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Autore: Carol24    10/01/2011    3 recensioni
Le sue forme si erano addolcite, i lineamenti del viso, prima più paffuti e goffi, ora avevano acquistato tratti affilati e più adulti. Anche la sua voce era diversa, aveva perso quel tono stridulo e lamentoso tipico nei più piccoli. Questi cambiamenti erano stati accolti dalla ragazza con naturalezza e anche i suoi modi parvero assumere più posa ed eleganza; adesso Asia passava molto più tempo chiusa in bagno – col disappunto del padre – dove si sistemava i capelli e aveva da poco iniziato a truccarsi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bacio al burro cacao






- Ricordi il tuo primo appuntamento, mamma? –
Velia che stava sciacquando i piatti si girò a guardare Asia che le aveva posto la domanda mentre asciugava le stoviglie.
Velia si era accorta dei sentimenti che animavano la figlia da qualche giorno: spesso stava in silenzio, appoggiata al davanzale della finestra persa in chissà quali pensieri; a tavola ogni tanto le sfuggiva un sospiro e sei lei o suo marito le chiedevano qualcosa arrossiva e abbassava lo sguardo.
Questi segnali non erano certo sfuggiti all’occhio esperto e attento di una mamma.
Quelle parole erano state buttate lì con studiata noncuranza, quasi con tono distratto e avrebbero potuto sembrare un semplice tema di conversazione.
Neanche quel finto disinteresse, adatto ad argomenti come il tempo, ingannò Velia.
Asia aveva compiuto quindici anni il mese scorso e Velia si era dovuta imporre di non chiamarla più “la sua bambina”. L’arrivo dell’adolescenza aveva portato molti cambiamenti esteriori in Asia.
Le sue forme si erano addolcite, i lineamenti del viso, prima più paffuti e goffi, ora avevano acquistato tratti affilati e più adulti. Anche la sua voce era diversa, aveva perso quel tono stridulo e lamentoso tipico nei più piccoli. Questi cambiamenti erano stati accolti dalla ragazza con naturalezza e anche i suoi modi parvero assumere più posa ed eleganza; adesso Asia passava molto più tempo chiusa in bagno – col disappunto del padre –  dove si sistemava i capelli e aveva da poco iniziato a truccarsi.
Velia aveva assistito al timido sbocciare del suo fiore in disparte e intromettendosi solo quando le pareva più giusto e opportuno. Guardando sua figlia crescere si chiedeva se anche sua madre avesse provato le medesime sensazioni e lo stesso senso d’impotenza di fronte al tempo che passava inesorabilmente.
- Certo. Avevo più o meno la tua stessa età, era primavera inoltrata. – rispose Velia nascondendo i suoi pensieri alla figlia e assumendo un tono leggero.
- Posso raccontartelo, se vuoi. – propose con cautela, non voleva certo intimidirla.
Quest’ultima annuì in risposta dimostrando all’apparenza poco interesse.

