’era qualcosa di diverso nell’aria. Persino il cielo aveva un altro colore: il tramonto aveva assunto strani colori, diversi dai soliti rosa e arancione.
Le onde del mare che continuavano a bagnare i piedi rugosi del vecchio Jack schizzavano i suoi pantaloni arrotolati sopra le ginocchia ma non arrivavano a cancellare le orme della sua camminata. Era come se quella sera tutto dovesse essere ancora più unico del solito.
Anche Andreas e Nuvola non erano seduti sul solito scoglio, ma gli stavano andando incontro.
Jack, come ogni sera, accarezzò la testa pelosa del cagnolone nero, poi guardò Andreas e gli sorrise.
-Ciao ragazzino.
-Ciao vecchio.
Ormai erano diventati amici, e il modo in cui si parlavano ne era chiara dimostrazione.
-Ho scoperto il tuo segreto.
Jack spalancò gli occhi, stupito da quella frase appena sussurrata.
-Ah, davvero? E come hai fatto?
-Ho chiesto a tutte le persone del paese. Sono andato anche dalla maga Mary, e lei dopo tante volte che l’ho aiutata a portare la spesa a casa me l’ha raccontato.
Quando Jack sentì quel nome fu costretto a girare la testa dall’altra parte per non mostrare ad Andreas le due lacrime che erano sfuggite al suo volere.
Parlò soltanto quando fu certo di aver ritrovato il controllo.
-E cosa ti ha detto?
-Che una volta, tanti anni fa, voi vi amavate e che avete sotterrato una scatola d’argento qui alla spiaggia. Poi vi siete allontanati, perché la maga Mary era dovuta andare via, e quando è tornata tu eri arrabbiato con lei e hai detto che solo quanto avrebbe trovato la scatola l’avresti perdonata per averti lasciato solo.
Jack rimase sconvolto, perché ascoltare la storia della propria vita attraverso le labbra di un bambino era un’esperienza del tutto nuova per lui. Si, quella giornata era davvero più unica delle altre.
-Sei molto curioso, vero? Non ti arrendi di fronte a niente.
-Proprio di fronte a niente, Jack. Nemmeno al tuo segreto.
Andreas si mise a correre verso lo scoglio, ma per la prima volta Nuvola non corse insieme a lui. Restò vicino a Jack continuando a scodinzolare, come se fosse a conoscenza di qualcosa a lui nascosto.
Pochi minuti dopo Andreas tornò indietro con le mani dietro la schiena e Nuvola cominciò ad abbaiare e a saltellare intorno a Jack.
-Ragazzino cos’hai li dietro?
-Vecchio, sei curioso anche tu come me?
Jack rise, cercando di nascondere l’ansia che stava provando, ma Andreas era molto più furbo di quanto lui potesse immaginare, così non si fece ingannare da quella risata finta.
Con gli occhi che gli brillavano per l’emozione, guardò fisso Jack mentre gli porgeva la scatola d’argento che con l’aiuto di Nuvola aveva trovato solo qualche ora prima.
Jack rimase sconvolto e trattenne il fiato per qualche secondo, poi tese le mani tremanti per prendere la scatola e non si curò di nascondere il viso mentre altre due lacrime scorrevano sulle sue guance rugose.
-Come hai fatto a trovarla, ragazzino?
-E’ stato Nuvola, vecchio. Lui è speciale. Io gli ho detto che doveva cercare la scatola d’argento, e lui si è messo a fiutare sulla spiaggia. Quando ha trovato il punto preciso ci siamo messi a scavare insieme, e alla fine eravamo tutti e due pieni di sabbia. Guarda il naso di Nuvola, è ancora tutto sporco.
Jack si inginocchiò, sopraffatto dall’emozione.
Le onde del mare cominciarono a bagnarli le gambe ma lui non se ne preoccupò.
Accarezzò il cagnolone nero e gli diede da mangiare il pezzo di cioccolata che aveva in tasca.
Poi guardò Andreas e gli regalò tutte le monete che aveva portato con sé.
-Grazie ragazzino, mi hai regalato la felicità.
-Di niente vecchio. Vai da Mary, ti sta aspettando.
-Ci hai parlato tu?
-Certo che no. Lei è una maga. Lo saprà.
E con il sorriso che solo la felicità poteva regalare, e con la consapevolezza che quello era il giorno più bello della sua vita, Jack si alzò e si mise a correre verso il villaggio lasciando Andreas e Nuvola a gioire dei doni che gli aveva elargito.




Grazie a chi è arrivato fin qua :)
   
 
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