Era il maggio del 1989 quello in cui una Velia quindicenne si apprestava ad avere il suo primo appuntamento. Il ragazzo in questione si chiamava Flavio, abitava nel suo stesso quartiere.
I due si conoscevano fin da bambini poiché giocavano spesso insieme agli altri coetanei di quella zona.
Flavio frequentava una scuola differente dalla sua e questo non permise loro di stringere un rapporto più stretto di quello di semplici conoscenti.
In quegli ultimi giorni d’autunno che si apprestavano a lasciare il posto all’estate Velia aveva destato l’attenzione di più di un ragazzo del suo quartiere.
Le forme prosperose, il grazioso modo di camminare e parlare e anche quello di acconciarsi i capelli avevano fatto di lei una “signorina”.
Un pomeriggio Velia si trovava giù nel cortile del palazzo in cui abitava, chiacchierava insieme alla sua amica Cecilia mentre più in là i maschi giocavano a calcio.
A partita finita fu Flavio ad avvicinarsi a loro due, Cecilia le rivolse uno sguardo che significava: “Che ti avevo detto?” e si allontanò di qualche passo.
Flavio era un ragazzo smilzo, non troppo alto e a Velia per quel poco che se ne intendeva sembrava che giocasse abbastanza bene a calcio.
Dopo essersi salutati stettero qualche attimo in silenzio, lei imbarazzata cercava di continuare a sorridere senza sapere bene cosa fare. E stava quasi per commentare l’ultima canzone del momento, la prima cosa che le era capitata per la mente, ma Flavio la precedette e le chiese se le andava di uscire con lui sabato.
Velia sentì un’inaspettata morsa allo stomaco a quella proposta e gli rispose con un semplice sì, incapace di dire altro.
Quella sera stessa passò quasi un’ora al telefono a chiacchierare con Cecilia e l’argomento principale di tale lunga conversazione fu proprio Flavio e tutte le congetture attorno all’appuntamento che avrebbe avuto luogo solo due giorni dopo.
Più memorabili e quasi della stessa intensità di quel fatidico incontro, per una donna, erano le emozioni che lo precedevano e tutta la necessaria preparazione interiore e soprattutto quella esteriore.
La scelta dei vestiti, quella del trucco e dell’acconciatura dei capelli occuparono i pensieri di Velia per i giorni successivi e si ritrovò a sfogliare le riviste che trovava in giro per casa per prendere spunto su cosa indossare.
Il sabato arrivò in fretta e l’eccitazione e allo stesso tempo il timore crescevano sempre di più nella giovane. Si erano accordati per vedersi alle quattro e mezza del pomeriggio, sarebbe passato lui a prenderla lì nel cortile.
Mentre setacciava con cura il suo armadio Velia si chiedeva se Flavio le piacesse veramente.
Era un ragazzo avvenente, dai modi un po’ goffi forse ma da quel poco che lo conosceva sembrava di buona compagnia. Non mancò di telefonare a Cecilia, aveva bisogno di incoraggiamenti e qualche battuta per smontare la tensione.
L’orologio segnava le sedici e ventinove quando si chiuse la porta alle spalle e scese giù ad aspettare Flavio.
Dopo varie indecisioni riguardo i vestiti aveva optato per i fuseaux neri, una maxi-maglia bianca e le superga blu. Il giovane non tardò ad arrivare e Velia gli sorrise prima di salutarlo e i due s’incamminarono verso la gelateria. Nel tragitto si scambiarono spesso sguardi allegri e sorrisi accesi.
Parlarono di alcune amicizie in comune, della scuola e del più  e del meno.
- Gelato al cioccolato? Che banalità! – commentò il giovane ridendo rivolto a Velia.
- Sarà pure banale, ma è buonissimo! – gli rispose la ragazza con un’alzata di spalle.
Passeggiarono per il centro della piccola città in cui vivevano e infine decisero di sedersi su una panchina, di fronte il mare.
Velia era a disagio, ogni pochi minuti si passava il burro cacao sulle labbra in un gesto che sembrava quasi maniacale. Non voleva risultare vanitosa o altro, ma in situazioni d’imbarazzo come quelle sentiva il bisogno di fare qualcosa e quello era un buon diversivo.
Per la settima volta stava avvicinando il cosmetico al viso quando la mano di lui le afferrò gentilmente il polso. Velia lo guardò attonita qualche secondo, lui le sorrise e avvicinandosi la baciò teneramente sulle labbra. - Sai di burro cacao. – sussurrò lui sulla sua bocca.
Velia troppo emozionata ed elettrizzata non trovò nulla da rispondere e si limito a sorridergli, felice.

Madre e figlia si erano accomodate sul divano in salotto ed entrambe avevano riso per quella strana mania del burro cacao.
- Da allora ne portai sempre uno in borsa. – le confessò Velia in un sussurro.
Durante il suo racconto Asia aveva presto abbandonato la sua aria assente e le aveva dedicato tutta la sua attenzione. – E invece fare l’amore, mamma, com’è? –
Velia sentì una gran voglia di rovinare quell’atmosfera rilassata e interrogare sua figlia riguardo la sua domanda.
Sei troppo piccola, Asia, non pensarci nemmeno!
Hai intenzione di farlo? E con chi? Sei troppo giovane!
Non sei ancora abbastanza grande per un passo del genere!
A fatica Velia ricacciò tutti quei pensieri e cercò di rasserenarsi; era felice che Asia le avesse posto quella domanda voleva dire che riponeva fiducia in lei e non poteva permettersi d’incrinare quel momento magico e di perdere l’opportunità di parlare con sua figlia.
- Vedi, tesoro, quando due persone si amano molto e decidono di fare l’amore permettono alle loro anime di fondersi l’una nell’altra. Raggiungono la completezza nell’unione dei loro corpi intrecciati. È un passo importante e va trattato con estrema delicatezza. – rispose Velia misurando le parole e poggiando una mano sulla spalla di sua figlia.
Asia parve soddisfatta delle sue parole e in un eccesso di tenerezza l’abbracciò, ma dopo qualche secondo si staccò imbarazzata dal suo gesto. Velia, però, non poté resistere a lungo e le chiese se c’era qualcuno in particolare a cui pensava in quei giorni e Asia eluse le sue domande e lasciò il salone con la scusa dei compiti. Velia sospirò preoccupata ma decisa ad indagare più a fondo.
Una mamma è sempre una mamma.


* * *



Questa storia partecipa all'iniziativa "Un prompt al giorno..." di Fanworld. Con il prompt Fondersi.
   
 
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